Esperienze
Durante gli anni della formazione ho avuto esperienza in diversi contesti, prevalentemente in ambito clinico e oggi, come libero professionista nel mio studio a Sardara e a distanza, mi occupo di counseling psicologico, psicoterapia e orientamento, sia scolastico che professionale.
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2 recensioni
Punteggio generale
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Dani
Mi sono trovata benissimo, è molto rassicurante e ti apre la mente facendoti capire che non é mai troppo tardi per uscire dal tunnel. La consiglio vivamente.
Cristina L.
Fin dal primo colloquio mi sono sentita ascoltata e compresa. Professionale, disponibile e puntuale.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 9 domande da parte di pazienti di MioDottore
Gentili dottori, sono Marco (30 anni) e da circa 6 mesi soffro di disturbi intestinali compatibili, secondo il mio medico di base, con la sindrome del colon irritabile (effettivamente il mese di luglio è stato molto stressante per me per molti aspetti). Il problema è che oltre a stitichezza, gonfiori e fastidi addominali, ho avuto una serie di sintomi extra intestinali che mi hanno messo un po' di paura: umore basso, tremori, fascicolazioni, acufene, dolori articolari e debolezza muscolare (e altro). Nel tempo questi si sono alleviati, ma non sono scomparsi. Ad agosto ho addirittura fatto una rm encefalo e tronco encefalico con mdc risultata negativa, ma la debolezza mi pervade ancora. Tra luglio e agosto ho perso molti kg arrivando a pesare 68 kg, adesso ho recuperato sui 75 (sono alto 1.80). La sensazione è di avere tutti i muscoli del corpo rigidi e tremolanti se messi sotto sforzo. Non so se dare priorità a una visita neurologica, un trattamento osteopatico o un percorso psicologico... Dal punto di vista organico sembra tutto ok, unico valore sballato è quello dei trigliceridi alti (280) e una flogosi cronica riscontrata nel duodeno durante gastroscopia per celiachia (negativa). Sembra essere di più un problema funzionale che riguarda tante parti del corpo collegate insieme: cervicale - braccia - intestino - zona lombare - gambe. Nessun problema per quanto riguarda la testa o la vista, ma sono sempre molto spaventato dal discorso neurologico. Che consigli potete darmi? Vi ringrazio in anticipo
Gentile Marco,
certamente è corretto cercare la risposta negli esami medici e andare alla ricerca della causa dei suoi sintomi. Mi soffermo però sulla frase "Non so se dare priorità a una visita neurologica, un trattamento osteopatico o un percorso psicologico": iniziare un percorso psicologico non preclude la possibilità di proseguire nelle sue indagini mediche, possono essere fatte entrambe le cose! Ha parlato di umore basso e a maggior ragione le consiglio di affidarsi ad uno psicologo.
Intanto le faccio un in bocca al lupo e resto a disposizione per ogni chiarimento.
un caro saluto
Dott.ssa Steri
Buongiorno, dopo quanto è consigliabile riprendere contatti con una persona arrabbiata che è esplosa in chat? sentendosi infastidito e sotto pressione, lavora anche molto ed è suscettibile alla rabbia se sotto stress, da una corrispondenza con me mi ha detto che cambierà numero e quando lo farà di non chiedere informazioni alle persone intorno a lui. Dopo brevi messaggi arrabbiati, gli ho risposto che ci eravamo già chiariti nel merito qualche giorno fa, che mi sarei inserita nel binario della sua normalità, che il numero è l'unico contatto che mi resta, che rispetterò i suoi limiti con piacere ma che non voglio perderlo per la vita, questo è stato il mio ultimo messaggio risalente ormai ad una settimana fa. Non ha risposto, probabilmente per non alimentare il fuoco sulla benzina e il mio silenzio e il non cercarlo credo lo stia facendo persuadere dal passare effettivamente ad un cambio di numero. Il mio psicologo mi ha detto che non lo farà solo se vedrà un silenzio prolungato, consigliandomi di non farmi risentire fino a Pasqua e in tale occasione mandargli solo un messaggio di auguri. Pensate che un silenzio così lungo di un paio di mesi abituato al mio continuo scrivere, in passato anche tutti i giorni, possa farmi rivalutare nei comportamenti sbagliati e recuperare un minimo di rapporto? Non credo mi ricontatterà lui è una persona che non scrive mai agli altri di propria iniziativa e non desidera corrispondenze. Più volte ha dichiarato di volermi bene e nonostante mi abbia dato altre possibilità in passato mantenendo aperto il canale comunicativo, solo ora ho capito di dover fare davvero marcia indietro per non perderlo del tutto. Il silenzio a volte da entrambe le parti può essere motivo di riflessione e penso di essere ancora in tempo perchè qualche segnale di minimo cambiamento glielo avevo dato nei mesi passati. Soffro molto per il suo silenzio ma so cosa significherebbe romperlo troppo presto. Pensate che un mio silenzio possa indurlo a cercarmi di propria iniziativa? Ormai vive all'estero ma più volte mi ha detto che se tornerà me lo farà sapere per un saluto. Come vive gli affetti chi è lontano e senza possibilità di vedersi dopo un anno? mi ha detto che ha carissimi affetti che sente una volta all'anno e questo significa rimanere in contatto per lui. ma io non riesco ancora a capire dive mi colloco nella sua sfera di affetti ne come non insistere senza comprendere pienamente se ha voglia di rivedersi o è solo un modo di dire. Dopo un anno di sola chat prima mi disse di contarci nel risentirsi a voce poi reiterando la domanda mi ha detto posso anche chiamarti ma per dirti cosa? come stai? ecco c'è sempre questo livello di ambiguità che fatica a darmi una chiarezza. Nonostante ciò mi ha mandato un vocale alla mia richiesta di risentirlo a voce ma nessuna chiamata nonostante più volte abbia dichiarato che messaggiare non gli appartiene. Pensate che questo silenzio da parte mia possa indurlo a farsi sentire?
Gentile utente,
le informazioni a disposizione sono poche per poter dare una risposta. Che tipo di rapporto si è instaurato tra voi? Cosa prova lei per questa persona? Cos'avete vissuto insieme?
Penso che si possa affrontare ciò che lei sta vivendo, non cosa l'altro stia provando e come fargli passare la rabbia del momento.
Lasciargli spazio può essere la cosa giusta, ma soprattutto lo è per Lei. Le servirà a fare chiarezza e a chiedersi cosa vuole da questa relazione e se è disposto a tollerare questa ambiguità.
Cari saluti
Dott.ssa Alessandra Steri
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