Dott.ssa Daniela Iozzi

Psicologa e Psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia psicodinamica ad indirizzo analitico corporeo individuale e di gruppo presso la SIAB (Società Italiana Analisi Bioenergetica) di Roma.
Ho collaborato per molti anni con istituzioni del sistema sanitario nazionale (Policlinico Umberto I, presso il polo oncologico e ASL), scuole, Enti Regionali e con associazioni attive sul territorio nella prevenzione e cura del disagio psicologico.
Ho condotto e partecipato a congressi e seminari divulgativi.
Da oltre 15 anni lavoro con minori affetti da DGS, incluso autismo, intervenendo a livello sistemico, familiare e scolastico; esperta in modelli operativi TEACCH e ABA. Tratto inoltre disturbi del sé e della personalità.
Ho partecipato a supervisioni cliniche sia in ambito sanitario che non, accogliendo nel mio bacino di utenza professionisti particolarmente esposti a burnout.
Collaboro con alcune aziende in ambito Salute e Sicurezza e stress lavoro-correlato. Privatamente fornisco sostegno agli individui per affrontare casi di mobbing nelle sue ramificate sfaccettature.
La passione per il campo del benessere dell’individuo mi spinge da sempre ad esplorare la ricchezza di vari approcci terapeutici con i quali poter accogliere i bisogni del paziente rispettandone l’unicità. La padronanza dei registri propri della psicosomatica, accanto alle tecniche psicodinamiche classiche, agevola l’accesso alla persona attraverso una serie di strumenti che, potentissimi, riconducono alla riscoperta del vero sé.
Nel corso della propria esistenza ognuno può attraversare periodi in cui le risorse possono sembrare insufficienti per poter affrontare, da soli, prove che sembrano troppo grandi. La terapia contribuisce a ripristinare un consapevole equilibrio nella persona, la aiuta a riscoprire e liberare le proprie potenzialità ed elicitarne di nuove; la stimola a riconoscere nel “problema” nuove chiavi di accesso.
Ogni percorso terapeutico deve tenere ben saldo il principio che ciascuno è portatore di un proprio bagaglio di vissuti personali e di un proprio fardello, unico, che non può essere circoscritto in modo univoco. In tal senso, il mio modo di concepire la psicoterapia si esplica nell’andare incontro all’unicità dei bisogni del singolo individuo, piuttosto che costringere la persona a modelli rigidamente precostituiti.
La relazione sarà dunque improntata nel qui ed ora e sarà costruita attorno all’individuo e alla sua unicità.