Esperienze

Non è facile presentarsi in due righe, penso che si possa capire qualcosa in più di me e della mia professionalità leggendo il mio blog: http://psychedialoghi.blogspot.it/ e seguendo i social Facebook e Instagram cercando Psychedialoghi.
Nell'essenzialità sono una donna che ha deciso di fare la psicologa psicodiagnosta psicoterapeuta sistemico relazionale, che si sente ancora in formazione e spera di mantenere questa idea per il resto della sua vita. Dopo essermi avvicinata anche agli approcci cognitivo-comportamentali di terza generazione provando a praticare la mindfulness e l'act (acceptance and commitment therapy), adesso mi sto rivolgendo agli approcci corporei, facendone esperienza sulla mia pelle, seguendo un'analisi personale di stampo bioenergetico.
In ambito clinico ho avuto esperienze terapeutiche con pazienti con disturbi di personalità borderline, anche gravi, con pazienti con problematiche legate all’ansia.
Per due anni ho lavorato in una comunità alloggio per pazienti psicotici e da più di un anno collaboro con una cooperativa che si occupa di dipendenze. I miei interessi di ricerca si rivolgono al campo degli attaccamenti traumatici, a quanto le esperienze primarie possano influire sulla formazione della personalità e a come la psicoterapia possa diventare rotta di cambiamento.
Sono convinta che la mente a volte ci inganna e che, per uscire da alcune sue rigidità, per dar voce a parti che lei mette sistematicamente a tacere, per entrare nell’autenticità a volte scomoda delle nostre emozioni, può aiutarci l’arte in tutte le sue forme. Sono appassionata di musica, ascolto colonne sonore quando studio, e di poesia. Sono ignorante in materia ma mi piacciono anche i dipinti e la fotografia.
Arte quindi non come distrazione e sollazzo ma come mezzo per entrare in contatto in modo mediato con aspetti di noi, come mezzo di espressione che va a pescare nel profondo.
Ambito clinico: psicoterapeuta sistemico relazionale, psicodiagnosta rorschachiana, uso dei reattivi per la valutazione di personalità, conduzione di gruppi, formulazione di interventi per la prevenzione e l'intervento sul disagio.
Ogni persona può sperimentare un periodo nel quale si rompe l'equilibrio che era riuscita a mantenere fino a quel momento e può aver bisogno di un supporto per ristabilire l'equilibrio nel migliore dei modi. Chi decide di rivolgersi ad un professionista della salute in un momento difficile della sua vita non deve vergognarsi ma essere fiero di aver fatto il primo passo verso un nuovo equilibrio, liberandosi dai clichè comuni e generalisti e rendendosi protagonista attivo delle sue scelte e cambiamenti.
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Sara Buccafusca
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Presso: Sara Buccafusca colloquio psicologico

La dott.ssa Buccafusca è stata per me un aiuto fondamentale in un periodo particolarmente difficile della mia vita, lavorando con me con incredibile dedizione e professionalità. Non posso che consigliarla per le sue qualità umane di accoglienza, dolcezza ed empatia grazie alle quali abbiamo instaurato un rapporto terapeutico solido e di eccezionale fiducia. Con il suo supporto sono riuscita ad affrontare i miei problemi di ansia e di autostima, ricercandone le radici profonde in eventi traumatici della mia infanzia e a costruire una profonda consapevolezza di me stessa.

L
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Sempre disponibile ad assecondare le esigenze del paziente, sempre puntuale.... Persona accogliente, cortese ed educata.

A
Presso: Sara Buccafusca colloquio psicologico

La prima volta che ho incontrato Sara ho sentito subito che mi avrebbe aiutata. Avevo già cercato una consulenza psicologica in passato, ma non ero mai riuscita a sentirmi a mio agio. La dottoressa è molto empatica e disponibile, mi ha guidata per anni in un percorso alla conoscenza di me stessa e dei miei desideri. Grazie a lei sono uscita da una relazione tossica davvero pesante ed è stata di grande supporto per affrontare le mie paure, dalla "semplice" ansia agli attacchi di panico. Mi ha sostenuta in momenti di salute estremamente delicati, oltre che nelle scelte di vita e professionali. Mi sono trovata bene sia con le sedute in presenza che online. Consigliata sotto ogni punto di vista.

Dott.ssa Rosaria Buccafusca

Grazie Anna, è stato arricchente conoscerti, sento che in quegli anni siamo cresciute entrambe e ti ringrazio di esserti fidata affidandoti, avendo il coraggio di lavorare anche sulle tue vulnerabilità. Grazie di cuore.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su Ludopatia

Salve, solo ora ho scoperto che mio marito gioca somme importanti a distanza di 15 minuti 10 minuti poi ci sono giorni che nemmeno gioca, non avendo il conto in comune mi sono sempre fidata delle rate che diceva di avere! Ma guardando l'email ho visto una conferma di prestito da li ho iniziato a controllare il telefono fino ad arrivare all`amara sorpresa ha fatto tanti prestiti, ha svuotato il libretto di nostro figlio aperto alla nascita... Ancora incredula non so come gestire questa situazione è un dipendente pubblico e potrebbe richiedere altri prestiti, chiede i soldi anche ai genitori che sono anziani e vorrei risparmiargli questa sofferenza. Lui ha ammesso il problema ma dice che non vuole specialistici, mi ha dato gli accessi al conto per monitorarlo e mi ha detto che è contento che questa storia sia venuta fuori per smettere! Ma io ho difficoltà a credergli ho paura sia una calma apparente...come devo comportarmi? Non si rende conto degli importi scommessi e nega i prestiti davanti all'evidenza,come se non riconoscesse il reale valore dei soldi da premettere è così anche quando andava a fare la spesa per lui un pacco di pasta o 1 euro o 10 euro non fa differenza. Mi scuso per essermi dilungata ma proprio non so con chi parlarne. Grazie

Buonasera,
per chi vive questo tipo di problematica il primo grande scoglio è proprio quello di ammettere di aver bisogno di un aiuto specialistico. Adesso è tutto sulle sue spalle e penso che sia poco sostenibile per lei. È un buon primo passo che le abbia dato i codici del conto ma perché le ricadute diventino motivo di riflessione c'è bisogno di un contesto di cura. La negazione del livello di problematicità a cui è arrivato gli serve per mantenere intatto il suo senso di autostima ma è un castello di sabbia... Con un aiuto professionale può andare ad indagare su cosa c'è dietro questo bisogno di giocare, cosa va a compensare? Per qualsiasi informazione sono a disposizione.

Dott.ssa Rosaria Buccafusca

Buonasera dottori, vi ringrazio moltissimo per questo prezioso servizio. Sono sollevata nel trovare un appoggio anche a distanza e vorrei porvi una domanda forse un po' stupida, sperando che una risposta mi tiri fuori da questa situazione che non riesco a gestire.
Prima spiego la situazione, sperando di non essere prolissa.
Ho 22 anni, sono una laureanda, in questo momento sto "lavorando" (si fa per dire) alla tesi del mio triennio appena concluso. Non sono fuori corso ma ammetto di aver preso ogni esame con metodo e calma, per questo mi trovo all'ultima sessione tesi disponibile nel mio anno (oltre dovrei pagare nuovamente una retta abbastanza cospicua).
E ora espongo il problema.
Il fatto è che è da ottobre che dovrei aver cominciato a lavorare a questa tesi ma ho incredibilmente procastinato il tutto fino ad oggi e mi ritrovo a meno di due mesi dalla sessione con solo uno schema e qualche fonte su 60 pagine che dovrei redigere. Non so nemmeno perché io abbia rimandato così tanto, non so dire da dove sia partito questo impulso e vedo gli ultimi 4 mesi passare come un lampo. Pigra non sono mai stata, soprattutto nello studio!
Sono estremamente ansiosa in ambito scolastico, quindi questa situazione così assurda mi sta causando una serie di malsani sensi di colpa e una grande angoscia crescente (che merito assolutamente, lo so). Adesso dovrei davvero lavorare ma in qualche modo mi trovo tutti i giorni davanti al computer con una nausea assurda, senza concludere niente e chiudendo tutti i file 20 minuti dopo averli aperti. Sono in un loop che non riesco a spezzare. È come se adesso nella mia testa ci fosse solo una linea retta, piatta. Come posso uscire da questa situazione? Ho provato di tutto: l'isolamento dalle distrazioni come i dispositivi elettronici, la sveglia alle 8 del mattino, la notte in bianco, la corsa per sfogarmi, non sta funzionando niente. Due giorni fa mi sono presa un giorno intero per sentire le mie amiche, cercare di distrarmi, vedere se la lampadina nel cervello si riaccendeva. Niente, la consapevolezza di avere ormai i minuti contati mi ha impedito ogni distacco, anche se poi non arrivo a concludere niente, al massimo qualche articolo salvato nelle varie cartelle. La mia gentilissima relatrice si è limitata a dirmi che sono in ritardo e che non può fare niente per questa situazione anche se mi aspettavo una predica (avrebbe avuto solo ragione!). Mi sento in colpa per qualsiasi cosa, anche se sto cucinando o stirando, perché sento di rubare tempo alla tesi che TANTO non sto continuando. C'è un modo per tornare concentrata sull'obiettivo? Sono una persona molto studiosa, ho una media molto alta e voti buoni e non capisco cosa sia successo. Risulto estremamente infantile e me ne rendo conto ma giuro di non esserlo mai stata prima. Perché adesso? Proprio alla fine del percorso poi, mentre dovrei solo essere ansiosa di avere il risultato in mano e passare alla prossima sfida. So di essere veloce, quando mi ci metto, non sarebbe impossibile redigere questa tesi in poche settimane, ma sono al limite ormai! O comincio ora o non ce la farò e dovrò pagare soldi che non posso spendere in questo modo, a causa della mia stupidità ingiustificata.
Ecco, so che è davvero una situazione stupidissima e chiedo scusa per questa parentesi pietosa. Però se esiste un modo per sbloccare il cervello, credo di averne bisogno.
Vi ringrazio per la pazienza, anche solo per aver letto fino a qui (per non essere in grado di scrivere una tesi ho steso un bel poema eh?..)
Spero di uscire da questo disastro,
Cordialmente
M.

Buonasera M., del tuo quesito mi ha colpito molto il fatto che ti sia definita stupida, meritevole di prediche, estremamente infantile. Mi sembra che la tua parte più studiosa non accetta proprio che ti stia trovando in questa situazione e forse più consideri questo "disastro" così lontano da te più metti in atto difese che ti "aiutano" ad evitare questa realtà dura da accettare per l'idea che hai di te. Una ragazza studiosa può comportarsi come hai fatto tu? Inizia a risponderti di sì. Inizia dal non giudicarti, penso che il resto tornerà, un po' alla volta. Se hai voglia di parlarne io ci sono.

Dott.ssa Rosaria Buccafusca
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