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13 recensioni
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A.P.
Mi sono trovata molto bene con la dottoressa. Sin dall' inizio mi sono sentita a mio agio perché lei è molto tranquilla anche di fronte a problemi che mi imbarazzavano sono riuscita a raccontare con naturalezza. La consiglio di cuore.
Roberto
Sono rimasto molto soddisfatto dell’incontro con la dottoressa Rubin.
Ho apprezzato la sua gentile disponibilità facilitando questa mia nuova esperienza che non mi aspettavo così positiva.
C.P.
Ho conosciuto la dott.ssa Karen Rubin alcuni mesi fa. L'incontro si è manifestato subito positivo per le innate caratteristiche della dottoressa, tranquillità, accoglienza, ascolto quindi rapida comprensione della personalità che si trova davanti. Non è stato facile cominciare ad affrontare questioni che per me erano davvero una spina nel fianco e riguardo le quali non ero mai riuscito ad aprirmi. Con la dott.ssa Rubin si è invece instaurato, nel giusto tempo e grazie al suo modo di agire, un rapporto di assoluta fiducia. Le cose procedono bene e sono molto contento del percorso che stiamo facendo. Sento di consigliarla caldamente.
SD
Da anni non incontravo una terapeuta capace di farmi sentire avvolta ma al tempo stesso capace di farmi riflettere così su me stessa. La dottoressa è straordinaria nel cogliere le dinamiche che da tempo metto in atto nella mia vita. E aiutarmi a fare di me la donna che sognavo di essere. In pace con me stessa e gli altri
C
Nella stanza della dottoressa sono riuscita finalmente a percepire ed esprimere le mie emozioni. Era un problema che avevo da sempre ma no avevo il coraggio di affrontare. È stato possibile perché lei è molto empatica e mi sono compresa e sostenuta. Ottima professionista con grande umanità!
Paziente
dopo un intervento chirurgico ero diventato dipendente da alcuni farmaci di cui ho continuato ad abusare anche quando il problema fisico era ormai risolto. I miei familiari mi hanno spinto verso la psicoterapia ma se non avessi trovato la dottoressa non credo avrebbe funzionato. Sono riuscito a parlare di temi che mi creavano grande imbarazzo con lei perchè l'ho sentita partecipe dei miei problemi e scoperti alcuni meccanismi ho mollato le medicine. Sono speranzoso. Consiglio vivamente
A.S.
“Non ho mai creduto nella psicoterapia e mi rifiutavo di chiedere aiuto. Poi ne ho avuto bisogno per capire perché i miei rapporto con l’altro sesso sono sempre così complicati. È un anno che vado dalla dottoressa e la mia relazione attuale sta andando molto meglio. Sono contenta…
A.S.
T.S.
Buonasera trovo la dottoressa Rubin Karen molto preparata, attenta alle esigenze del paziente, disponibile, empatica e intuitiva, autentica nel dialogo e flessibile nel proprio ruolo. Mi segue da un po di tempo e sinceramente consiglierei il suo aiuto a qualsiasi altra persona abbia bisogno di un BRAVO psicoterapeuta.
FL
la dottoressa mi è stata consigliata da un amico che aveva un problema simile al mio, un figlio con problemi di tossicodipendenza per cui sono disperato. Gli incontri mi stanno aiutando a considerare il problema in modo diverso e comincio a sperare di poter aiutare a mia volta lui ad uscire da una situazione che sta angosciando l'intera famiglia. La consiglio
Risposte ai pazienti
ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno. Sono Eleonora ho 29 anni. Sono una ragazza timida, introversa.
Alle elementari, dopo un anno che i miei si erano separati, penso a 9 anni, andai dallo psicologo su richiesta delle mie insegnanti perché da come ho capito, le insegnanti avevano detto che ero triste, parlavo un po' con le mie compagne e poco con gli adulti. Se non ricordo male, andai poche volte dallo psicologo, forse due volte.
Nel 2008 vado dalla psicologa nel centro salute del Asl del mio paese. Il motivo per cui entrai la prima volta in Asl, dalla psicologa era perché avevo tentato il suicidio, perché l' anno prima alcune mie compagne di classe, erano state aggressive nei miei riguardi. Ora, ricordandomi l epoca non so se ero stata capace di spiegare il motivo per cui ho tentato il suicidata.
Praticamente, un giorno, mia sorella vedendomi sempre a casa anziché a scuola, decise di farmi iscrivere in un altra scuola, io ero spaventata all idea di iniziare di nuovo un altra scuola perché significava conoscere persone nuove e non volevo assolutamente cambiare scuola, per cui in quel momento avevo veramente pensato di togliermi la vita.
Avevo paura di incontrare di nuovo gente aggressiva che mi avrebbe preso di mira. Dalla classe in cui ero ripetente ( perché ho ripetuto la prima) non c erano le compagne di classe che mi avevano preso di mira l anno prima. Dal momento che per me la situazione era stabile e che le compagne che avevo erano tranquille rispetto all anno prima, non c era motivo di cambiare scuola, anche se e vero che facevo molte assenze (ma perché non avevo voglia).
Così dopo il tentato andai dalla psicologa, ricordo che mi fece dei test. Poi non andai più per qualche anno.
Ritornai dalla psicologa nel 2011 a seguito di un mio scoraggiamento. So che è banale, ma il motivo è questo: ad una festa con la mia famiglia, parenti e vicini di casa, versai da bere ad una signora, e la signora aveva commentato che non sapevo versare l' aranciata e me la presi molto, ci rimasi veramente male così ritornai dalla psicologa.
Sono stata sempre un po' insicura e tendevo e tendo tutt' oggi a non uscire di casa.
Siccome negli anni scorsi, andavo dalla psicologa in modo discontinuo, mi sono poi impegnata ad andare alle sedute in modo costante. Dal 2018 vado sempre dalla psicologa, e per quanto ci conosciamo da anni, non riesco ad aprirmi totalmente con lei, all inizio sono sempre molto in ansia e lei dice che fa una gran fatica a parlare con me, dice che mi deve togliere le cose di bocca. Lei aspetta sempre che parli io, come se dovessi parlare per un po', invece io arrivo, mi siedo e aspetto che mi parli ma appunto è perché sulle prime sono molto a disagio e a volte quando lei aspetta che io parli, mi crea ancora più disagio. Per me ancora adesso è faticoso parlare con lei, nonostante che lei mi dice che la conosco da anni. Io comunque gli e lo detto che i silenzi, dove ne io né lei parla mi mettono a disagio e tuttavia lei aspetta sempre che io le parli, e a volte rimaniamo a guardarci per 30 40 secondi. Insomma, parlo per me, questo tipo di aiuto diciamo colloquiale dove io , ogni settimana vado e parlo di me, non mi soddisfa tanto. Vedo che se pur parlo, delle mie difficoltà, o che lei nota quanta bassa autostima ho, non vedo un aiuto concreto. Anzi tutte le volte che vado da lei e parlo di me, mi sembra un po' dispersivo il suo tipo di aiuto. Ad esempio, parlo delle mie difficoltà relazionali ma rimane lì la questione!poi in un altra seduta parliamo di un altro problema, di nuovo senza obiettivi per affrontarlo..come se rimanesse solo uno sfogo. Non c'è un obiettivo da raggiungere, un lavorare insieme attivamente per superare le difficoltà ma sembra appunto molto orientato al dialogo e io dopo tutti questi anni davvero non capisco come mai, capito le mie difficoltà, non mi aiuti a superarle. Io vorrei che fosse più attiva verso di me, ad esempio non ho ancora superato il bullismo, eppure non ne parliamo tanto. Come anche l' autostima, io purtroppo non vedo cambiamenti, in un certo senso mi sento ferma con lei. Una volta le avevo chiesto se potesse indicarmi dei libri di psicologia e mi disse che non li conosceva.
Una volta forse per la mia insoddisfazione e per l' aiuto che mi dava, forse perché non mi bastava avevo trovato un associazione a mezz' ora dalla mia abitazione dove insegnavano teatro per poi essere sicura nel lavoro. Gli e lo dissi, (anche perché mi sembrava di non togliere niente a lei) e mi rispose che già c erano loro ( CSM) come asl. Per cui non voleva che altri progetti si intromettessero. Il che mi stava bene che non volesse altri progetti intorno, però poi doveva fare veramente qualcosa lei per aiutarmi e non che poi io mi recassi al CSM per un mero dialogo , ogni volta a settimana. Invece niente, da qualche anno che vado, i colloqui sono appunto di dialogo. Infatti io avevo pensato che se ero costante nelle sedute, mi avrebbero fatto fare qualcosa di più, mi avrebbero dato più risorse in sostanza, per aiutarmi, invece, niente. Io mi sento molto insoddisfatta di questo aiuto.
Una cosa che ho notato sempre verso la mia psicologa e una premura infinita nei miei riguardi, da sempre, tanto che ad esempio se lavoravo e mi vedeva stressata, impaurita mi faceva smettere di lavorare. Non mi dava la grinta il coraggio oppure un modo per affrontarlo insieme ma praticamente ha sempre appoggiato le mie paure. Infatti la mia famiglia a sempre detto che mi protegge troppo appena c'è un problema o che mi coccola troppo. Io sento di aver sviluppato nei riguardi della mia psicologa una certa dipendenza, perché comunque vorrei uscire da queste "sedute" o comunque affrontare veramente le mie paure per poi essere autonoma e non fare sedute su sedute, senza obiettivo. Inoltre, durante il periodo in cui lavoravo e una volta a settimana andavo dalla psicologa, sulla base soprattutto di quello che le dicevo e come mi vedeva mi ha fatto fare dei test da un suo collega di diagnosi Asperger a seguito delle mie sedute, in cui una volta gli dissi che non avevo salutato una collega perché era troppo tardi per salutare e poi aveva visto che non capivo una metafora. Ora, detto questo, le metafore le capisco, anche perché le uso e le esprimo io stessa, magari mi può sfuggire il significato di una metafora però non mi sembra che non capisca nessuna metafora, anzi. Insomma, penso che la mia psicologa abbia pensato fossi Asperger sulla base di pochi elementi. Ho passato un anno a fare non so quanti test sull Asperger, (non scherzo quando dico un anno) e lo psicoterapeuta diceva sempre che ci sarebbero stati degli esercizi, ecco ad oggi io non ho fatto neanche un esercizio sull asperger. Anche qui, se mi dai una diagnosi come l' asperger e poi non mi dai delle risorse, rimane un aiuto fatto di parole.
Che io penso no di essere asperger, se ci sono delle risorse oltre il dialogo ben vengano, se invece passano mesi e non vedo mai lo psicoterapeuta che mi ha fatto fare test, finisco con il pensare che forse non sono asperger.
Oltretutto a parte questo, mi hanno messo nella diagnosi lieve asperger...questo mi fa pensare che neanche loro ne siano tanto convinti della diagnosi.
La mia famiglia è da qualche anno che mi dice di informarmi se ci sono altri psicologhi che mi possono aiutare, proprio perché mi vedono da anni a casa e non vedono risultati e ovviamente non sono contenti della mia situazione.
Per questi motivi chiedo a Voi se conoscete in Torino degli ospedali o comunque servizi gratuiti di psicologi che mi possono aiutare a stare meglio e ad affrontare le mie paure. Io cercavo in Torino una valutazione su mutismo selettivo per adulti, visto che mi riconosco più sul mutismo che sull asoerger, date le mie paure su alcune persone rigide.
Spero davvero possiate aiutarmi nel suggerirmi dei servizi in Torino, gratuiti o che si pagano in parte, perché purtroppo ora non posso permettermi un privato. Spero possiate trovare una soluzione, perché non voglio continuare così.
Grazie per L' attenzione.
Cordiali saluti
Eleonora
Salve Eleonora. Secondo me, sono logopedista e psicoterapeuta, dovrebbe affrontare separatamente le due questioni nonostante tra le due ci siano importanti connessioni. Non voglio mettere in dubbio le capacità della sua psicoterapeuta ma a quanto dice non la soddisfa e vive le sedute come tutte uguali, senza avvertire un miglioramento. Le consiglio un colloquio con un altro professionista per valutare se all'interno di un'altra relazione può sentirsi più a suo agio e capire meglio quello che la blocca e come superarlo. Tanti auguri!
Buon pomeriggio, sono una ragazza di quasi 20 anni e vivo in provincia di Bari.
Oggi sono qui a scrivervi perché è da un po’ di tempo che dentro di me sento la necessità di farmi ascoltare e aiutare.
Ho parlato in parte ad un mio amico di cosa mi succede e di come mi sento e ho apprezzato il fatto che mi abbia ascoltato e dato anche dei consigli però è come se una parte di me fosse rimasta inascoltata ancora dato che non mi sono raccontata a lui in toto, cosa che mi sentirei di fare di più con qualcuno più competente in questo ambito che potrebbe analizzarmi interiormente in modo più dettagliato.
Nell’ultimo anno ho notato quanto tutto mi sia pian piano diventato indifferente, anche cose che prima erano le poche a farmi stare serena, ora di rado riescono a rassicurarmi. Io sono già di mio una persona abbastanza ansiosa però ho notato che nell’ultimo anno/periodo mi sento in colpa e in ansia per qualsiasi cosa, anche quando non c’è ne il motivo e naturalmente non riesco a vivere bene.
Per non parlare di quando ogni volta che inizio un qualcosa di nuovo con entusiasmo e voglia di fare, puntualmente inizio a perdere interesse fino ad arrivare ad un punto in cui procrastino oppure in casi più “estremi” ci rinuncio. Così è stato con l’università che ho abbandonato perché non avevo più stimoli e lo stesso interesse che avevo all’inizio, ciò mi da fastidio perché magari le persone, i miei stessi genitori pensano che io sia pigra e che non voglia fare nulla ma in realtà c’è qualcosa che dopo un po’ mi fa stancare di tutto. Come se non ne valesse la pena.
In realtà io credo che una persona possa avere a che fare con tutto ciò.
Io e questa persona eravamo compagne di classe al liceo, non siamo mai state più di tanto legate però quando capitava, il dialogo si instaurava. Poi 2 anni fa, quando frequentavo il quarto liceo, in modo spontaneo ci siamo avvicinate un po’ di più dato che avevamo scoperto di condividere alcuni interessi e pian piano abbiamo iniziato a parlare durante le ore di scuola. Ero felice, sentivo come se qualcuno per la prima volta avesse interesse nell’ascoltarmi, mi sentivo come se per la prima volta contassi per qualcuno. Era anche una delle poche persone che mi stavano accanto che mi capiva o almeno sembrava ci tenesse a farlo. Credo di aver riposto tutta la felicità che provavo in quella persona e proprio per questo che quando non ha ricambiato i miei sentimenti e sono iniziati i primi litigi io pian piano sono crollata dentro, soprattutto quando si è fidanzata.
Abbiamo iniziato a parlare sempre di meno, fino a non parlare più anche perché io ero troppo triste e arrabbiata quindi ogni volta che provava a parlarmi io le rispondevo male.
Una volta ero così ferita e arrabbiata che le ho detto delle cose che non ho mai pensato, forse le ho dette solo perché volevo capisse quanto stessi soffrendo. Penso di averla ferita molto anche se non me lo ha mai detto, ha sempre fatto finta che non gliene importasse.
La batosta definitivamente l’ho ricevuta a gennaio di quest’anno, quando ha deciso di troncare definitivamente i rapporti senza avere un confronto di persona, bloccandomi da tutti i social per evitare che la cercassi nuovamente. Ad oggi la situazione è rimasta invariata, dolore che provo incluso.
Dopo questo avvenimento penso che nulla abbia mai contato più di tanto. Non voglio incolpare lei perché alla fine ho sbagliato più io di sicuro però avevo davvero bisogno mi ascoltasse e magari che le cose si sistemassero. Comprendo però che non sono ancora matura emotivamente per ritornare a parlarle come se non provassi più nulla, nel caso succedesse.
Oltre a stare davvero male, sono tanto arrabbiata e non posso indirizzare questa rabbia alla diretta interessata quindi, o rimane in me oppure e verso persone che non sempre c’entrano, come un tornado arriva e spezza via tutto. Lì per li non mi accorgo che le parole da arrabbiata che dico e che penso possono davvero fare stare male.
Non so come accettare che questa persona che mi sta ancora tanto a cuore, non voglia più parlarmi. Penso che dopo tanto tempo non ci pensi più.
Avrei tanto voluto essere più razionale quando ci sono di mezzo certe situazioni invece di farmi travolgere dai sentimenti così forse a quest’ora non mi considererebbe una persona che è meglio allontanare. Io credo che se imparerò ad accettare che alla fine è ciò che merito in parte, per essermi comportata male con lei, potrò finalmente andare avanti e forse stare meglio con me stessa. Avrei davvero bisogno di andare in terapia ma non sono ancora indipendente dal punto di vista economico e poi sinceramente ho vergogna e paura di come possano reagire i miei genitori se nel caso dovessi chiedere il loro supporto sia psicologico che economico.
Spero di essere stata più concisa possibile anche se non è stato molto facile.
Anche solo una vostra risposta mi sarà di grande aiuto davvero, grazie per il tempo che mi dedicherete.
La cosa più importante di un percorso psicoterapeutico è la possibilità di poter parlare ed essere ascoltati senza alcun timore del giudizio, con la certezza che le sue emozioni e sentimenti rimarranno tra lei e il terapeuta. Il mio orientamento, psicoanalitico, può suggerirle intanto che il suo timore e il suo isolamento sono difese psicologiche. Analizzandole, data anche la sua giovane età, potrà finalmente sentirsi meglio, comprendersi e guardare al futuro con più serenità. Auguri!
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.
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