Esperienze

Mi chiamo Elisabetta Scalambra e sono una Psicologa Psicoterapeuta ad indirizzo biosistemico.

Nella professione, la cosa più bella per me, è mettere in atto le cose per cui ho studiato e per le quali non smetterò mai di formarmi.
Ci metto passione, impegno e dedico tempo, tantissimo, alla formazione e agli approfondimenti dei temi che tratto.
La soddisfazione più grande, vedere su altre persone l’evoluzione e la crescita che insieme a me, hanno scelto di raggiungere.
La consapevolezza più gratificante, rendermi conto che le cose in cui credo e che cerco di trasmettere, si trasformano in strumenti personali che le persone possono utilizzare per investire su di sè, nel quotidiano, nelle relazioni, nel lavoro.

Credo nel dialogo, nel confronto e nella potenza della consapevolezza mescolata alla volontà.
Alla base di ogni relazione, il dialogo e in una relazione terapeutica, un’alleanza che sorregga un percorso insieme, verso l’obiettivo.
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Esperto in:
  • Psicoterapia

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ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su psicoterapia

Gentili dottori,
sono una ragazza di 22 anni, sono una studentessa di legge e vorrei fare l'avvocatessa . Purtroppo ho paura di non riuscire a realizzare il mio sogno. Ho iniziato l'università con tanto entusiasmo e con ottimi risultati, ma adesso che la meta è vicina non riesco più a studiare. Mi sento sempre più nervosa ed agitata, non riesco a stare seduta davanti ad un libro. Mi chiedo cosa possa fare, vorrei tornare ad essere la ragazza brillante dei primi anni!

Gentilissima, non è detto che il motivo della resistenza temporanea e transitoria che sta vivendo nello studio, sia strettamente legata all’obiettivo finale. Andrebbe approfondito il periodo che sta vivendo, se stanno emergendo situazioni o se sta attraversando momenti che, in qualche modo, le fanno deviare l’attenzione allontanandola dall’obiettivo finale che è la meta del sogno. La difficoltà quindi potrebbe non essere nell’affrontare gli ultimi step per arrivare alla meta ma qualcosa che le sta accadendo o che sta vivendo e che le sta facendo perdere l’autostima e la consapevolezza delle proprie capacità. È molto positivo il fatto che lei si renda conto di questo limite e l’unica riflessione che la invito a fare é sull’opportunità di affrontare questi temi con un/professionista in un percorso di psicoterapia.
La saluto cordialmente.
Dott.ssa Elisabetta Scalambra

Dott.ssa Elisabetta Scalambra

Un lutto può provocare una sorta di demenza? Ovvero una depressione che porta a derealizzazione, infantilismo e mancanza di inibizioni?

Gentilissima/o, un lutto è a tutti gli effetti un trauma. La perdita poi di una persona che per noi ha rappresentato un riferimento, oltre al dolore, può provocare senso di sbandamento, di abbandono, con conseguente ricerca di attenzioni e di affetto. Come già accennato da altri colleghi, ciascuno di noi reagisce al lutto in maniera personale, e soprattutto il dolore viene interiorizzato o esplicitato in modi talvolta non prevedibili. Un lutto in quanto trauma, non va sottovalutato, ma ciò che mi sento di dirle è che il dolore, per essere superato, va vissuto e gestito attraverso risorse personali che talvolta ignoriamo. Parlarne certamente è un bene perché aiuta a non sviare il dolore ma ad affrontarlo col tempo e a prendere consapevolezza delle proprie risorse. Purtroppo davanti a queste esperienze, non si deve avere fretta ma darsi tutto il tempo necessario e di cui si ha bisogno.

Dott.ssa Elisabetta Scalambra
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