Buongiorno,sono un ragazzo di 21 anni, in quest’ultimo periodo sto avendo un po’ d’ansia sociale f
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Buongiorno,
sono un ragazzo di 21 anni, in quest’ultimo periodo sto avendo un po’ d’ansia sociale forse legata anche allo stress lavorativo che porta ad inteferfacciarsi con diverse persone.
Sono un ragazzo a cui non piace essere al centro dell’attenzione, temo spesso i giudizi delle persone, ho paura di fare brutte figure e di conseguenza mi vergogno, ma cerco di affrontare le situazioni tranquillamente, anche se a volte mi capita di arrossire mentre affronto una conversazione ed è questo soprattutto che mi sta causando disagio, a volte cerco di sviare la cosa; il tutto ora si ripercuote anche al di fuori da lavoro. Vorrei poter per quanto possibile risolvere questo disagio, grazie per la vostra attenzione!
sono un ragazzo di 21 anni, in quest’ultimo periodo sto avendo un po’ d’ansia sociale forse legata anche allo stress lavorativo che porta ad inteferfacciarsi con diverse persone.
Sono un ragazzo a cui non piace essere al centro dell’attenzione, temo spesso i giudizi delle persone, ho paura di fare brutte figure e di conseguenza mi vergogno, ma cerco di affrontare le situazioni tranquillamente, anche se a volte mi capita di arrossire mentre affronto una conversazione ed è questo soprattutto che mi sta causando disagio, a volte cerco di sviare la cosa; il tutto ora si ripercuote anche al di fuori da lavoro. Vorrei poter per quanto possibile risolvere questo disagio, grazie per la vostra attenzione!
la soluzione è un percorso psicoterapeutico volto ad analizzare la situazione e a trovare delle modalità di affrontare le cose in modo meno disfunzionale. ci sono diversi esercizi cognitivo-comportamentali che possono aiutarla, e, se del caso, anche qualche aiuto di tipo farmacologico. se vuole approfondire mi scriva, o, se non è troppo lontano, venga a trovarmi che ne parliamo. dott. Andrea Flego
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Certo, l'approccio psicoterapico .... ma certe volte uno non ha molto tempo e per alleviare /risolvere i sintomi della fobia sociale esistono anche delle terapie psicofarmacologiche efficaci !!
Salve, lei è ancora un adolescente è un periodo difficile ed il più delle volte si presentano gli stessi sintomi di cui lei parla. Timidezza, rossore, voglia di non parlare con gli estranei, certamente una psicoterapia, gli farebbe sicuramente bene per capire perchè prova questo disagio nell'interagire con gli altri. La terapia EMDR la trovo giusta per lei, si lavora sui traumi del passato ed il paziente ricorda gli eventi ma si percepiscono che fanno parte del passato e le sensazioni si riducono d'intersità. Ho avuto molti successi con i miei pazienti, cerchi una psicoterapeuta che esegue la terapia EMDR, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli
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Salve. non posso che associarmi ai miei colleghi nell'esortarla ad iniziare un percorso di esporazione personale. questo peraumentare la consapevolezza di sè stesso e smorzare gli effetti piu' invalidanti delle sue eccessive risonanze emotive.
Cio' non significa che li sia "malato", al contrario probabilmente lei è una persona sensibile ed empatica, meno "corazzata" di altre e potrebbe scoprire nella sua indole un mezzo importantissimo di crescita per sè e per gli altri.
Cordiali Saluti.
Cio' non significa che li sia "malato", al contrario probabilmente lei è una persona sensibile ed empatica, meno "corazzata" di altre e potrebbe scoprire nella sua indole un mezzo importantissimo di crescita per sè e per gli altri.
Cordiali Saluti.
Buongiorno. Anche io mi associo ai colleghi nel rimandarla ad un percorso mirato alla problematica.mi viene da aggiungere, infine, che lei appare molto maturo e quindi non è detto che occorra un tempo troppo lungo.
Buongiorno,
quello che lei descrive con grande consapevolezza può indicare un momento di difficoltà legato ad alcune dinamiche relazionali irrisolte o in sospeso.
Come gli altri colleghi hanno consigliato, le direi di intraprendere un percorso di sostegno psicologico, in modo da comprendere più a fondo il significato di questa timidezza che, al di la di essere un elemento costitutivo caratteriale, in questo momento le genera malessere e disagio.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elisabetta Giuli
quello che lei descrive con grande consapevolezza può indicare un momento di difficoltà legato ad alcune dinamiche relazionali irrisolte o in sospeso.
Come gli altri colleghi hanno consigliato, le direi di intraprendere un percorso di sostegno psicologico, in modo da comprendere più a fondo il significato di questa timidezza che, al di la di essere un elemento costitutivo caratteriale, in questo momento le genera malessere e disagio.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elisabetta Giuli
Le gote che si colorano di rosso, può sembrare una manifestazione di poco conto, ma non è così per chi si vergogna di sé stesso.
L'ansia, l'insicurezza è come se fossero scritti su un cartello illuminato che tutti possono vedere.
E' importante accogliere e riconoscere il segnale che il corpo illumina. Si tratta di creare il collocamento tra ciò che il viso esprime e le emozioni e sentimenti che sono silenziati ed allontanati da sé.
L'ansia, l'insicurezza è come se fossero scritti su un cartello illuminato che tutti possono vedere.
E' importante accogliere e riconoscere il segnale che il corpo illumina. Si tratta di creare il collocamento tra ciò che il viso esprime e le emozioni e sentimenti che sono silenziati ed allontanati da sé.
Salve, il sentimento della vergogna può essere molto difficile da padroneggiare, perché, come sta succedendo a lei, può presentare dei segni che sono visibili anche da chi ci sta intorno, oltre che causare un vissuto spiacevole. Sicuramente potrebbe aiutare un percorso di sostegno psicologico, in particolare sarebbe opportuno comprendere l'immagine che lei ha di se stesso, poiché questo tipo di sensazioni derivano, spesso, da un'identità svalutata e/o una bassa autostima che internamente "non regge" il confronto con gli altri, il sociale di cui lei parla, sia sul lavoro che in altri importanti ambiti. Lavorare sul riconoscimento delle sue stesse risorse e soprattutto del suo valore personale credo potrebbe aiutarla.
Dott.ssa Eleonora Deiana
Dott.ssa Eleonora Deiana
Salve, situazioni di stress elevato possono creare difficoltà nel gestirsi e nell'affrontare il tutto senza sentirsi a disagio.
Chiedere aiuto ad un/a psicoterapeuta è un valido supporto per scoprire nuove strade che l'aiuteranno a gestire al meglio lo stress ed il suo rossore.
Un saluto
Chiedere aiuto ad un/a psicoterapeuta è un valido supporto per scoprire nuove strade che l'aiuteranno a gestire al meglio lo stress ed il suo rossore.
Un saluto
Buongiorno,
propenderei per un percorso psicoterapico anche di stampo cognitivo/breve, per rivalutare l'andamento dopo qualche settimana. Da non dimenticare anche la possibilità di associare specifico trattamento farmacologico se il grado di sofferenza fosse eccessivo.
Cordialmente,
AP
propenderei per un percorso psicoterapico anche di stampo cognitivo/breve, per rivalutare l'andamento dopo qualche settimana. Da non dimenticare anche la possibilità di associare specifico trattamento farmacologico se il grado di sofferenza fosse eccessivo.
Cordialmente,
AP
Buongiorno. La sua intuizione sul possibile collegamento tra lo stress lavorativo e l'ansia sociale che sta sperimentando, potrebbe svilupparsi nell'ambito di una consulenza psicologica. È importante notare se ci siano, nella sua vita, eventi in cui ha provato disagio, o si è vergognato sentendo l'altrui attenzione rivolta su di se', o ha ricevuto giudizi negativi. Più sono precoci, più questi eventi lasciano il segno. E' sicuramente possibile lavorarci per desensibilizzarsi, affrontando anche problemi come la paura di arrossire, e riorientandosi attraverso una migliore conoscenza di se' e un rafforzamento dell'autostima. L'Emdr è un approccio valido ed efficace per svolgere questo lavoro. A disposizione per ulteriori informazioni. Cordiali saluti. Dott.ssa Cinzia Lucia Bugni Batte
Buonasera a lei,
mi sembra di intuire che la sua ansia sociale sia diventata per lei ora un sintomo che le rende difficili le relazioni non solo lavorative, ma anche amicali, in un periodo di vita, quello della giovinezza, in cui si desidera una vita sociale appagante e divertente. Data la sua giovanissima età ed una spiccata sensibilità che le ha permesso di individuare con precisione il suo sintomo, credo che una psicoterapia psicoanalitica potrebbe darle giovamento duraturo e prevenire una cronicizzazione della sua condizione di difficoltà relazionale.
A sua disposizione per chiarimenti, dottoressa Margherita Maggioni.
mi sembra di intuire che la sua ansia sociale sia diventata per lei ora un sintomo che le rende difficili le relazioni non solo lavorative, ma anche amicali, in un periodo di vita, quello della giovinezza, in cui si desidera una vita sociale appagante e divertente. Data la sua giovanissima età ed una spiccata sensibilità che le ha permesso di individuare con precisione il suo sintomo, credo che una psicoterapia psicoanalitica potrebbe darle giovamento duraturo e prevenire una cronicizzazione della sua condizione di difficoltà relazionale.
A sua disposizione per chiarimenti, dottoressa Margherita Maggioni.
Buonasera, le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia volto a risolvere eventuali dinamiche interpersonali che l'hanno segnata, in modo da comprendere più a fondo il significato di questa sua difficoltà.
Le faccio i migliori auguri
Le faccio i migliori auguri
Buonasera, da ciò che scrive sembra emergere uno stato d'insicurezza che la porta così a vivere con disagio il rapporto con gli altri. Consulti uno psicologo per condividere il suo disagio e iniziare un percorso che potrà aiutarla a trovare sicurezza, autostima,per tirare fuori risorse personali che l'aiuteranno a relazionarsi diversamente.
Un caro saluto, dott.ssa Paola De Martino
Un caro saluto, dott.ssa Paola De Martino
Salve, la sintomatologia che descrive potrebbe essere ricondotta all'ansia sociale e ad alcuni tratti di personalità che favorirebbero emozioni come l'ansia e la vergogna. Gli evitamenti delle ipotetiche situazioni minacciose, che mette in atto a volte, generalizzandosi, potrebbero precluderle tutta una serie di attività lavorative e sociali aumentando il disagio personale. Anche la focalizzazione attentiva sul poter mostrare i sintomi agli altri (metavergogna) gioca un ruolo di primaria importanza. Le consiglierei di consultare un terapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale, che si è dimostrata essere la terapia più efficace per questo tipo di difficoltà. Il lavoro può essere focalizzato sia sui sintomi sia sui meccanismi legati alla costruzione dei significati personali e identitari alla base della sintomatologia.
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