Dr. Roberto Calia

Per prima cosa di non essere preoccupato di dover spiegare bene la propria condizione o di non saper riportare la propria storia. È molto più importante cercare di creare un rapporto di fiducia fra terapeuta e paziente.

Considero il mio lavoro come una vocazione che sei spinto a seguire fin da giovane. Mi considero fortunato di aver potuto realizzare il desiderio di diventare psicoterapeuta.

Le soddisfazioni formali sono quelle legate al riconoscimento pubblico del tuo lavoro (presidente di una società scientifica, segretario dell'Ordine degli Psicologi, incarichi di docenza, ecc.). Ma le soddisfazioni più impagabili sono quelle quotidiane date dalla relazione con i pazienti che si affidano a te per superare le proprie difficoltà.

La possibilità di incontrare persone che ti raccontano una storia sempre nuova, unica, mai incontrata prima, anche dopo oltre 30 anni di lavoro. Poi constatare che il vero lavoro terapeutico non è l'applicazione pedissequa di conoscenze o tecniche, ma la capacità di entrare in comunicazione e relazionarsi in modo autentico e creativo, quindi mai ripetitivo. Infine il vedere, dopo tanti anni di esperienza, che i problemi dei pazienti sono quasi sempre riconducibili agli stessi meccanismi mentali, ma possono essere risolti solo con un trattamento altamente "personalizzato". Il modello di riferimento è la relazione persona-persona.