"Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso."
Non è mai troppo tardi per iniziare ad occuparsi di sé, comprendersi e accettarsi è il primo passo per poter decidere se voler modificare qualcosa. Siamo tutti esseri imperfetti e soggetti a continui cambiamenti, con bisogni e paure che in modo silenzioso ma inesorabile ci motivano ad agire e ad essere come siamo. Decidere di fare luce su questi aspetti è un vero atto di coraggio e di amore nei propri confronti, talvolta anche verso il benessere dei propri cari. Che sia a causa di sintomi che compromettono la qualità della vita, o per via di un periodo transitorio ma comunque difficile, o ancora se si è mossi dall'interesse di scoprirsi più a fondo, intraprendere un percorso psicologico rappresenta un ottimo punto da cui partire.
La capacità empatica, la curiosità verso il funzionamento profondo della personalità di ciascuno e il genuino interesse nei confronti dell'altro mi hanno spinta a dedicarmi a questa professione e a continuare a formarmi dopo la laurea in Psicologia Clinica, al fine di poter offrire ascolto, supporto e un punto di vista professionale a coloro che ne hanno bisogno. Grazie alla formazione di stampo psicodinamico, nel corso degli incontri sarà possibile approfondire e affrontare un ampio ventaglio di sintomatologie e tematiche personali attraverso l'utilizzo di test specifici, appresi nel corso della specializzazione presso la Scuola Adleriana di Psicoterapia per l'adulto e l'età evolutiva.
Le mie esperienze spaziano dall'area della salute mentale adulti a servizi di neuropsichiatria per infanzia e adolescenza, affiancando il lavoro nelle scuole di vari ordini e gradi alla libera professione. Oltre agli adulti, aiuto anche bambini e adolescenti a superare difficoltà emotive e sociali, così che possano affrontare con sicurezza e autonomia le molte sfide che la crescita riserva loro.
"Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso."
Non è mai troppo tardi per iniziare ad occuparsi di sé, comprendersi e accettarsi è il primo passo per poter decidere se voler modificare qualcosa. Siamo tutti esseri imperfetti e soggetti a continui cambiamenti, con bisogni e paure che in modo silenzioso ma inesorabile ci motivano ad agire e ad essere come siamo. Decidere di fare luce su questi aspetti è un vero atto di coraggio e di amore nei propri confronti, talvolta anche verso il benessere dei propri cari. Che sia a causa di sintomi che compromettono la qualità della vita, o per via di un periodo transitorio ma comunque difficile, o ancora se si è mossi dall'interesse di scoprirsi più a fondo, intraprendere un percorso psicologico rappresenta un ottimo punto da cui partire.
La capacità empatica, la curiosità verso il funzionamento profondo della personalità di ciascuno e il genuino interesse nei confronti dell'altro mi hanno spinta a dedicarmi a questa professione e a continuare a formarmi dopo la laurea in Psicologia Clinica, al fine di poter offrire ascolto, supporto e un punto di vista professionale a coloro che ne hanno bisogno. Grazie alla formazione di stampo psicodinamico, nel corso degli incontri sarà possibile approfondire e affrontare un ampio ventaglio di sintomatologie e tematiche personali attraverso l'utilizzo di test specifici, appresi nel corso della specializzazione presso la Scuola Adleriana di Psicoterapia per l'adulto e l'età evolutiva.
Le mie esperienze spaziano dall'area della salute mentale adulti a servizi di neuropsichiatria per infanzia e adolescenza, affiancando il lavoro nelle scuole di vari ordini e gradi alla libera professione. Oltre agli adulti, aiuto anche bambini e adolescenti a superare difficoltà emotive e sociali, così che possano affrontare con sicurezza e autonomia le molte sfide che la crescita riserva loro.
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L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita. Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura. Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali. I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.
Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.
Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro. Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità. Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario. L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
La consulenza psicologica si differenzia dal percorso di sostegno terapeutico per target, focus e durata. La sua efficacia dipende dalla correttezza della valutazione iniziale che ha escluso la presenza di nuclei patologici sottostanti.
La consulenza si rivolge ad adulti con un buon livello di funzionamento complessivo, discreto potenziale intellettivo, la cui richiesta riguarda difficoltà risolvibili nel corso di pochi colloqui (indicativamente 5-10). Questi incontri avranno lo scopo di ridimensionare questioni attuali e circoscritte che appaiono come indistricabili, pur non essendolo di fatto. Il clinico aiuterà cioè il paziente ad approfondire con attenzione la situazione, cercando al contempo di aiutarlo ad assumere punti di vista diversi dal solito, favorendo un cambio di prospettiva. Allo stesso modo, clinico e paziente cercheranno di trovare comportamenti alternativi e più funzionali a quelli solitamente utilizzati per affrontare il problema.
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Il mondo emotivo dei bambini è ricco e dinamico, il “problema” è che non sempre è facilmente comprensibile. Occorre infatti discriminare, sia in contesto scolastico che familiare, se ciò che sembra destare preoccupazione negli adulti è ben inserito nel processo evolutivo oppure rappresenta un segnale di disturbi evolutivi in atto.
I bambini infatti esprimono più facilmente il malessere in forma comportamentale, somatica e simbolica (disegni, gioco), piuttosto che verbale. È importante comprendere la causa del disagio dal momento in cui lo stato emotivo si ripercuote su quello cognitivo, e viceversa (provate ad esempio ad immaginare la difficoltà di fare bene i compiti se si è molto tristi, arrabbiati o preoccupati).
Se nel primo colloquio con i genitori si rileva la possibile presenza di un disturbo evolutivo nel bambino, è bene procedere nell'attuare la diagnosi psicodinamica. Dapprima si richiede ai genitori di ricostruire la storia del figlio e le relazioni tra i membri della famiglia, procedendo poi con la fase diagnostica vera e propria con il bambino. Durante questa fase (della durata di almeno 7 incontri) verranno proposti test proiettivi adatti all’età e si osserveranno le dinamiche di gioco e di relazione. Lo scopo della diagnosi è quello di far emergere le dinamiche emotive profonde e comprendere il percorso evolutivo del bambino, i suoi possibili arresti o le deviazioni dallo sviluppo normale. Come per adolescenti e adulti, quanto raccolto verrà poi restituito sia al bambino che ai genitori e servirà a formulare un progetto terapeutico cucito su misura.
Benché il lavoro vero e proprio viene svolto con il bambino, è fondamentale rendere partecipi anche i genitori nell’individuazione dei bisogni del figlio, dei suoi punti di forza così come di quelli di maggior fragilità, condividendo con loro gli obiettivi di lavoro e le strategie di intervento. I genitori rappresentano dunque veri e propri “collaboratori” in quanto maggiori esperti delle dinamiche di funzionamento del figlio. Il clinico svolgerà la sua funzione terapeutica sia nei confronti del giovane paziente, per aiutarlo ad attivare risorse più utili a fronteggiare situazioni stressanti, sia verso i genitori, favorendo l’assunzione di prospettive diverse in relazione al figlio e alle dinamiche domestiche, così da creare un contesto relazionale e familiare che consolidi il lavoro svolto con il bambino.
L'accesso al percorso di pazienti minorenni (in questo caso dall'età scolare in poi) è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.
Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.
Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro.
Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità.
Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario.
L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro.
Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità.
Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario.
L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
La scelta della scuola rappresenta un momento molto intenso, in cui si intrecciano passioni personali, punti di forza e di debolezza, timori e sogni rivolti al futuro e riflessioni circa le possibilità concrete che i giovani percepiscono di avere nel mondo reale. Viene cioè richiesta un’assunzione di responsabilità non sempre facile da gestire e che porta con sé emozioni talvolta contrastanti. Che si tratti di un passaggio di grado (medie-superiori, superiori-università/mondo del lavoro/altro) o di un cambio di scuola (dove il ri-orientamento non rappresenta un fallimento, anzi, una preziosa occasione parte del processo di crescita) è fondamentale conoscere bene sé stessi, le proprie aspirazioni, valori e capacità.
In questo senso il punto di vista esterno di uno psicologo può essere utile, non solo a chiarire le motivazioni sottostanti una decisione così importante, ma proprio ad accompagnare il giovane nell’esplorazione di sè. È solo attraverso una buona auto-consapevolezza che lo studente può auto-orientarsi nelle scelte della vita, intraprendendo la strada in grado di dare più soddisfazione personale, un accrescimento dell’autostima e una migliore qualità della vita.
L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Essere genitori rappresenta sicuramente una delle sfide più importanti della vita. Proprio per questo spesso si accompagna ad un senso di insicurezza verso le proprie capacità e di disorientamento rispetto agli atteggiamenti dei figli. Talvolta le incomprensioni e la confusione generano a loro volta altri comportamenti disfunzionali in tutta la famiglia, contribuendo ad alimentare un circolo vizioso conflittuale. Per queste ragioni, spesso i genitori si rivolgono a professionisti in cerca di consigli pratici e momenti di ascolto in cui non sentirsi giudicati, bensì accolti e sostenuti.
Tra gli argomenti più a cuore ai genitori: regole, comportamenti oppositivi, dubbi sullo stile educativo da tenere o sulla modalità migliore per sostenere i figli in momenti di difficoltà, preoccupazioni relative il loro ambiente scolastico e relazionale, eventi stressanti quali lutti, separazioni, nuove nascite...
Lo scopo degli incontri è infatti quello di aiutare i genitori a recuperare la loro funzione di guida e supporto dei figli, aiutandoli a crescere come adulti indipendenti e fiduciosi nelle proprie capacità. Non esistono genitori perfetti, basta che questi siano "sufficientemente buoni", ovvero "abbastanza" in grado di comprendere i bisogni dei figli e sintonizzarsi con questi.
In quest'ottica, il ciclo di incontri (la cui durata dipenderà dall'entità della situazione) è orientato all'individuazione dei punti di forza e di fragilità dello stile genitoriale, promuovendo atteggiamenti sempre più autoconsapevoli. Il clinico supporterà quindi i genitori nel migliorare le loro capacità di auto-osservazione, in riferimento alle modalità di relazionarsi, comunicare ed empatizzare con i figli, riflettendo quindi sulla discrepanza percepita tra "figlio ideale" e "figlio reale".
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Il primo colloquio rappresenta lo strumento iniziale attraverso cui la persona può sottoporre al clinico una problematica fonte di disagio. Nel corso di questo importante momento, caratterizzato da un atteggiamento di accoglienza e di ascolto empatico e non giudicante, si cercherà di cogliere la situazione di partenza. Una volta compresa la sua natura, clinico e richiedente rifletteranno insieme sulla possibilità di approfondire ulteriormente il quadro in colloqui successivi, così da giungere ad un'eventuale presa in carico effettiva o all'invio ad un altro specialista.
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Il primo colloquio rappresenta lo strumento iniziale attraverso cui la persona può sottoporre al clinico una problematica fonte di disagio. Nel corso di questo importante momento, caratterizzato da un atteggiamento di accoglienza e di ascolto empatico e non giudicante, si cercherà di cogliere la situazione di partenza. Una volta compresa la sua natura, clinico e richiedente rifletteranno insieme sulla possibilità di approfondire ulteriormente il quadro in colloqui successivi, così da giungere ad un'eventuale presa in carico effettiva o all'invio ad un altro specialista.
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
La psicodiagnosi rappresenta la fase che precede l'eventuale presa in carico per un percorso strutturato di sostegno psicologico. La sua utilità si evidenzia nel caso in cui, già nel corso del primo colloquio di consultazione, siano emerse questioni emotivo-relazionali profondamente radicate nel paziente, che gli causano malessere direttamente o indirettamente. La funzione della psicodiagnosi infatti è proprio quella di permettere sia al clinico che al paziente di chiarire il funzionamento profondo e le caratteristiche della personalità di quest'ultimo, dando un senso al suo disagio.
La sua durata varia dai 4 ai 6 colloqui, in modo da permettere la raccolta approfondita di varie tipologie di informazioni (situazione attuale, storia di vita, aspetti inconsapevoli, ...). Quanto emerso da questa fase servirà dunque ad elaborare un progetto per un eventuale percorso terapeutico cucito su misura. Il quadro risultante verrà infatti condiviso con il paziente, così come l'ipotesi di trattamento, in modo da poterne discutere insieme, individuando nel caso gli obiettivi sui quali poter impostare il lavoro successivo.
Lo scopo principale della psicodiagnosi è pertanto quello di rassicurare il paziente in merito al fatto che quanto vissuto, spesso oggetto di grande confusione e angoscia, è in realtà il risultato di un insieme ben organizzato di "pezzi di sè".
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Essere genitori rappresenta sicuramente una delle sfide più importanti della vita. Proprio per questo spesso si accompagna ad un senso di insicurezza verso le proprie capacità e di disorientamento rispetto agli atteggiamenti dei figli. Talvolta le incomprensioni e la confusione generano a loro volta altri comportamenti disfunzionali in tutta la famiglia, contribuendo ad alimentare un circolo vizioso conflittuale. Per queste ragioni, spesso i genitori si rivolgono a professionisti in cerca di consigli pratici e momenti di ascolto in cui non sentirsi giudicati, bensì accolti e sostenuti.
Tra gli argomenti più a cuore ai genitori: regole, comportamenti oppositivi, dubbi sullo stile educativo da tenere o sulla modalità migliore per sostenere i figli in momenti di difficoltà, preoccupazioni relative il loro ambiente scolastico e relazionale, eventi stressanti quali lutti, separazioni, nuove nascite...
Lo scopo degli incontri è infatti quello di aiutare i genitori a recuperare la loro funzione di guida e supporto dei figli, aiutandoli a crescere come adulti indipendenti e fiduciosi nelle proprie capacità. Non esistono genitori perfetti, basta che questi siano "sufficientemente buoni", ovvero "abbastanza" in grado di comprendere i bisogni dei figli e sintonizzarsi con questi.
In quest'ottica, il ciclo di incontri (la cui durata dipenderà dall'entità della situazione) è orientato all'individuazione dei punti di forza e di fragilità dello stile genitoriale, promuovendo atteggiamenti sempre più autoconsapevoli. Il clinico supporterà quindi i genitori nel migliorare le loro capacità di auto-osservazione, in riferimento alle modalità di relazionarsi, comunicare ed empatizzare con i figli, riflettendo quindi sulla discrepanza percepita tra "figlio ideale" e "figlio reale".
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.
Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.
Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
L’adolescenza rappresenta una fase molto delicata della vita, durante la quale i giovani sono chiamati a gestire importanti cambiamenti, non solo dal punto di vista corporeo ed emotivo, ma anche sul piano relazionale. Si sente spesso parlare di "crisi adolescenziale", ma la prospettiva diventa più interessante se si considera l'etimologia stessa della parola "crisi", che deriva dal greco e significa "scelta, opportunità".
La sfida evolutiva consiste infatti nel prendere le distanze dall’età infantile e affacciarsi a quella adulta, con tutto ciò che questo comporta. Gli adolescenti si interrogano su temi fondamentali nel processo di crescita, primo tra tutti la costruzione della propria identità. Ulteriori tematiche di grande rilevanza sono rappresentate dal rapporto con la famiglia, con il gruppo dei pari e con la scuola. Nel suo desiderio di crescita e autonomia, l’adolescente desidera fortemente essere accettato e compreso, ma anche accettarsi e comprendersi in prima persona.
Il percorso di sostegno psicologico può dunque rappresentare una valida strategia per fronteggiare il senso di disagio che spesso caratterizza questa fase della vita. Se non riconosciuti prontamente infatti, i segnali di malessere dapprima acuti potrebbero poi sfociare in condotte disfunzionali conclamate (alcuni esempi sono: abbandono scolastico, autolesionismo, comportamenti a rischio, disturbi del comportamento alimentare, isolamento, …). Il percorso mira cioè ad individuare i primi sintomi, accogliendo con empatia e senza giudizio il disagio dell’adolescente, per accompagnarlo nella sua elaborazione.
Questo tipo di percorso prevede incontri a cadenza settimanale (all'occorrenza quindicinale) protratti nel tempo e suddiviso in fasi. Dapprima sarà necessaria una raccolta anamnestica con i genitori, per ottenere alcuni dati preliminari necessari all'impostazione delle fasi successive. Il lavoro vero e proprio invece coinvolgerà direttamente il giovane paziente, avvalendosi oltre che del colloquio anche di test volti ad approfondire la sua personalità e condizione. Saranno possibili altri momenti di confronto con i genitori, separatamente o in presenza dell'adolescente, ma sempre nel totale rispetto dell’alleanza terapeutica con quest'ultimo, condizione assoluta per la buona riuscita del percorso stesso.
L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
La parola trauma vuol dire “ferita, spaccatura” e gli eventi traumatici sono vere e proprie rotture nel consueto modo di vivere della persona. Ne modificano il modo di vedere il mondo e possono generare un ampio spettro di sintomatologie, anche gravi (ansia, depressione, insonnia, distraibilità, irritabilità, problemi alimentari …). Il fatto che l’evento sia nel passato infatti non vuol dire che lo siano anche i suoi effetti.
L’evento traumatico è quindi una circostanza in cui l’entità di ciò che accade supera le risorse disponibili nella persona per fargli fronte in modo efficace. Rientrano nella categoria eventi quali violenze, bullismo, minacce, diagnosi, lutti, incidenti … Ma esistono anche i traumi cumulativi, ovvero eventi ripetuti a lungo nel tempo.
Il tempo però non guarisce tutte le ferite e “aspettare che passi” non è una soluzione. Molte persone ritengono di potere/dovere superare da sole quanto accaduto, quando spesso invece è necessario chiedere aiuto. Per quanto difficile, occorre agire uscendo dalla zona di comfort e cercando nuovi modi per fronteggiare ciò che è stato. La guarigione infatti non è una questione di forza, né vuol dire necessariamente tornare a stare come prima o meglio, ma semplicemente essere cambiati ed essere più resistenti a ciò che accade. Si tratta cioè di intraprendere un percorso all’interno del quale acquisire nuove abilità per riuscire di nuovo a vivere (e non sopravvivere).
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Si tratta di test specifici somministrati singolarmente utili a delineare il profilo di funzionamento della personalità del paziente da un punto di vista emotivo, affettivo, relazionale e cognitivo.
Vengono solitamente somministrati nel corso degli incontri dedicati alla fase di psicodiagnosi. È tuttavia possibile che si evidenzi la necessità della loro applicazione anche durante il percorso terapeutico stesso.
Se durante il colloquio si può ottenere una "fotografia" della persona, i test permettono invece di ottenerne una "radiografia". Attraverso l'utilizzo di questi strumenti infatti, il mondo interno risulta maggiormente accessibile, permettendo al clinico e al paziente stesso di cogliere elementi prima nascosti (potenzialità, vulnerabilità, conflitti, disagio su tematiche specifiche ...). La somministrazione del test, che prevede la siglatura da parte del clinico e la restituzione dei risultati al paziente, permettono ad entrambe le parti di confrontarsi su quanto emerso, fornendo spunti sui quali poter eventualmente lavorare nel corso del trattamento.
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Si tratta di test in batteria, ovvero più attività di breve durata e con focus specifico che nel loro complesso delineano un profilo di funzionamento.
Vengono solitamente somministrati nel corso degli incontri dedicati alla fase di psicodiagnosi. È tuttavia possibile che si evidenzi la necessità della loro applicazione anche durante il percorso terapeutico stesso, rappresentando utili strumenti di lavoro oltre che di indagine.
Se durante il colloquio si può ottenere una "fotografia" della persona, i test permettono invece di ottenerne una "radiografia". Attraverso l'utilizzo di questi strumenti infatti, il mondo interno risulta maggiormente accessibile, permettendo al clinico e al paziente stesso di cogliere elementi prima nascosti (potenzialità, vulnerabilità, conflitti, disagio su tematiche specifiche ...) . La somministrazione del test, che prevede la siglatura da parte del clinico e la restituzione dei risultati al paziente, permettono ad entrambe le parti di confrontarsi su quanto emerso, fornendo spunti sui quali poter eventualmente lavorare nel corso del trattamento.
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L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.
Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.
Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Colloquio psicologico clinico
• 60 €
L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.
Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.
Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.
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Consulenza online
• 60 €
Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro.
Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità.
Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario.
L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Consulenza psicologica
• 60 €
La consulenza psicologica si differenzia dal percorso di sostegno terapeutico per target, focus e durata. La sua efficacia dipende dalla correttezza della valutazione iniziale che ha escluso la presenza di nuclei patologici sottostanti.
La consulenza si rivolge ad adulti con un buon livello di funzionamento complessivo, discreto potenziale intellettivo, la cui richiesta riguarda difficoltà risolvibili nel corso di pochi colloqui (indicativamente 5-10). Questi incontri avranno lo scopo di ridimensionare questioni attuali e circoscritte che appaiono come indistricabili, pur non essendolo di fatto. Il clinico aiuterà cioè il paziente ad approfondire con attenzione la situazione, cercando al contempo di aiutarlo ad assumere punti di vista diversi dal solito, favorendo un cambio di prospettiva. Allo stesso modo, clinico e paziente cercheranno di trovare comportamenti alternativi e più funzionali a quelli solitamente utilizzati per affrontare il problema.
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Altre prestazioni
Colloquio psicologico individuale
• 60 €
L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.
Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.
Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Colloquio psicologico online
• 60 €
Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro. Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità. Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario. L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Colloquio psicologico telefonico
• 60 €
Nel corso del colloquio psicologico a distanza il percorso viene svolto in modo simile al tradizionale vis-à-vis, tuttavia l’utilizzo di test e questionari è fortemente limitato. Come per i colloqui classici, le prime sedute sono dedicate alla raccolta di informazioni utili all’individuazione del trattamento migliore, sulla base delle caratteristiche della situazione iniziale, stabilendo in modo condiviso i primi obiettivi, che poi potranno essere modificati nel corso del lavoro.
Le sedute a distanza risultano utili per pazienti che si trovano in circostanze di mobilità ridotta, geograficamente distanti, che hanno una comprovata necessità di ottimizzare i tempi di vita (ad esempio, viene evitato quello necessario per lo spostamento in studio) o per altre esigenze che è possibile condividere con il clinico. Data la modalità di incontro sarà fondamentale per il paziente riuscire a trovare un luogo in cui sentirsi a proprio agio, assicurandosi che eventuali terzi presenti nell’ambiente condiviso rispettino la sua privacy e intimità.
Diverse evidenze scientifiche affermano che i risultati di un percorso psicologico a distanza sono paragonabili a quelli di un percorso psicologico tradizionale. In ogni caso, sarà bene valutare e discutere attentamente con il paziente quali possono essere i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di setting. In condizioni normali infatti, il vis-à-vis continua a rappresentare una preziosa occasione di incontro e scambio e per questo, quando possibile, è senza dubbio da privilegiare. Gli incontri a distanza rappresentano sicuramente una valida strategia per assicurare la continuità terapeutica quando necessario.
L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Orientamento scolastico
• 60 €
La scelta della scuola rappresenta un momento molto intenso, in cui si intrecciano passioni personali, punti di forza e di debolezza, timori e sogni rivolti al futuro e riflessioni circa le possibilità concrete che i giovani percepiscono di avere nel mondo reale. Viene cioè richiesta un’assunzione di responsabilità non sempre facile da gestire e che porta con sé emozioni talvolta contrastanti. Che si tratti di un passaggio di grado (medie-superiori, superiori-università/mondo del lavoro/altro) o di un cambio di scuola (dove il ri-orientamento non rappresenta un fallimento, anzi, una preziosa occasione parte del processo di crescita) è fondamentale conoscere bene sé stessi, le proprie aspirazioni, valori e capacità.
In questo senso il punto di vista esterno di uno psicologo può essere utile, non solo a chiarire le motivazioni sottostanti una decisione così importante, ma proprio ad accompagnare il giovane nell’esplorazione di sè. È solo attraverso una buona auto-consapevolezza che lo studente può auto-orientarsi nelle scelte della vita, intraprendendo la strada in grado di dare più soddisfazione personale, un accrescimento dell’autostima e una migliore qualità della vita.
L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Parent training
• 80 €
Essere genitori rappresenta sicuramente una delle sfide più importanti della vita. Proprio per questo spesso si accompagna ad un senso di insicurezza verso le proprie capacità e di disorientamento rispetto agli atteggiamenti dei figli. Talvolta le incomprensioni e la confusione generano a loro volta altri comportamenti disfunzionali in tutta la famiglia, contribuendo ad alimentare un circolo vizioso conflittuale. Per queste ragioni, spesso i genitori si rivolgono a professionisti in cerca di consigli pratici e momenti di ascolto in cui non sentirsi giudicati, bensì accolti e sostenuti.
Tra gli argomenti più a cuore ai genitori: regole, comportamenti oppositivi, dubbi sullo stile educativo da tenere o sulla modalità migliore per sostenere i figli in momenti di difficoltà, preoccupazioni relative il loro ambiente scolastico e relazionale, eventi stressanti quali lutti, separazioni, nuove nascite...
Lo scopo degli incontri è infatti quello di aiutare i genitori a recuperare la loro funzione di guida e supporto dei figli, aiutandoli a crescere come adulti indipendenti e fiduciosi nelle proprie capacità. Non esistono genitori perfetti, basta che questi siano "sufficientemente buoni", ovvero "abbastanza" in grado di comprendere i bisogni dei figli e sintonizzarsi con questi.
In quest'ottica, il ciclo di incontri (la cui durata dipenderà dall'entità della situazione) è orientato all'individuazione dei punti di forza e di fragilità dello stile genitoriale, promuovendo atteggiamenti sempre più autoconsapevoli. Il clinico supporterà quindi i genitori nel migliorare le loro capacità di auto-osservazione, in riferimento alle modalità di relazionarsi, comunicare ed empatizzare con i figli, riflettendo quindi sulla discrepanza percepita tra "figlio ideale" e "figlio reale".
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Prima Visita
• 60 €
Il primo colloquio rappresenta lo strumento iniziale attraverso cui la persona può sottoporre al clinico una problematica fonte di disagio. Nel corso di questo importante momento, caratterizzato da un atteggiamento di accoglienza e di ascolto empatico e non giudicante, si cercherà di cogliere la situazione di partenza. Una volta compresa la sua natura, clinico e richiedente rifletteranno insieme sulla possibilità di approfondire ulteriormente il quadro in colloqui successivi, così da giungere ad un'eventuale presa in carico effettiva o all'invio ad un altro specialista.
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Primo colloquio psicologico
• 60 €
Il primo colloquio rappresenta lo strumento iniziale attraverso cui la persona può sottoporre al clinico una problematica fonte di disagio. Nel corso di questo importante momento, caratterizzato da un atteggiamento di accoglienza e di ascolto empatico e non giudicante, si cercherà di cogliere la situazione di partenza. Una volta compresa la sua natura, clinico e richiedente rifletteranno insieme sulla possibilità di approfondire ulteriormente il quadro in colloqui successivi, così da giungere ad un'eventuale presa in carico effettiva o all'invio ad un altro specialista. I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Sostegno alla genitorialità
• 80 €
Essere genitori rappresenta sicuramente una delle sfide più importanti della vita. Proprio per questo spesso si accompagna ad un senso di insicurezza verso le proprie capacità e di disorientamento rispetto agli atteggiamenti dei figli. Talvolta le incomprensioni e la confusione generano a loro volta altri comportamenti disfunzionali in tutta la famiglia, contribuendo ad alimentare un circolo vizioso conflittuale. Per queste ragioni, spesso i genitori si rivolgono a professionisti in cerca di consigli pratici e momenti di ascolto in cui non sentirsi giudicati, bensì accolti e sostenuti. Tra gli argomenti più a cuore ai genitori: regole, comportamenti oppositivi, dubbi sullo stile educativo da tenere o sulla modalità migliore per sostenere i figli in momenti di difficoltà, preoccupazioni relative il loro ambiente scolastico e relazionale, eventi stressanti quali lutti, separazioni, nuove nascite... Lo scopo degli incontri è infatti quello di aiutare i genitori a recuperare la loro funzione di guida e supporto dei figli, aiutandoli a crescere come adulti indipendenti e fiduciosi nelle proprie capacità. Non esistono genitori perfetti, basta che questi siano "sufficientemente buoni", ovvero "abbastanza" in grado di comprendere i bisogni dei figli e sintonizzarsi con questi. In quest'ottica, il ciclo di incontri (la cui durata dipenderà dall'entità della situazione) è orientato all'individuazione dei punti di forza e di fragilità dello stile genitoriale, promuovendo atteggiamenti sempre più autoconsapevoli. Il clinico supporterà quindi i genitori nel migliorare le loro capacità di auto-osservazione, in riferimento alle modalità di relazionarsi, comunicare ed empatizzare con i figli, riflettendo quindi sulla discrepanza percepita tra "figlio ideale" e "figlio reale". I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Sostegno psicologico
• 60 €
L’approccio teorico di riferimento della Psicologia Individuale attribuisce grande importanza alle modalità utilizzate dal singolo per affrontare i compiti fondamentali della vita. La persona viene vista nel suo insieme, come una totalità formata da corpo, mente e livello di integrazione all'interno della società di cui fa parte. L'individuo è un essere unico e irripetibile, in quanto costruisce se stesso in modo creativo, a seconda del significato che attribuisce agli eventi della vita.
Ciascuno di noi è orientato al raggiungimento di scopi, talvolta consapevoli, altre volte inconsapevoli, e il modo per comprendere il funzionamento della personalità è proprio quello di osservare come vengono perseguiti tali obiettivi. Il lavoro del clinico è dunque quello di riuscire a “vedere con gli occhi, ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore dell'altro". Il paziente è il vero esperto di sé stesso e il clinico è solamente “un esperto di teoria” che svolge la funzione di guida nel viaggio alla scoperta di sé, rispondendo ad un profondo bisogno di ascolto e cura.
Il percorso terapeutico nelle sue prime fasi ha lo scopo di stabilire obiettivi condivisi tra paziente e clinico, riadattabili a seconda delle priorità che si evidenzieranno man mano. Nel complesso si tratta di un lavoro "di squadra", nel quale il clinico non fornisce risposte simili a "verità calate dall'alto", ma piuttosto si presta al ruolo di specchio per aiutare il paziente a osservare sé stesso e il mondo in modo diverso. In assenza di sintomi specifici, il colloquio può avere come obiettivo una conoscenza più approfondita di sé, il raggiungimento di una maggiore armonia interna e nei rapporti con gli altri, l’individuazione di strategie disfunzionali a fronteggiare gli eventi di vita e una loro sostituzione con altre più adeguate. Il colloquio inoltre può essere estremamente utile anche a chi avverte un disagio significativo nella vita quotidiana a causa di sintomi psicologici e/o problemi nelle relazioni interpersonali.
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Sostegno psicologico adolescenti
• 60 €
L’adolescenza rappresenta una fase molto delicata della vita, durante la quale i giovani sono chiamati a gestire importanti cambiamenti, non solo dal punto di vista corporeo ed emotivo, ma anche sul piano relazionale. Si sente spesso parlare di "crisi adolescenziale", ma la prospettiva diventa più interessante se si considera l'etimologia stessa della parola "crisi", che deriva dal greco e significa "scelta, opportunità".
La sfida evolutiva consiste infatti nel prendere le distanze dall’età infantile e affacciarsi a quella adulta, con tutto ciò che questo comporta. Gli adolescenti si interrogano su temi fondamentali nel processo di crescita, primo tra tutti la costruzione della propria identità. Ulteriori tematiche di grande rilevanza sono rappresentate dal rapporto con la famiglia, con il gruppo dei pari e con la scuola. Nel suo desiderio di crescita e autonomia, l’adolescente desidera fortemente essere accettato e compreso, ma anche accettarsi e comprendersi in prima persona.
Il percorso di sostegno psicologico può dunque rappresentare una valida strategia per fronteggiare il senso di disagio che spesso caratterizza questa fase della vita. Se non riconosciuti prontamente infatti, i segnali di malessere dapprima acuti potrebbero poi sfociare in condotte disfunzionali conclamate (alcuni esempi sono: abbandono scolastico, autolesionismo, comportamenti a rischio, disturbi del comportamento alimentare, isolamento, …). Il percorso mira cioè ad individuare i primi sintomi, accogliendo con empatia e senza giudizio il disagio dell’adolescente, per accompagnarlo nella sua elaborazione.
Questo tipo di percorso prevede incontri a cadenza settimanale (all'occorrenza quindicinale) protratti nel tempo e suddiviso in fasi. Dapprima sarà necessaria una raccolta anamnestica con i genitori, per ottenere alcuni dati preliminari necessari all'impostazione delle fasi successive. Il lavoro vero e proprio invece coinvolgerà direttamente il giovane paziente, avvalendosi oltre che del colloquio anche di test volti ad approfondire la sua personalità e condizione. Saranno possibili altri momenti di confronto con i genitori, separatamente o in presenza dell'adolescente, ma sempre nel totale rispetto dell’alleanza terapeutica con quest'ultimo, condizione assoluta per la buona riuscita del percorso stesso.
L'accesso al percorso di pazienti minorenni è subordinata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale o la tutela (art.33). I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Superamento di eventi traumatici
• 60 €
La parola trauma vuol dire “ferita, spaccatura” e gli eventi traumatici sono vere e proprie rotture nel consueto modo di vivere della persona. Ne modificano il modo di vedere il mondo e possono generare un ampio spettro di sintomatologie, anche gravi (ansia, depressione, insonnia, distraibilità, irritabilità, problemi alimentari …). Il fatto che l’evento sia nel passato infatti non vuol dire che lo siano anche i suoi effetti.
L’evento traumatico è quindi una circostanza in cui l’entità di ciò che accade supera le risorse disponibili nella persona per fargli fronte in modo efficace. Rientrano nella categoria eventi quali violenze, bullismo, minacce, diagnosi, lutti, incidenti … Ma esistono anche i traumi cumulativi, ovvero eventi ripetuti a lungo nel tempo.
Il tempo però non guarisce tutte le ferite e “aspettare che passi” non è una soluzione. Molte persone ritengono di potere/dovere superare da sole quanto accaduto, quando spesso invece è necessario chiedere aiuto. Per quanto difficile, occorre agire uscendo dalla zona di comfort e cercando nuovi modi per fronteggiare ciò che è stato. La guarigione infatti non è una questione di forza, né vuol dire necessariamente tornare a stare come prima o meglio, ma semplicemente essere cambiati ed essere più resistenti a ciò che accade. Si tratta cioè di intraprendere un percorso all’interno del quale acquisire nuove abilità per riuscire di nuovo a vivere (e non sopravvivere).
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Test di personalità
• 60 €
Si tratta di test specifici somministrati singolarmente utili a delineare il profilo di funzionamento della personalità del paziente da un punto di vista emotivo, affettivo, relazionale e cognitivo.
Vengono solitamente somministrati nel corso degli incontri dedicati alla fase di psicodiagnosi. È tuttavia possibile che si evidenzi la necessità della loro applicazione anche durante il percorso terapeutico stesso.
Se durante il colloquio si può ottenere una "fotografia" della persona, i test permettono invece di ottenerne una "radiografia". Attraverso l'utilizzo di questi strumenti infatti, il mondo interno risulta maggiormente accessibile, permettendo al clinico e al paziente stesso di cogliere elementi prima nascosti (potenzialità, vulnerabilità, conflitti, disagio su tematiche specifiche ...). La somministrazione del test, che prevede la siglatura da parte del clinico e la restituzione dei risultati al paziente, permettono ad entrambe le parti di confrontarsi su quanto emerso, fornendo spunti sui quali poter eventualmente lavorare nel corso del trattamento.
I contenuti emersi nel corso dei colloqui sono protetti dal segreto professionale (art.11).
Test psicologici
• 60 €
Si tratta di test in batteria, ovvero più attività di breve durata e con focus specifico che nel loro complesso delineano un profilo di funzionamento.
Vengono solitamente somministrati nel corso degli incontri dedicati alla fase di psicodiagnosi. È tuttavia possibile che si evidenzi la necessità della loro applicazione anche durante il percorso terapeutico stesso, rappresentando utili strumenti di lavoro oltre che di indagine.
Se durante il colloquio si può ottenere una "fotografia" della persona, i test permettono invece di ottenerne una "radiografia". Attraverso l'utilizzo di questi strumenti infatti, il mondo interno risulta maggiormente accessibile, permettendo al clinico e al paziente stesso di cogliere elementi prima nascosti (potenzialità, vulnerabilità, conflitti, disagio su tematiche specifiche ...) . La somministrazione del test, che prevede la siglatura da parte del clinico e la restituzione dei risultati al paziente, permettono ad entrambe le parti di confrontarsi su quanto emerso, fornendo spunti sui quali poter eventualmente lavorare nel corso del trattamento.
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• Presso: Studio Privato • colloquio psicologico
Troppo presto per avere un quadro completo, l'impressione è stata molto bella, mi sono sentito a mio agio. Sono molto fiducioso ed ho molte aspettative da questo inizio di percorso.
F
F.F.
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Presso: Studio Privato • colloquio psicologico
Purtroppo non ho potuto iniziare un vero percorso con la dottoressa perchè mi ha fatto capire che per la mia problematica poteva essermi più utile un altro approccio. Ho comunque apprezzato l’onestà di inviarmi da un altro professionista e la disponibilità nell’adoperarsi per trovarlo. La ringrazio comunque per i pochi colloqui che abbiamo avuto!
Dott.ssa Eleonora Bergami
La ringrazio e le auguro care cose
N
Nicole
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• Presso: Studio Privato • colloquio psicologico clinico
Consiglio la dottoressa Bergami per la sua empatia e per il suo approccio.
È stata capace di mettermi a mio agio fin dall’inizio del percorso insieme.
Molto disponibile anche per qualsiasi esigenza riguardo gli appuntamenti fissati.
Dott.ssa Eleonora Bergami
Molte grazie Nicole per questo prezioso feedback
G
G. R.
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Presso: Studio Privato • colloquio psicologico clinico
La dottoressa Bergami è una persona professionale e competente. Mi ha da subito fatto sentire capita e mi ha fornito alcune strategie e modi di vedere le situazioni che mi hanno aiutata tanto. In questi mesi ho visto molti cambiamenti nella mia vita e mi sento soddisfatta di aver intrapreso questo percorso con lei. La consiglio vivamente!
Dott.ssa Eleonora Bergami
La ringrazio G per le sue parole, sono lieta che questo percorso nel quale si sta impegnando molto le stia portando benefici
S
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Presso: Studio Privato • colloquio psicologico età evolutiva
Grazie al percorso della dottoressa Bergami con mia figlia sono riuscita a capire meglio come viveva certe situazioni, non tanto a scuola come sembrava, quanto a casa. Nei colloqui di restituzione del lavoro fatto la dottoressa è stata disponibile e chiara, mi ha aiutata a capire che certi miei modi di fare non stavano aiutando la bimba. Questo mi ha permesso di riflettere sull'interazione con mia figlia per supportarla al meglio.
Dott.ssa Eleonora Bergami
La ringrazio, felice di essere stata d'aiuto a lei e alla bimba
P
Paolo
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Tipologie di verifica
Verifichiamo l'autenticità di tutte le recensioni per garantire che provengano da pazienti dello specialista o del centro. Per questo, in aggiunta alle verifiche standard, abbiamo adottato 3 livelli addizionali di verifica:
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Presso: Studio Privato • colloquio psicologico
Ho provato l’esperienza dei test pur essendo stata impegnativa l’ho trovata interessante e mi ha lasciato molti spunti di riflessione.
Dott.ssa Eleonora Bergami
Lieta che questo genere di esperienza sia stato per lei produttivo Paolo, la ringrazio per il feedback
B
B.B.
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Presso: Altro • Altro
La Dottoressa è una persona veramente preparata, empatica e disponibile. Mi ha aiutato in vari momenti difficili, con gentilezza e professionalità, a superare periodi di debolezza o incertezza facendomi sempre concentrare sul mio benessere. Consigliata a tutti!
Dott.ssa Eleonora Bergami
La ringrazio davvero per le parole spese, sono contenta di esserle stata d’aiuto!
P
Pietro
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Presso: Studio Privato • colloquio psicologico
Consiglio vivamente la Dott.ssa Bergami per la sua professionalità e empatia. Ha saputo creare un ambiente sicuro e confortevole, dandomi supporto e strumenti pratici per affrontare le sfide quotidiane. Il suo approccio personalizzato ha reso il percorso terapeutico estremamente positivo, e sono grato di aver avuto la sua guida nel mio percorso di crescita personale.
Dott.ssa Eleonora Bergami
Pietro, La ringrazio molto per questo prezioso feedback.
G
Giovanni P.
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Presso: Studio Privato • sostegno psicologico
Il dialogo con la dott.sa Bergami non risulta per nulla complicato anche quando si tratta di discutere di argomenti molto personali. Ogni seduta mi ha permesso di capire qualcosa in più sul mio modo di essere.
Grazie alle sue chiavi di lettura ho valutato i miei problemi da un punto di vista differente e sono riuscito a maturare verso una nuova versione di me. Grazie.
Dott.ssa Eleonora Bergami
Grazie Giovanni, sono lieta di averla accompagnata in questo percorso di riscoperta personale.
P
Paola Ferrari
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Presso: Studio Privato • colloquio psicologico individuale
La Dott.ssa Bergami è stata capace fin dal primo istante a mettermi a mio agio, crea un ambiente in cui è facile aprirsi!
Dott.ssa Eleonora Bergami
Paola, La ringrazio molto per questa Sua valutazione
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Risposte ai pazienti
ha risposto a 41 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve,
vorrei mandare un messaggio alla mia ex riguardo alla situazione che si è creata sui social, con blocchi e sblocchi, e alla tensione che ne sta derivando tra di noi. Questa situazione provoca ansia sia a me che, presumo, anche a lei, considerando tutte le vicissitudini passate. Mi piacerebbe avere un rapporto più sereno e senza tensioni tra di noi. La relazione è finita da più di un anno e, quando lei mi ha chiesto di non cercarla più, ho rispettato la sua richiesta. Tuttavia, nonostante ciò, si percepisce ancora una certa tensione. Vorrei sapere la vostra opinione: se le mandassi un messaggio, pensate che farei più danni che bene?
Gentile Utente buongiorno, grazie per la condivisione. Comprendo che cercare "consigli esperti" per risolvere una confusa situazione relazionale possa essere un meccanismo naturale, tuttavia non è propriamente questo il ruolo dello psicologo. La nostra figura aiuta ad aiutarsi da soli, per quanto tutto ciò possa risultare altamente frustrante a tratti. Per cui credo che darle il consiglio che lei chiede invece non farebbe altro che sottrarle la preziosa occasione di entrare in contatto con le parti di lei che sono state attivate dalla situazione: qual è l'obiettivo del messaggio? cosa vorrebbe dirle? a cosa vorrebbe portasse? quali sono i suoi timori? come pensa che la potrebbe prendere l'altra parte, e lei come la vivrebbe in prima persona? come ha vissuto questo anno di silenzio? ... Ciò che mi sentirei di consigliarle quindi è di riflettere sull'utilità di uno spazio personale all'interno del quale possa porsi delle domande, in dialogo con un professionista, che la aiuti a trovare da sé le sue risposte. Una volta che avrà chiaro cosa la spinge ad agire, saprà anche in che modo farlo per il meglio. Le auguro una buona giornata. Dott.ssa E.B.
Salve,
Sono una ragazza adolescente e volevo proporre una questione che mi sta preoccupando da diverso tempo. Premetto che mi vergogno parecchio a parlarne e ci ho riflettuto molto prima di scrivere questo testo. Attualmente vado in quarta superiore, ma quando andavo in seconda, successe un fatto ha cambiato qualcosa in me. Ci tengo a specificare che io sono una ragazza che ha sempre avuto voti molto alti a scuola e sono molto critica nei confronti di me stessa, tanto da definirmi abbastanza perfezionista. Un giorno, in seconda superiore, la nostra professoressa ci fece registrare un podcast audio in inglese in cui raccontavano una storia. Ero consapevole che in inglese ho sempre avuto la media molto alta, ma l'orale è sempre stato un punto più debole rispetto agli altri (ho sempre avuto 8 e 9, ma la professoressa mi ha sempre detto di lavorare sulla pronuncia comunque). Quel giorno ci fu un cambio di programma ed il giorno in cui si doveva registrare una storia in cui io non dovevo parlare, si decide di fare la mia storia, che io ovviamente non avevo neanche letto. Provai, ma mentre leggevo continuavo a sbagliare è più sbagliavo, più mi saliva l'ansia, tremavo e non capivo più niente. Mi ricordo che avevo tutta l'attenzione addosso perché probabilmente anche la professoressa si accorse di questa strana reazione da parte mia, che non ho mai dato questi problemi. Probabilmente in quel momento, io avevo una delle parti più importanti da interpretare, insieme ad un ragazzo madrelingua inglese e, penso, che io abbia sentito la pressione di essere peggiore di lui. In quel momento mi sono sentita inferiore a tutti, oltre che un peso che non ha fatto altro che rallentare il lavoro. Da quel momento, fino ad oggi, io no riesco più a leggere in inglese in classe. Quando ho un argomento da studiare, me lo preparo bene a casa e poi riesco a parlare, ma leggere qualcosa di nuovo davanti a tutti non riusco proprio, mi sale ansia, il cuore batte forte e tremo. A casa, invece, non ho problemi, anzi, iniziai anche ad ascoltare e capire meglio la musica in inglese proprio per migliorare, ma leggere in in inglese in classe mi mette ancora in difficoltà. Per il resto, a scuola, non ho mai dai altri segni di difficoltà a parlare o altro, a parte qualche caso sporadico, in cui mi veniva una leggera ansia, che, per una persona timida come me, è normale. Non capisco perché quel giorno ha cambiato così tanto questo piccolo aspetto della mia vita scolastica, tanto da pensarci per giorni e vergognarmi continuamente, e vorrei capire se può essere possibile migliorare questi comportamento. Probabilmente il problema è alla radice, ovvero nella mia difficoltà nell'accettare gli errori, che mi crea diversi problemi quotidianamente, ma non mi era mai capitato di non riuscire a superare qualcosa del genere ancora un anno e diversi mesi. Sono consapevole che questo è una problematica anche abbastanza specifica e piccola, motivo per cui mi vergognavo a chiedere, ma mi sono sempre domandata i motivi e le soluzioni di questo.
Grazie mille
Buona giornata
Gentile Utente, questa problematica sembrerebbe tutt’altro che “piccola” considerando il vissuto emotivo che suscita e il modo in cui è stata collegata ad aspetti profondi di sè. È davvero positivo che tu abbia deciso di condividerla, andando così al di là della vergogna, un’emozione che può essere molto potente. Il primo passo per poter gestire meglio le emozioni infatti è proprio poterne parlare, per esplorarle e interrogarsi su queste. Dallo scritto sembra trasparire una certa autoconsapevolezza, un’ottima base per un lavoro più approfondito, magari in uno spazio d’ascolto adeguato, su questa spinta ad essere “perfetta” (perchè devo esserlo?) e alla pressione che questo aggettivo sembra comportare (e se non lo fossi?). Scoprire sè stessi è un viaggio che ripaga. Un caro saluto
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I prezzi di alcune prestazioni possono variare a seconda del singolo caso. Dopo aver effettuato una prenotazione, puoi chiedermi il prezzo di una specifica prestazione inviandomi un messaggio privato. Prenota ora la data più adatta alle tue esigenze.
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