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11 recensioni
Punteggio generale
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L.T.
La dott.ssa Dilaghi è una professionista competente ed estremamente empatica. Mi ha aiutata in un periodo difficile e grazie al percorso fatto insieme sono riuscita a trovare una forza dentro di me che credevo di aver perso. Grazie dott.ssa
A.P.
Mi sono sentita accolta e sostenuta durante i nostri incontri. La dottoressa mi ha aiutata a cogliere tanti aspetti a me ancora poco chiari.
M.F.
La dottoressa si mostra cordiale,empatia,puntuale . Mi sono sentito subito a mio agio nell'aprire. Molto consigliata.
Z.B
Dopo aver consultato altri professionisti,sono giunta dalla dottoressa Dilaghi. Subito mi ha messa a mio agio e mi ha infuso calma e serenità in un momento della mia vita molto problematico. Sono riuscita ad aprirmi in breve tempo e ad esplicitare le mie difficoltà e timori. Sono uscita più leggera e rinfrancata come mai mi era successo prima. No non posso fare altro che consigliarla
S. D.
sono arrivata molto nervosa,ma hom trovato un ambiente accogliente
e confortevole,la psicologa mi ha messo subito a mio agio e questo mi ha permesso di aprirmi.
J. B.
All'arrivo mi sono sentita accolta, la dottoressa ti mette a tuo agio e sa ascoltare. L'ambiente è confortevole, mi sono sentita bene.
I.P.
La dottoressa è molto empatica, professionale, attenta a dettagli. Sin dal primo incontro si instaura un rapporto di fiducia. Vengono forniti validi strumenti e strategie per affrontare il percorso. Ambiente confortevole.
Paola
Ambiente curato ed accogliente. Servizio puntuale ed efficace. La dottoressa è stata molto cortese, disponibile ed empatica.
Claudia P.
Dottoressa molto gentile, competente e affidabile, ha accolto con empatia e ascolto la problematica affrontata. Assolutamente consigliata
S.
Professionalità e attenzione contraddistinguono il lavoro della Dott.ssa Dilaghi. Già dalla prima seduta, individuale conoscitiva, ho capito di essere nel posto giusto. NON SOLO UN PROFESSIONISTA ECCELSO, MA ANCHE UNA PERSONA LODEVOLE!
Risposte ai pazienti
ha risposto a 43 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno. Da quando è finita la mia relazione di 4 anni non riesco più a comprendere me stessa. Ho avuto una frequentazione dopo la mia relazione ma sono sempre stata molto evitante e per sotto certi versi apatica. Volevo i miei spazi e non avevo voglia di avere troppa intimità fisica. Così poi lui ha iniziato ad arrabbiarsi perché ero inconstante e abbiamo deciso di lasciarci. Ora sono single e sto bene così perché non devo rendere conto a nessuno di quello che faccio. Mi scrivono molti ragazzi ma finisco sempre per tirar loro buca o sentirmi pressata se mi scrivono nel momento in cui non rispondo per un po’. L’unico ragazzo che ha catturato la mia attenzione è uno con cui ho un rapporto puramente fisico (con lui ho finalmente riniziato a provare le stesse emozioni che sentivo con il mio ex) ed è l’unico che mi scrive poco. Lui è l’unico con cui secondo me avrei voglia di stabilire una relazione. Non capisco perché quelli interessati a me mi infastidiscono mentre se uno non mi risponde mi attrae. La mia relazione con il mio ex era piuttosto malsana, non è che sto ricercando qualcosa di simile inconscia mente? Ed è possibile che io sia passata dallo stile d’attaccamento ansioso a quello evitante per via dei miei traumi con il mio ex? Grazie in anticipo
Gentile utente, grazie per la condivisione. Alcune volte è necessario mettersi nelle condizioni di poter esplorare i propri sentimenti ed emozioni, quegli stili di attaccamento, inoltre, potrebbero rappresentare le sfumature che ci accompagnano nelle relazioni. Sarebbe utile capire come mai e perché si pone con un atteggiamento evitante verso alcune possibili relazioni e persone e cosa, al contrario, la spinge verso determinate relazioni e persone. Avere una maggiore consapevolezza potrebbe portarla verso scelte guidate da maggiore libertà, un pò più distante dagli stessi schemi. Un caro saluto, dott.ssa Carla Dilaghi
Salve, sono una ragazza di 23 anni e da qualche giorno ho scoperto della malattia di mio padre, mieloma multiplo. Da quando ho scoperto della sua malattia, è come se la mia mente fosse già entrata in un lutto anticipatorio ancor prima di iniziare le cure e ancor prima di avere ben chiaro lo stadio clinico della malattia, è come se non riuscissi ad uscire da questo loop infinito di paranoie e pensieri catastrofici nonostante io sia cosciente e ben consapevole di dover aspettare.
Non ho mai avuto un buon rapporto con mio padre, ci sono state tante mancanze, ma scoprire di questa malattia mi ha distrutta più di quanto io potessi immaginare; il suo amore sbagliato verso di me non mi spinge a non preoccuparmi, a non piangere ogni giorno per le sue condizioni. Mi sento stupida, perchè non riesco a darmi il sostegno morale giusto e non riesco ad accettare che ci sia bisogno di tempo per capire la cura giusta da dare, l'attesa mi provoca ansia, sento il petto stringersi e la fame passare.
Vi scrivo perchè forse sono alla ricerca di consigli su come gestire questa situazione, grazie mille.
Gentile utente, mi dispiace per la sua situazione. Le relazioni con i genitori possono essere molto complicate e portare sofferenza per varie motivazioni. Il fatto che come figli sentiamo che non si comportino in modo adeguato o che non ci facciano sentire compresi portando a una certa sofferenza, non significa che questo possa fare poi da schermo verso situazioni dolorose, come questa. Anzi forse partire da questo potrebbe aprire a nuove conoscenze e consapevolezze su se stessi in quanto figli, sui propri genitori e sul tipo di relazione. Un caro saluto, dott.ssa Carla Dilaghi
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