Tutto quel che c’è da sapere sull’ipospadia

Andrologia • 27 marzo 2017 • Commenti:

L’ ipospadia è una malformazione congenita che riguarda gli organi genitali maschili e che si può trattare chirurgicamente, migliorando sia la funzionalità che l’estetica dell’area interessata.

Si tratta di uno sviluppo anomalo degli organi genitali esterni: avviene durante la fase embrionale dello sviluppo del feto ed è considerata una malformazione rara, con un’incidenza di circa 1 caso ogni 300.

L’ipospadia si manifesta in vari stadi e nelle forme più gravi può portare l’errata attribuzione del sesso.

In cosa consiste l’ipospadia?

L’ipospadia è generata dallo sviluppo anomalo dell’uretra (il condotto da cui fuoriesce l’urina), il cui meato (lo sbocco) non è posizionato all’apice del glande, ma nella zona ventrale del pene. In alcuni casi, il meato si trova nello scroto o nel perineo.
In base allo sbocco del meato, l’ipospadia viene classificata in tre tipologie:

  • anteriore, la forma meno grave, nella quale il meato è vicino alla punta del pene;

  • media, quando il meato è a metà del pene, che talvolta si presenta incurvato;

  • posteriore, quando il meato è posizionato alla base del pene, nello scroto o nel perineo. Rappresenta la tipologia più grave di ipospadia, con una curvatura molto accentuata de pene.

Nelle forme più gravi, si può verificare l’attribuzione errata del sesso alla nascita. Quando avviene questa condizione, di solito si esegue la mappa cromosomica per stabilire con certezza il sesso del bambino, attraverso l’intervento di figure mediche specializzate quali:

Quali sono le cause da cui origina l’ipospadia?

Sembra che tra le cause alla base dell’ipospadia vi siano fattori ereditari e nel 20% dei casi esiste la possibilità che il problema possa ripresentarsi in un familiare.

Anche una produzione non corretta di testosterone potrebbe essere fra le cause di questa malformazione.

Le cause principali sono individuate in:

  • fattore ereditario

  • deficit ormonale (testosterone)

  • malattie vitali

  • radiazioni

  • carenza vitaminica in gravidanza

In cosa consistono la cura e il trattamento dell’ipospadia?

È molto importante intervenire in tempi brevi dalla diagnosi, in quanto l’ipospadia può determinare disagi fisiologici, dolori e difficoltà, ed essere la causa di problemi psicologici, soprattutto durante il periodo dell’adolescenza.

Spesso l’ipospadia è associata a dolori e i soggetti che presentano questa malformazione possono avere gravi problemi di minzione, come difficoltà nel gestire la direzione del getto di urina.

Per arginare il rischio di complicazioni, come le infezioni o l’insufficienza renale cronica ad esempio, è importante intervenire tempestivamente, correggendo l’ipospadia precocemente.

L’intervento chirurgico è consigliato entro i due anni di età del bambino: prevede la correzione dell’incurvamento e la ricostruzione del tratto uretrale fino all’apice del glande. Con la chirurgia si cerca di ottenere un aspetto estetico normale, per evitare che possano insorgere problemi di ordine psicologico derivanti dalla malformazione.

Dopo l’intervento, le dimissioni avvengono nell’arco di qualche giorno e, per la durata della convalescenza, il bambino dovrebbe evitare giochi o attività a rischio di traumi fisici. Si sconsiglia infatti l’utilizzo della bicicletta o il gioco del pallone.

In rari casi, possono insorgere complicazioni postoperatorie, fra cui:

Si tratta di complicazioni risolvibili, in extremis con un ulteriore intervento chirurgico.

L’aspetto psicologico, fino a qualche tempo fa trascurato, oggi è tenuto in grande considerazione dagli specialisti: l’ipospadia può ripercuotersi sui legami affettivi e nelle relazioni sentimentali, con difficoltà relazionali nei confronti del partner. In casi più gravi, l’ipospadia può scatenare stati di ansia o addirittura depressione.

In presenza di un bambino con ipospadia, si consiglia di ricorrere con urgenza al parere del medico di fiducia o di uno specialista (il genetista, l’endocrinologo, l’urologo), per poter approntare un piano di trattamento sollecito e risolutivo. Intervenire con la chirurgia sin dai primi anni di vita del bambino, lo aiuta anche a dimenticare con più facilità il trauma dell’intervento e facilitare le successive fasi di recupero e convalescenza.

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