Dott.ssa
Anna Calabresi
Psicologo
Psicoterapeuta
Psicologo clinico
Altro
Roma 1 indirizzo
Esperienze
Ritenendo che l’intervento psicologico e la terapia vadano adattati alla singola persona in base alle caratteristiche personali e di contesto, mi avvalgo di diversi strumenti e tecniche, quali il training autogeno, la Realtà Virtuale immersiva, l’EMDR, la Terapia a seduta singola. La mia formazione in psicoterapia ad approccio breve strategico integrato mi permette di ottenere un’ottima efficacia ed efficienza nel trattamento di diversi disturbi, come i disturbi legati all’ansia, attacchi di panico, fobie, disturbi da stress post-traumatico, dipendenze, disturbo-ossessivo compulsivo, gestione della rabbia, depressione, difficoltà relazionali, ma anche nel miglioramento dell’autostima e nelle transizioni di carriera. Lavoro inoltre con le vittime di violenza ed effettuo, in caso di incidenti o traumi, valutazioni del danno non patrimoniale di natura psichica ed esistenziale.
L’interesse personale per i temi relativi alla sicurezza e ai conflitti mi ha portato ad approfondire argomenti specifici che vanno dalla Criminologia, all’Analisi Intelligence al Terrorismo internazionale fino alla Criminalità informatica (Cybersecurity). Lo studio e la ricerca in queste aree mi ha consentito non solo di acquisire elevate capacità di analisi e di investigazione ma anche di comprendere, selezionare e/o valutare profili tecnici operanti, in particolare, nel settore IT, Security e Intelligence.
Autrice di articoli attinenti all’area giuridica e criminologica, ma anche clinica e di attualità, ho una propensione per la ricerca, la sintesi delle informazioni e la scrittura, oltre ad essere fortemente orientata al miglioramento personale / professionale e alla formazione continua.
Faccio parte del Gruppo Tematico “Psicologia dell’Aviazione” dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, sono socio di EMDR Italia e della Società Scientifica di Psicoterapia Strategica.
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Mi sono sentita accolta e in piena sintonia sin dal primo incontro. Si percepisce immediatamente la sua profonda competenza e la sua piena disponibilità. Puntuale e professionale.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
salve dottori, sono una ragazza di 20 anni e scrivo qui per cercare di capire se i miei sintomi sono dettati da componente ansiosa e stress, disturbo diagnosticato anche dallo psichiatra assieme a somatizzazioni fisiche.
Molto spesso il braccio sinistro si intorpidisce e diventa dolorante, anche se non perdo la sensibilità, e avverto formicolii fino alla mano.
Contemporaneamente giramenti di testa e dolore (tensione) al petto, che io stia da sdraiata o stesa.
Ogni volta questi sintomi mi mandano in ansia, è accaduto anche stanotte e mi sono addormentata con un dolore al petto che tuttavia stamattina non c’era.
Non appena mi alzo, però, ecco che ritorna sempre con l’indolenzimento al braccio sinistro, gambe deboli e pesanti, sensazione di vedere delle lucine nere davanti agli occhi e talvolta dolori al braccio destro.
Inutile dire che mi addormento tremando e mi sveglio altrettanto.
A causa di svariate mie paure personali, su sintomi fisici e malattie o infarto, sono costantemente in tensione, e vorrei quasi sempre piangere. Vorrei aprirmi con qualcuno, lo faccio con le mie sorelle o alcune mie amiche ma cambia poco (mi tranquillizzo nell’immediato ma dopo un po’ ritorna tutto); nella situazione in cui sto mi basta un abbraccio o la vicinanza di qualcuno a farmi piangere, anche un semplice come stai.
È come se stessi sempre con le lacrime pronte ad uscire.
Purtroppo questi sintomi si estendono anche alle costole con varie fitte, e sensazione di non poter respirare a fondo perché sento come se il torace fosse contratto, faccio molti sbadigli per questa cosa.
Questo mi porta alla paura che possa succedermi qualcosa da un momento all’altro, è un circolo vizioso.
A volte la tensione si estende al collo o allo zigomo oppure alla spalla, che sento molto dolorante così come il braccio in punti specifici, come l’interno o vicino al gomito.
È bruttissimo camminare con questi sintomi addosso, mi sembra di star per cadere o di non riuscire a respirare bene, anche quando parlo il petto mi fa male.
È come se avessi la zona completamente in tensione e dolorante.
Volevo sapere se questi sintomi possono essere generati da componente ansiosa che ormai per me perdura da due mesi.
Questi sintomi mi fanno talmente paura che a volte non interagisco nemmeno con gli altri perché sono concentrata a pensarci su, mi stanno rendendo tutto invalidante.
Sperando possiate aiutarmi, vi ringrazio già.
Salve, traspare chiaramente dalle sue parole quanto i vari sintomi la stiano facendo vivere male rendendo necessario un intervento per sbloccare questa situazione in tempi rapidi. Una volta escluse opportunamente eventuali cause mediche, le consiglio quindi di considerare un percorso con uno psicologo (l'orientamento strategico è molto efficace per questo tipo di problematica) che le fornisca le giuste strategie, sostituendole a quelle sbagliate messe in atto, per riportare la sua ansia entro confini gestibili e vivere meglio. Cordiali saluti.
Buongiorno,
Mi ritrovo a scrivere qui, perché non so davvero come comportarmi. E me ne vergogno.
Ho 28 anni e sono fidanzata con un ragazzo da quasi 10 anni… e vorrei chiudere. Mi fa male anche solo scrivere queste parole: non ci riesco, mi sento terribilmente in colpa perché lui mi ha sempre trattata bene, mi ha sempre fatta stare bene, è sempre stato tanto premuroso… ma sono ormai mesi che sento di non provare amore per lui. Provo affetto, quello sì, ma non è amore. Non ho nemmeno voglia di avere rapporti sessuali con lui. Ci sono giorni in cui addirittura provo disagio anche solo a baciarlo.
Inoltre sto iniziando a provare dell'interesse per un altro ragazzo, cosa che non mi è mai successa in questi anni (ho proprio sempre avuto "i para-occhi", gli altri nemmeno li vedevo).
So che gli farei tanto male però. E non se lo merita: è sempre stato tanto buono con me. Non voglio fargli male, è questo che mi blocca. Giuro, mi viene da piangere anche solo a pensarci, ma mi rendo anche conto che più il tempo passa e peggio è. Per entrambi. Ma non so davvero come fare. Ho provato ad affrontare con calma il discorso con lui: lui ha rifiutato la cosa, dicendo che a parer suo lo amo ancora e che sono "confusa" a causa dello stress causato dal lavoro. Ho pianto tanto anche in quell'occasione, anche perché mi sono resa conto di essere davvero tanto debole. Io non so cosa fare.
Salve, è del tutto normale e comprensibile provare sofferenza all'idea di recare sofferenza a qualcuno a cui vogliamo bene, ma non stare più a proprio agio in una relazione vuol dire che dei nostri bisogni non stanno venendo soddisfatti, e non possiamo ignorarli, perché questo non ci farebbe comunque vivere bene, come lei stessa sta sperimentando. Allora ci dobbiamo fermare un attimo a riflettere e capire quali sono questi bisogni, quale strada dobbiamo prendere per soddisfarli e trovare il coraggio di percorrerla anche se in ogni caso non sarà un cammino semplice, ma del resto per uscire dalla tempesta bisogna passarci in mezzo. Non abbandoni la speranza di ritrovare la pace e la serenità.
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