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Esperienze

Dal 2009, sono una psicologa iscritta all’Albo della Regione Toscana.


Mi sono laureata con una Tesi nel campo della Neuropsicologia svolta presso il CNR di Pisa. Ho insegnato per molti anni a scuola e questo mi ha portato a conseguire un Master in Diagnosi e Trattamento dei Disturbi d’apprendimento. Successivamente mi sono formata per praticare la Mindfulness, soprattutto per quanto riguarda la gestione del Binge Eating e la gestione dell’ansia e dello stress.


Penso che l’aggiornamento sistematico sia uno degli aspetti chiave per fornire il giusto supporto psicologico alle persone.


Ogni persona merita di avere accesso a un supporto psicologico professionale e personalizzato, che possa aiutarla a superare le difficoltà che affronta nella vita quotidiana.
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M
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Esperienza molto positiva, sono molto soddisfatta di questa esperienza.

M
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Finalmente ho trovato ciò che cercavo. Persona attenta e disponibile. Consiglio vivamente.

S
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Psicologa molto preparata e capace nell'ascoltare. Consiglio sicuramente.


N
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Ottima professionista cordiale e risolutiva consigliata.


D
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Professionista affidabile e competente. Consigliata!

Dott.ssa Cristina Borghetti

La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza


M
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Ringrazio la dottoressa Cristina Borghetti per avermi ascoltato durante il colloquo online. Siccome lavoro non avrei potuto andare di persona ma così è anche meglio. Grazie!

Dott.ssa Cristina Borghetti

La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza


S
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La dottoressa e' stata molto gentile e miha fatto sentire tranquilla anche se dovevo parlare di una cosa delicata quindi la consiglio


T
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Garzie dottoressa per la sua visita molto professionale;la consiglio sicuramenmte


M
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Mi sono trovato molto bene con la Dottoressa. È stata sempre attenta, empatica e professionale, aiutandomi a capire e gestire meglio le mie emozioni. Consiglio vivamente il suo supporto a chiunque ne abbia bisogno.


A
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Professionista seria e disponibile, mi sono subito sentita a mio agio! Consigliata!!


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 15 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve,
Vorrei avere maggiori informazioni riguardo una situazione che mi accompagna da quando sono bambina ormai. Da piccola, infatti, amavo avere degli amici immaginari. Spesso erano personaggi he vedevo in televisione, da libri, fumetti, film e serie tv, altre volte li inventavo io. Non sono mai stata una persona molto socievole, perciò da bambina avevo qualche amico, ma queste persone immaginarie, mi aiutavano, forse, a sentirmi meno sola ed a evadere dalla realtà, in quanto sono sempre stata una ragazza abbastanza fantasiosa. Finché ero piccola, però, la situazione poteva anche essere "normale", dato che molti bambini lo fanno. Questa abitudine, però, non è cambiata molto nel tempo, in quanto tutt'ora (in età adolescenziale) continuo ad avere questi "amici immaginari" che, soprattutto ultimamente, sono personaggi di programmi tv, serie o film. Mi sono informata a riguardo, per quanto possibile naturalmente dato che non sono una specialista, ed ho capito che non sempre questa situazione è positiva. Una particolarità che ho notato, però, è che, a differenza di tanti altri che ho visto, i miei personaggi è come se mi accompagnassero tutta la giornata, non ci sono delle vere e proprio sessioni. Qualsiasi attività io svolga ci sono anche loro, poi quando, però, sono in contatto con altre persone reali o sono particolarmente concentrata su ciò che sto facendo, questi "amici immaginari" è come se non ci fossero, per poi tornare subito dopo. Sono, inoltre, una persona che tende molto ad analizzare i propri comportamenti, ma questo, invece, non ero mai spronata a farlo, in quanto io considero tutto ciò come una sorta di vita parallela, perciò non ne parlo con nessuno (nemmeno con me stessa) e mi vergogno parecchio di questa situazione. Sinceramente, a volte, questi personaggi mi hanno aiutato a superare momenti tristi, ma soprattutto di noia e solitudine, e, qualche volta (non troppo frequentemente), mi hanno anche leggermente distratto da altre attività. Mi capita, inoltre, di parlagli (nella mente, mai a voce) mentre cammino su e giù per la casa, oppure, a volte, anche di "recitare" piccole "scene". Quando mi rendo conto di ciò che sto facendo mi sento quasi pazza, ma continuo comunque a farlo, in quanto mi aiuta a superare la solitudine ed a evadere dalla realtà. Vorrei capire se è un semplice modo di difesa, o può essere un qualche disturbo (Ovviamente so di non poter avere una diagnosi, ma vorrei sapere se può essere qualcosa di "strano") oppure se bisognerebbe capire cosa c'è dietro a tutto ciò.
Vi ringrazio.
Buona giornata

Buongiorno, avere amici immaginari da bambini è piuttosto comune, un modo per esplorare la fantasia e gestire emozioni complesse. Il fatto che questa abitudine sia continuata nell'adolescenza, accompagnandola durante la giornata, può indicare che questi personaggi svolgono una funzione importante per lei, come alleviare la solitudine o aiutarla a evadere dalla realtà.

È significativo che questi amici immaginari non interferiscano con le interazioni reali o con le attività che richiedono concentrazione. Questo può suggerire che, al momento, non rappresentano un disturbo, ma piuttosto un meccanismo di difesa che ha sviluppato nel tempo per far fronte a situazioni di disagio.

Tuttavia, se comincia a sentire che queste fantasie limitano la sua vita quotidiana o che la distaccano eccessivamente dalla realtà, potrebbe essere utile esplorare più a fondo la situazione con un professionista. Non si tratta necessariamente di qualcosa di "strano", ma capire cosa c'è dietro potrebbe aiutarla a comprendere meglio se stessa e a sviluppare altri modi per gestire le sue emozioni. Parlare con uno specialista potrebbe offrirle nuovi strumenti per affrontare la solitudine e integrare queste esperienze in modo più consapevole e positivo.

Cordialmente, Dott.ssa Cristina Borghetti Psicologa

Dott.ssa Cristina Borghetti

Buongiorno a tutti, mi chiamo Mattia ho 18 anni e sono obeso. Questa mia condizione, mi fa sentire a disagio in estate. Inadeguato quando nuoto, cammino e soprattutto quando parlo con la ragazza che mi piace. Guardo gli altri e vedo che si sentono a loro agio, sicuri e hanno riscontri positivi dalle ragazze. Anch’io vorrei piacere agli altri. Vorrei sentirmi apprezzato. Vorrei sentirmi meglio…
La mia più grande insicurezza nasce dal mio petto pronunciato e dalle smagliature. Per molto tempo, fino al cambio della scuola, ho subito battute e frasi crudeli, da ragazzi e ragazze (Le più crudeli, anche se si crede il contrario), proprio sul mio petto e smagliature. Battute il cui obiettivo era minare la mascolinità e che mi hanno causato grande rabbia e tristezza.
Iniziando a pensare al desiderio di dimagrire, di avere un corpo atletico che rispecchi il mio ideale, ho realizzato una cosa che in fondo già sapevo ma che non volevo vedere… Non c’è sicurezza che dimagrendo, gli altri mi percepiscano in modo diverso, e soprattutto che io mi senta diverso, più a mio agio quando mostro il mio corpo a gli altri e parlo con chi mi piace…
Questo nuovo pensiero mi ha provocato un profondo sconforto, distruggendo quelle che per me erano certezze, e bloccando il mio percorso. Non sopporterei che tutto il mio impegno non venisse ripagato e non cambiasse nulla.
Non sapendo cosa pensare, cosa sia giuso o sbagliato, i miei pensieri si alternano tra "Si, dimagrire è la soluzione. Sei solo pigro." a "No, dimagrire non è la soluzione. Non cambierà nulla".
Sto malissimo per questa situazione d'incertezza, di confusione. Cosa dovrei fare?
Molti parlano e scrivono che bisogna accettare il proprio corpo, ma cosa fare quando gli altri non lo accettano e di conseguenza io non lo accetto?

Gazie a tutti.

Buongiorno Mattia, capisco quanto possa essere difficile convivere con queste insicurezze, specialmente in un'età in cui l'opinione degli altri sembra avere un peso enorme. La sua riflessione sulla possibilità che dimagrire non risolva automaticamente i suoi problemi di autostima è molto lucida. È vero, il cambiamento fisico può portare benefici, ma non garantisce automaticamente una trasformazione del modo in cui si percepisce se stessi o si viene percepiti dagli altri.

La questione centrale sembra essere il rapporto con se stesso, più che con il suo corpo. Le offese che ha subito hanno lasciato segni profondi, minando la sua sicurezza e alimentando dubbi che vanno oltre l'aspetto fisico. Dimagrire potrebbe farla sentire meglio fisicamente, ma il vero lavoro sta nell'accettarsi e apprezzarsi per chi è, indipendentemente da come appare. Questo è un percorso che richiede tempo e può richiedere anche l'aiuto di uno specialista, come uno psicologo, che la guidi nella costruzione di un'autostima solida.

Le persone che parlano di accettazione del proprio corpo non lo fanno per minimizzare la sua sofferenza, ma per sottolineare che la vera sicurezza viene da dentro, non dall'approvazione esterna. L'obiettivo non è diventare perfetti agli occhi degli altri, ma imparare a sentirsi sufficienti per se stessi. Se il dimagrimento è un obiettivo per migliorare la sua salute e il suo benessere, lo persegua, ma non faccia di questo la condizione per sentirsi amabile o degno di rispetto. Lavori anche sulla sua mente, oltre che sul corpo, perché è lì che si costruisce la vera fiducia in se stessi.

Cordialmente, Dott.ssa Cristina Borghetti Psicologa

Dott.ssa Cristina Borghetti
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