Esperienze

Psicologa Psicoterapeuta abilitata all'esercizio della professione nel 2009 presso l'Università degli Studi di Padova, esercito dal 2010.
Dottoressa Magistrale ad indirizzo "Psicologia Clinica e di Comunità" (Ord. Prev. D.M. 509/99), laureata presso l’Università degli Studi di Padova e specializzata in Psicoterapia nel 2013 presso la Scuola di Specializzazione quadriennale in Psicoterapia Interazionista di Padova (riconosciuta dal Ministero dell’ Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica con D.M. del 09.10.2001 ai sensi del D. M. del 11.12.1998 n 509).
Tel.: +393285413507
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E
Presso: Ponsacco (PI) colloquio psicologico individuale

È un'ottima professionista, con cui ho iniziato un percorso di comprensione e crescita personale. Ottime le sue attenzioni, gli esercizi che aiutano davvero a superare traumi e uscire dagli schemi mentali.

Dott.ssa Elisa Tonelli

Grazie molte

M
Presso: Altro Altro

Mi sono sentita subito a mio agio e le riflessioni che mi sono state proposte sono risultate tutte efficaci e pertinenti.

Dott.ssa Elisa Tonelli

Grazie molte

S
Presso: Ponsacco (PI) consulenza psicologica

Mi sono trovata subito bene con la Dottoressa. Ha capito immediatamente il problema e sta cercando di aiutarmi in tutti i modi. Sono molto soddisfatta e la consiglierei vivamente a tutti coloro che hanno da sciogliere i nodi della propria vita. Ogni volta che esco dal suo studio mi sento molto sollevata.

Dott.ssa Elisa Tonelli

Grazie molte

S
Presso: Ponsacco (PI) colloquio psicologico individuale

La frequento da molto tempo e mi è sempre stata d'aiuto

Dott.ssa Elisa Tonelli

Grazie molte

R
Presso: Ponsacco (PI) colloquio psicologico

La dottoressa riesce a metterti molto a tuo agio, i suoi consigli per me sono stati preziosi, molto professionale

Dott.ssa Elisa Tonelli

Grazie molte

S
Presso: Pisa colloquio psicologico individuale

Professionista molto attenta, socievole, invoglia al dialogo e al confronto, discreta e paziente.

Dott.ssa Elisa Tonelli

Grazie molte

S
Presso: Ponsacco (PI)

Molto professionale e disponibile per qualsiasi cosa. Mi sono trovata benissimo

Dott.ssa Elisa Tonelli

Grazie molte!

S
Presso: Ponsacco (PI) psicoterapia

Mi trovo molto bene con la dottoressa Tonelli. Molto disponibile, professionale, accorta e cortese.

Dott.ssa Elisa Tonelli

Grazie molte Selene!

Presso: Pisa

Molto disponibile, molto puntuale e professionale. Un aiuto prezioso.

Dott.ssa Elisa Tonelli

Grazie molte

M
Presso: Pisa

Professionale, efficace, disponibile: altamente consigliata.

Dott.ssa Elisa Tonelli

Grazie molte

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno, sono un ragazzo di 29 che da 7 anni soffre di "problematiche legate all'ansia".
Volutamente, le definisco "problematiche" perché non vorrei influenzare il vostro giudizio usando termini più tecnici e definiti.

In sostanza, dal 2017 quando ho avuto delle crisi di panico molto forti durante un viaggio in treno con persone che conoscevo da poco, non mi sono più ripreso.
Poche settimane prima, per motivi personali ho abbandonato una "compagnia di amici" cui ero legato, non escludo possa aver influito).
Per mesi, ho attuato l'evitamento di tutte le situazioni che ritenevo a rischio, arrivando ad una condizione di aver azzerato quasi completamente i miei rapporti sociali, rimanendo sempre chiuso in casa.
Dopo mesi, mi convinco ad andare privatamente da una psicologa, traendone nessun beneficio dopo un anno. Con questa psicologa parlavamo soprattutto dei miei sogni notturni e della mia vita infantile.
Oltre alla psicologa, ho avuto a che fare con 2 psicoterapeuti-medici di base, che mi hanno consigliato di leggere "L'idiota di Dostoevskij" per dirmi che "non devo avere l'ansia"; e uno "psichiatra" (senza offesa per la categoria medica) che mi ha prescritto della "Pappa Reale" per risolvere il problema.

Dopo un anno, un minimo di attività sociale e universitaria l'ho dovuta fare, ma ad un prezzo disumano di sofferenze e di ansie anticipatorie che non mi hanno fatto vivere bene il 2018.

Arrivati al 2019, tra mille sofferenze che solo chi ha gli attacchi di panico può comprendere, mi viene per fortuna diagnosticata una malattia degenerativa, la Sclerosi Multipla. Finalmente vengo preso un minimo sul serio dai medici e comprendono che non sono matto, ma ho un problema di base da analizzare.

Tra il 2019 e il 2021, inizio alternatamente con 2 nuove psicologhe una terapia, improntata soprattutto sulla terapia cognitivo comportamentale, ma il beneficio è davvero minimo.


Nell'ottobre del 2020, dopo l'obbligata quarantena che mi ha costretto come molti in casa per dei mesi senza uscire, arrivata l'estate con la possibilità di uscire, semplicemente esplodo dall'ansia, non riuscendo ad andare fuori casa da solo a livelli molto più gravi rispetto al pre-pandemia.

Provo quindi ad andare nuovamente da uno psichiatra, questa volta presso il primario dell'ospedale più importante della mia città.
Lì, oltre che ad aver ricevuto la conferma di non essere matto, mi viene confermato che sia una grande vergogna del sistema sanitario nazionale che io mi sia dovuto ridurre in una situazione di sofferenze così gravi, prima che un medico mi rigirasse d'urgenza presso uno psichiatra.
Con questo psichiatra, e la clinica psichiatrica ospedaliera dove lavora, la situazione vede dei TIMIDI ma INSUFFICIENTI miglioramenti iniziando ad assumere degli antidepressivi.

Dal 2020 a oggi, ne ho dovuti cambiare molti, poiché tutti poco efficaci e aventi effetti collaterali importanti.
Ho assunto: 1) paroxetina 2) sertralina 3) citalopram 4) pregabalin 5) duloxetina 6) un medicinale a base di erbe di cui non ricordo il nome 7) Quetiapina 8) Depakin 9) Laroxyl 10) Pramipexolo (e potrei starmene dimenticando alcuni).

Al momento assumo pramipexolo + Laroxyl + Pregabalin.
Con questo mix riesco a malapena ad andare a lavorare, non mi permette di avere una vita normale.

Inoltre, causa effetti collaterali dovrò interrompere pure il Laroxyl e spero sostituirlo con qualcosa di efficace.

I sintomi fisici che ho durante un attacco di panico, nonché la cosa che più temo e che mi fa avere l'ansia anticipatoria, è la chiusura dello stomaco/nausea. (Oltre a tutti quelli più classici e frequenti che non sto ad elencare).

In sintesi finale: io sono morto da 7 anni (si. Sono morto. Non è vivere questo).
Dalla clinica psichiatrica non mi sento preso sul serio (e glielo ho anche detto) poiché per darmi un farmaco nuovo impiegano DIVERSI MESI ad alzare anche di poco il dosaggio e anche se gli dico che non sto bene mi dicono di continuare ugualmente con lo stesso dosaggio (una volta mi hanno anche detto di abbassare un dosaggio di una medicina, sebbene gli avessi appena detto di essere in peggioramento...)

Ciliegina sulla torta, le benzodiazepine provate fino ad ora non mi fanno minimamente effetti positivi, se non darmi un po' di sonnolenza.

Che cosa posso fare?
A livello psicologico, la terapia cognitivo comportamentale è stata inutile e non ritengo che provare una quarta psicologa possa essere un consiglio intelligente o utile.

A livello di farmaci, non so cosa pensare. Se anche fossi farmaco resistente in generale, non dovrei trovare alla lunga una molecola a cui sono debole?

Cosa mi consigliate?

Io non posso vivere con queste atroci sofferenze ancora a lungo. Lo ho anche detto ai vari psichiatri della clinica, ma non ne sembrano minimamente interessati.
Avevo 22 anni quando ho smesso di vivere... mi sono perso quelli che dovrebbero essere gli anni migliori della vita. Mi sono perso un sacco di amici, conoscenti, opportunità di vita e lavorative.
Non ce la faccio più, vi prego salvatemi, datemi qualsiasi consiglio o informazione che possa essermi anche solo vagamente utile!

Buonasera,
al momento c'è una persona da cui si sente capito, ascoltato, che si preoccupa per lei e con lei di quanto sta accadendo?
In una delle consulenze professionali svolte in questi anni è stato accompagnato almeno ad una di queste da una persona che sente affettivamente vicina? Oppure, i professionisti hanno chiesto il coinvolgimento nelle consulenze di una persona familiare o che in qualche modo sente che si prende cura di lei?
Se si, c'è stata un'utilità?

Provo a spiegarmi: quello che descrive può assomigliare ad una sorta di circolo vizioso della solitudine.
Quando ci si sente a disagio, estranei, giudicati, ci si può sentire soli, non compresi, addirittura "i diversi" della situazione e questo ci può creare via via sempre più apprensione, se non addirittura paura, e portarci ad evitare ogni situazione che potrebbe indurci ancora a sentirci così. Evitare ogni situazione che potrebbe rivelare lo stesso pericolo ci porta ad autoisolarci per proteggerci, ma nel lungo termine ci possiamo ritrovare solo più isolati e ancor più impauriti. Scannerizziamo così ogni sguardo delle persone che incontriamo, alla ricerca di indizi che ci segnalino un giudizio pericoloso, una minaccia al nostro desiderio di sentirci capiti, compresi, e forse anche accettati. Spesso, proprio quando ci si sente così si chiede aiuto e può capitare che non ci senta aiutati, creduti, compresi e così si riprova, si chiede di nuovo aiuto con la probabilità di ottenere lo stesso effetto. E' così che questo circolo vizioso prende forma, rafforzandosi via via.
In sintesi, il processo è più o meno questo: più chiedo aiuto per non sentirmi più trattare come una persona che va allontanata e più il solo chiedere aiuto mi fa sentire una persona estranea, diversa, non adattata e inadeguata.

Ipotizzando che il processo interattivo in cui si trova sia questo, potrebbe essere utile che il lavoro psicologico si avvalga anche di sedute che prevedano il coinvolgimento di una persona che ritiene familiare, allo scopo di condividere con chi le è vicino quello che sta vivendo e per indicare come esserle d'aiuto nella vita quotidiana. Se tali sedute in condivisione a suo avviso non sono possibili, allora potrebbe essere un po' più faticoso, ma ugualmente fattibile, ovvero sarebbe utile che fosse lei ad istruire chi ha intorno a vario titolo su come aiutarla, come trattarla, come interagire con lei: il come fare a gestire tale eventualità è un lavoro che può essere impostato nelle sedute individuali.

Spero di averle in qualche modo risposto.
Per dubbi, perplessità o esigenza di approfondimento,
sono a disposizione
dott.ssa Elisa Tonelli

Dott.ssa Elisa Tonelli

Che differenza c'è tra umore depresso e depressione ?

Salve, d'accordo con i colleghi, dal punto di vista psicologico le categorie diagnostiche ci tolgono sempre la possibilità di esprimerci e appiattiscono le biografie delle persone.
Per ogni persona queste esperienze possono avere un ruolo e un significato diverso se inserite nelle relative biografie, ruoli e significati che spesso sono inconsapevoli, o non del tutto.
Pertanto, aggiungo che la differenza sta nella funzione che uno stato d'animo o uno stato mentale hanno nella psicologia delle persone che li vivono.
Per esempio, per una persona l'umore depresso può favorire un processo creativo, ha presente lo Spleen dei poeti maledetti? Non si tratta di tristezza, ma di qualcosa che la comprende e la supera, uno sguardo lunare alla propria esistenza che non toglie la creatività. Per un'altra può avere il ruolo di non cadere nelle illusioni della positività a tutti i costi, con la funzione di preservarsi da relazioni interpersonali potenzialmente manipolatorie e poco autentiche.
La depressione può avere la funzione di una ritirata da una realtà a cui non sente appartenenza, per un'altra persona può rispondere all'esigenza di bloccarsi, di fare tabula rasa di una serie di azioni e stili adottati fino a quel momento.
Quindi, nell'umore depresso l'aspetto creativo non è bloccato, ma può essere flebile, nella depressione si, ma la depressione può essere usata spesso come un'ottima opportunità per rivoluzionare la propria vita, mettere mano alla propria biografia, con l'aiuto della psicoterapia.
La cosa certa è che l'umore depresso e la depressione hanno niente a che fare con la tristezza e con la pigrizia.

La tematica meriterebbe uno spazio più ampio per toccare ogni sua sfumatura, spero ad ogni modo di averle un po' risposto.
Saluti, dr Elisa Tonelli

Dott.ssa Elisa Tonelli

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