Dott.ssa
Manuela Camera D'afflitto
Psicologo,
Psicoterapeuta
Psicologo clinico
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Napoli 1 indirizzo
Esperienze
Le nostre difficoltà sembrano a volte montagne insormontabili, ma bastano pochi passi per percepire la salita meno ripida. Ricordati che non puoi iniziare un nuovo capitolo della tua vita se continui a leggere l'ultimo!
La mia Laurea in psicologia dell'età evolutiva presso l’Università la Sapienza di Roma e la mia specializzazione in psicoterapia della Gestalt mi permettono di lavorare sia con adulti che ragazzi, mi interesso di problemi di ansia, attacchi di panico, problemi scolastici, difficoltà nelle relazioni sociali e nei luoghi di lavoro, difficoltà familiari e nella gestione del ruolo genitoriale.
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13 recensioni
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F.
Consiglio la Dott.ssa Camera soprattutto a coloro che hanno timore di intraprendere un percorso per paura di sentirsi a disagio e incompresi. Professionista attenta e accogliente, riesce a mettere sin da subito il paziente a proprio agio. Ottima esperienza.
A C
La dottoressa mi sta aiutando a risolvere i miei confitti con mia figlia. Mi sembrava impossibile riaprire un dialogo con lei... ed invece ... Grazie di tutto
L. B.
professionale, accogliente, mette subito a proprio agio. Sto superando i miei conflitti grazie al suo prezioso supporto
C. I.
La dottoressa Camera è un punto di riferimento quando si parla di psicoterapia.Sensibile ed attenta , in grado di generare fiducia , condizione fondamentale che mi ha permesso di percepire la terapia come in “luogo sicuro” , in cui potermi esprimere liberamente.Il suo impegno, il suo coraggio , la sua autenticità ,il
suo amore per il genere umano mi hanno supportata e favorita in un difficile percorso di crescita e di cambiamento! Grazie!
M.V.F.
La Dott.ssa Camera combina la competenza professionale con una grande umanità: mi sono sentita completamente affidata, compresa e supportata. Le sono profondamente grata per l'aiuto che mi ha dato e la consiglio assolutamente
Giovanna D.L.
Grande umanitá e professionalitá.
Consiglio vivamente la dott.ssa, per me ha rappresentato e rappresenta un grande punto di riferimento e supporto.
Grazie a lei ed alla terapia intrapresa sono in grado di far leva sulle mie capacitá individuali per vivere la mia storia al massimo delle mie potenzialitá.
Mi ha accolta, senza giudizio, e con me ha lavorato, accompagnandomi in un percorso duro e pieno di sofferenza, durante il quale mi sono riscoperta e sono ripartita.
La mia gratitudine per lei non ha fine.
L.T
Professionale ma anche molto accogliente,mi sono sentita subito a mio agio... la mia esperienza è stata super positiva e consiglio vivamente di rivolgersi a lei.
Mi ha aiutato davvero tanto nel mio percorso. Oltre alla professionalità (che non sempre è scontata) è davvero una persona disponibile e cortese.
Grazie!!!
LP
Nel percorso che stiamo facendo insieme mi ha sempre incoraggiata aiutandomi a mettere l'attenzione sulle mie risorse personali che purtroppo negli ultimi anni ho dimenticato di avere.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore
Ciao a tutti. Sono una ragazza giovane, ho 19 anni. Circa anno fa una mia amica mi fece dei grattini i quali mi provocarono piacere pur non essendo lesbica. Fu una sensazione strana e nel frattempo mi preoccupai della mia sensazione soprattutto perché ero e sono tutt'ora fidanzata con un ragazzo( ma ho scoperto che noi donne abbiamo molti punti sensibili specialmente sulla schiena). Tra me e me dissi oddio ma cosa succede ? Perché ? E soprattutto dissi e lui?? ( Il mio ragazzo) pensai: "Non posso continuare a farmeli fare". Poi mi dissi forse devo solo tranquillizzarmi sono tesa e provo per questo una strana sensazione. Poi però comunque provavo piacere e allora ad un certo punto ho pensato: mi rilasso! E la mia amica per poco fortunatamente ha continuato a farmeli. Dopo le ho detto che è stato strano e che non avrei mai più voluto che qualcuno me li facesse. A lui anche ho raccontato tutto ciò più volte e per lui non c'è mai stato problema, anche perché per lui era anche la mia amica che forse provava qualcosa per me senza che io lo sapessi e si era comportata apposta in modo strano quasi come se volesse sedurmi .( Ora non siamo più amiche ma per diversi motivi, nulla di grave). Comunque tutt'oggi a volte ci penso e mi sento ancora in colpa verso il mio ragazzo come se fosse stato un tradimento. Non me ne capacito che sia successo e credo anche che non mi sia alzata di scatto perché sarebbe sembrato strano nei confronti della mia amica e non perché volessi fare cose strane, poi era una bella sensazione e non capivo perché fosse eccitante, volevo fosse un rilassamento e basta niente di sessuale. A volte ci penso e ho deciso di scriverlo per avere riscontro da qualcuno che sappia darmi consigli per questo senso di colpa che ho ogni volta che ci penso. Non voglio portami dietro questa cosa. Mi viene quasi da piangere per il senso di colpa e chiaramente con il mio fidanzato non ho pianto perché lui non la vede come una cosa assurda e io davanti a lui non mostro tutto ciò per non farlo preoccupare o dispiacere di ciò. Cosa dite voi ? Io davvero penso che avrei dovuto alzarmi e non l'ho fatto..
Buongiorno, a 19 anni porsi dei dubbi sulla propria identità sessuale non è così raro, sono molti i ragazzi che si fanno mille domande per ever vissuto situazioni simili a quelle che lei descrive. Mi colpisce invece l'eccesso di ansia con cui vive tutto ciò, ha provato un piacere.. cosa c'è di male... ha sentito per un attimo un'attrazione e si è fatta qualche domanda. Perchè questo è diventato così importante per la sua vita? Non capisco se si sente in colpa oppure ha paura di essere omosessuale, quello che è certo è che mi sembra molto confusa, se questa confusione dovesse perpetuarsi le consiglio di rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarla a vedere tutto con un maggiore chiarezza
Salve, sono una studentessa universitaria di 22 anni. Ho sempre affrontato gli studi con ansia, ma da quando ho iniziato l'università questa cosa si è accentuata sempre di più fino a causarmi insonnia e problemi vari che mi costringono spesso all'utilizzo di farmaci per alleviare la gastrite ecc. Due anni fa è venuto a mancare improvvisamente un mio familiare e tutto ciò mi ha portata ad avere ansia non più verso lo studio, ma praticamente verso qualunque cosa io debba affrontare. Ho provato più volte ad affrontare il discorso con i miei chiedendo di iniziare un percorso con uno psicologo, ma la loro risposta è sempre stata "è semplice ansia da università, ci siamo passati tutti".
La situazione sta diventando sempre più pesante e mi rendo conto di non riuscire più ad affrontarla da sola. Cosa posso fare in modo che i miei comprendano il disagio e mi appoggino in questa cosa?
Buongiorno, purtroppo non sempre le persone che ci sono vicine riescono a comprendere il nostro disagio, solo noi conosciamo veramente noi stessi e possiamo capire quando è il momento di chiedere aiuto ad un esperto, se il suo è solo il bisogno di avere il consenso dalla sua famiglia, credo che questo è proprio il momento di diventare adulta e di prendere le proprie decisioni.
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