Esperienze
Sono iscritto da febbraio 2022 alla Scuola di Psicoterapia Integrata di Milano. L'approccio integrato prevede l'utilizzo di diverse metodologie a seconda del caso e delle caratteristiche del paziente. Ritengo utile e doveroso riconoscere ad ogni paziente un'unicità che, in quanto tale, richiede un'analisi ad hoc.
Dal 2022 lavoro presso una comunità psichiatrica di Milano (Fondazione Lighea) dove svolgo il ruolo di operatore della riabilitazione psichiatrica. Ho iniziato parallelamente la libera professione presso il mio studio di Milano.
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11 recensioni
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M O
Con il dottor Nazzi mi sono sentita subito a mio agio. Anche se ho fatto solo due sedute fino ad ora, posso già dirmi soddisfatta della mia scelta e della sua professionalità
P.F.
Il Dott. Nazzi è un professionista attento e in grado di mettere il paziente a proprio agio.
Sa dosare professionalità e umanità, ascoltando le persone con profondo rispetto e senza alcun giudizio.
Farà tanta strada e si meriterà ogni successo.
T.E.
Ho iniziato da qualche mese un percorso con il Dott. Nazzi. In passato avevo già tentato di intraprendere un’esperienza di questo genere ma avevo sempre interrotto per mancanza dei giusti stimoli.
Finalmente posso dire di aver trovato il giusto professionista che mi consenta di poter gestire la mia vita libero da ansie disagi. Consiglio, molto empatico e professionale.
C.V.
Il Dott. Nazzi è un professionista eccezionale. Devo dire che ero inizialmente scettica a intraprendere un percorso psicologico, ma il dott. Nazzi è riuscito a farmi ricredere. Ha dimostrato grande flessibilità nel nostro percorso, e soprattutto disponibilità. Consiglio vivamente il suo servizio a chiunque cerchi un professionista competente!
V.B.
Sono contento di aver incontrato il Dottor Nazzi, del quale vorrei segnalare, nella mia esperienza, la facilità con cui predispone ad un rapporto di fiducia verso lo psicoterapeuta.
G.C.
Ho avuto il privilegio di intraprendere un viaggio di auto-esplorazione con lo psicoterapeuta G.Nazzi. La sua profonda comprensione e la sua empatica presenza hanno reso ogni seduta un’opportunità per crescere e guarire. Con competenza e sensibilità, Giacomo ha guidato il mio percorso interiore, aiutandomi a navigare attraverso le sfide e a scoprire risorse nascoste dentro di me. Grazie al suo sostegno, ho sperimentato una trasformazione positiva nella mia vita. Consiglio vivamente il dr. Nazzi a chiunque stia cercando un accompagnamento autentico ed efficace nel proprio viaggio verso il benessere psicologico.
F.N.
Il Dr. Nazzi è un ottimo professionista che ha reso le mie sessioni di terapia estremamente positive. La sua empatia e comprensione mi hanno fatto sentire a mio agio fin dall'inizio, creando un ambiente sicuro per esplorare i miei pensieri ed emozioni. Grazie al suo supporto, ho acquisito nuove prospettive e strumenti per affrontare le sfide quotidiane con maggiore fiducia.
M.M.
Nella mia vita ho approcciato varie volte il mondo della terapia, senza però riuscire mai a dare costanza alle sedute. Da quando ho conosciuto il dott. Nazzi tutto questo è completamente cambiato. Da un impegno, la terapia è diventata un piacere e un bellissimo percorso attraverso cui sto riuscendo a stare meglio. Professionista serissimo e attento, veramente consigliato
A.L.
Dottore molto competente e professionale. È riusciuto a farmi sentire a mio agio, fin dal primo incontro. Molto puntuale e disponibile. Consigliatissimo!
Risposte ai pazienti
ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno Dottori, sono una ragazza di 21 anni e sono in crisi per quanto riguarda l'università.
Ho frequentato il liceo classico, sempre con ottimi risultati, e per 4 anni sono stata convinta che, una volta uscita, avrei frequentato corsi di laurea come Lettere, Beni culturali o affini, vista la mia passione per il mondo antico e per le materie umanistiche. Tuttavia, durante l'estate del quarto anno, ha iniziato a balenarmi in testa l'idea di Medicina, che non avevo mai preso in considerazione fino a quel momento, probabilmente a causa di esperienze vissute sulla mia pelle (parenti in terapia intensiva, ecc). Ho portato avanti quest'idea per tutto il quinto anno, nonostante la passione per i classici non si fosse mai affievolita, e, a settembre 2022, dopo la maturità, ho provato il test di Medicina: questo purtroppo non è andato come speravo, ma era prevedibile, dato che la scuola non mi aveva fornito una preparazione scientifica, e che in due mesi non ero riuscita a recuperare tutto. Nello stesso mese, ho provato anche il test di Professioni Sanitarie: qui ero riuscita ad entrare, con un buon punteggio tra l'altro, ma ho deciso di rifiutare il posto, perché sapevo che non erano davvero ciò che volevo fare, e che non mi avrebbero aiutata a ripreparare il test di Medicina. Mi sono quindi iscritta al corso di Chimica Farmaceutica, perché pensavo che, studiando per gli esami, avrei colmato anche le mie lacune per il test, e infatti così è stato. Studiavo per gli esami, con più o meno difficoltà, seguivo le lezioni con abbastanza interesse, ma sentivo che non mi trovavo nel posto giusto. A luglio 2023 ho riprovato il test di Medicina, e a settembre ho scoperto di essere entrata in seconda scelta, in una città diversa dalla mia, quindi mi sono subito trasferita e con grande entusiasmo ho iniziato a seguire le lezioni.
Una volta arrivata la sessione invernale, però, sono riprecipitata nel vortice di dubbi e confusione di un anno prima: mi piacerebbe fare il medico, mi ci vedo, ma sento che le materie scientifiche non sono il mio. Studio e do gli esami, ma non vanno mai come vorrei, e invece immagino che, se qualcosa mi appassionasse veramente, lo studierei volentieri e otterrei buoni risultati. Mi mancano costanza e motivazione, e non so dove trovarle. Tutte le volte che entro in crisi o che boccio ad un esame, mi metto in discussione e torno a pensare al chiodo fisso di Lettere: se anche cambiassi corso e mi trasferissi a Lettere, davvero mi piacerebbe? Vale davvero la pena lasciare tutto (ambiente, amici, città nuova, ecc), per qualcosa che non conosco? Io vorrei fare il medico, non l'insegnante, eppure quelle materie non le capisco e faccio molta fatica a studiarle. Credo che la mia scelta sia tra studiare qualcosa che mi piace, ma fare per tutta la vita un lavoro che non mi rispecchia, oppure stringere i denti adesso, per i prossimi anni, per poi andare a fare un lavoro che sento mio.
Mio padre è stato contrario fin da subito alle mie scelte, benché mi abbia lasciato sempre la libertà di decidere: avrebbe preferito che scegliessi una professione sanitaria, così in tre anni avrei finito e avrei potuto iniziare subito a lavorare e ad avere un'indipendenza economica. Ma io non riesco a fare qualcosa che non mi piace. Infermiera, ostetrica, ecc. e medico sono tutte figure sanitarie, è vero, ma sono distanti anni luce dal punto di vista dei compiti, dei ruoli e delle responsabilità. Quello che mio padre cerca di dirmi, indirettamente, è: "visto che Medicina è troppo alta per il tuo livello, ti conviene abbassare l'asticella e fare qualcos'altro", ma io non sono abituata: sono sempre stata ambiziosa e determinata, mi sono sempre piaciute le cose difficili, anche se non capisco cosa mi stia succedendo adesso. Se lasciassi Medicina mi dispiacerebbe, perché mi sentirei come se mi fossi preclusa qualcosa già dall'inizio (infatti, dicono tutti che i primi due anni siano tosti, e che poi la situazione migliori, quando si iniziano a studiare le materie cliniche e chirurgiche), però, al tempo stesso, non so come continuare a dare esami, se faccio tutta questa fatica. Non capisco se sia disinteressata nei confronti di queste materie o sia semplicemente pigra e procrastinatrice, perché se mi applicassi veramente, magari sarei anche brava.
Ci sono, su Internet e sui social, molte persone che promettono di insegnare un metodo di studio o di aiutare gli studenti a superare un blocco: sarei tentata di rivolgermi a qualcuno, ma non so se e quanto siano affidabili, perché non vorrei spendere soldi inutilmente.
A breve, penso di effettuare un consulto con uno specialista nella mia zona, però, nel frattempo, ho deciso di sottoporre la situazione anche a voi, magari per ricevere qualche spunto di riflessione e punto di vista in più.
Grazie mille di aver letto.
Buona Pasqua a tutti!
Buongiorno,
dalle sue parole traspare una forte confusione. Si potrebbe dire che ciò è normale, considerando anche il cambio di vita sostanziale che ha fatto. Ne parli con il dottore a cui ha prenotato la visita e vedrà che ci sarà la possibilità di schiarirsi le idee.
Buona Pasqua!
Salve, sono una ragazza di 28 anni.
Ho una relazione da due anni e mezzo, un anno quasi fatto a distanza dopo un mio trasferimento (una settimana al mese insieme). Ci sono sempre stati alti e bassi, momenti in cui sono stata più convinta, momenti meno (ho da poco letto dell'esistenza di OCD da relazione e sembra descrivere un po' il mio stato d'animo, non sono mai riuscita a vivermi una relazione serenamente). Siamo di nazionalità diverse, entrambi lontani da casa, fatto che forse ha sempre inciso sulla mia incapacità di proiettarmi nel lungo termine. Da agosto/settembre 2022 non riuscivo ad avere rapporti con il mio ragazzo, zero voglia e dolore. Giusto io che cercavo di soddisfarlo il meglio possibile. A giugno 2023 smetto la pillola per capire se quella poteva essere la causa. Verso novembre comincio a sentire qualcosa smuoversi a "livello sessuale" , a trovare di nuovo attraenti (da lontano) ragazzi/uomini e allo stesso tempo comincio a rimettere in dubbio i miei sentimenti per il mio attuale ragazzo, il quale mi ama moltissimo.
Sempre a novembre, il mio ragazzo trova un nuovo lavoro per trasferirsi in una città più vicina a me (un paio d'ore di treno) con l'anno nuovo. Io, presa dal panico, gli dico di non spostarsi per me, ma lui decide di accettare comunque. Passiamo le vacanze di Natale e il tempo assieme mi rasserena. Poi dubbi di nuovo. Verso fine gennaio, incontro un ragazzo italiano A al bar una sera. Colpo di fulmine, ma non faccio nulla e cerco di starmene sulle mie. Giusto prima di uscire per tornare a casa, un ragazzo B si avvicina a me e alle mie amiche. Per coincidenza il ragazzo B é amico del ragazzo A, passiamo la serata tutti insieme ma io cerco di evitare il ragazzo A per quanto ci sia una chiara attrazione. Nei giorni seguenti il ragazzo A mi contatta su instagram, decido di uscirci insieme, mettendo pur sempre le mani avanti dicendo che si, é un momento di crisi, ma che sono impegnata. Ci esco, sperando di trovare un cafone e di mettere subito fine a quella forte attrazione fisica. Sfortunatamente, trovo invece una persona molto calma e gentile, sebbene con uno stile di vita molto diverso, che riesce a farmi passare delle ore in tranquillità e sicurezza. Non dico nulla a nessuno perché mi vergogno un sacco del mio comportamento. Il ragazzo A non cerca nulla di serio e non mi mette nessuna pressione. Ci esco un paio di volte, finché durante le due ultime uscite scappano dei baci, essendomi convinta che con il mio ragazzo tutto era finito. La realtà é che poi comincio a sentirmi malissimo. Prendo le distanze dal ragazzo A, torno in italia per una settimana, non mi capacito di quello che ho fatto. Non dico nulla al mio ragazzo, non voglio rivelargli un tradimento finché non ho chiarezza sui miei sentimenti. Penso a come reagirebbe al saperlo e mi sento male, mi sento una stupida totale. Rivedo il mio ragazzo, ora più spesso essendosi trasferito. Riusciamo a fare l'amore di nuovo, forse gli ormoni ristabiliti. Non mi sento di lasciarlo e di buttare gli ultimi anni alle spalle. é il primo ragazzo con cui mi sono veramente rivelata per quella che sono e che mi accetta nonostante tutti i miei difetti (fisici e non). Conosce tutte le mie paure e con lui mi sento nella mia comfort zone.
Io riconosco che le personalità come il ragazzo A sono le personalità che mi attraggono da sempre, ma che mai mi hanno portato a qualcosa di duraturo. Il mio ragazzo non é come A, mi assomiglia molto, ha molte insicurezze, ma anche per questo mi accetta per quella che sono.
Ho paura di lasciarlo e di non trovare più nessuno che mi ami come lui.
Mi sento una persona orribile, tutte queste cose le tengo per me da qualche mese perchè mi vergogno a parlarne con chiunque.
Cosa devo fare? Si può dimenticare un tradimento e andare avanti? é giusto stare insieme?
Buongiorno, pur essendo una situazione che smuove tanta emotività e tanti sensi di colpi, ci tengo a dirle che è normale in una relazione (soprattutto a distanza) vivere dei momenti di confusione. Per quanto sia banale a dirsi, è necessario trovare la serenità personale e per farlo bisogna "sbrogliare il bandolo della matassa". Quello che sembra farla stare più male dalle sue parole è il senso di colpa. Mi contatti pure se lo desidera al fine di dispiegare passo dopo il passo il materiale che ha portato qui.
Dott. Giacomo Nazzi
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