Esperienze
Da sempre sono rimasto affascinato dal funzionamento della mente, dalle dinamiche della relazioni con noi stessi e con gli altri, dai comportamenti e dalle emozioni, di cui ogni giorno facciamo esperienza.
La nostra vita ci pone di fronte a difficoltà e prove, che possono ferirci e che influenzano il nostro benessere psicologico e la nostra salute.
La salute è un concetto ampio che non riguarda solamente la parte fisica, tanto che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la definisce come:
“uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità” .
Il benessere psicologico è un equilibrio fra i bisogni, le risorse per affrontare le difficoltà, il modo di relazionarsi, con sé e con gli altri, l’adattamento a eventi sfidanti.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la definisce come una condizione in cui :
“l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.
Mi occupo di intervento, di abilitazione e riabilitazione in ambito benessere psicologico, tramite consulenza, sostegno psicologico, psicodiagnostica, anche con somministrazione di test a adulti, adolescenti, terza età, con sessioni di colloqui individuali, di gruppo, sia in presenza che on-line.
Il colloquio psicologico è uno spazio non giudicante e accogliente in cui riflettere e acquisire consapevolezza rispetto a emozioni, comportamenti, pensieri, funzionali al proprio benessere psicologico.
Ricevo a Pisa, Prato, Pontedera e Online.
Sono inoltre docente di scuola secondaria di secondo grado, di cui sono referente per il coordinamento delle iniziative di prevenzione e di contrasto del Bullismo e Cyberbullismo, come previsto dalla L. 71/2017.
Ho fatto esperienza sia clinica che di ricerca presso Performat Salute:rete di consultori di sostegno psicologico; CEIS sede di Livorno: Servizi residenziali per minori, persone con disturbi psichiatrici, dipendenze, disturbi alimentari, anziani.
Sono iscritto alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad indirizzo Analitico Transazionale.
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8 recensioni
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M.T.
e' la seconda seduta che faccio e quindi e' prematuro parlare dell'efficacia. Il dottore e' molto disponibile, attento, cortese. Mi ha fatto sentire a mio agio. Mi ha trasmesso subito quella fiducia che mi puo' capire, puo' comprendere i miei problemi, chiamiamoli disagi, e che prossimsmente mi potrebbe aiutare a uscirne fuori da questo tunnel...bucco nero. Spero sia la persona giusta, perche' ne ho provati altri (online), ma poi ho smesso non percependo miglioramenti.
Antonella
Il dott Caraglio è professionale, predisposto all'ascolto con la giusta partecipazione e con la puntuale attenzione che lo rendono la persona giusta nell'aiuto dell'altro.
G.F
Professionale e cortese.
La mia prima esperienza è stata ottima
Simone Bracali
Professionista e uomo di tutto rispetto. Alessandro è un ottimo collaboratore per lavorare su stessi.
77
al primo incontro conoscitivo, mi ha ascoltato con attenzione senza farsi distrarre dall'orologio
Daniele
Persona molto competente, mi ha messo subito a mio agio, ho sempre avuto la sensazione che mi ascoltasse con presenza, e con il giusto distacco professionale. Sempre puntuale e disponibile anche alle mie variazioni di orario. Linguaggio ed approccio confidenziale e rispettoso.
Giusy
Il dottore è molto cortese,ti mette subito a tuo agio,sa instaurare empatia . È molto disponibile e cosa nn da poco nn l'ho mai visto con l'orologio in mano .Lo consiglio vivamente.Il livello di servizio è molto alto.
D.c.
Gentilissimo, disponibile ad assecondare qualunque necessità come ho visto fare raramente, qualificato e professionale.
Sono contentissimo di aver iniziato un percorso con luo.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 21 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, avevo scritto qui un mesetto fa e ora sono di nuovo a scrivere per cercare di capirne un po’ di più.. premetto, sono seguita da uno psicologo e stiamo affrontando il mio problema, in più prendo anche zoloft prescritto dallo psichiatra (nessuno di loro ha ritenuto la mia situazione grave, io però non trovo ancora pace). Ho iniziato a gennaio nel non stare bene, avevo momenti di tristezza e piangevo, avevo pensato alla tiroide ma i valori erano tutti nella norma, ho sospeso la pillola anticoncezionale pensando potesse essere quella, ma niente. Mi ricordo un episodio in cui tornavo da un centro commerciale, nel passare davanti ad una chiesa in cui si stava celebrando un funerale, vidi il carro funebre e pensai “chi muore non soffre più”, subito dopo questo pensiero sono stata malissimo, il giorno dopo lo raccontai a mia mamma piangendo per aver fatto appunto questo pensiero che mi aveva spaventato, mi ricordo di averlo raccontanto anche a mia cugina tramite messaggio e sempre nei messaggi scrivevo “so che è solo un pensiero, ovviamente non penso quelle cose, amo la mia vita e le persone che mi sono accanto.” Nel frattempo, ero in una relazione tossica con un ragazzo che aveva scatti d’ira, quando si arrabbiava urlava con un tono di voce molto alto, mi ha preso per il colletto un paio di volte, si scusava con dei regali dicendomi quando urlava che era il suo modo per esprimere la rabbia, che era normale. Ricordo che quando sentivo al telegiornale di ragazzi che uccidevano la propria ragazza pensavo “e se dovesse succedere a me?”. Era geloso, una volta mi ha fatto una scenata sotto lo psicologo, ha citofonato allo studio cercandomi e una volta scesa mi ha urlato contro perché non lo avevo avvisato che stessi facendo ritardo, mettendo in dubbio ciò che stessi facendo con il mio psicologo. Sempre quella sera, mentre eravamo per strada, continuava ad essere fuori di testa, ha sputato sulla porta di una chiesa e tirato un pugno al bidone affianco. In tutto ciò, io ho iniziato a piangere aspettando che arrivasse mia madre a prenderci, una volta entrati in auto per fortuna lei ha visto questa sua reazione, lui continuava a dire anche davanti a mia mamma che dovevo avvisarlo del mio ritardo, continuava ad insultare lo psicologo e bestemmiava anche. Dico per fortuna perché a volte penso di inventarmi tutto ed essere pazza. Prima di lasciarlo, ricordo di aver avuto un pensiero intrusivo sul balcone, un altro pensiero che mi aveva terrorizzato ma che dopo è andato via. (È ritornato ma ne parlo a breve). A maggio decido di lasciarlo, capendo con l’aiuto di mia sorella che molto probabilmente non provavo più nulla per questa persona, lo decido di fare nella settimana in cui lui era tornato per qualche giorno a casa sua (io sono del sud, lui del nord), perché probabilmente non ho mai avuto il coraggio di farlo prima, forse perché avevo paura di una sua reazione. Dopo tre giorni, lui è sceso e tornato a casa mia per riprendersi le sue cose, ammetto che ero molto spaventata e ansiosa nel doverlo incontrare. Il giorno in cui lo dovevo incontrare ero super in ansia, ricordo di essere andata a prendere delle goccine perché pensavo che il cuore mi dovesse uscire dal petto. In quella stessa giornata, qualche ora prima di incontrarlo, mi han detto di una persona del mio paese che la sera prima si era tolta la vita.. quando l’ho incontrato, lui ha iniziato a dirmi tante cose, che non si sarebbe mai aspettato questa mia scelta, che era a pezzi.. quando io gli ho parlato dei suoi atteggiamenti che mi spaventavano, lui mi ha anche detto che avrebbe potuto denunciarmi per diffamazione, poi si è scusato e mi ha detto che non mi avrebbe mai fatto del male, che quel gesto del colletto non era chissà cosa. Mi ha anche detto che qui al sud non avrei concluso nulla, che sarei stata con mamma, papà e mia sorella, che dovevo staccarmi da loro e lui invece su avrebbe iniziato un lavoro con uno stipendio alto, avrebbe ripreso a giocare a calcio e fatto altre cose, in quel momento ricordo di aver pensato “e se io dovessi fare la fine di quella ragazza?”.. ho iniziato a stare male, ho iniziato ad avere un ossessione nei confronti di questa ragazza, mi veniva sempre in mente e mi immaginavo il suo volto molte volte durante la giornata. Un giorno mi ricordo che nel bar in cui lavoravo un ragazzo che conosceva bene la ragazza che si è tolta la vita, scherzando mi ha detto che potevo avere qualche disturbo come lei, solo perché avevo visto un signore prendere la cassa della musica in pieno e continuavo a ridere.(Sin da bambina son sempre stata così, ad esempio se vedevo davanti a me una persona inciampare mi veniva da ridere). Questa frase su un mio ipotetico disturbo mi ha fatto stare malissimo, perché nella mia testa se avessi avuto qualche disturbo, sarei morta, insomma avrei fatto la sua stessa fine.. (Recentemente ho saputo che la ragazza faceva uso di sostanze). Sempre nel bar in cui lavoravo, pensavo quando vedevo i clienti “chissà cosa penseranno quando non ci sarò più” o “la persona che aveva problemi era lei non lui”. Ho iniziato ad avere altri pensieri intrusivi, quando ero/sono in macchina ho il pensiero dello sportello, di buttarmi sotto un treno, del balcone, dei ponti e di qualsiasi cosa. Ho avuto/ho pensieri intrusivi sul fare del male a qualcuno e a me stessa. Ho passato un’estate di inferno, la mattina mi alzavo terrorizzata, ricordo un episodio in cui mi sono alzata e ho iniziato a piangere dicendo a mia mamma “non voglio morire”. Ho iniziato a non voler stare più da sola in casa per il balcone, e in giro per strada per il pensiero intrusivo che avevo avuto “e se adesso mi giro e scappo?”. Quando andavo nei locali o in casa di altre persone, incastravo i piedi alle gambe delle sedie per timore che potessi perdere il controllo e scappare. Ho avuto pensieri intrusivi che potessi sbattermi la testa al muro, ogni cosa è un pericolo, ogni cosa come una notizia del telegiornale mi provoca paura, terrore e genera altri pensieri intrusivi. Ho sognato anche un paio di volte che il mio ex si era tolto la vita, e nel sogno mi ricordo che dicevo che sarei morta anche io perché era colpa mia. Da questa estate
Io ogni mattina mi alzo col pensiero “voglio vivere?” “Morirò?” ed è estremamente estenuante, perché è come se da questa estate in poi io non stessi vivendo più.. ogni giorno ho questo pensiero costante tutto il giorno che non mi lascia in pace.. non sto lavorando e le mie giornate sono sempre le stesse.. questo pensiero mi toglie la voglia di fare le cose, mi sento diversa in mezzo alla gente perché so di avere questo pensiero bruttissimo, non mi sento più una persona normale, ho avuto attacchi di panico e ho ancora tanta ma tanta ansia che si manifesta con questi pensieri di morte.. premetto che nonostante io abbia passato un’estate da incubo, io non mi sono mai fatta del male e mai provato a fare niente, sono qui, sono viva nonostante tutto.. perché nonostante io abbia allontanato il mio malessere, non riesco a stare bene? perché penso alla morte? io ricordo di aver sempre avuto paura sin da bambina, non volevo neanche andare al cimitero perché mi rattristiva tanto.. non ho mai avuto pensieri del genere in vita mia se non prima di iniziare a soffrire d’ansia sempre quando stavo con lui..
Dimenticavo che ho scoperto tra l’altro qualche settimana fa che mentre era con me, scriveva ad altre ragazze, ho pianto perché non me l’aspettavo assolutamente visto che mi diceva che non l’avrebbe mai fatto, ma ad oggi mi chiedo con che persona sono stata.. ammetto però, che nonostante io sin dall’inizio non fossi convinta di iniziare una relazione con lui, nonostante li atteggiamenti che ha avuto, io ci sono stata tre anni, ho subito tutto ciò e mi ci sono stata.. probabilmente si parla di una dipendenza affettiva? Sono cresciuta con un papà che si sentiva con un’altra donna per più di 20 anni, con un papà assente a livello affettivo e umano.. non abbiamo mai avuto chissà quale rapporto padre-figlia, anzi ricordo la mia infanzia con tanta tristezza e sofferenza, ho subito bullismo per il mio fisico, probabilmente per me il cibo era anche uno sfogo per la situazione che vivevo a casa, liti su liti, pianti su pianti, paure su paure.. sono cresciuta, detto da mia sorella, in un bolla perché troppo sensibile.. non ho mai saputo cosa fare in futuro, mai avuto aspirazioni, mai avuto forti passioni, forse perché in tutta la mia infanzia e la mia adolescenza ero occupata a preoccuparmi di altro.. sempre così timida, con il pensiero di non essere abbastanza, neanche di essere all’altezza di un’università..
aperta e chiusa questa parentesi, vorrei davvero cercare di capire qual è il mio problema, perché non riesco a stare bene? perché vivo le mie giornate con il pensiero “vivrò? voglio vivere o morire?” aggiungo che ho tanti alti e bassi.. riesco a stare meglio quando non do tanto retta ai pensieri e capisco che in realtà non voglio morire ma che è una mia grandissima paura, ma poi ritorno comunque a stare male sempre per gli stessi pensieri.. è un loop che mi sta facendo stare malissimo, non mi sta facendo vivere!!!
Gentile Utente. Quello che stai vivendo è molto complesso e doloroso, e i tuoi pensieri intrusivi e l’ansia sembrano riflettere una sofferenza emotiva profonda. Questi pensieri non sono un segno che desideri davvero fare del male a te stessa o che sei “anormale”, ma piuttosto una reazione al dolore e alla vulnerabilità che hai sperimentato, specialmente dopo la relazione difficile con il tuo ex. Le tue emozioni intense, amplificate dalla tua sensibilità, potrebbero rendere tutto più difficile da gestire, ma non sono qualcosa di insuperabile.
Il percorso che stai facendo con il tuo psicologo ti aiuterà a comprendere e a gestire queste emozioni. È normale che ci voglia tempo, ma con il giusto sostegno potrai arrivare a sentirti più forte e in controllo, trovando gradualmente una maggiore serenità interiore. Un caro saluto
Ciao, sono un ragazzo di 27 anni e sono in totale "crisi" da mesi. Proverò a spiegarmi e spero di non dilungarmi troppo:
Faccio l'università da 5 anni, dopo un esperienza andata male in un'altra università, a 22 anni, ho deciso di riscrivermi ad un'altra facoltà.
Ho sempre voluto fare l'università, ho sempre voluto laurearmi e sarò sincero, non tanto per un lavoro migliore o per chissà cosa, ma principalmente per me, è sempre stato un mio sogno. Ho sempre avuto interessi diversi (qualcuno più forte e duraturo qualcuno un po' meno), quindi anche per la scelta universitaria questa cosa non ha aiutato molto, però alla fine ho deciso di iniziare una facoltà di lingue e linguistica (precisamente mediazione linguistica, impegnativa ma non impossibile) ho sempre amato le lingue e lo studio attorno ad esse.
In parallelo ho più o meno sempre lavorato cercando di mantenermi il più possibile facendo diversi lavori (qualcuno di questi mi ha anche dato piccole soddisfazioni che vanno anche oltre il lato economico) e ho portato avanti la musica (di base è la mia più grande passione) ed è, con alti e bassi, andato tutto bene fino a quest'anno.
Premetto che non sono mai stato uno studente modello, inoltre lavorando ecc non ho potuto frequentare molto tutte le lezioni, però nonostante tutto, con diverse difficoltà come credo ognuno di noi, sono arrivato a 4 esami dalla laurea, tirocini e altri corsi vari tutti fatti. Insomma, di base mi trovo nella classica situazione del "ho quasi finito".
Nel corso di questi anni, studiando e lavorando piano piano ho sviluppato nuove passioni e interessi, e questo mi ha portato col tempo ad avere anche un idea molto chiara sulla magistrale che vorrò fare dopo (a differenza di quando mi sono iscritto alla triennale oggi ho le idee molto più chiare su quello che voglio fare ed essere in futuro, il che si distanzia un po' da quello che sto studiando). Di base gli esami che mi piacevano li ho finiti lo scorso anno, e quest'anno sono riuscito a passare due esami molto pesanti che mi portavo dietro da un po'.
Ovviamente col passare del tempo vedi che pian piano iniziano tutti a laurearsi, ad andare avanti, tutti iniziano a raggiungere quel che volevano e tu resti indietro (si, ci sono stati periodi dove mi sono impegnato meno o per colpa mia o per problemi personali anche grandi che ho dovuto affrontare), però ho fatto mea culpa e sono andato avanti rimediando.
I miei genitori, amici, e la mia ragazza non mi sono mai venuti contro, ma piuttosto mi hanno sempre supportato e spronato, tutta la pressione che ho nasce principalmente da me stesso.
A gennaio del 2024 provo a dare uno di quei 4 esami che mi rimanevano (esami propedeutici e la mia università ha una politica molto severa a riguardo) e non l'ho passato, ci ho riprovato a giugno e non l'ho passato e a settembre stessa cosa. Purtroppo questi esami puoi darli solo 3 volte all'anno e ciò ha portato a slittare tutto.
In tutto ciò aumentava la mia frustrazione, insoddisfazione e il mio paragonarmi agli altri (cosa che fino a un po' di tempo fa non facevo mai) gia da questa estate mentre preparavo per la terza volta questo benedetto esame ho iniziato ad avere attacchi di panico.
Inoltre quest'anno ho avuto problemi personali che mi hanno cambiato molto e hanno inciso sul mio andamento accademico.
A settembre dopo esser stato bocciato per la terza volta, in preda alla rabbia ho pensato di fare un trasferimento in un'altra università che mi piace molto di più (sempre lingue, ma un corso completamente diverso e che si allinea di più alla magistrale che vorrei fare). Mi son fatto fare il riconoscimento esami ecc e quindi ora la decisione toccava a me.
Lati positivi di quella università: salute mentale, argomenti che mi appassionano di più, politica un po' meno severa (le facoltà linguistiche sono un po' particolari)
Lati negativi: si allungherebbe un po' per laurearmi.
Lati positivi di rimanere nella mia: solo 4 esami.
Lati negativi: ad oggi ho il totale rifiuto di ristudiare per quell'esame, ci sto provando a studiare con un approccio diverso ma ho il rifiuto tale che non mi era mai successo prima, non sopporto più quello che faccio, le prof di quell'esame hanno una reputazione non rosea per come si comportano con gli studenti.
Sono due mesi che sto in questo limbo, mi sveglio e penso a questo, mi addormento e penso a questo, non esco più, non sono più attivo come prima e sorrido molto, ma molto meno. Il mio senso di insoddisfazione è arrivato alle stelle e la mia frustrazione idem e sento come se avessi sbagliato tutto. Mi sento vecchio a 27 anni, come se fossi in perenne ritardo.
Tutto questo, più un anno difficile alle spalle, mi hanno portato a riflettere molto su me stesso, e per certe cose sto anche migliorando, ma per quanto riguarda questa scelta non riesco a decidermi.
Sono in bilico nemmeno dovessi decidere tra la vita e la morte e mi sento anche in colpa perché so che non sono questi i problemi della vita. Ma al momento è questo che mi tormenta perché non sono mai stato bravissimo a prendere scelte giuste, e ho paura di rovinarmi tutto il futuro. Ne ho parlato molto con i miei e con le persone a me molto vicine, tra chi mi consiglia uno e chi mi consiglia l'altro. Ma so che la scelta posso farla solo io.
Ho scritto qua nemmeno io so il perché, probabilmente per aver l'ennesimo parere da qualcuno, o semplicemente per mettere nero su bianco quello che provo.
Scusate la lunghezza.
Buon lavoro
Gentile Utente Sei in un momento difficile, bloccato tra la decisione di proseguire gli studi attuali o trasferirti, e la pressione che provi nasce soprattutto da aspettative interne molto forti. Il rifiuto verso l’esame, la frustrazione per i tentativi non riusciti e la paura di non avanzare come vorresti aumentano la difficoltà di fare una scelta chiara. Potrebbe aiutarti accettare questo momento senza giudicarti troppo, considerando che il tuo percorso è già stato pieno di impegno e di crescita. Riflettere su cosa davvero desideri per te stesso oggi, oltre la paura di sbagliare, e concederti il tempo per esplorare queste opzioni potrebbero alleviare l’ansia e darti una prospettiva più serena. Un caro saluto
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