Esperienze

Sono una psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-neuropsicologico. Mi occupo di percorsi psicologici e di psicoterapia, rivolti a persone che manifestano disagio e sofferenza per le situazioni che stanno vivendo – quindi anche in assenza di una psicopatologia – o che soffrono di disturbi più importanti e strutturati.
In alcune circostanze si avverte la difficoltà o l’impossibilità di uscire dalla condizione in cui ci si trova, per motivi differenti: in questi casi può essere opportuno rivolgersi a un professionista.

Effettuo percorsi di sostegno psicologico e di psicoterapia sia presso il mio studio a Lodi sia online, con lo scopo di aiutare le persone che si rivolgono a me a comprendere e ad affrontare i motivi della loro sofferenza. Mi occupo infatti di condizioni di disagio che possono derivare da eventi esistenziali – come crisi relazionali, rotture affettive, separazioni, difficoltà lavorative, lutti, interruzione di un progetto di vita – e di sintomi depressivi, ansiosi, ossessivo-compulsivi, somatici, disturbi del comportamento alimentare. Obiettivo di una psicoterapia è individuare le ragioni all’origine dello star male e favorire un cambiamento nei modi di essere della persona.
In alcuni casi, l’esordio della sofferenza può essere immediatamente comprensibile, altre volte deve essere ricercato indagando la storia di vita. Qualunque sintomo, comunque, è espressione di un disagio che può manifestarsi differentemente (attraverso attacchi di panico/depressione/ossessioni e compulsioni/comportamenti alimentari disfunzionali) a seconda dei modi di essere della persona, ovvero del modo di sentire/avvertire il proprio corpo e di vivere il rapporto con gli altri.
Centrale nel mio approccio di lavoro è il focus sull’esperienza della persona che si rivolge a me e sul suo modo di sentirsi. Particolare attenzione è dedicata al futuro e alla progettualità, proprio perché il sentirsi in un determinato modo in una certa situazione è strettamente legato ai progetti, a quello che si vuole essere e diventare. Una specifica situazione o evento, infatti, ci farà un determinato effetto anche a partire da quello che significa all’interno dei propri progetti di vita – quindi se ad esempio può permetterne o precluderne la realizzazione.
Mi occupo anche di sostegno alla genitorialità; in particolare, effettuo interventi con lo scopo di promuovere una relazione più positiva e una maggiore sintonia emotiva tra mamma-bambino e aiutare a gestire le prime necessità di dare regola e disciplina ai bambini.
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  • Psicoterapia
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Oggi è stato il mio primo colloquio conoscitivo . Professionista molto attenta e disponibile .

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La dottoressa mi sta aiutando molto. Bravissima, fa sentire a proprio agio.

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La Dottoressa è stata molto gentile e mi ha reso facile esporre i miei problemi e le mie difficoltà. Gli incontri mi sono molto utili per cercare di fare chiarezza su quello che non va in me e nella mia vita.Ottima professionista.

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Persona attenta e disponibile, mi sono sentita libera di parlare di tutti i miei problemi senza sentirmi giudicata. I colloqui mi sono stati molto utili, la dottoressa mi ha sempre messo a mio agio e fin da subito c'è stata la voglia di continuare la terapia.

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Molto professionale, mi ha fatto sentire a mio agio fin da subito. Mi ha aiutato a superare un momento di grande difficoltà.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve , mi trovo a gestire una situazione familiare veramente pesante e alla quale non riesco a trovare nessuna soluzione. Ho lasciato il padre di mio figlio che adesso ha 3 anni circa un anno fa, non eravamo sposati ma convivevamo. L ho lasciato perché non avevo più la forza di stare con lui, mi faceva stare troppo male, mi ha causato un Bell esaurimento nervoso con problemi anche fisici, non riuscivo più né a mangiare né a dormire. In seguito grazie ad un terapeuta ho avuto modo di rendermi conto che la nostra era una relazione tossica, tra noi c è un incastro perfetto , lui è una persona fortemente immatura, invischiatissimo con la famiglia d origine in particolare modo con la madre, (anche sua madre mi ha succhiato l anima durante tutta la nostra relazione standomi addosso come una piovra, inondandomi di una marea di attenzioni, regali , consigli non richiesti, invasioni nelle decisioni importanti della vita familiare e del bambino). Credo che quest' uomo abbia trovato in me un altra madre che si prendesse cura di lui e che colmasse il suo enorme vuoto affettivo, sin dall inizio della nostra relazione si è aggrappato a me con tutte le sue forze, nutrendosi di me e di tutte le mie energie, sono diventata il suo centro, una volta conosciuta me non aveva più tanta voglia di frequentare gli amici, voleva stare sempre con me, appiccicato. Inoltre sia lui che la sua famiglia sono di un ignoranza paurosa, mentalità chiusa e retrograda nonché razzisti. Tra noi non c'è mai stato un vero scambio emotivo da persone adulte, nessun dialogo appagante e costruttivo, solo cene, pranzi, regali a casa di sua madre, tutto basato sull esteriorità e nessuna sostanza, mi sentivo risucchiata, in una gabbia dorata , lui non sopportava tra l altro i miei amici, non l ha mai ammesso ma voleva anche allontanarmi dalla mia famiglia ed era estremamente geloso. in breve ho perso me stessa .Io dal canto mio ho anch'io i miei problemi, sono sempre stata non esattamente felice, non ero mai riuscita ad avere una relazione appagante con un uomo, (io e lui ci siamo conosciuti a 40 anni). Son caduta tra le sue braccia perché prima di allora non ero, mai stata "voluta" desiderata così fortemente. Quando l ho lasciato sono stata costretta a chiedere aiuto ai miei genitori che aimé vivevano in altra regione perché ero disoccupata senza un centesimo e con un bambino piccolo da accudire, lui quando l ho lasciato si è rifiutato di collaborare magari solo per il bene del bambino lasciandomi addirittura senza casa. Ho dovuto fare il sacrificio di tornare nella mia regione d origine dopo ben 15 anni dove comunque ho trovato delle condizioni di vita accettabili e ho iniziato una psicoterapia. Dopo la mia partenza si è scatenato l inferno legale. Lui si è aggrappato al bambino come un forsennato facendomi un sacco di denunce per incapacità genitoriale ma non è riuscito a cavare un ragno dal buco, il giudice ha decretato che io restassi la dove ero col bambino con diritto di vista del padre e tutto quanto. Recentemente, dopo qualche mese dalla sentenza ho commesso il secondo errore: io ogni mese porto il bambino su dal padre, dapprima lui si è dichiarato pentito di aver scatenato l inferno legale, poi ha cercato un rapporto civile con me per il bene del bambino poi via via ha cominciato a provarci, mi ha parlato col cuore in mano, ha detto di essere disposto a tutto per cambiare, mi ha proposto una terapia di coppia e ha puntato moltissimo sulla sua paternità, non si può togliere il padre ad un bambino, soffrirà le pene dell inferno ecc ecc. (Io sono già di mio molto addolorata del fatto che mio figlio ha il padre lontano) Per farla breve mi ha proposto un tentativo di tornare insieme anche se non subito ma al prossimo anno scolastico del bambino in modo tale che non perde l anno di scuola. Io pian pianino ho cominciato a cedere anche perché mi ha risvegliato il mio mii secolare sogno di poter essere finalmente amata. Da lì durante la sua visita al bambino giù da me siamo stati due settimane insieme durante le quali, dopo i primi due giorni, sono stata sommersa da una stanchezza addirittura fisica indicibile, sentivo un enorme bisogno di riposare, insomma ho rivissuto tutto quello che mi ha portato a scappare da lui e a un certo punto non vedevo l ora che se ne andasse. Queste due settimane mi hanno fatto molto male perché mi rendo conto di essermi messa a sognare come una deficiente e inoltre provo tanta pena per lui perché anche se ama in maniera distorta in fondo non ha colpa di essere quello che è. Anche per quanto riguarda il bambino io mi rendo conto che non è semplicemente interessato a salvaguardare il suo rapporto con lui cioè a dargli un padre, è il bambino che deve soddisfare i suoi bisogni anche perché ha una concezione dei legami di sangue tutta sua, i legami di sangue sono sacri, i figli appartengono ai genitori e bisogna stare stretti stretti, vicini, vicini, la qualità del rapporto non è importante. Per farla breve ho tirato il freno a mano e gli ho chiesto infinitamente scusa. Dapprima lui si è infuriato come una bestia. Mi ha detto che se non porto il bambino su per lui sono morta, mi ha detto che il bambino saprà tutto "che gli dirà ogni cosa" , che sto facendo del male al bambino, che gli sto togliendo il padre ecc ecc. Allora io gli ho proposto delle soluzioni pratiche e organizzative per poter venire più spesso a trovarlo ma lui non ha voluto sapere dicendo: ma pensi che io mi accontento dei weekend? Io voglio vederlo tutti i giorni. Dopo qualche giorno al telefono mi ha proposto di salire su senza tornare insieme e mi ha promesso tutto l aiuto del mondo, ma io non mi fido molto. Inoltre tutto quello che io posso fare è: babisitting, assistenza anziani e pulizie cioè quello che ho sempre fatto nella vita anche perché ho ormai 46 anni, sono tutti lavori che oggi ci sono e domani no(in ogni caso ho già distribuito curriculum in tutta la città su da lui). Poi c è anche un altro problema: io gli ho già detto che pretenderei una rigida regolamentazione del diritto di visita per il bambino ma mi chiedo: sarà possibile? I miei genitori non si trasferiscono con me, io dovrò lavorare questo è sicuro perché non posso stare alle sue dipendenze, ciò significa che il bambino starà spesso e volentieri con lui e soprattutto sua madre. Così come non voglio che il bambino perda il padre non voglio neppure che venga risucchiato da quell' ambiente vuoto, manipolativo falso e mieloso da cui sono scappata. Viceversa se rimango qui dove sono corro seri rischi con mio figlio che verrebbe manipolato, potrebbe pensare che sua madre è un mostro, suo padre e nonni sono molto ammalianti, lo riempirebbero di ogni bontà, quando è con loro il bambino sarebbe nel paese dei balocchi. E solo un bambino non può capire. Per concludere: non so assolutamente come risolvere la faccenda, e soprattutto sono preoccupata per mio figlio, come farò a gestire la situazione con lui quando crescerà? Soprattutto nell ipotesi che decido di restare
cosa gli dirò? In ogni caso la mia versione sarebbe sempre diversa da quella di suo padre. ho davvero bisogno di consigli.Scusate la lunghezza

Buongiorno, innanzitutto mi sembra importante sottolineare che il passo più difficile l'ha già fatto, cioè porre fine a una relazione che sicuramente le ha dato quello di cui aveva bisogno in quel momento e che ha provato a portare avanti finchè le è stato possibile. Il tentativo di riavvicinamento, andato negativamente, sembra che confermi l'impossibilità di pensare a una ripresa della relazione, ma anche determinati atteggiamenti del suo ex compagno che erano già emersi. Si è trasferita per allontanarsi da lui e dalla sua famiglia e allo stesso tempo per ricostruirsi una vita differente con il suo bambino, con una sentenza che ha legittimato la sua scelta. Forse potrebbe valutare di riprendere un percorso psicologico, in modo da affrontare tutti gli aspetti che la preoccupano e le creano confusione; potrebbe anche considerare di rivolgersi ad un centro antiviolenza che possa sostenerla e aiutarla a gestire i comportamenti aggressivi e minacciosi del suo ex partner così come le comunicazioni da dare a lui in merito alla sua decisione di restare dove si trova.

Resto a disposizione
Roberta Dallera

Dott.ssa Roberta Dallera

Salve,
sono una ragazza di 26 anni e sto con un ragazzo da 6 anni e di recente abbiamo deciso di convivere.
La nostra relazione ha sempre avuto degli alti e bassi, come tutti d'altronde, io con lui mi sento felice e bene, molto sicura e protetta.
Però entrambi siamo molto gelosi, lui particolarmente, ed è molto paranoico, non si fida completamente di me. Io ho avuto un passato orribile, con abusi e problematiche mie, non sono cresciuta in un contesto sano, pertanto posso capire che una persona possa avere paura.
Scrivo perchè sono molto turbata, lui ogni tanto mi accusa che io voglio altri, basta solo che uno faccia due parole con me, e lui comincia con le accuse o battutacce che mi fanno stare male. Tra l'altro lavoriamo insieme, quindi siamo sempre insieme.
Lui è una persona un po' anaffettiva, spesso ci sono momenti di distacco che mi fanno soffrire molto, la cosa che più mi fa soffrire sono i suoi dubbi sui miei sentimenti e le "accuse" dirette o indirette. Ieri è successa una cosa al lavoro, è entrato un autista di un corriere per consegnare un pacco, il mio collega dell'amministrazione ha pagato il contrassegno, e l'autista si è fermato a parlare con il mio collega. io lavoro al centralino, quindi ero seduta alla mia postazione per continuare con il mio lavoro, però questo signore ha cominciato a parlarmi e mi ha chiesto se dov'ero nata, io ho risposto perchè in quel momento non sapevo come gestire la cosa, la cosa mi ha creato enorme disagio, e questo autista ha cominciato a fare il cretino, tanto che gli ho risposto che ero impegnata e se n'è andato via. Il mio collega ha cominciato a dire a tutto l'ufficio che mi aveva difesa dall'autista, e anche questo mi ha dato fastidio perchè io mi difendo da sola e non ho bisogno che lo facciano gli altri. Il mio ragazzo però si è arrabbiato, ha cominciato a dirmi che devono essere sempre gli altri a difendermi, che io "flirto" con la gente, che io do corda alla gente, e mi ha detto che le ragazze serie già alla prima domanda mandano via i tipi, non rispondono alle domande, tanto più se è uno sconosciuto. Io in quel momento, non ho pensato che questo signore fosse malizioso e avesse quelle intenzioni, altrimenti avrei agito subito diversamente. Il mio ragazzo ora dice che vuole lasciarmi, perchè io non sono una ragazza seria, che gli fa stare male che io flirto o do corta agli uomini, che deve spigarmi lui di mettere apposto la gente altrimenti io di mio non lo faccio. Io gli continuo a spiegargli che non è vero che io non flirto con le persone, io sono sempre molto professionale e seria al lavoro. E sono seria anche fuori dl lavoro, a me non interessano gli altri, perchè io sono innamorata di lui e non di altri. Non farei mai vigliaccate del genere, mai, è veramente una cosa becera. Lui ora mi accusa di cose veramente brutte dicendo che a me interessano le attenzioni degli uomini, ecc. Che io do confidenza agli sconosciuti, io semplicemente faccio il mio lavoro, ed essendo a contatto diretto con clienti e autisti, delle volte si vedono veramente delle miserie, è già molto stressante doversi sempre difendere da tutti, perchè non si sa mai cos'hanno in testa certe persone ed ora devo pure difendermi dalle accuse del mio ragazzo, anche se penso che sia molto arrabbiato e non completamente lucido per capire il tutto. Scrivo comunque qui per capire cosa dovrei fare e come dovrei gestire il tutto, ieri gli ho detto che non succederà mai una cosa simile, e lui si è arrabbiato ancora di più, continua a dirmi che vuole stare con una persona che agisca perchè sente queste cose e non perchè glielo dicono gli altri, io non faccio le cose perchè me lo dicono gli altri, io sono una persona seria e non voglio fare la stupida o cavolate varie con nessuno, mi viene uno schifo terribile al solo pensiero, io non capisco perchè lui non lo capisce, inoltre tira fuori il mio passato e mi elenca tutti i miei errori, e mi dice che io sono sempre stata quel genere di ragazza e non una seria. Grazie

Buongiorno,
Innanzitutto mi sembra importante precisare che esperienze negative del passato, a maggior ragione se si tratta di situazioni di abuso, non dovrebbero assolutamente giustificare dubbi e gelosie da parte di un compagno.
È comprensibile che lei abbia dei motivi per continuare a credere nella relazione e voglia fare di tutto per migliorare le cose; gli atteggiamenti del suo fidanzato, di gelosia estrema e di svalutazione riflettono però una mancanza di fiducia e di rispetto nei suoi confronti e la portano a stare male, a sentirsi in colpa e "sbagliata" anche per situazioni normali e quotidiane (come parlare con un collega o gestire incontri sul lavoro). Quando si è molto coinvolti si ha la speranza di poter fare ogni volta di più per evitare discussioni e per non deludere l'altro, però nonostante gli sforzi continui la situazione non migliora. Dal momento che ha chiesto un consiglio professionale, forse si rende conto di fare fatica ad affrontare tutto da sola; potrebbe valutare di iniziare un percorso terapeutico per essere supportata innanzitutto ad affrontare il malessere e le situazioni più difficili e in secondo luogo a capire quello che desidera e come poter stare meglio.

Dott.ssa Roberta Dallera
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