Dott. Alessandro Maria Montoni

Psicologo clinico, Psicologo Altro

Monte Porzio Catone 1 indirizzo

6 recensioni

Esperienze

Psicologo clinico esperto in psicodiagnostica e valutazione della personalità, con specializzazione nel campo forense.
Psicoterapeuta dinamico in formazione (terapia analitica Junghiana): la mia teoria guarda il sintomo non come un fastidio da eliminare con una prescrizione, ma come una voce interiore che va ascoltata, una parte di noi che ancora non ha trovato uno spazio opportuno per esprimersi, ma che anela a ciò.
in ambito psicodiagnostico sono specializzato nelle diagnosi di personalità, (utilizzando reattivi, proiettivi, questionari, self-report e test di livello) sia per richieste da privati che come ausiliario per CTU;
in ambito forense opero quindi, oltre che per le valutazioni, come consulente di parte nelle CTU per affido dei minori.
Altro
Esperto in:
  • Psicologia clinica
  • Psicoterapia
  • Psicodiagnostica
  • Psicologia della salute
  • Psicologia forense
  • Psicologia giuridica
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Indirizzo

La fenice
Via Sesto Quintilio, Monte Porzio Catone

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I
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Presso: La fenice consulenza psicologica

Molto cortese e professionale, attento , disponibile. Mi sono trovata benissimo.Sicuramente continuerò.

I
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Presso: studio marrapodi primo colloquio psicologico

Attenzione verso il paziente , psicologo e persona eccezionale.
È stata la mia prima seduta e mi sono trovata benissimo.

O
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Presso: La fenice consulenza psicologica

Professionale, attento e disponibile. Molto consigliato per la capacità di ascoltare ho trovato sin da subito ottimi benefici.

F
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Presso: La fenice sostegno psicologico

Persona molto competente e professionale.
Mi ha messo subito a mio agio.
Puntuale e disponibile .

M
Numero di telefono verificato
Presso: La fenice sostegno psicologico

Professionista veramente accomodante, come primo incontro ho avuto un
impressione molto positiva, credo che continuerò

S
Numero di telefono verificato
Presso: La fenice primo colloquio psicologico

Dottore molto cortese, mi ha messo subito a mio agio e Sicuramente continuerò il mio percorso con lui

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 13 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buonasera, sono una ragazza di 23 anni mamma di una bambina di 1 anno e mezzo avuta da una precedente relazione dove il "padre" ha deciso di non riconoscerla.
7 mesi fa ho conosciuto un ragazzo, quando le cose si sono fatte più serie ho deciso molto gradualmente di inserire mia figlia nei nostri incontri e in quello che facevamo, sembrava averla accettata a pieno, era sempre carino con lei, la faceva addormentare, le dava da mangiare ecc... Fino a quando però lui dice di voler più tempo solo per noi, che lui per prima cosa era il mio fidanzato e non suo padre, che gli dava noia tenere il seggiolino in macchina sua, che gli dava noia tenere qualche giochino suo in casa, insomma mia figlia era diventata di intralcio per lui, dopo aver cercato qualche soluzione chiudiamo la nostra relazione i primi di gennaio. Passato qualche giorno ci risentiamo, mi dice che io gli manco, che non credeva di provare un sentimento così forte nei miei riguardi, che per lui sono sempre la sua fidanzata, che quando non mi sente ha una mancanza grande ecc... La cosa che io non riesco a capire è questa, se lui dice di amarmi così tanto, perché non cerca di trovare un punto di incontro?! Avevo anche proposto di passare più tempo da soli, ma che io di certo non potevo abbandonare mia figlia per lui. Io ho bisogno di fare cose in tranquillità da soli ma ho anche bisogno di fare cose in cui ci sia anche mia figlia. Ma lui non vuole, per lui uscire con mia figlia è fare il padre, e lui non si sente pronto ad esserlo.
A volte ho paura che questa sia tutta una scusa, a volte penso che lui abbia un altra, ma se l'avesse non avrebbe senso il continuarmi a sentire.
Vorrei un vostro parere, grazie mille.

salve; sembra una situazione complessa dati due sentimenti ambivalenti del suo compagno: una l'evidente legame nei suoi confronti e l'altra il rifiuto/paura di assumersi un ruolo genitoriale (o comunque l'idea di essere visto da un bambino come un elemento di riferimento importante).
gli oggetti in macchina e casa possono essere vissuti come un'incursione che concretizza il passaggio a questo ruolo che lui non ha intenzione di assumersi.
in questo l'amore non c'entra, riguarda l'immagine di sè e di quanto una persona riesca a rappresentarsi in un determinato ruolo: la può amare tantissimo ma rimanere angosciato per le responsabilità richieste all'interno della relazione.
forse il punto di incontro dovrebbe guardare al tema dei "confini": anche un oggetto nel posto sbagliato può rappresentare un'invasione di campo ansiogena.
poi, ovviamente un impegno con lei a lungo termine vuol dire un impegno anche nei confronti della bambina, sarebbe irreale pensare diversamente.
la domanda è: che ruolo vorrei che avesse quella persona nella relazione? se è disposta bene...

Dott. Alessandro Maria Montoni

Domande su terapia di coppia

Salve.
Mi trovo in una situazione difficile io 34 lei 27.
Da 3 anni ho una relazione a distanza. Io vivo all'estero ed anche lei. 2 nazioni confinanti a ridosso dell'Italia. Chiaramente a lungo andare la distanza non è più un opzione ed ho deciso di andare da lei,per ben 2 volte non resisto,il posto non mi piace non mi trovo a mio agio e ritorno a casa mia. Lei non si sposterà mai da dove abita, vuoi che ha un buon lavoro vuoi che vive ancora con la famiglia, insomma non c'è altra opzione, o io da lei o niente. Nonostante questo mi metta molta pressione decido per la terza volta di ritornare da lei. Attualmente sono qui,ma non viviamo insieme, lei non esce di casa se non dopo il matrimonio, ulteriore pressione per me.
Io la amo l'ho sempre amata e mi sto costringendo a stare in un luogo che non mi piace, che mi fa stare male se non proprio depresso. Ma se me ne vado la storia finisce, e questo mi devasta. Ma anche se sono finalmente vicino a lei dopo 3 anni, non riesco a gioire di questo e sono molto freddo e distante. Io amo lei. Ma non mi vedo a vivere in questo posto non ci vedo il mio futuro. Ma non ci sonoo altre opzioni. Mi sto corrodendo dentro. Sono anche seguito da una psicologa. Ma niente da fare la testa mi dice di andare via tornare a casa mia,dove stavo bene ed ho anche una parte di famiglia amici etc..
Non riesco ad uscire da quetsa situazione. Io qua non sono felice e non riesco neanche ad amarla come vorrei.
Ma se vado via finisce tutto e non posso neanche immaginare cosa sarà..
So solo che non posso continuare così.
Ho pensato di scrivere qui. Forse avrete una parola di consiglio/conforto.
Mi sento solo. E lo sono anche, perché noi ci vediamo solo i fine settimana. Non abitiamo neanche vicino per motivi di lavoro. Dovrei chissà quanto stare solo, finché un giorno ci sposiamo e forse le cose cambiano, ma io in questo stato non credo arriverò mai a farcela.
Vi ringrazio di avermi ascoltato e per eventuali consigli.

Buongiorno; quello di cui parla è possibile descriverlo come un vero e proprio sacrificio, inteso come il "dare in offerta" qualcosa di lei per avere qualcos'altro ritenuto di valore maggiore (direi sacro a questo punto).
Il nostro stato affettivo è una bussola interna piuttosto affidabile quando ascoltata correttamente e qui sembra che la sua azione non abbia il ritorno aspettato, cioè ciò che ha ottenuto non sembra appagare il vuoto che lei ha creato per averlo.
Quello che mi sembra di leggere è un "compromesso a senso unico": è indubbio il vostro amore reciproco, comprendendo anche quanto gli aut-aut siano effettivamente stringenti e frustranti.
La mente, come il corpo, abita gli spazi, ed ognuno ha diritto ad abitare nella dimensione a lui più consona.
Sono, questi, solo degli spunti di riflessione.

Dott. Alessandro Maria Montoni
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