È così importante il calcolo delle calorie?
Esperto Giovanna Pitotti • Nutrizione • 30 maggio 2016 • Commenti:
Quali fattori fanno funzionare una dieta?
In tanti si chiedono quale sia il segreto per far funzionare una dieta.
I fattori che bisogna tenere in conto quando si vuole dimagrire sono tanti, vediamo in breve quali sono:
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la genetica: ognuno di noi metabolizza in modo diverso i nutrienti;
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gli ormoni: in base all'età, al sesso, a come lavorano gli assi neuroendocrini all'interno del nostro organismo e alla funzionalità delle ghiandole possiamo avere un rallentamento o un'accelerazione del metabolismo;
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i fattori ambientali: la convivialità e le abitudini sociali sono i principali fattori che possono far fallire un regime dietetico;
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la motivazione: la dieta si inizia quando la nostra mente è pronta ad un cambiamento e il nuovo percorso ha bisogno di continue conferme e rinforzi positivi.
La qualità degli alimenti è fondamentale
Non esiste una dieta universale che vale per tutti. Sarebbe troppo semplicistico credere che contando e sommando in modo accademico le calorie introdotte e sottraendo ad esse quelle consumate, si possa costruire una dieta che faccia ingrassare o dimagrire a piacimento.
Ciò che conta veramente non è il valore delle calorie in sè per sè ma la qualità dell'alimento. Per qualità intendo vari fattori: l'indice glicemico, ossia la velocità con cui l'alimento è in grado di alzare la glicemia nel sangue, la freschezza e la stagionalità dell'alimento. Due cibi possono avere le stesse calorie ma non essere equivalenti: da qui l'importanza della scelta alimentare.
Per parlare di indice glicemico bisogna tenere a mente due fattori: l'alimento e le combinazioni alimentari. Per chiarire il concetto facciamo un esempio. Il riso bianco e il riso integrale, pur avendo più o meno le stesse calorie, hanno un effetto completamente diverso all'interno del nostro corpo: il primo, raffinato, privato di tutte le vitamine e delle fibre presenti nella parte esterna del chicco, ha una capacità maggiore di innalzare il glucosio nel sangue, ciò significa che assunto tal quale, senza particolari accorgimenti, provoca un picco glicemico con un'immediata e massiccia risposta insulinica.
L'insulina è un ormone anabolico, che stimola, tra le altre cose, l'accumulo di grasso nel tessuto adiposo. Il riso integrale, invece, ha un indice glicemico più basso in quanto contiene più fibre e oltre a mantenere più morbida la curva glicemica aiuta la funzione intestinale e la riduzione del colesterolo ematico.
Il picco glicemico si può controllare soprattutto attraverso le combinazioni alimentari, i carboidrati se uniti a fibre, proteine e grassi vengono assorbiti più lentamente e generano una risposta più prolungata nel tempo.
Un altro consiglio rivolto a chiunque voglia intraprendere un percorso di educazione alimentare, di consapevolezza o di dimagrimento è di scegliere cibi freschi.
Tutti i cibi confezionati contengono in maggiori o minori concentrazioni, additivi, conservanti, coloranti, tutte sostanze che pur non apportando calorie esercitano un'azione all'interno del nostro organismo e questa azione, come si può ben pensare, non è positiva in quanto alcuni agiscono come interferenti endocrini, inoltre su molte molecole utilizzate negli ultimi anni non ci sono studi a lungo termine, quindi per il principio di cautela sarebbe preferibile non abusarne.
In conclusione ciò che serve per avere dei cambiamenti a lungo termine è una modifica delle abitudini e dello stile di vita:
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impariamo a scegliere alimenti di qualità e ad abbinarli correttamente per tenere basso il carico glicemico;
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impariamo a fare la spesa scegliendo cibi freschi e di stagione;
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impariamo ad organizzare il nostro tempo per preparare piatti da asporto per la giornata lavorativa o per la sera se rientriamo tardi;
Così facendo, con impegno e costanza, ci prenderemo cura di noi stessi e riusciremo ad avere un rapporto migliore con il cibo senza bisogno di dover diventare schiavi della bilancia o del calcolo delle calorie.