buongiorno, sono un ragazzo di 21 anni e sono per la prima volta in una relazione omosessuale dopo

12 risposte
buongiorno,
sono un ragazzo di 21 anni e sono per la prima volta in una relazione omosessuale dopo sole relazioni eterosessuali. Vengo da un periodo di un paio di anni in cui ho lavorato su me stesso per accettare la mia bisessualità, ma senza l'aiuto di esperti. Sono molto contento di come ora vivo questa parte di me e la relazione in cui mi trovo sta andando per il meglio, a parte per la sfera sessuale.
Quando ho un rapporto sessuale con il mio partner, sono frequenti le volte in cui faccio fatica a raggiungere l'orgasmo. Io provo piacere, ma non mi è facile raggiungere l'apice, come invece sembra esserlo per il mio partner. Inoltre dopo aver eiaculato per me è impossibile avere un erezione nelle ore successive e anche a distanza di un giorno trovo difficile riuscire ad avere un rapporto senza perdite di erezione o comunque mantenendo un'erezione forte.
Ho fatto una visita andrologica, ma a prima vista tutto sembra a posto. Sono consapevole che molto faccia la testa e i pensieri intrusivi che mi vengono durante il rapporto, ma mi chiedo se ci sia anche una componente fisica oppure devo accettare il fatto che il periodo refrattario in me sia così tanto prolungato.
Specifico che con il mio partener c'è molto dialogo, lui è molto bravo a farmi sentire a mio agio e non mi fa pesare nulla:
Mi scuso per la lunghezza del messaggio e ringrazio chi vorrà rispondermi.
In assenza di patologie urologiche e andrologiche, o di un'oggettiva stanchezza fisica (dovuta anche a stress fisico lavorativo o scolastico), è molto probabile che i problemi da te descritti siano riconducibili all'accumulo di tensioni, stress ed emozioni che hai vissuto negli anni della mancata accettazione. Purtroppo, che se siano consapevoli o meno, il nostro passato spesso esercita un effetto inibitorio sulla nostra sessualità, ovvero sull'intensità del desiderio e dell'eccitazione e sulla nostra capacità nel lasciarci andare durante l'orgasmo. Valuta la possibilità di chiedere una consulenza psicosessuale per valutare le possibili cause psicologiche del tuo disagio. Non dimenticare anche, nell'ambito di una visione globale della salute, anche sessuale, l'importanza di una sana alimentazione e di un'adeguata attività fisica. Nutrirsi adeguatamente e fare attività fisica può essere di grande aiuto. Mente e corpo sono due facce della stessa medaglia che si influenzano reciprocamente. Va bene rivolgersi ad un andrologo ma non sottovalutare i benefici derivanti dall'aiuto di uno psicologo, di un nutrizionista e di un buon allenatore sportivo.

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Caro utente, dal suo racconto, scorgo un giovane ragazzo che ha attraversato due anni davvero impegnativi fatti di “accettazione”, per usare le sue parole, e che immagino le siano costati notevoli energie ma grazie ai quali si sta dando, oggi, la possibilità di essere se stesso e vivere una relazione appagante in cui sente una forte connessione. Ha fatto bene ad escludere problemi di natura fisica e organica con un andrologo e sembrerebbe necessario, a questo punto, spostarsi su un piano di natura psicosessuologica per meglio comprendere le difficoltà che riferisce. Lei parla di pensieri intrusivi durante il rapporto che potrebbero influire in modo disfunzionale sulla qualità della sua risposta sessuale, sarebbe importante conoscerli ed esplorarli. Una consulenza sessuologica le potrebbe essere di grande aiuto e le potrebbe permettere di risolvere il problema che riferisce, sopratutto tenuto conto anche dell’ottima comunicazione che la lega al suo compagno e della sua giovane età. Resto a sua disposizione per ulteriori necessità e chiarimenti, un caro saluto
Potrebbe essere stanchezza?
Le consiglio una Consulenza sessuologica per duscutere assieme della questione
Buongiorno,
i motivi possono essere molteplici, ma mi sembra di capire che non si è rilevato niente a livello fisiologico.
Ora sicuramente si è azionata l'ansia da prestazione, quindi un'ansia anticipatoria che porta al risultato che descrive, penso che sia questo quando parla di "disturbi intrusivi", giusto?
Con le precedenti relazioni eterosessuali ha mai avuto questo problema?
Buonasera, se dal punto di vista andrologico non è stato riscontrato alcun disturbo, è ragionevole pensare che le difficoltà che ci ha descritto abbiano origine dal suo vissuto psico-emotivo.
Certamente essersi recentemente riconosciuto nella sua bisessualità, dopo anni di relazioni eterosessuali, rappresenta un fattore di forte stress, che potrebbe ripercuotersi attualmente sul suo modo di vivere la sessualità con un primo partner omosessuale. Per quanto il suo compagno sia attento e disponibile, è plausibile che lei si possa sentire non ancora del tutto a suo agio in questa nuova dimensione. La sessualità è fortemente influenzata da ciò che proviamo dentro di noi, il raggiungimento dell'orgasmo è possibile laddove riusciamo a lasciarci del tutto andare, e dove il nostro desiderio raggiunge l'apice. Desiderio e abbandono sono fattore in antitesi con ansia e tensione. Sarebbe utile per lei affrontare queste tematiche insieme a un psicosessuologo, per comprendere meglio le dinamiche che la conducono a vivere la sessualità in questo modo.
Gentile utente, È un bene che lei abbia già cercato l'aiuto di un professionista e che stia comunicando apertamente con il suo partner. La difficoltà nel raggiungere l'orgasmo e il prolungato periodo refrattario possono essere influenzati da diversi fattori medico-psicologici. La componente mentale è sovente un elemento significativo nelle esperienze sessuali e il fatto che lei ne sia consapevole della presenza di pensieri intrusivi è sicuramente positivo. Ecco alcune indicazioni che potrebbero essere utili: Verificare la presenza di cause fisiche: può valutare di effettuare una visita dall'andrologo o dall'urologo, se i risultati sembrano essere nella norma, è possibile che la componente fisica sia da escludere. Aspetti psicologici: La testa gioca un ruolo fondamentale nella sessualità. Potrebbe considerare la possibilità di consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta specializzato in sessuologia per esplorare eventuali aspetti psicologici che potrebbero influenzare la tua risposta sessuale. Esplorazione della sessualità: Continui a comunicare apertamente con il suo partner sulla sua sessualità. Potete esplorare insieme nuovi modi di vivere l'intimità per eventualmente aumentare il suo piacere e ridurre eventuali ansie/pressioni. Gestire lo stress: Lo stress può influire negativamente sulla risposta sessuale. Lavorare su tecniche di gestione dello stress, come la miglior gestione del tempo, la meditazione, la respirazione profonda o lo yoga, potrebbe essere d'aiuto. Gestire l'ansia: ci sono molte tecniche in grado di aiutarla a ridurre lo stress e migliorare il suo benessere mentale. Di seguito alcune tecniche che potrebbe considerare: Respirazione profonda: La respirazione profonda può aiutare a calmare il sistema nervoso Mindfulness e meditazione: Ci sono molte app e risorse online che offrono sessioni di meditazione guidata. Esercizio fisico: L'attività fisica regolare è un modo efficace per ridurre lo stress e l'ansia. Stimola la produzione di endorfine, sostanza chimica in grado di migliorare l'umore. Anche una medio-lunga camminata regolare può fare la differenza. Visualizzazione: Immagina un luogo o una situazione rilassante. Autocarezza e rilassamento muscolare progressivo: ci sono delle app anche per queste tecniche. Gestione del tempo: Organizzarsi per ridurre la sensazione di sovraccarico. Pianificare può aiutarla a mantenere un senso di controllo sulla sua vita. Parlare con qualcuno: Condividere i suoi pensieri e preoccupazioni con persone a lei vicine o uno psicologo può essere liberatorio. A volte, esprimere ciò che si prova può alleviare l'ansia. Cordialmente Dottor Mauro Vargiu
Gentile utente, i motivi possono vari, escludendo la parte organica si potrebbero esplorare gli aspetti psicologici partendo dal suo vissuto personale e dalla sua storia sessuale .
Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta , sessuologo che saprà esserle di supporto in questo momento.
Resto a disposizione come spazio d'ascolto.
Un caro saluto.
Dr. Luca Russo
Gentilissimo,
la sua domanda sembrerebbe arrivare da un lungo percorso interiore, costituito da dubbi, conflitti, desideri e accettazione di sé. Le nostre evoluzioni non seguono quasi mai un percorso lineare e si aprono a livelli di complessità molto elevati. Riferisce di aver lavorato su di sé in questi due anni senza l'aiuto di un esperto. Penso che lei abbia già compiuto un passo importante facendo una visita andrologica. Come lei ha ben intuito, questo genere di difficoltà può essere alimentato anche da cause psicologiche, come i pensieri intrusivi che lei riporta, che possono contribuire a mantenere o amplificare il problema. Mi permetto di suggerirle di farsi aiutare con una consulenza psicosessuologica ad affrontare quel pezzo di strada che da solo le riesce difficile. Unə professionistə di questo settore saprà aiutarla a cogliere quei livelli di complessità e a lavorarci per sentirsi meglio.
Le faccio tanti auguri. Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Soligo
Buongiorno Gentile Utente, concordo con quanto detto dai miei colleghi, ovvero che in assenza di problematiche organiche riscontrate a livello urologico, si potrebbe pensare di intraprendere un percorso sessuologico. Concordo con quanto ha scritto lei, ovvero che "molto fa la testa" (se mi permette di prendere in prestito le sue parole) e in questo specifico caso mi pare proprio che questo sia il fulcro della problematica. Ad avvalorare ciò mi suonano come un campanello d'allarme il fatto che lei riporti di avere una serie di pensieri intrusivi proprio nel momento del rapporto. Sarei fiduciosa nel dirle che un percorso personalizzato con un/a sessuologo/a potrebbe risolvere la situazione di disagio che riporta, anche perchè è giusto che lei possa godersi la sua sessualità in piena libertà e senza doversi portare dietro questa fatica. Resto a disposizione qualora fosse interessato ad intraprendere un percorso o avesse altre domande. Cordialmente, Dott.ssa Lucrezia Giuliani.
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Caro,
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. È positivo che tu abbia accettato la tua bisessualità e stia vivendo una relazione soddisfacente. Le difficoltà sessuali che descrivi possono derivare da fattori psicologici, come ansia da prestazione, e dal naturale periodo refrattario che varia da persona a persona.

Considerando che la visita andrologica non ha rivelato problemi fisici, potrebbe essere utile esplorare ulteriormente questi aspetti con un professionista. Ti invito a prendere un appuntamento per discutere di queste difficoltà in modo più approfondito e trovare insieme delle soluzioni.

Un caro saluto.
Dott.ssa Erika Livia
Gentile utente, grazie per aver conviso questo suo messaggio. Innanzi tutto le dico che ha fatto un ottimo lavoro escludendo questioni di natura fisico/organica, che potrebbero influire . Aver accettato la sua bisessualità non le è stato semplice, e se adesso si presentano i problemi di cui riferisce, potrebbe essere del tutto normale, la testa gioca un ruolo fondamentale nella sessualità e nella fattispecie durante i rapporti sessuali. Servirebbe capire se anche durante le relazioni etero lamentava le stesse problematiche .
Lei parla di pensieri intrusivi, bisognerebbe capire di che tipo di pensieri staimo parlando. RIguardo al periodo refrattario , non c'è un tempo prefissato standard poichè se di ore parliamo, ed in queste ore tali pensieri sono presenti i pensiri a cui accennava, questi non agevolano . Il diaologo con il suo partner è importante e visto che non lamenta un calo di desiderio , potrebbe impiegare il tempo successivo al rapporto in altre pratiche affettivo/erotiche , che non per forzano debbano sfociare nell'amplesso così da diminuire la pressoine che su di lei esercita il pensiero di non riuscire a raggiungere con facilità l'orgasmo . Resto a disposizione qualora fosse interessato ad intraprendere un percorso o avesse altre domande. un caro saluto dott.ssa Giusi Vicino
Gentile Anonimo, grazie per la sua condivisione. Nel suo messaggio mi sembra di vedere il racconto di un profondo percorso di crescita, scoperta e presa di consapevolezza. Riferirsi ad un medico specialista, in questi casi, è un aspetto fondamentale (come lei ha già fatto). Mi sembra di capire, tuttavia, che sia Lei stesso a dare rilevanza anche a questioni più psicologiche (ad esempio ha parlato di pensieri intrusivi). Nell'ambito sessuale spesso si vengono a creare delle aspettative rispetto a come dovrebbe essere una 'buona' performance sessuale: ai tempi, durata, ripresa, ecc... Ma la sessualità è un mondo, pieno di sfumature, in cui non esiste il concetto di 'normalità'. Siamo tutti diversi e possiamo fare tutto ciò che desideriamo rispettando noi stessi e le altre persone, sapendo il significato della parola consenso e assicurandoci che lo sappiano (e lo forniscano) anche gli altri coinvolti. Cosa intende quando dice che fa fatica a raggiungere l'orgasmo? Ci mette 'troppo' tempo? Non lo raggiunge affatto? Ritiene che ci sia qualcosa di 'strano' nel perdere l'erezione durante i rapporti? Pensa che in un rapporto si debba avere un'erezione costante? Se lo pensa, come mai lo pensa? La perdita di erezione durante i rapporti è assolutamente comune e può dipendere da molti fattori, il primo è che siamo umani! A volte siamo stanchi, a volte svogliati, a volte ci sentiamo belli pieni dopo l'abbuffata di sushi fatta a pranzo, a volte siamo molto stressati e alcuni pensieri si fanno largo durante il rapporto, a volte ci distraiamo, a volte abbiamo fumato un po' troppo e ... tanto altro. Visto che ha specificato che c'è molto dialogo con il suo partner, parli con lui e scoprirà che probabilmente anche lui avrà delle insicurezze o un modello di 'come si dovrebbe essere' nella sessualità. Se pensa di voler approfondire la questione perché Le genera disagio o semplicemente perché vorrebbe capirsi meglio e approfondire il lavoro che sta già facendo su se stesso, potrebbe interessarLe intraprendere un percorso psicologico. Le auguro di proseguire nella scoperta di sé e di integrare tutti i suoi pezzettini.

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