Tumori del cavo orale e tumore alla lingua: l’importanza della prevenzione
Esperto Marino Leonardi • Otorinolaringoiatria • 11 novembre 2016 • Commenti:
Incidenza e fattori di rischio
Il tumore del cavo orale (tumore alla bocca) e il tumore alla lingua sono due patologie molto serie e hanno un’incidenza di circa 4 casi ogni 100.000 abitanti nel nostro Paese.
Gli studi internazionali al momento non identificano a maggior rischio il genere ( maschile o femminile ) o la razza (caucasica, asiatica o africana ), ma invece sono concordi nell’identificare le abitudini di vita come fattori di rischio per l’insorgenza di un tumore nel cavo orale e sulla lingua.
Possiamo facilmente identificare i fattori di rischio che determinano l’insorgenza di una trasformazione della mucosa che può degenerare in malignità:
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il FUMO sia di sigaretta, che sigaro o pipa;
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la masticazione del TABACCO;
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l’uso eccessivo di ALCOOL, sia vino che superalcolici;
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una DIETA carente di frutta e vegetali;
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la trasmissione per atti sessuali per via orale del PAPILLOMA VIRUS UMANO (HPV);
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il TRAUMATISMO della mucosa della guancia o della lingua per continue morsicature o per una dentatura spigolosa o tagliente.
Il rischio di contrarre un tumore alla lingua o alla bocca diventa più importante se vi è una associazione dei fattori di rischio citati.
I primi sintomi del tumore del cavo orale e del tumore alla lingua
Il corpo umano in salute è un meccanismo perfetto che non dà nessun segno di sé, tant’è che nel cavo orale non ci rendiamo conto che vi sono strutture come le guance, i denti, le gengive, la lingua etc se non andiamo a stimolarle volontariamente, per esempio passando la lingua su gengive o denti; fino a quel momento sono tessuti e organi silenti.
Ma nel momento in cui “qualcosa cambia“, le piccole differenze dal normale “silenzioso“ possono metterci in allerta e portarci a un consulto con un medico esperto del distretto interessato.
Il dolore in un punto preciso, la sensazione di un qualcosa di esuberante o neoformato al passaggio della lingua, la visualizzazione di qualcosa non presente prima, sono i primi segni e sintomi che devono allertarci per un cambiamento dalla normalità.
La persona che sa di essere a rischio ai primi sintomi e segni deve consultare un medico esperto del distretto ed in particolare l’otorinolaringoiatra, che avrà la possibilità di osservare il cavo orale, la gola (faringe e laringe fino al passaggio con l’esofago), il naso ed il luogo più nascosto in assoluto, cioè il rinofaringe, dietro le fosse nasali.
La patologia iniziale: cosa succede e come?
La leucoplachia, cioè la trasformazione della mucosa rosea e liscia in un tessuto più duro, biancastro piano o rilevato rispetto alla superficie della mucosa, è da considerarsi una trasformazione avanzata, in quanto la superficie mucosa ha perso tutte le sue caratteristiche precedenti.
Lo studio istologico delle leucoplachie può rilevarne la natura (ipercheratosi-acantosi, cioè semplice indurimento, displasia di lieve o media entità, cioè trasformazione precancerosa ancora non pericolosa, displasia di grave entità, cioè trasformazione precancerosa grave a cui segue la formazione del carcinoma, cioè la malignità).
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la neoformazione ulcerata, cioè la escavazione della mucosa con perdita di tessuto della stessa; può essere dolente ( tipo afta ) oppure silente, con maggior rischio di trasformazione maligna, perché non dà segni di sé inizialmente e viene continuamente sottoposta all’aggressione dei fattori di rischio senza che noi ce ne possa accorgere, può invece dare piccoli sanguinamenti per la perdita di tessuto
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la neoformazione vegetante, cioè la comparsa di un tessuto che non c’era prima (tipo il papilloma), che appare di solito con una superficie rugosa, con un innesto alla mucosa normale più largo (sessile) o sottile (peduncolato)
Cosa fare per evitare i tumori maligni?
Di fronte al rischio potenziale di trasformazione maligna il cambiamento radicale delle abitudini di vita, compresa una dieta più ricca di vitamine ed antiossidanti, può essere determinante per la regressione della malattia e soprattutto per evitare che diventino formazioni tumorali maligne.
Le leucoplachie possono anche regredire se vengono rispettati questi stili di comportamento, ma quelle che non regrediscono o hanno un aspetto sospetto per displasia grave, devono essere asportate per evitare la loro progressione in cancro.
Alcune delle patologie descritte devono essere rimosse chirurgicamente per permetterne lo studio istologico.
Il papilloma va asportato per cercare la presenza del HPV, in particolare il HPV16, in quanto è stato riconosciuto essere associato ad una maggiore aggressività della malattia; va quindi cercata la presenza del papilloma virus anche nelle piccole neoformazioni maligne, in quanto la presenza di questo virus dà indicazioni di prognosi peggiore e la possibilità di formazione di metastasi nei linfonodi del collo.
Le neoformazioni ulcerate possono essere trattate con terapia medica se a giudizio del medico non hanno un aspetto decisamente compromesso (nel senso della malignità) oppure devono essere sottoposte ad escissione per es. istologico.
Il trattamento chirurgico dei tumori maligni della lingua e del cavo orale, se permette una escissione ampia e completa, effettivamente porta al controllo della malattia nella sede di insorgenza.
La eventuale presenza di metastasi nei linfonodi del collo è il fattore prognostico più importante in termini di sopravvivenza e recidiva.
Il rischio di metastasi nei linfonodi del collo, all’inizio anche non evidenziabili con ecografie o TC, può comportare la scelta di una terapia chirurgica per l’asportazione dei linfonodi sospetti di metastasi o di una radioterapia che porti allo stesso fine di distruzione delle metastasi.
In caso di probabili sintomi o alterazioni, consultate il medico
Le persone più a rischio per l’insorgenza di tumori maligni del cavo orale e della lingua devono consultare uno specialista otorinolaringoiatra appena avvertono segni di alterazioni.
Sulla base dei rilievi una terapia medica, cambio dello stile di vita, dieta e controllo a distanza di tempo può essere una soluzione valida; altrimenti la tempestività dell’azione chirurgica secondo protocolli e modalità definite da procedure internazionali può risolvere il problema tumore in modo definitivo.
Dr. Marino Leonardi