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16 recensioni
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Avevo un po' di timore nell'iniziare un percorso psicologico ma fortunatamente l'ho fatto e la dott.ssa Faro è stata eccezionale in questo. Mi ha messa da subito a mio agio e mi ha accompagnata in questo percorso con delicatezza ed empatia, aiutandomi a riconoscere e superare le mie resistenze con la sua grande professionalità. La consiglio.
A.D.
Ho contattato la dottoressa per affrontare una problematica personale. Mi ha colpito la sua empatia e l'attenzione verso la persona. La consiglio vivamente.
R.
Il mio percorso è iniziato qualche mese fa, è ancora lungo ma non posso che consigliare la dottoressa mi sta aiutando tantissimo a ritrovare la serenità, molto preparata e competente ma anche estremamente disponibile, gentile, precisa,puntuale empatica e mai giudicante. Sono veramente soddisfatta di averla conosciuta.
GC
Ho avuto modo di avere dei colloqui con la dottoressa a seguito di un brutto incidente stradale dove stavo per perdere la vita. Il suo supporto post trauma mi è stato essenziale. Ancora oggi gli sono grato per essermi stata d'aiuto in un momento così delicato della mia vita
V B
Ho conosciuto la dottoressa Faro in un momento molto delicato della mia vita e mi ha aiutata tantissimo: la sua attenzione per ciò che le raccontavo, la sua gentilezza e il suo modo di accogliere ogni mia emozione mi hanno fatta sentire a mio agio, serena nel potermi esprimere liberamente. E' una professionista seria e affidabile. La consiglio vivamente!
RDR
Ho avuto modo di essere paziente della dottoressa Faro ed è stata la cosa più bella che mi è successa nell’ultimo periodo. La sua più grande dote è l’empatia. Mi sta aiutando ad uscire da piccoli e grandi problemi. Consiglio a chiunque avesse bisogno di un supporto psicologico
M.B
La dottoressa Faro mi ha da subito trasmesso tranquillità ed è stata attenta alle mie esigenze. Si è dimostrata una professionista competente ed estremamente empatica. Da quando ho intrapreso un percorso psicologico con lei mi sento decisamente meglio. Mi sento di consigliarla, visti i risultati ottenuti
CF
La dottoressa Faro è una professionista disponibile e competente, nonostante il colloquio fosse in modalità online mi sono sentita molto a mio agio nel parlare con lei. Continuerò sicuramente!
S.C.
Ho iniziato un percorso con la dottoressa a causa di una forte ansia e mi sta aiutando a riprendere in mano la mia vita. Grazie anche al suo sostegno e alla capacità di ascolto mi sento sempre accolta e non giudicata.
M.d.r.
Ho avuto la fortuna di conoscere la dottoressa grazie ad una mia amica. Mi ha aiutata in un momento delicato della mia vita. Con i suoi consigli e la sua preparazione è riuscita a tirarmi fuori da uno dei periodi più bui. Grazie dottoressa
Risposte ai pazienti
ha risposto a 14 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buonasera a tutti, sono qui per esporvi quello che per me sta diventando un grande problema. Io sono una ragazza di 27 anni e sono fidanzata con quello che è il mio ragazzo da circa 5 anni. Allora, cominciamo dal principio. Io mi porto dietro una situazione familiare non leggerissima, che vuoi o non vuoi mi ha portata ad avere un carattere e mentalità diversi, rispetto magari ad altre ragazze e ragazzi della mia età. Io sono cresciuta con i miei zii, senza genitori, e mia zia in particolare per la me bambina era diventata come un punto di riferimento. Sono una ragazza timida, insicura di se stessa, matura su molte cose, ma meno su altre. Sono una ragazza anche intelligente mi dicono in molti, sensibile, sempre spesso titubante e incerta, ancora in fase di costruzione della vera me (sto infatti seguendo da pochi mesi un percorso di psicoterapia, per aiutarmi). Sono anche una persona empatica e se posso cerco sempre di evitare che gli altri possano stare male a causa mia, e attualmente ho solo due amiche serie, ho difficoltà nello stringere rapporti. Spero di essere riuscita a mostrarvi bene o male un quadro generale di me stessa, così da rendervi più chiaro quello che dirò adesso.
Come ho detto inizialmente sto con questo ragazzo da circa 5 anni, i primi 3 anni e mezzo circa sono andati bene, tutto perfetto più o meno, qualche litigata ogni tanto, qualche considerazione, ma nulla di eccessivo. Da un annetto a questa parte invece, più o meno, la situazione è leggermente cambiata. Forse sbaglio io a renderlo troppo partecipe delle cose che succedono in casa mia e a me in generale, ma ultimamente si è messo a criticare non solo alcune mie scelte e modalità, ma anche quelle del resto della mia famiglia, in particolare mia zia. Quasi ogni volta che mi capita di dire "mia zia oggi ha fatto così per risolvere quello che ti dicevo ieri" e lui puntualmente mi risponde "mi sembra che tua zia faccia solo ca##ate" o frasi del genere, che comunque a prescindere vanno a degradare quello che fa lei. Giusto pochissime volte mi capita di sentirgli dire che mia zia ha fatto la scelta giusta a fare una determinata cosa. Ma questo adesso è il male minore, però una cosa che mi infastidisce, perchè comunque mia zia è una persona adulta che vuoi o no, nella vita ha svolto un lavoro importante, che nonostante i suoi mille problemi ha raggiunto la laurea, si è realizzata professionalmente e si realizza ogni singolo giorno della sua vita. E' una persona intelligente ed estremamente dinamica.
Comunque, a parte ciò, come dicevo è un periodo che le sue critiche nei miei confronti stanno aumentando sempre di più. Ogni scusa è buona per ricordarmi sempre le stesse cose. L'apice, però, lo abbiamo raggiunto circa due settimane fa, verso la fine della prima settimana di ottobre. Per una certa situazione ci siamo ritrovati a confrontarci al telefono per cercare insieme di trovare una escamotage, all'inizio tranquillamente, ma dopo un po' la situazione ha iniziato a degenerare ed io mi sono ritrovata ad alzare di tanto il tono della voce, cosa che cerco sempre di evitare perchè non sopporto quando si urla, fino a quando stremata ed esausta gli ho chiesto se potessimo riprendere a parlarne il giorno dopo, perchè in quel momento volevo solo staccare e riposare la testa. A quel punto lui mi ha detto di sì, e che però forse prima o poi avremmo dovuto iniziare a prendere in considerazione l'idea di staccare per un po' tra di noi, prenderci una pausa. Io gli ho detto di sì, che ero d'accordo e poi abbiamo chiuso. Per qualche giorno poi non ci siamo sentiti, nè messaggi, chiamate o altro, zero assoluto. Finchè circa quattro giorni dopo mi sono decisa io a scrivergli, per cercare un chiarimento e di parlare un attimo di quello che ci eravamo detti...ok tutto, ma quei giorni senza sentirlo li avevo vissuti male, forse più che altro avevo preso male il modo in cui ci eravamo salutati, non so, solo una mia idea. Comunque, lui mi risponde e concordiamo poi quando vederci. Ci vediamo e parliamo. Lui mi ha detto che di me non sopporta il mio essere troppo buona, dice che dovrei essere un pò più stronza, perchè secondo lui il resto del mondo è stronzo e quindi per non farmi fottere e sopraffare dagli altri dovrei diventare stronza anche io, meno sensibile ed empatica verso gli altri. Mi ha detto anche che secondo lui sono troppo dipendente da mia zia, e che secondo lui il giorno che non ci sarà più mia zia io non sarò in grado di camminare con le mie gambe, soprattutto dal momento che all'infuori di lei non ho altri parenti e che tanto anche le amiche un domani non ci saranno più perchè il destino di noi esseri umani in età adulta è quello di essere soli. Poi mi ha detto che non sono in grado di gestire bene i problemi, perchè mi faccio sempre condizionare da mia zia e sempre secondo lui, la maggior parte delle volte mando avanti lei per fare certe pratiche (commercialista, banca, notaio, assemblee, pagamento di bollette...). Io non mando avanti lei, semplicemente la casa è la sua e non è che posso andare e dirle "eh ma tu non capisci un ca##o, queste cose non le sai fare" e prendere io le redini così senza nemmeno curarmi delle sue scelte e desideri. In base a questo mio atteggiamento lui dice che sono debole e passiva, io invece lo chiamo rispetto. Rispetto verso qualcuno che quella casa in cui viviamo, se la sono sudata con il lavoro lei e mio zio. Dice che dovrei iniziare ad intromettermi io in queste cose, perchè lei inizia ad essere anziana e quindi certe cose devo iniziare a farle io, sennò poi non ci saprò nuotare in tutte le pratiche, perchè a quanto pare sono troppo scema per capire come pagare un bollettino o come chiedere un 730 al commercialista. Non serve che mi alleno per queste cose, e secondo me questa sua pretesa che io tolga le redini a lei perchè io devo imparare mi sembra troppo pretenziosa, mentre per lui è un mio atteggiamento di passività. Come allo stesso modo sono passiva quando si tratta di dover prendere delle decisioni, lui ritiene che non ho mai una opinione mia e che devo sempre aspettare che qualcuno si muova per me, che mi faccio trainare. Ma questo non è vero, semplicemente io dico la mia, lui dice la sua (o chiunque altro) e a quel punto si decide insieme cosa fare, dove andare. Ma non vuol dire essere passivi, vuol dire decidere insieme. Poi se sbaglio correggetemi voi, ma io non mi sento di essere proprio quello che ha descritto lui.
Comunque, io più o meno ho finito, diciamo il grosso è questo. Adesso siamo rimasti che ci diamo qualche mese di tempo e poi vediamo...lui ha detto "eh poi bisogna vedere se cambi carattere". E' una cosa che mi ha dato alquanto fastidio, soprattutto perchè anche io ho detto delle cose che non mi vanno bene di lui, invece qui pare che l'unica persona a dover cambiare sono io. Scusate il lunghissimo papiro che ho scritto, ma le cose da dire erano molte. Principalmente vi ho scritto per chiedervi un parere...intanto siccome già immagino, già vi dico che di fare terapia di coppia non se ne parla, non è assolutamente il tempo e nemmeno il tipo. Io vi chiedo un parere su quello che secondo voi dovrei fare. Perchè da una parte la testa mi dice di mandarlo a quel paese, mentre il cuore no, perchè vuoi o non vuoi stiamo insieme da tanto ed io gli voglio bene. Non so proprio quello che devo fare, sono veramente angosciata. Su alcune cose posso anche lavorarci, ma su altre credo sia impossibile.
Grazie a tutti quelli che mi risponderanno, vi prego ma ho davvero bisogno del vostro aiuto
Gentile utente, inizio esprimendole tutta la mia comprensione per la situazione che ha descritto che è certamente complessa e carica di emozioni intense. Da ciò che ha scritto, sembra che la sua relazione stia attraversando un momento di difficoltà, con dinamiche che hanno iniziato a farsi più tese e critiche.
Le sue riflessioni sulle critiche ricevute dal suo partner, in particolare riguardo al suo carattere e alle sue scelte, suggeriscono che si stia trovando in una posizione in cui sente il bisogno di difendere la propria identità e il proprio modo di vivere. Il fatto che il suo compagno le chieda di cambiare così tanto potrebbe essere fonte di stress e di confusione per lei, soprattutto perché percepisce che il cambiamento è richiesto solo da una parte, senza riconoscimento reciproco delle difficoltà e dei compromessi che ogni relazione richiede.
Il rapporto con sua zia, così come il suo modo di gestire le dinamiche familiari, non deve essere svalutato, soprattutto considerando il legame affettivo e la storia che vi unisce. Il rispetto per chi si prende cura di noi e ha un ruolo centrale nella nostra vita non deve essere interpretato come debolezza, bensì come una forma di riconoscimento del loro contributo e della loro esperienza.
Ciò che sembra emergere, inoltre, è una sorta di pressione che il suo partner esercita su di lei affinché diventi una persona più “forte” e “indipendente” secondo i suoi parametri. Tuttavia, è importante ricordare che ogni persona ha i propri tempi e modi di crescere e svilupparsi. Lei stessa ha riconosciuto di essere in una fase di crescita e di miglioramento personale, anche grazie al percorso di psicoterapia che sta seguendo. Questo è un passo importante, e dimostra che sta prendendo consapevolezza delle sue necessità e dei suoi limiti.
Riguardo alla relazione, la decisione di prendersi del tempo per riflettere sembra sensata. Tuttavia, è cruciale che, durante questo periodo, lei ascolti attentamente se stessa e valuti se la relazione le sta davvero offrendo ciò di cui ha bisogno per sentirsi rispettata, apprezzata e supportata. Il cambiamento di carattere che il suo partner sembra chiedere non dovrebbe essere visto come una condizione per il proseguimento della relazione, ma piuttosto come un’opportunità per entrambi di crescere insieme, se questo è possibile. La sua insicurezza e timidezza, così come il suo bisogno di avere una voce nelle decisioni comuni, sono aspetti che possono essere migliorati nel tempo, ma è essenziale che il cambiamento avvenga per il suo benessere personale, non solo per accontentare le aspettative di qualcun altro.
Infine, le consiglio di non sottovalutare i suoi sentimenti e il suo istinto. Se da una parte il cuore le suggerisce di restare, dall’altra la sua mente potrebbe starle segnalando che ci sono dinamiche da rivedere. È importante che prenda il tempo necessario per capire cosa desidera davvero.
Confidi nella terapia e vedrà che riuscirà a sentirsi più sicura delle due scelte e più fiduciosa. Resto a disposizione
Salve, sono un ragazz* di 18 anni e circa a 13 anni e mezzo ho iniziato a soffrire di disturbi alimentari (anoressia). Non è mai stata trattata anche se ci ho provato (con crisi isteriche in ospedale cercando di farmi visitare senza mia madre attorno ma lei non me lo concedeva) e alla fine ho ricominciato a mangiare e si è sistemato quasi tutto. Però spesso ho ancora nella testa quei pattern restrittivi, senza accorgermi penso alle calorie del cibo che sto mangiando, penso al fatto che dovrei dimagrire e ritorno alle vecchie abitudini, nonostante mangi le giuste quantità. È possibile guarire definitivamente dai disturbi alimentari o sarà qualcosa che mi porterò sempre dietro?
E ha senso andare da un nutrizionista e chiedere una dieta fatta apposta per trovare l'equilibrio giusto (soffrendo di anemia sideropenica) oppure mi farebbe ossessionare ancora di più? Grazie mille.
Gentile Utente, La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Riconosco quanto possa essere complesso e difficile affrontare i pensieri legati ai disturbi alimentari, specialmente dopo averli vissuti per un periodo così prolungato. I disturbi alimentari, come l’anoressia, non riguardano solo il comportamento alimentare, ma coinvolgono anche aspetti emotivi e psicologici profondi. Anche se lei ha ripreso a mangiare regolarmente, è comprensibile che alcune abitudini mentali, come il pensare alle calorie o sentirsi spinta a restrizioni, possano persistere. È molto comune che, anche dopo una fase acuta di disturbo, alcune persone continuino a fare i conti con pensieri ossessivi o restrittivi. Un percorso terapeutico con uno specialista in disturbi alimentari potrebbe aiutarla a esplorare e trasformare questi schemi mentali che ancora permangono, fornendo strumenti per gestirli senza che diventino limitanti. Per quanto riguarda la domanda sul nutrizionista, è importante riflettere su quale sia il suo obiettivo principale. Se si tratta di trovare un equilibrio nutrizionale, soprattutto a fronte di condizioni di salute come l’anemia, un nutrizionista specializzato potrebbe essere una risorsa preziosa. Tuttavia, se la sua preoccupazione è che seguire un piano alimentare possa riattivare l’ossessione per il cibo e le calorie, potrebbe essere utile combinare l’approccio nutrizionale con un supporto psicologico. Questo approccio integrato potrebbe aiutarla a costruire un rapporto più sano e bilanciato con il cibo, evitando che diventi un nuovo motivo di ansia o controllo.
In definitiva, il percorso verso il benessere è personale e può variare da persona a persona, ma con il giusto sostegno è certamente possibile andare oltre questi pensieri e raggiungere un equilibrio duraturo.
Se desidera un supporto in questo processo, sono a disposizione per accompagnarla.
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