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Esperienze

Su di me

Sono una Psicologa, mi sono formata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale e in seguito in Psicoterapia Psicoanalitica.
Laureata nel 1983, e...

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Formazione

  • Università di Roma La Sapienza - Dipartimento di Psicologia
  • Scuola di specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica - Lo Spazio Psicoanalitico - in Roma
  • S.I.T.C.C. Societa Italiana Terapia Cognitivo Comportamentale - in Roma

Specializzazioni

  • Psicoterapia cognitivo comportamentale
  • Psicoanalisi
  • Psicologia Scolastica
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Tirocini

  • Da novembre 1983 a febbraio 1986 Tirocinio volontario formativo presso il Dipartimento di Salute Mentale della U.S.L. RM 5 con partecipazione alle attività di coordinamento e supervisione di casi clinici
  • Dal giugno 1981 al giugno 1983 Tirocinio Universitario formativo presso il Dipartimento di Salute Mentale della U.S.L. RM 5
  • Dal 22 aprile al 9 maggio1981 Tirocinio Universitario in forma residenziale presso l’Ospedale Psichiatrico di Volterra e C.I.M. ad esso collegati, con il patrocinio della Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Roma

Certificati


Foto


Competenze linguistiche

  • Italiano,
  • Inglese

Premi e riconoscimenti

  • Attestato di Benemerenza - per aver dato il proprio contributo professionale volontario all'iniziativa di Ascolto Psicologico nell’emergenza Covid-19, all’interno della convenzione istituzionale in aprile-giugno 2020 firmata tra SIEFPP e Ministero della Salute.

Pubblicazioni e articoli

Pubblicazioni (1)

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Presso: Antonella Sarachino psicoterapia individuale

La dottoressa mi ha fatto sentire a mio agio già dalle prime sedute durante le quali si è subito instaurato un rapporto di fiducia. Già dalle prime sedute mi sono sentito meglio. La consiglio vivamente a chi si trova in difficoltà emotiva. La ringrazio dottoressa per tutto l’aiuto che sto ricevendo.

Dott.ssa Antonella Sarachino

La ringrazio vivamente per la fiducia e l'apprezzamento che mi accorda. Questa sarà un'ottima base per la prosecuzione del nostro impegno clinico.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 4 domande da parte di pazienti di MioDottore

cari dottori,
sono una ragazza di 18 anni, è da un bel po’ di tempo che questa storia va avanti. diciamo che ‘non mi lamento’, anche perché, nonostante sia una vera e propria dipendenza, farlo mi fa sentire felice e mi fa provare emozioni che nella vita reale non provo. di cosa sto parlando, vi starete chiedendo.. sto parlando del mio mondo immaginario in cui mi ci rifugio in qualsiasi momento della giornata quando ne ho voglia e di cui non posso fare a meno; ecco perché la chiamo dipendenza, per me è come una droga.

mi spiego meglio: la mia vita è piena di delusioni e fallimenti, non ho amici da anni e non ho alcuna relazione sociale con nessuno. mi rifugio in questo mio mondo immaginario da anni, c’era anche quando ero più piccola, ma un po’ più inesplorato, e quando mi ci immergo ecco che trovo i ‘protagonisti’ delle mie storie: in primo luogo ci sono io, io vera e propria, svolgendo sempre il ruolo di protagonista e con un carattere completamente differente da quello che ho nella realtà. sono sempre stata una ragazza timida ed introversa, molto silenziosa e taciturna e che fa fatica ad aprirsi con gli altri, mentre nelle mie fantasie, invece, sono tutto il contrario, sono spumeggiante, sono lodata ed invidiata da tutti, sono aperta e sopra le righe.

fantastico molto sul mio successo, a sognare di essere la migliore e di auto convincermi di esserlo anche nella realtà.

comunque, apparte me, ci sono anche altre persone che ovviamente svolgono la parte di personaggi secondari, ci sono anche antagonisti e aiutanti, di tutto e di più.

il mio non è semplicemente un innocuo film mentale che tutti si fanno, ad esempio, prima di andare a dormire immaginando una scena di massimo 10-15 minuti; la mia è una vera e propria storia, un film che dura almeno un anno intero con una storia strutturata che io metto in pratica scrivendo, e quando scrivo, tutto davanti a me si materializza e si vengono a creare le situazioni che io immagino in quel momento, facendomi provare emozioni vere e proprie e che io non provo nella vita quotidiana.

in pratica, per farla breve, utilizzo la scrittura come ‘innesco’ per immergermi ancora di più nella mia fantasia e immaginarmi come se io fossi lì veramente a recitare una parte per un film, per una soap opera, o quello che è.

mi piace molto accompagnarmi con della musica, mi fa entrare ancora di più in contatto con la mia fantasia e mi viene più facile immergermici.

qualche volta è capitato che io perdessi l’ispirazione per le mie storie, che quando finiscono, devo subito idearne un’altra, pertanto non sto starci senza. mi aiuto prendendo spunto guardandomi film e prendere l’idea da lì, per poi immetterla nella mia storia personale, e di conseguenza farla recitare ai miei ‘personaggi’.

ci tengo a sottolineare che io so perfettamente distinguere la realtà dalla mia immaginazione, pertanto non mi è mai capitato di confondermi nella realtà con le mie fantasie ne altro.

un’altra cosa importante, è che io, mentre fantastico, ho uno sfrenato bisogno di andare in camera mia, luci spente, porta chiusa, e immergermi per ore, ore ed ore.. le mie fantasie occupano all’incirca 8 ore al giorno, facendomi trascurare qualsiasi cosa, addirittura l’igiene personale.

da quando ho deciso di ritirarmi socialmente non ho fatto altro che pensare e dedicare tempo infinito al mio mondo interiore, dato che durante il giorno non ho niente da fare (ho anche lasciato la scuola).

fatto sta che non appena tutto si materializza davanti a me, comincio a mettere in atto le cose da far dire ai vari personaggi, a fargli fare quella certa cosa, a farli comportare in un certo modo, arrivando addirittura ad imitarli involontariamente tramite espressioni facciali, risatine, sospiri.. a volte mi faccio paura da sola, perché mi viene totalmente spontaneo.

in pratica, se in quel momento il mio personaggio sta recitando una parte triste, confusa e offuscata, mi viene naturale accigliarmi, scuotere la testa oppure sospirare. se invece sta recitando una parte in cui è arrabbiato e furioso, la mia faccia cambia immediatamente espressione, faccio respiri profondi, inarco le sopracciglia, dilato le narici, ecc.. tutte cose che, se le persone mi vedessero fare al vuoto, a caso, mi prenderebbero per pazza, ecco perché prediligo stare in ambienti dove non c’è anima viva per dedicarmi al mio mondo immaginario.

quando poi l’effetto finisce, tutto torna come prima. per questo, il mio problema, è che quando devo staccare dal mio mondo per esempio per andare a pranzo o a cena, mi sento immediatamente in colpa, frustrata per aver speso tutte quelle ore a fantasticare e ad illudermi in cose che sono solo nella mia testa.

le mie storie durano all’incirca 9/10 mesi. quando una storia finisce, devo immediatamente spendere del tempo per idearne un’altra al più presto, perché senza non so starci, devo in tutti i modi allontanarmi dalla realtà.

per concludere, purtroppo, dico con tutta la sincerità del mondo che io non voglio guarire, e so che potrà sembrare sbagliato e inaspettato da parte mia, ma sul serio, farlo mi fa stare troppo bene e questo mondo tutto mio in fin dei conti è mille volte meglio del mondo esterno.

mi scuso per il papiro, ma mi chiedevo … quello che faccio ha un nome? sono veramente pazza?

Mia cara ragazza
Lei ha la fantasia e l'animo di una vera scrittrice! Possiede anche una proprietà di linguaggio e una chiarezza nelle descrizioni invidiabili. Lei trascrive le sue fantasie? Sempre? Dovrebbe farlo.
Naturalmente l'isolamento dal mondo non è una condizione consigliabile per una così giovane ragazza (ma per chi lo è?), (tra l'altro nella sua lettera non specifica che tipo di ambiente stia supportando questo suo ritiro dal mondo, ambiente in cui ragionevolmente si è originato il suo desiderio di isolamento). Ma perchè non utilizzare questo suo "sintomo" in una maniera che risulti funzionale a lei e la aiuti anche ad individuare un suo posto nel mondo?
Lei è già consapevole che 8 ore al giorno da sola non sono una maniera "normale" di vita, ed è troppo intelligente per restarsene una vita in clausura.
Io la invito ad esplorare questa sua originale modalità di "sopravvivenza" con uno psicoterapeuta psicoanalitico, ma che sia creativo almeno quanto lei!
Sinceri auguri
Antonella Sarachino

Dott.ssa Antonella Sarachino

Dopo quattro mesi di sertralina, in cui avevo beneficiato di relativa e forse solo apparente stabilità, proprio ieri sera, inaspettatamente, ha rifatto capolino il dubbio (o il sospetto?) di poter diventare, o di essere già, psicotico, o di soffrire di un disturbo ancora non catalogato dai manuali psichiatrici: mi era caduto lo sguardo sul grosso armadio collocato di fronte al mio letto, nel buio, e ne ho avuto una paura quasi infantile; o meglio, ho avuto paura di averne paura, cioè di riconoscere nel suo aspetto una minaccia, un pericolo che razionalmente so che non esiste (anche se ho il timore che una parte di me non ne sia certa al cento per cento, per cui mi sento in obbligo di rassicurarla, di piegarla con le armi della dialettica). Ancora non ho capito come devo reagire di fronte all'insorgenza di pensieri simili: devo dire a me stesso che non hanno senso, appellandomi alla ragione? Devo fare finta di niente e aspettare che scivolino via come sono venuti? Devo assecondarli anziché combatterli, lasciando che sfoghino le assurde ipotesi che mi prospettano? Eppure mi sembra che nelle scorse settimane non facevo nulla di tutto ciò: semplicemente, erano i pensieri ad essersi eclissati, senza alcun mio merito...

Salve.
E' probabile che il farmaco l'abbia fatta sentire per un lasso di tempo "protetto" da dubbi e da pensieri, forse fantasie, che lei ritiene estranei e scomodi. La nostra mente elabora in modi a volte insoliti dei vissuti un po' difficili da sopportare. Ma si tratta di elementi importanti per la psiche di chi li vive e hanno bisogno di essere analizzati e compresi per potersene finalmente liberare. In questo caso l'eclissarsi di questi pensieri avverrebbe CON suo merito.
Le consiglio di rivolgersi ad una persona competente.
Dr.ssa Antonella Sarachino

Dott.ssa Antonella Sarachino

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