Buonasera, un ragazzo di 26 anni é in coma in seguito ad aneurisma, è una situazione che mi stà lo

3 risposte
Buonasera, un ragazzo di 26 anni é in coma in seguito ad aneurisma, è una situazione che mi stà logorando. Gli è stata fatta una finestra alla seconda settimana di coma, ma nel momento in cui la sedazione era bassa ha avuto una forte crisi "epilettica" durata ore, non riuscivano a fermarla. Da quella volta, la tac è peggiorata molto e il danno sembrava esteso. Da quella volta hanno detto che non ci sarebbe stato più nulla da fare se non aspettare che il corpo ceda e l'hanno portato via da terapia intensiva perché lui vive senza macchinari. Dicevano che non avrebbero fatto più nulla per lui, invece hanno ricominciato a sedarlo e rimproveranno con le finestre. Significa che hanno visto che si può fare ancora qualcosa? Nonostante ciò continuano ad essere estremente negativi e per loro non c'è alcuna speranza. È passato un mese e mezzo. Che significano queste crisi quando si abbassa la sedazione? Il peggioramento può essere dovuto al fatto che hanno iniziato troppo presto con le finestre? A volte gli scendono delle lacrime quando le sue sorelle gli parlano, muove gli occhi contemporaneamente, si morde forte la lingua... Secondo voi?
Da quel che descrive la situazione è estremamente grave, Le consiglio di riparlare con i medici che lo stanno seguendo che sicuramente saranno più precisi nel risponderle... in generale credo che non bisogna mai perdere le speranze ma nemmeno prendere in giro i pazienti o i loro familiari...

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La situazione descritta appare compatibile con la rottura d’aneurisma. “Le finestre” non sono responsabili di nulla. La prognosi rimane riservata.
Da come viene descritta la situazione sembra molto grave ma non potendo visionare immagini per capire sede dell’aneurisma ed estensione dell’eventuale sofferenza ischemica/emorragica è difficile esprimere delle considerazioni.
Non credo che il peggioramento possa essere imputabile alle finestre di sedazione ma all’evolvere del danno vascolare legato ad un fenomeno chiamato vasospasmo che spesso complica questi quadri.
In questi casi è sempre più utile discutere con calma con l’equipe che ha in cura il paziente e cercare di capire bene l’andamento del paziente.

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