Buongiorno,In passato (fino a due anni fa) assumevo benzodiazepine (Lorazepam) quotidianamente

40 risposte
Buongiorno,
In passato (fino a due anni fa) assumevo benzodiazepine (Lorazepam) quotidianamente per un disturbo da ansia che non mi permetteva di svolgere le mie attività quotidiane. Mi avevano creato forte dipendenza ed è stato molto duro il percorso per scalare e poi interrompere il trattamento.
In questo periodo mi si stanno ripresentando dei forti attacchi di ansia (il mio pensiero fisso è quello di stare male e svenire) in quanto a breve ci sarà il battesimo di mio figlio. È una situazione sociale che sento ancora più grande di me, nonostante possa dire adesso di svolgere tranquillamente tutte le altre attività.
Diariamente faccio esercizi di tapping, meditazione e mindfulness ma non trovo giovamento per questo pensiero che ormai è diventato fisso, tanto da, appunto, provocarmi attacchi di ansia.
Ho pensato di assumere per quel giorno di nuovo il Lorazepam ma ho timore che mi crei di nuovo dipendenza avendolo assunto in passato per molto tempo (6 anni). Può l'assunzione puntuale provocare dipendenza?
Grazie.
Salve, ritengo utile esporre la questione al medico che ha prescritto i farmaci, figura professionale più competente in materia.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere l'efficacia dell'intervento combinato ossia costituito da farmaco più psicoterapia dunque la invito, qualora non lo avesse fatto, a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentilissima, grazie mille per la sua condivisione. Comprendo come sia stato difficile per lei affrontare il percorso per scalare il dosaggio farmacologico fino ad arrivare all'interruzione del trattamento steso. Dal suo racconto, ritengo che abbia fatto degli importanti progressi e abbia sviluppato delle strategie per lei utili e funzionali nella gestione dei correlati emotivi elicitati da situazioni potenzialmente ansiogene. Alla luce del fatto che sente di difficile gestione il momento attuale, valuti l'opportunità di rivolgersi al suo medico curante o allo specialista che l'aveva in cura per la gestione della farmacoterapia. Potrebbe esserle altresì utile rivolgersi anche a uno psicoterapeuta che possa aiutarla a comprendere meglio il suo funzionamento psichico e a gestire i suoi vissuti emotivi. Le auguro di fare un buon percorso e resto a disposizione. Cordiali saluti, Dott.ssa Zenucchi
Gentile Signora, ho l'impressione che stia girando in tondo senza affrontare veramente le sue difficoltà. Il trattamento farmacologico che deve essere prescritto e supervisionato da un medico, può darle sollievo ma non risolve certamente il problema alla base. Le manifestazioni ansiose che lei descrive hanno un significato nella sua vita psichica e dovrebbero essere trattate durante un lavoro terapeutico serio ed approfondito. Non bastano le tecniche da lei descritte, sebbene esse possano offrire spesso un temporaneo miglioramento. Forse è giunto per lei il momento di affrontare il suo problema con un'altra impostazione. In questo modo potrà scoprire di avere delle risorse a cui potrà ricorrere per funzionare in modo diverso. Ci pensi.
Gentile utente, dalle sue parole emerge chiaramente quanti sforzi lei abbia fatto per arrivare al punto in cui si trova ora. Possiede diverse strategie, forse però il tassello mancante sta proprio nel comprendere da dove arriva l'ansia, comprenderne le origini ed il significato per lei. La terapia farmacologica è una aiuto, una stampella ma non la soluzione. Se sente il bisogno di riprendere tale supporto può rivolgersi al suo curante precedente o ad uno nuovo psichiatra, valutando però di poter affiancare una psicoterapia che la possa accompagnare verso la comprensione di ciò che le accade. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile cliente, non pensa che sia il caso di rivolgersi a uno psichiatra per confrontarsi su un eventuale terapia farmacologica piuttosto che farne un uso non appropriato? Secondo: ha mai pensato di iniziare una psicoterapia? Perché se è vero che il farmaco può aiutarla a ridurre i sintomi ansiosi che descrive, non può bastare, da solo, a comprendere come mai quest'ansia si sposti da una situazione ad un'altra, da un evento ad un altro. Ci pensi.
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Come avrà avuto modo di verificare nei sei anni di assunzione, le benzodiazepine danno assuefazione, piuttosto che dipendenza, nel senso che richiedono un aumento del dosaggio per mantenere l'efficacia, che tende comunque a scemare.
Visto che lei ha ben presente l'effetto calmante che provocano al loro meglio e che ha confidenza con pratiche di visualizzazione e autosuggestione, le suggerirei di simularne l'assunzione, ad esempio bevendo un bicchiere di acqua fresca focalizzando il pensiero che contenga il principio attivo, gocce o pastigli, in una certa posologia e poi ripetendosi mentalmente di averlo effettivamente ingerito. Quindi evocherà nella sua mente lo stato di rilassamento e calma che desidera raggiungere: questa semplice tecnica autosuggestiva ha buone possibilità di evocare le risposte neurofisiologiche desiderate evitando di introdurre le sostanze che danno assuefazione. Auguri.

Dr. Emanuela Carosso,
psicologa - psicoterapeuta.
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Attualmente sta seguendo un supporto psicologico? Il pensiero (fortunatamente) evolve e si modifica. Per questo è importante farsi seguire in questo percorso. I farmaci in certi passaggi possono essere assolutamente utili, se affiancati dalla psicoterapia. Ci saranno alti e bassi, come sempre, ma si avrà comunque la sensazione di essere inseriti in un percorso di guarigione. un caro saluto.
Salve. Innanzitutto mi dispiace per quello che sta passando, posso immaginare non sia un periodo facile. Come già detto dagli altri colleghi sarebbe opportuno, innanzitutto, richiedere un consulto con uno psicologo/psicoterapeuta che sappia elaborare un percorso per lei, mirato alla gestione dei sintomi e ciò che vi è dietro e che sappia eventualmente indirizzarla a un collega psichiatra per la valutazione di una terapia farmacologica, da assumere all'occorrenza. Se preferisce, ovviamente, può anche rivolgersi prima ad uno psichiatra che sappia però indirizzarla a un terapeuta. La cosa importante è che le due terapie coesistano. Concludo dicendo che è compresibilissima l'ansia anticipatoria che sente rispetto al battesimo di suo figlio, in quanto rientra nel quadro tipico dei disturbi d'ansia.
Cordiali Saluti, Dott. Edoardo Garlaschi
Caro/a,

Prima di tutto, voglio sottolineare quanto tu sia coraggioso/a ad aver affrontato un percorso di interruzione da una sostanza come le benzodiazepine e comprendo quanto possa essere preoccupante l'idea di doverla assumere di nuovo, anche per un'occasione singola.

In relazione alla tua domanda specifica, è vero che le benzodiazepine possono creare dipendenza, ma la probabilità di sviluppare una dipendenza da una singola assunzione è generalmente bassa. Tuttavia, il rischio potrebbe essere maggiore in chi ha avuto una storia di dipendenza in passato. Pertanto, è fondamentale discutere della situazione con il tuo medico di fiducia o lo psichiatra che ti ha prescritto il farmaco, in modo da prendere una decisione informata.

Vorrei anche suggerire di considerare un supporto psicoterapico focalizzato, anche breve, che possa aiutarti a gestire e a superare questa specifica ansia legata all'evento imminente. A volte, discutere delle proprie preoccupazioni e avere strategie mirate può fare una grande differenza nella percezione e gestione delle situazioni temute.

Infine, ti invito a non giudicarti severamente. La paura e l'ansia sono emozioni umane e la tua reazione è comprensibile date le tue esperienze passate. Ciò che è importante ora è trovare la soluzione migliore per te in questo momento.

Cordiali saluti,
Ilaria.
Buongiorno, le suggerisco di contattare uno psichiatra prima di assumere farmaci e di farsi monitorare nel tempo dallo stesso; potrebbe suggerirgliene uno di fiducia il suo medico di famiglia.
In aggiunta, valuti di rivolgersi ad un professionista della salute mentale, così da cogliere anche le cause del suo malessere non limitandosi a lavorare sul sintomo.
Complimenti per i progressi fatti sino ad oggi e continui a mettere sé al primo posto, dedicandosi attenzioni e cura.
Resto a completa disposizione, in presenza o online. Cordiali saluti, Debora Calci
Come psicologa, posso comprendere la tua preoccupazione riguardo all'ansia che sta emergendo in vista del battesimo di tuo figlio. È importante ricordare che io sono un'intelligenza artificiale e non un medico, quindi ti consiglio di consultare un professionista medico o uno specialista in psichiatria per ottenere una consulenza più specifica sul trattamento farmacologico.

Le benzodiazepine, come il Lorazepam, possono essere efficaci nel trattamento dei disturbi d'ansia, ma possono anche creare dipendenza se assunte per un periodo prolungato o in dosi elevate. L'assunzione puntuale di benzodiazepine, come nel caso di un evento particolarmente stressante, generalmente comporta un rischio minore di dipendenza rispetto all'uso regolare nel tempo. Tuttavia, ogni persona è diversa e la predisposizione individuale alla dipendenza può variare.

Ti suggerisco di consultare il tuo medico o uno specialista in psichiatria per discutere le tue preoccupazioni e trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze. Potrebbero essere considerate alternative farmacologiche a breve termine o strategie di gestione dell'ansia non farmacologiche, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o altre tecniche di gestione dello stress. Un professionista esperto sarà in grado di valutare attentamente la tua situazione e consigliarti la migliore opzione per te.

Ricorda che è importante cercare un supporto appropriato e professionale per affrontare i tuoi sintomi d'ansia e prendere decisioni informate sulla gestione della tua salute mentale.

Saluti,
Dott.ssa francesca Gottofredi
Buonasera! Come già probabilmente consigliato dai miei colleghi quello che posso suggerirle è di iniziare un percorso di psicoterapia al fine di arrivare al nucleo del problema che genera ansia invece di continuare ad affidarsi solamente ai farmaci. Questi ultimi sono utilissimi nel sedare la sintomatologia, ma non risolvono il problema alla fonte; la combinazione di farmaci e terapia è riconosciuto da tutta la comunità professionale come la migliore delle opzioni e quella che porta più benefici nel lungo termine. Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti e le faccio un imbocca al lupo per il futuro. Cordialmente, dottor Moraschini
Gentile utente, come sta procedendo nella gestione della sua ansia? i farmaci sono utili ma difficilmente risolutivi se non abbinati a un trattamento adeguato. Se è riuscita a trovare un equilibrio tra i farmaci e le tecniche di Tapping, meditazione e mindfulness bene cosi, se invece si sente ancora in difficoltà le consiglio una psicoterapia di tipo breve strategico. Questo indirizzo prevede specifici protocolli proprio per chi come lei soffre di ansia e eventualmente attacchi di panico. E' molto pratico come approccio e in poco tempo, se si seguono le indicazioni, si ottengono miglioramenti.
Un cordiale saluto, Dott.ssa Maria Cristina Paglia
Gentile, come sottolineato da altri colleghi la soluzione migliore sarebbe parlare della quesitone farmacologica con il medico che le ha prescritto il farmaco. Consiglierei anche di pensare ad un percorso psicologico parallelamente all'assunzione di farmaci per poter affrontare quest'ansia e coglierne il senso.
Un cordiale saluto.
Buongiorno, le suggerisco di consultare lo psichiatra che l'aveva in cura. Vista la sua esperienza con il Lorazepam è sempre una buona prassi confrontarsi con il curante prima di riassumere un farmaco.
Visti gli esiti positivi di efficacia nel precedente trattamento farmacologico del disturbo d'ansia, potrebbe considerare l'idea di iniziare un percorso di supporto o psicoterapia per lavorare sui sintomi, cause psicologiche e i fattori che contribuiscono a generarle ansia soprattutto nelle situazioni di esposizione sociale.
Quali pensieri, emozioni e quale funzione ha l'ansia in situazioni sociali come quella del battesimo di suo figlio?
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Gentile utente, comprendo la sua preoccupazione e la necessità di sentirsi meglio attraverso l' utilizzo del farmaco. Tuttavia è necessario per la sua salute sentire il parere di uno psichiatra. Oltretutto, sarebbe utile e funzionale per lei intraprendere un percorso psicologico, soprattutto alla luce dei fatti spiacevoli accaduti in precendenza dopo la somministrazione del farmaco; l'effetto di quest'ultimo può placare la sintomatologia ansiosa, ma non le permette di risolvere efficacemente la problematica che, come vede, può ripresentarsi. Resto a disposizione per qualsiasi necessità e le auguro una buona serata.
Gentile, grazie per aver condiviso queste sue difficoltà affrontate in passato. Le sconsiglio di agire autonomamente nel prendere il farmaco, soprattutto per gli effetti avversi e le consiglio di consultare il medico o lo psichiatra di riferimento. Le consiglio un percorso di terapia che potrebbe aiutarla nel comprendere cosa la fa sentire minacciato da provocarle l'ansia.
Resto a disposizione
Saluti
dott.ssa Faustini
Gentile utente, quello che sta vivendo è comprensibilmente frustrante e angosciante tuttavia ha già dimostrato di avere grande forza di volontà e risorse personali che sono sicura le potranno tornare nuovamente utili in questo periodo. Quello che sento di poterle consigliare è richiedere una visita psichiatrica per valutare la riassunzione del farmaco, se lo ritiene necessario, ma soprattutto prendere in considerazione la ripresa di un percorso psicologico che le consenta di capire innanzitutto da cosa derivi la sua ansia ma anche di modificare quei pensieri che la innescano. Resto a sua disposizione e le auguro di ritrovare presto la serenità.
Un saluto
Data la sua esperienza passata con la dipendenza dalle benzodiazepine, è comprensibile la preoccupazione riguardo a una potenziale ricaduta. L'assunzione puntuale di Lorazepam per un evento specifico, come il battesimo, con la supervisione di un professionista della salute mentale, può essere una soluzione temporanea. Tuttavia, è importante valutare attentamente i rischi e i benefici insieme al suo medico.
Considerando la sua situazione, dove esercizi di tipo cognitivo-comportamentale non risultano più efficaci, potrebbe essere utile esplorare un trattamento ad orientamento psicodinamico con uno psicologo esperto. Questo tipo di approccio terapeutico mira a esplorare i fattori inconsci che contribuiscono ai suoi sintomi e può aiutarla a comprendere meglio le origini e i significati di tali pensieri, così da poter agire alla base del problema. Attraverso il lavoro terapeutico, potrebbe sviluppare nuovi modi di affrontare l'ansia e di gestire situazioni sociali come il battesimo di suo figlio.
Rimango a disposizione e auguro a lei e a suo figlio un meraviglioso battesimo. Non esiti a ricontattarmi per ulteriori chiarimenti.
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Gentile utente, come sta procedendo nella gestione della sua ansia? I farmaci sono sicuramente utili nell'affrontare il problema ma funzionano al meglio se associati ad un percorso psicologico. Se è riuscita a trovare un equilibrio tra i farmaci e le tecniche come la meditazione e mindfulness bene cosi, se invece si sente ancora in difficoltà le consiglio di rivolgersi ad uno specialista per acquisire altre tecniche o migliorare quelle che già conosce. Un cordiale saluto, Dott.Benito Pizzo
Buongiorno, gentile utente, come psicologa e coma mamma capisco le preoccupazioni riguardo a un evento importante come il battesimo. Il percorso che ha fatto mi sembra molto positivo e io farei leva su questa sua capacità di autodeterminazione piuttosto che sull'uso del farmaco, se nelle altre situazioni non riscontra questa forte ansia. Ho letto che si dedica alla meditazione e alla mindfullness che sicuramente le hanno portato beneficio in molti ambiti, forse potrebbe cercare di capire come mai non riescono a portare beneficio in questa situazione specifica. Forse con l'aiuto di qualcuno che la accompagni a cercare di capire quale significato dà a questo evento e come fare per gestirlo al meglio. Resto a disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Simona Vignoli
Salve, come professionista le consiglio di consultare uno specialista, di prendere un'appuntamento e quindi chiarire ogni suo dubbio e timore sui farmaci. Per quanto riguarda la mindfulness, il tapping e le pratiche che fa l'ideale sarebbe consultare uno specialista con cui condividere le sue difficoltà.
Cordiali Saluti
Buongiorno,
intanto grazie per la condivisione di un'esperienza sicuramente non facile da affrontare. Se mi posso permettere, credo sia arrivato il momento di capire cosa realmente le procura un continuo stato d'ansia, quali siano i fattori scatenanti. Sicuramente le benzodiazepine le sono state utili per affrontare sul momento uno stato di disagio, ma temo che, nonostante i buoni propositi di assumerne altre solo per un brevissimo periodo, il rischio di una ricaduta ci possa essere; con questo non voglio dire che lei non potrebbe essere capace di mantenere un certo controllo, ma che è comunque una situazione rischiosa. Le suggerisco piuttosto di trovare uno spazio, un sostegno per capire e lavorare su ciò che causa l'ansia, andando così a risolvere il problema alla radice. Potrebbe ottenere un benessere più profondo e duraturo.
Sono sicura che può farcela. Se avesse bisogno di un supporto per farlo, non esiti a contattarmi.
Buongiorno, innanzi a tutti la ringrazio per la sua condivisione e complimenti per la capacità che ha mostrato di auto ascolto e auto consapevolezza. Immagino che il periodo nel quale sperimentava dipendenza, sia stato un periodo faticoso e psicologicamente stancante.
Il consiglio che le posso dare é quello di provare a contattare uno/a psichiatra, magari lo stesso dal quale si era rivolto/a in passato, in modo da poter confrontarsi con lui/lei e poter esprimergli le sue preoccupazioni circa l’utilizzo.
Per qualsiasi cosa, rimango a disposizione.
Saluti,
Dott.ssa Benedetta Cereda
Gentile utente, come detto anche da altri colleghi, se ritiene di voler assumere una terapia farmacologica, a mio parere dovrebbe rivolgersi a uno psichiatra che potrà prescriverle la molecola più indicata al suo caso e le modalità di assunzione corrette per evitare di incorrere nella situazione già sperimentata con le benzodiazepine. Eviti in ogni caso il fai da te e si rivolga a uno specialista, non solo in prima visita ma per tutta la durata della terapia farmacologica.
Poiché la sua sintomatologia ansiosa, pur riacutizzatasi in previsione di una situazione specifica, sembra accompagnarla da tempo, il suggerimento è quello di abbinare, parallelamente, un percorso psicologico/psicoterapico, che la aiuti a conoscersi meglio, che ampli le sue risorse per la gestione dell’ansia e le permetta di comprenderne la natura, i fattori scatenanti e di mantenimento, per poter così superare davvero la problematica e migliorare la qualità della sua vita.
Un cordiale saluto, dott.ssa Bossi
Salve, è fondamentale in questo caso rivolgersi da uno psichiatra in modo che le possa consigliare la terapia più adeguata alle sue esigenze. Un utilizzo erroneo di questo tipo di farmaci potrebbe comportare seri problemi, compresa la dipendenza. È bene, dunque, rivolgersi sempre ad un professionista. Un percorso terapeutico la sosterrà, infine, rafforzando e completando l'effetto della cura farmacologica.
Cordiali saluti,
dott.ssa Daniela Delzotti
Salve, comprendo la sua difficoltà. Dal suo racconto mi sembra che lei abbia già a disposizione un bagaglio di tecniche da utilizzare per aiutarsi a stare meglio. Se attualmente sente che hanno scarsa efficacia, può aver senso comprendere cosa è cambiato rispetto a quando funzionavano, e che significato hanno per lei questi cambiamenti. Può capitare che le tecniche da sole non funzionino più nei momenti di grande "scompiglio", perché si smuovono vissuti passati e le loro implicazioni. Un collega psicoterapeuta potrebbe aiutarla nel trovare un nuovo equilibrio. Rispetto all'uso dei farmaci, la prima cosa da fare è quella di rivolgersi ad uno specialista psichiatra per comprendere insieme l'utilità e il dosaggio.
Gentile utente, immagino quanto sia faticoso un pensiero fisso che provoca una tale ansia. E' ottimo che lei stia provando una serie di strategie per controllare questo stato emotivo, ma se non trova giovamento potrebbe essere utile la collaborazione con un professionista. Soprattutto rispetto all'assunzione del farmaco le consiglierei di non agire in autonomia e di rivolgersi ad uno specialista col quale condividere più approfonditamente la sua storia il suo vissuto attuale. In particolare potrebbe essere utile indagare come mai questo pensiero sia così "martellante". Per quanto il farmaco possa essere utile e sembrare una soluzione, meglio provare a lavorare alla radice del problema. Cordialmente
Buongiorno, mi dispiace tantissimo per la sofferenza espressa e la ringrazio per la sua condivisione.
E' consigliato insieme ad una terapia farmacologica intraprendere un percorso di psicoterapia, consigliato anche nei bugiardi degli psicofarmaci che consigliano una psicoterapia cognitivo comportamentale. Il farmaco riduce il sintomo ma non lo elimina alla radice perché non indaga cosa ha scaturito il disturbo, da dove deriva, se ci sono comportamenti di evitamento che lo rafforzano dovuti a credenze e schemi disfunzionali e maladattati.
Inoltre è necessario assumere il farmaco sempre sotto stretto controllo dello psichiatra o medico.

Rimango a disposizione per qualsiasi dubbio e sono disponibile ad aiutarla a trovare una soluzione.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Serena Pellicanò
Gentilissima utente, la dipendenza dalle benzodiazepine può svilupparsi anche con un uso cronico, quindi è comprensibile il tuo timore di riprendere il Lorazepam per il battesimo di tuo figlio. Tuttavia, l'assunzione puntuale di benzodiazepine non porta necessariamente alla dipendenza, soprattutto se fatta sotto controllo medico e per un periodo limitato.
Se ti senti realmente in difficoltà e pensi che assumere il Lorazepam per il battesimo possa aiutarti ad affrontare l'ansia, ti consiglio di consultare il tuo medico o uno psichiatra per valutare insieme la migliore soluzione. Possono essere presi in considerazione anche altri farmaci o terapie alternative per gestire l'ansia in situazioni specifiche.
In ogni caso, è importante che tu continui a praticare le tecniche di rilassamento e mindfulness che hai imparato, in quanto possono essere molto utili nel gestire l'ansia. Se l'ansia persiste nonostante i tuoi sforzi, è fondamentale cercare supporto professionale per trovare la migliore strategia di trattamento. Rimango a sua disponibilità per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
Salve, grazie per aver condiviso qui la sua esperienza. Comprendo il disagio che sta vivendo ma sarebbe opportuno consultare il medico e rivolgersi eventualmente ad uno psichiatra per l'aspetto farmacologico. Si potrebbe, inoltre intraprendere un percorso psicologico con un professionista per farsi accompagnare nel mondo emotivo. Cordiali saluti. Dott.ssa Raffaella Marotta.
Buonasera,
Lei sta cercando di affrontare con gli strumenti che ha a disposizione e che conosce, che finora probabilmente le hanno dato giovamento, la sua ansia. L'apporto farmacologico l'ha aiutato/a, ma sarebbe importante, se non l'ha mai fatto in passato, comprendere l'origine della sua ansia, quando si presenta, che cosa la fa scattare e perché proprio ora, nella situazione da Lei descritta, l'ansia si è ripresentata, in un percorso psicologico.
Le consiglio inoltre di rivolgersi ad uno/a psichiatra per quanto riguarda l'assunzione del farmaco in questo momento della sua vita.
Dott.ssa Enrica Natta
Buongiorno, immagino quanto l'ansia stia rendendo difficile la sua vita e sicuramente un farmaco potrebbe aiutarla a superare un momento, per questo dovrebbe chiedere un parere ad un medico rispetto alla domanda che poneva.
Per quanto riguarda i problemi d'ansia mi sembra che lei stia cercando di utilizzare delle strategie anche buone sulla carta, ma che purtroppo non generano il beneficio sperato.
Per questo le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia proprio per comprendere le origini di questa ansia ed acquisire ulteriori risorse per fronteggiarla.
Cordiali saluti, dott. Simone Feriti
Buongiorno, mi spiace molto per la situazione che sta affrontando.
Le benzodiazepine sono uno dei trattamenti d'elezione per la cura dei disturbi d'ansia, ma rispetto ad altri farmaci, possono dare più assuefazione e creare dipendenza. Le consiglio di consultare un professionista che la possa seguire nella corretta e sicura assunzione del farmaco.
In ogni caso, sia che torni ad assumere Lorazepam o meno, un percorso psicologico potrebbe aiutarla ad affrontare la causa della sua ansia.
Resto a disposizione, anche online, in caso voglia valutare la possibilità.
Cordiali saluti, Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
È comprensibile che tu possa sentirti ansiosa riguardo al battesimo di tuo figlio e che stia cercando modi per gestire questa ansia. Riconosciamo quanto possa essere difficile, specialmente se hai avuto esperienze passate di dipendenza da benzodiazepine come il Lorazepam. È importante considerare con attenzione le tue opzioni, tenendo conto sia dei benefici che dei rischi.

Valutazione del Rischio di Dipendenza
Le benzodiazepine, come il Lorazepam, sono efficaci nel trattare l'ansia acuta, ma possono creare dipendenza se usate regolarmente o a lungo termine. Tuttavia, l'assunzione occasionale può essere diversa. Ecco alcune considerazioni importanti:

Uso Occasionale:

L'assunzione di una singola dose in una situazione specifica di alto stress, come il battesimo di tuo figlio, è meno probabile che causi dipendenza rispetto all'uso quotidiano prolungato.
Tuttavia, è cruciale essere consapevoli del rischio potenziale di ricadere nell'uso regolare. Anche un singolo uso può riattivare la memoria della dipendenza passata.
Supporto Medico:

Prima di prendere una decisione, consulta il tuo medico o un professionista della salute mentale. Possono fornirti una valutazione personalizzata del rischio e suggerire alternative sicure.
Il medico potrebbe anche prescriverti una dose molto bassa da usare solo in caso di emergenza, minimizzando il rischio di dipendenza.
Strategie Alternative
Dato che stai cercando di evitare le benzodiazepine, ecco alcune strategie alternative che potresti considerare:

Tecniche di Rilassamento:

Respirazione Profonda: Pratica tecniche di respirazione profonda che possono aiutarti a calmarti rapidamente.
Progressive Muscle Relaxation: Questa tecnica può aiutarti a rilassare il tuo corpo e ridurre l'ansia.
Supporto Sociale:

Confida nelle Persone Vicine: Parla con qualcuno di fiducia delle tue preoccupazioni. Avere il supporto di amici o familiari può aiutarti a sentirti più sicura.
Ruoli e Responsabilità: Se possibile, delega alcune responsabilità del giorno del battesimo ad altri, riducendo il carico di stress su di te.
Consultazione Psicologica:

Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): Una breve serie di sessioni con un terapeuta può aiutarti a gestire l'ansia anticipatoria specifica per questo evento.
Tecniche di Desensibilizzazione: Lavorare con un terapeuta per affrontare gradualmente la paura del battesimo può ridurre l'ansia legata a quell'evento specifico.
Farmaci Alternativi:

Beta-Bloccanti: Alcuni medici prescrivono beta-bloccanti come il propranololo per situazioni di ansia acuta. Questi farmaci non causano dipendenza e possono aiutare a controllare i sintomi fisici dell'ansia.
Integratori Naturali: Parla con il tuo medico riguardo a integratori naturali come la valeriana o la passiflora, che potrebbero aiutare a ridurre l'ansia senza il rischio di dipendenza.

È importante trovare un equilibrio tra gestire efficacemente l'ansia e evitare il rischio di dipendenza. Parlare con il tuo medico è fondamentale per ottenere una valutazione personalizzata e scegliere l'opzione migliore per te. Nel frattempo, continua a praticare le tecniche di rilassamento e cerca il supporto delle persone intorno a te.

Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto, sono qui per aiutarti.
Gentile,

Le suggerisco di discutere la questione con il medico che ha prescritto i farmaci, in quanto è la figura professionale più qualificata in materia. È importante considerare che la letteratura scientifica supporta l'efficacia di un intervento combinato, ovvero l'uso di farmaci insieme alla psicoterapia. Pertanto, se non l'ha già fatto, le consiglio di richiedere un consulto psicologico per approfondire la situazione, elaborare i pensieri e le emozioni correlate, e sviluppare strategie utili per affrontare i momenti più difficili, evitando che la situazione si aggravi ulteriormente.


Resto a disposizione, anche per consultazioni online.

Cordiali saluti,
Dott. Edoardo Carmagnini
Gentile Signora, la comprendo bene e complimenti per il suo percorso svolto finora, sia a modo suo che con il supporto di altre persone. Per quanto riguarda l'utilizzo del farmaco le suggerisco di rivolgersi ad un medico (se Psichiatra meglio), e inoltre potrebbe consultare uno psicoterapeuta per comprendere i motivi profondi che la portano a vivere con ansia alcune situazioni di vita. La Natura non ci ha equipaggiati dell'ansia senza un motivo, ma come tutti gli strumenti e le funzioni, se non sono presenti nella "giusta" quantità, sviluppano disarmonia. Credo sia importante per lei comprendere e "dialogare" con la sua ansia, perché tentare di "toglierla", come se ne sarà accorta, non funziona. L'ansia è una parte di noi e per "mandarla via" va compresa, ne vanno integrati i motivi e i significati che la attivano e alimentano, altrimenti se proviamo a scacciarla dalla porta, rientrerà dalla finestra. Un percorso psicoterapico la può aiutare in questo compito, a cui la nostra vita tende: quello di comprenderci e individuarci in tutte le parti di noi, per evolvere sempre più verso un'integrazione consapevole di ciò che siamo. Può essere un cammino anche difficile in certi momenti, ma inderogabile... Forza!
Gentile Utente, grazie per la sua condivisione.
Per quanto riguarda terapia farmacologica mi accodo agli inviti dei colleghi che hanno già risposto: si affidi ad un medico psichiatra. In questo modo i suoi dubbi potranno trovare risposta e potrà prendere una decisione informata.
La terapia farmacologica da sola, comunque, fornisce un supporto ai sintomi ansiosi, ma è grazie al trattamento combinato che si ottiene una maggiore efficacia. Per questo motivo la invito a riflettere sulla possibilità di intraprendere un percorso psicologico per poter comprendere meglio il suo funzionamento, come la sua ansia si inserisce all'interno di esso e imparare delle nuove strategie di gestione che possano essere più funzionali per lei.
Resto a disposizione,
Dottoressa Monica Mugnai
Cara Utente, ricordi sempre che ogni sintomo è foriero di messaggi da comprendere. Il farmaco potrà anche mettere a tacere quanto più possibile il sintomo, ma ciò che preme alla base non viene cancellato. Il farmaco diviene oggetto di dipendenza, non solo a livello fisiologico, ma anche psicologico, nel momento in cui non si riesce a venir a capo della matassa per sbrogliarla. Che significato simbolico vi è collegato alla sua inquietudine rispetto al battesimo imminente (o ad eventi simili scatenanti)? Che porte interiori apre rispetto alla trama della sua vita?
Lavorando su questi livelli di profondità, insieme all'assunzione dei farmaci indicati dai professionisti adatti, allora potrebbe avvenire quello sblocco che le permette di riappropriarsi di sé.
Le auguro un percorso ricco di scoperte, Dottor Francesco Puleo
Buongiorno,
per questo tipo di questioni si può rivolgere al suo medico di base per un consulto veloce. Le consiglio di farsi però prescrivere una visita neurologica o psichiatrica in modo da assumere una terapia corretta per la gestione del disturbo. Normalmente la terapia d'elezione per l'ansia sono i serotoninergici, è necessario che consulti un medico per precise indicazioni.
Cordialmente,
Dott.ssa Elisa Fiora

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