Esperienze

Durante il mio percorso professionale ho maturato un’ampia esperienza nel trattamento di problematiche psicologiche e relazionali, occupandomi in particolare di adolescenti, giovani adulti, coppie in crisi e famiglie con dinamiche disfunzionali.

   •   Collaborazioni con scuole: Per diversi anni ho svolto attività di psicologa presso il Liceo Classico e Scientifico della città di Trapani, offrendo supporto psicologico agli studenti e ai docenti.

   •   Consulenze tecniche: Mi occupo di consulenze tecniche di parte (CTP) presso i tribunali, in particolare in casi di separazione e affido dei figli, fornendo supporto specialistico nelle situazioni di conflitto familiare.

   •   Lavoro in ambito psichiatrico: Dal 2000 lavoro presso una comunità terapeutica assistita che si occupa del trattamento di patologie psichiatriche complesse, tra cui psicosi, disturbi borderline, disturbi bipolari, disturbi della personalità, disturbi dell’alimentazione e disturbi legati all’ansia.

   •   Trattamento dei disturbi d’ansia: Mi occupo di disturbi d’ansia quali disturbo d’ansia generalizzata (GAD), disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), disturbo da stress post-traumatico (PTSD), disturbo d’ansia sociale, fobie specifiche e ansia da separazione.
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Esperto in:
  • Psicologia clinica
  • Psicoterapia

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Colloquio psicologico familiare (descrizione) • 70 €

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Esperienza positiva, consiglio tutti chi ha di bisogno, per la preparazione della dottoressa, che ti sa mettere a suo agio e capire il problema, per il luogo rilassante , tutto top

Dott.ssa Anna Maria Inzerillo

Grazie mille

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L'empatia, la sua disponibilità e la sua attenzione nell'ascolto sono straordinari. Ti mette nelle condizioni migliori per tirare fuori tutto quello che dentro ti angoscia per sentirti liberato e libero.

Dott.ssa Anna Maria Inzerillo

A.F.
Grazie mille

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professionista preparata e cordiale.
accoglienza e attenzione, due punti d forza

Dott.ssa Anna Maria Inzerillo

Grazie, Bice

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Una professionista che consiglio ad amici e conoscenti. Molto professionale, puntuale, sorridente, ottimi consiglio, una grande professionista.

Dott.ssa Anna Maria Inzerillo

Federica la ringrazio

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Dott.ssa Anna Maria Inzerillo

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buonasera, chiedo qui perché la situazione terribile in cui mi trovo mi sta consumando. Sono una donna e da due anni ero fidanzata con un uomo. Di recente a causa di alcuni avvenimenti ci siamo dovuti allontanare nonostante entrambi ci amassimo moltissimo (stava diventando una relazione disfunzionale), e stiamo entrambi intraprendendo un percorso di psicoterapia individuale per migliorarci.
Durante l’allontanamento io, che avevo subito da parte sua (in passato) spiacevoli comportamenti disfunzionali che hanno risvegliato in me vecchie ferite primordiali (ho un disturbo della personalità) ho iniziato ad uscire con amici e ho conosciuto un altro uomo, con cui ho scambiato qualche messaggio. Contro ogni mia previsione all’inizio non avevo idealizzato questa persona, per fortuna, (cosa che tendevo a fare anni fa), e anzi, sin da subito ho preso tutto con le pinze, compresi alcuni suoi atteggiamenti che mi facevano suonare i campanelli d’allarme. Senza girarci troppo intorno, una sera questo uomo è venuto a dormire a casa mia dopo un’uscita di gruppo ed ha un po’ forzato le cose. Non ho subito una violenza, ma il mio cervello mi diceva in tutti i modi che avrei dovuto fermarmi e fermare lui, ma non ce l’ho fatta a dire di no. L’atto non è stato completo perché ho trovato una scusa utile e ci siamo fermati ai preliminari, ma mi ha fatto schifo e mi chiedo cosa mi abbia bloccato dal dire di no, che in effetti non volessi farlo. Come se mi fossi sentita obbligata ormai a farlo, semplicemente perché lui era a casa mia e probabilmente era intenzionato a concludere la serata così. Non ho avuto il coraggio di fermarlo e di questo mi colpevolizzo tantissimo. Perché so che è stata una mia responsabilità.
Nel mentre il mio uomo continuava ad avere contatti con me (non siamo riusciti a restare in no contact) e l’ho sentito anche il giorno dopo, o forse dovrei dire la notte e mattina stessa, prima e dopo questa cosa atroce che ho fatto e che ho “subito”, e nel mentre che ascoltavo lui che mi spiegava che voleva ritornare a ciò che eravamo, il senso di colpa mi divorava.
Sono stupida? Sono impazzita?
Adesso ho il terrore di questo senso di colpa micidiale che mi sta spezzando. Credo oltretutto che il mio cervello stia cercando di aiutarmi perché ho ricordi molto sfocati dell’atto in sé, come fosse stato un sogno, o meglio un incubo, dove passivamente ho solo resistito e sperato che terminasse e non andasse oltre. Sono disperata e ho paura che quando rivedrò il mio uomo dovrò essere costretta a chiudere la relazione per la vergogna, per lo schifo che provo verso di me, di non poter trattenere questo segreto, di esplodere all’improvviso e confessare in preda ad una crisi.
Vorrei capire cosa mi sia successo. Se ho fatto passi indietro rispetto alla mia psicoterapia passata o se le debolezze possono capitare. Non riesco nemmeno a dire di essermelo goduta, perché io non volevo quello, in nessun senso, in nessun caso. Sono stata una cretina che ingenuamente ha accettato la richiesta di “salire con me a casa” e dopo si è sentita costretta, perché lui ormai era lì. L’unico ricordo chiaro è stata la mia rassegnazione nel pensare “se non oppongo resistenza finirà in fretta”.
Adesso ciò che mi turba è come potrò andare avanti. Io amo il mio uomo e nessun altro, è una persona incredibilmente capace e sensibile nonostante abbia i suoi problemi. Vorrei solo convivere con questo segreto e anzi, dimenticarlo.

Grazie per aver condiviso una parte così intima e dolorosa della tua esperienza. La situazione che descrivi è complessa e carica di emozioni intense: senso di colpa, vergogna, rabbia verso te stessa e, forse, confusione rispetto a ciò che è accaduto e come ti ha lasciata. Proviamo a fare ordine, rispettando i tuoi sentimenti e la tua storia.

1. Il significato del "non opporre resistenza"
La tua reazione di “rassegnazione” non è un fallimento personale, ma una risposta umana e naturale a una situazione che percepivi come difficile o potenzialmente pericolosa. Quando ci troviamo in situazioni di disagio o minaccia, il nostro cervello attiva risposte automatiche: lotta, fuga o congelamento. Nel tuo caso, la sensazione di non riuscire a dire di no potrebbe essere stata un’espressione del "freezing", una strategia inconscia per evitare un’escalation di tensione. Questo non significa che tu abbia acconsentito pienamente, né che sia stata una tua “debolezza” o una mancanza di volontà.

2. Senso di colpa e responsabilità
Il senso di colpa che provi sembra radicato in un dialogo interno molto severo con te stessa. Ti attribuisci una colpa per non aver reagito come avresti voluto, ma è importante ricordare che le nostre azioni in situazioni complesse non sempre riflettono ciò che sentiamo o desideriamo nel profondo. Darti la colpa per non aver fermato quella persona non tiene conto delle dinamiche di potere, del tuo stato emotivo in quel momento e del tuo vissuto personale, che potrebbe aver influenzato la tua capacità di dire “no”.

3. L’effetto sulla relazione con il tuo uomo
Il tuo amore per il tuo partner emerge chiaramente, così come il timore che questa esperienza possa danneggiare il vostro legame. È naturale sentire il bisogno di "confessare", ma è fondamentale chiederti: cosa voglio ottenere condividendo questa esperienza?. Vuoi un sostegno? Desideri alleviare il peso del segreto? Oppure temi che il non parlarne sia un ostacolo per voi? Riflettere su questo ti aiuterà a capire se e come parlarne con lui, eventualmente con l'aiuto del tuo terapeuta.

4. La percezione di un "passo indietro"
Non si tratta di un passo indietro, ma di un’esperienza che riflette quanto sia complesso il percorso di crescita e guarigione. La psicoterapia non cancella i nostri vissuti o le nostre vulnerabilità, ma ci aiuta a capirli, accettarli e imparare a rispondere in modi nuovi. Può essere utile esplorare in terapia:

Cosa ti ha fatto sentire bloccata in quel momento.
Quali dinamiche interne hanno attivato il senso di obbligo o di rassegnazione.
Come affrontare il senso di colpa senza distruggerti, ma trasformandolo in uno spunto per la tua crescita.
5. Il percorso verso l’auto-accettazione
Ti trovi in una fase delicata, in cui è cruciale trattarti con la stessa compassione che riserveresti a qualcuno a cui vuoi bene. Ciò che è successo non definisce chi sei, né il tuo valore come persona. Può essere utile pensare:

Quali messaggi ti stai dando rispetto alla tua identità e al tuo valore?
Come puoi iniziare a costruire un dialogo interno più compassionevole?
6. Prossimi passi
Elaborare il vissuto in terapia: Questo evento è un'opportunità per esplorare dinamiche profonde che emergono nelle relazioni e nelle situazioni difficili.
Gestire il senso di colpa: Il senso di colpa può essere trasformato da fardello distruttivo a stimolo per crescere e per imparare ad ascoltare meglio i tuoi bisogni.
Prendere decisioni consapevoli: Se e come parlare con il tuo uomo è una scelta che richiede tempo e riflessione, non affrettarti.
Infine, cerca di ricordare che il percorso terapeutico è un viaggio fatto di passi avanti, battute d’arresto e nuove scoperte. Anche questa esperienza, per quanto dolorosa, può essere integrata nel tuo cammino verso una maggiore consapevolezza e serenità. Non sei sola in questo.

Dott.ssa Anna Maria Inzerillo

Soffro di doc da relazione, le mie ossessioni si possono avverare?

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) da relazione si caratterizza per pensieri intrusivi e ossessivi riguardo la propria relazione, il partner o i propri sentimenti, che generano ansia e insicurezza. Questi pensieri non riflettono la realtà, ma derivano dal disturbo stesso.

Le ossessioni si possono avverare?
Le ossessioni del DOC da relazione non sono previsioni o segnali di qualcosa che accadrà. Sono il risultato di un'iperanalisi mentale e di un bisogno di certezza assoluta, tipico del disturbo. Nonostante possano sembrare reali e spaventose, non sono indicatori affidabili della realtà.

Perché sembrano così convincenti?
Ansia e iperfocalizzazione: L'ansia amplifica la percezione del rischio, e concentrarsi continuamente su un pensiero lo rende più vivido.
Bias cognitivo: Il cervello, nel tentativo di trovare una risposta certa, tende a interpretare qualsiasi evento come una conferma dei timori.
Paura della perdita di controllo: L’idea di non poter controllare o prevedere il futuro può alimentare queste ossessioni.
Come gestire questa paura:
Accetta i pensieri senza giudicarli: Vederli come un sintomo del disturbo, non come una realtà, riduce la loro intensità.

Es. "Questo pensiero è frutto del DOC, non una verità oggettiva."
Evita le compulsioni: Ricerca di rassicurazioni, confronti continui o analisi approfondite della relazione alimentano il ciclo ossessivo.

Lavora in terapia:

La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), in particolare l'Esposizione e Prevenzione della Risposta (ERP), è efficace nel DOC.
Lavora sul tollerare l’incertezza, accettando che non è possibile avere il controllo totale su sentimenti e relazioni.
Pratica la Mindfulness:

Aiuta a osservare i pensieri senza reagire ad essi emotivamente, riducendo il loro impatto.
Considerazione importante:
Le ossessioni non definiscono te o i tuoi sentimenti reali. Il DOC ti fa dubitare delle cose che più ti stanno a cuore, ma con il giusto supporto e strategie di gestione, puoi imparare a riconoscere e affrontare queste paure in modo più sereno.

Dott.ssa Anna Maria Inzerillo
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