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Consulenza psicologica • 60 € +44 Altro

Psicoterapia • 60 €

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Prestazioni e prezzi

I prezzi indicati sono quelli per pazienti senza assicurazione sanitaria

Prestazioni suggerite

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Esperienze

Sono la Dottoressa Eleni Karliampa, psicologa clinica ad orientamento sistemico-relazionale con un'esperienza in diverse cliniche,scuole, e consultori. Mi sono formata sia in Italia che all'estero, con un bachelor in Grecia e in Germania che mi permette di lavorare anche in lingua inglese e greca.
Lavoro con adolescenti, giovani adulti, adulti, coppie, famiglie,genitori, e con gli insegnanti.
Credo che il percorso psicologico e terapeutico possa dare la possibilità di una rinascita: Usando una metafora dalla natura e dalle piante, come da un ramo spezzato può sorgere una nuova pianta, la sofferenza può configurarsi come un’occasione rigenerativa di crescita in grado di rimettere le persone in un movimento evolutivo. Il disagio può diventare un’esperienza di conoscenza e svelare aspetti nascosti della vita. Ogni persona è portatrice di capacità e risorse: vanno cercate, sostenute oppure costruite.
Credo fortemente che in terapia bisogna prendere in considerazione tutto il mondo personale e complesso della persona. Credo che la persona sia esperta della sua vita e l’obiettivo è accompagnarla a costruire nuove possibilità e nuovi punti di vista in un percorso collabortativo ed evolutivo, basato sul rispetto e l'ascolto attivo. Insieme ci concentriamo non solo sulle premesse ma anche sui sentimenti e sui vissuti dolorosi. In un atmosfera di accoglienza, ascolto e comprensione in un processo collaborativo curiamo assieme I traumi, lavorando sulle risorse e costruendo nuove narrazioni e nuovi significati che portano ad un cambiamento positivo.
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Presso: Dottoressa Eleni Karliampa sostegno alla genitorialità

La dottoressa Karliampa è molto competente e preparata. Mi ha aiutato a superare le difficoltà della mia vita e mi ha aiutato a riflettere sulle cose che dovevo cambiare come persona e come padre. Il suo atteggiamento calmo ed empatico crea un'atmosfera di accoglienza e ispira fiducia e ottimismo. La ringrazio per l'aiuto e il sostegno che mi ha dato.

Dott.ssa Eleni Karliampa

Grazie mille per le belle parole. Grazie mille per la fiducia e l'impegno dimostrato in questo percorso, dinamico e ricco. Il cambiamento è emerso grazie alla collaborazione che siamo riusciti a co-costruire insieme. Per qualsiasi cosa resto a disposizione.
Un caro saluto

F
Presso: Dottoressa Eleni Karliampa supporto psicologico

Mi piace perché mi sono sentita ascoltata e capita

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su Dipendenza

L’ autolesionismo è una dipendenza? O può diventarlo nel corso del tempo?

Gentile utente, l'autolesionismo è un comportamento complesso ma non è generalmente classificato come una dipendenza nel senso tradizionale. Molte persone mettono in atto questo comportamento come modo per gestire o alleviare emozioni intense. é spesso associato a traumi passati, disturbi dell'umore e la sua presenza è un sintomo di difficoltà psicologiche profonde. Come con le dipendenze, le persone che si auto-lesionano possono sviluppare un pattern comportamentale ricorrente. Questo comportamento può diventare abituale e difficile da interrompere senza supporto adeguato.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento.
Un saluto,
Dottoressa Eleni Karliampa

Dott.ssa Eleni Karliampa

Buon pomeriggio.
Sono una ragazza di 31 anni e sono una studentessa. Dopo anni e anni di lavoro ho infatti deciso di intraprendere un percorso universitario per migliorare la mia situazione ed avere un futuro più brillante. Io ed il mio compagno ci siamo conosciuti poco più di 6 mesi fa, mi sono innamorata follemente di lui perché ho visto in lui una persona attenta, affettuosa, rispettosa, divertente, in gamba, protettiva. (La mia ultima relazione era stata con una persona manipolatrice ed abusante che mi aveva portata alla totale svalutazione di me stessa). Quando ho conosciuto il mio compagno ho visto in lui un regalo meraviglioso che la vita mi stava finalmente donando. Nel mese di luglio ho scoperto di essere incinta, ora sono di 12 settimane (preciso che il bambino è stato voluto, lui era entusiasta di cercare una gravidanza).
Nel frattempo io stavo vivendo un periodo un po' complicato perché era abbastanza difficile trovare un'attività lavorativa che potessi conciliare con lo studio molto impegnativo nel campo del diritto. Il mio compagno mi aveva sempre incoraggiata nel continuare con lo studio dicendo che pian piano avrei trovato anche un lavoretto idoneo e che comunque lui poteva tranquillamente prendersi cura di me, che mi ero trasferita da lui.
Per me è complicatissimo accettare di essere aiutata in generale, ma non so perché di lui mi sono fidata, pensando non mi avrebbe mai rinfacciato nulla.

Da subito il mio compagno mi ha fatto conoscere sua sorella, sempre sottolineando l'importanza che questa figura avesse nella sua vita. Sua sorella inizialmente si è dimostrata entusiasta, presente, felicissima di questa relazione e sembrava volermi coinvolgere in mille cose.
Dopo qualche mese la situazione è degenerata, sua sorella ha iniziato ad essere molto invadente, a rivelarmi dettagli sul passato amoroso del mio compagno, ad umiliarmi, a farmi battutine, a farmi sentire inadeguata. Il mio compagno purtroppo non mi ha mai creduta quando gli raccontavo l'accaduto e lei ha iniziato a dire che io sono una persona bugiarda e cattiva, che la mia intenzione è quella di dividerli e che io con il mio atteggiamento di sicuro lo perderò, perché il loro è un legame di sangue indissolubile.
La situazione è peggiorata ulteriormente quando sono rimasta incinta perché ho avuto delle settimane complicate con molte nausee e molta stanchezza. Ovviamente mia cognata ha iniziato ad elencare tutte le attività che lei svolgeva durante la gravidanza, che non è una malattia e perciò va affrontata in un'altra maniera. Non sono stata capita né appoggiata ed ho iniziato a sentirmi inadeguata, sbagliata, come se fossi un peso.
Ho passato le prime settimane di gravidanza a casa, occupandomi delle faccende domestiche nei limiti del possibile, visti i forti sintomi che avevo ed il malumore per i litigi col mio compagno causati da sua sorella. Non riuscivo più a trovare la forza neanche per studiare. Mi era difficile anche solo trovare la forza di alzarmi dal letto la mattina. Mi trascinavo da una stanza all'altra senza forze. La mia sensazione di essere un peso cresceva sempre di più.
Il mio compagno ha iniziato ad essere completamente non collaborativo in casa, lasciando fare tutto a me, trattandomi come se io dovessi occuparmi di tutto da sola non avendo un lavoro, ma non dicendolo esplicitamente. Mi diceva di riposarmi e intanto lasciava tutto in disordine, aspettandosi che facessi tutto io. Poi il lavoro l'ho trovato da pochissimo ed ho iniziato un'attività in smartworking, cosa che continuo a fare (preciso che sono sempre stata una ragazza indipendente e che non amo chiedere nulla agli altri, ma purtroppo stavolta ho sbagliato ed ho lasciato che qualcuno mi aiutasse).
Sua sorella ha continuato a creare situazioni strane, a mettere tensione nella coppia, a farmi dispetti di ogni tipo in maniera molto subdola senza che il mio compagno dicesse nulla. Se provavo a parlare con lui di questo argomento lui diventava distaccato ed evitante, quasi protettivo nei confronti della sorella che in realtà non era vittima ma carnefice. Qualche giorno fa il mio compagno è esploso al telefono con me solo perché gli avevo fatto una domanda, urlando e dicendo che non ne poteva più di me, che avremmo parlato in un altro momento perché non aveva tempo per me perché "lui lavora" e attaccandomi il telefono in faccia. Ha aggiunto che devo finirla di ricattarlo col bambino perché queste cose non attaccano più.
Io mi sono sentita offesa, umiliata, derisa, ferita, tradita, inutile. Ho deciso di prendere tutte le mie cose, portarle via da casa sua e togliere il disturbo.
Sono passati giorni e non ha mai cercato neanche un contatto.
Non so cosa pensare.
Sono in un momento di fragilità assoluta e non so come uscirne.
Quello che so è che devo essere forte per il mio bambino/a, perché lo/la amo infinitamente e sono convinta che sarò una brava madre.

Buongiorno, mi dispiace tanto per la situazione difficile e dolorosa che stai attraversando, e voglio innanzitutto dirti che è comprensibile sentirsi così, vista la complessità del momento che stai vivendo. Sei in un periodo delicato, sia fisicamente che emotivamente, e l’assenza di supporto da parte del tuo compagno, unita alla tensione causata dalla sorella, ti ha lasciato senza il sostegno di cui avresti davvero bisogno. Sentirsi offesa e abbandonata da chi ami, soprattutto in un periodo delicato come la gravidanza, può farti sentire sola e impotente, ma il fatto che tu sia consapevole della tua forza interiore e dell’amore che provi per il tuo bambino dimostra una grande resilienza. È importante ricordare che meriti un partner che ti sostenga, ti rispetti e condivida con te le difficoltà, soprattutto in un momento così speciale e delicato come l’attesa di un bambino. Il fatto che tu abbia deciso di prendere le tue cose e allontanarti dimostra una grande forza, anche se probabilmente ti senti confusa e smarrita. Con il supporto necessario che ti aiuterà a riflettere su ciò che desideri in futuro, le cose andranno meglio. Non sei sola in questa situazione, anche se può sembrare così. Prendersi il tempo per capire ciò che vuoi e di cui hai bisogno è fondamentale. Sei una persona forte, e la decisione di allontanarti, pur difficile, dimostra che metti te e il tuo bambino al primo posto.
Un saluto

Dott.ssa Eleni Karliampa
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