Buonasera. In questi giorni ho fatto una seduta con uno psicoterapeuta su richiesta della mia psic

27 risposte
Buonasera.
In questi giorni ho fatto una seduta con uno psicoterapeuta su richiesta della mia psicologa riguardo al fatto che le dicessi della difficoltà nel saluto perché le avevo detto che con una collega a lavoro non sapessi se salutarla o meno perché mi sembrava un to tardi a salutarla dopo 2 ore che ero a lavoro o poco più. ( ma solo con lei ). La mattina appena arrivo saluto sempre comunque.
Il dott mi chiese se non riuscissi a salutare perché vado in ansia o proprio perché non so quando salutare..(mi sembra che sia più ansia) e poi un altra domanda era di descrivere le emozioni. Su questa ho avuto difficoltà..ho provato anche a casa a descrivere un emozione ma facevo fatica.
La mia domanda è se queste domande fanno parte del test di chi è affetto da sindrome di asperger ( chiaramente lo psicot. vuole parlare con mia madre prima di lanciare diagnosi..) E se ci sono delle terapie da cui se ne possa uscire .

Cordiali saluti.
Eleonora Coro
Buongiorno. Leggendo e rileggendo il suo quesito mi sento di non saperle dare.una risposta certa. Tuttavia, per deontologia professionale, mi sento di dirle che se.le hanno dato questi esercizi a casa (descrivere le sue emozioni), ciò che è fondamentale è provarci. Non stia sul compitino, ma su come questo la fa stare. Vedrà che intanto sarà un punto di partenza. Circa l'Asperger non è una diagnosi che si basa sulla risposta a dei test, ma su un funzionamento globale della persona. È una diagnosi clinica, spesso fatta in età evolutiva e che necessita dell'inquadramento di tante aree della personalità. Se lei non saluta la collega non è un indizio per fare diagnosi! Può confrontarsi con serenità con i suoi curanti, senza timore di essere travisata o giudicata

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Cara Eleonora la domanda è un po’ confusa e non si comprende quale sia esattamente il problema. Immagino che lei sia giovane e si stia inserendo in un’attività lavorativa, in cui ha difficoltà di relazione con uno o più colleghi. Se così bisogna analizzare la situazione da tutti i punti di vista per comprendere le cause del suo disagio. La sua situazione personale, il tipo di lavoro, i colleghi e l’ambiente lavorativo. Se lei ha difficoltà con i colleghi non necessariamente lei è affetta da un disagio psicologico, ma ci potrebbero essere altre difficoltà ambientali, che con il suo psicologo o psicoterapeuta lei può analizzare e comprendere quale strategia mettere in atto per superarle.
Cordiali saluti
Adriana Roncella
Gentile Eleonora, è un pò difficile rispondere alle sue domande...per quanto riguarda la descrizione delle emozioni è sempre una richiesta che può disorientare ma Le assicuro che è un modo per focalizzare i propri vissuti senza perdere sfumature importanti: ci provi! non si tratta di un metodo di diagnosi. non è chiaro il secondo quesito legato alla presunta diagnosi di Asperger e dell incontro con sua madre. comunque resto disponibile a fornirle eventuali informazioni, ma Lei provi a manifestare i suoi dubbi, incertezze e paure con lo psicoterapeuta che la sta seguendo.
Cordialmente
Buonasera Eleonora, mi sembra un pò poco fare una diagnosi di sindrome di Asperger, solo perchè lei non riesce a salutare subito la la sua collega o perchè ha difficoltà ad esprimere le sue emozioni. Per quanto riguarda il saluto alla sua collega le cause potrebbero essere molteplici, ad esempio la sua timidezza oppure ansia nel come comportarsi magari la sua collega la mette un pò a disagio, forse anche per la sua giovane età. Per quanto elaborare le emozioni, forse non è abituata a mostrarle perché magari in famiglia non siete abituati a mostrare i vostri sentimenti. Le consiglio di parlarne con la sua psicologa o psicoterapeuta e fare un lavoro su di sè per quanto riguarda le emozioni, la saluto se desidera ulteriori informazioni sono disponibile anche online, le auguro di riuscire a risolvere le sue problematiche, dott. Eugenia Cardilli
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Buongiorno Eleonora , per fare una diagnosi di Sindrome di Asperger bisogna fare indagini più approfondite.Attraverso le emozioni noi contattiamo e comunichiamo con la parte più profonda di noi, con ciò che sentiamo dentro ed ogni persona sente e si emoziona in modo uguale e diverso dagli altri. La sua difficoltà a mostrare e soprattutto a descrivere le emozioni quasi sicuramente sarà dovuta al fatto che non è abituata ad ascoltarsi. Parli con il suo terapeuta di questa difficoltà e insieme troverete delle strategie che l'aiuteranno. Cordiali saluti, dott.ssa Antonella Ciardo
Buongiorno Eleonora, è un pochino confusa la sua richiesta e, forse, rispecchia la sua confusione rispetto al riconoscere e vivere le sue emozioni in tutti gli ambiti della vita. Concordo con le colleghe che con le poche informazioni non si può, per deontologia professionale, fare una diagnosi le consiglio di iniziare un lavoro su di sé. Parlare con uno psicologo-psicoterapeuta potrà esserle di aiuto per "sciogliere i suoi nodi emotivi". Il primo passo è stato fatto...scrivere in un sito di professionisti..coraggio il secondo è trovare il terapeuta che le auguro avvenga al più presto. Una buona estate cordialmente dott.ssa Monica Bertolini
Cara Eleonora, probabilmente si sta cercando di comprendere il livello delle sue competenze emotive (se fa una ricerca sull’intelligenza emotiva avrà comprenderà molte cose). Il non saper nominalizzare le emozioni che si provano è infatti un indicatore di questo aspetto, e ha delle conseguenze nella qualità delle relazioni. Detto questo mi permetto di farle notare che il fine ultimo di un intervento di un professionista della salute è il BENESSERE della persona, che passa attraverso percorsi di consapevolezza e di cambiamento piuttosto che sull’apporre un’etichetta (diagnosi) ad una condizione interiore individuale. Glielo dico per il suo bene: cerchi di evitare di concentrarsi sull’etichetta, e si focalizzi piuttosto sull’obiettivo che desidera raggiungere in termini di qualità di vita. Già facendo questo, se riesce, è un pezzo avanti nella risoluzione delle sue problematiche. Buona vita
Eleonora buongiorno,
mi può chiarire alcuni punti?
Prima di tutto lei quanti anni ha?
E’ economicamente autonoma? Come mai il terapeuta vuole parlare con la mamma? Con il papà no?
E, mi scusi, ma cosa significa che la psicologa la ha inviata allo psicoterapeuta?
Ultimo quesito: chi le avrebbe diagnosticato questa sindrome?
Buona giornata.
Claudia Bartocci
Salve Eleonora in alcune situazioni in cui l'ansia come la definisce lei la fa da padrone, può risultare difficile compiere di semplici gesti quotidiani. Di fatto il problema mi sembra non tanto l'opportunità di salutare una persona appena vista o a distanza di qualche tempo, in quanto lei possa aver avuto altro da fare. Quanto il fatto che il pensiero di non averlo fatto possa essere reiterato e disturbante e di conseguenza la fa sentire insicura e timorosa per aver fatto o non fatto un gesto. Chiaramente le sarà utile confrontarsi con la sua psicologa o lo psicoterapeuta a cui fa riferimento.
Quanto alla sindrome di Asperger non si soffermi sulla diagnosi ...di fatto sono etichette che i clinici scelgono di utilizzare semplicemente per poter identificare il funzionamento di una persona in ragione di categorie condivise fra colleghi, ma le persone sono molto altro. Buona vita
Ciao Eleonora, ho letto attentamente quello che hai scritto riguardo la tua difficoltà a salutare; bisogna capire con attenzione le motivazioni sottostanti il tuo comportamento di evitamento o rifiuto a salutare la tua collega in particolare...
Credo comunque che il problema non sia legato alla sindrome di Asperger, gli elementi sono assolutamente insufficienti per poterne parlare..
Con l'aiuto della tua psicoterapeuta potrai piano piano imparare a sentire tue emozioni e a conoscere i pensieri che sono ad esse connessi. ...
Sono dell'idea che con un lavoro di psicoterapia potrai avere modo di conoscerti meglio ed essere più sicura nelle relazioni con gli altri.
Un saluto
Buon giorno Eleonora, la sindrome di Asperger ha un ventaglio di manifestazioni comportamentali, cognitive ed emotive molto complesse e molte variano da soggetto a soggetto, ma di certi non bastano difficoltà relazionali ed emotive per fare questa diagnosi. Non è chiaro se le è stata nominata questa sindrome dallo psicoterapeuta o se è lei che ne ha sentito parlare, in ogni caso si affidi al professionista che la sta seguendo e vedrà che con il tempo le sue domande avranno una risposta.
Cordialmente
Dott.ssa Alessandra Biondi
Eleonora il dubbio se salutare o meno la collega che denota mancanza dì spontaneità fa ipotizzare che tu abbia difficoltà a relazionarti Il fatto che che hai difficoltà a descrivere le emozioni provate mette in evidenza una scarsa capacità introspettiva Ipotizzare che ciò sia da collegare alla sindrome di Asperger mi sembra inappropriato
Gentile Eleonora,
innanzi tutto Le consiglio di rivolgere questi suoi leciti dubbi anche alla sua Psicologa e al Terapeuta con cui ha avuto la seduta in quanto la relazione terapeutica si basa proprio sulla fiducia e l'assenza di giudizio ed è volta alla cura della persona. Verrà sicuramente accolta.
Riguardo alla Sindrome di Asperger, tengo a sottolineare non essere una patologia ma una neurodiversità e pertanto una condizione che va sostenuta attraverso la scoperta e lo sviluppo delle proprie competenze emotive e l’apprendimento di abilità sociali utili per affrontare con serenità ed efficacia i contesti di vita quotidiana (famiglia, amici, scuola, lavoro, ecc).
Non so se Lei risieda in Piemonte o meno, ad ogni modo nel caso Lei stessa abbia ipotizzato di averla o fosse interessata a saperne di più a Rivoli c'è un valido centro che si chiama "L'Associazione di Idee" che può fornirLe ulteriori informazioni.
Buona Vita, dott.ssa Baldi
Gentile Eleonora,
la focalizzazione sulle emozioni è alla base di qualsiasi approccio di psicoterapia e non è di per se indicativo di alcuna diagnosi clinica. Percepire e descrivere i propri stati emotivi è molto difficile per chiunque. Non dici quanti anni hai, la richiesta di colloquio con un genitore è molto frequente nelle terapie con pazienti adolescenti o giovani adulti.
Un cordiale saluto.
D.ssa Patrizia Mattioli
Buongiorno, dice poco della sua storia di sofferenza perché possa fare un'ipotesi diagnostica
La saluto cordialmente, Maurizio Luppi.
Buonasera,
innanzitutto consiglierei di fare una valutazione specifica relativa all'ansia che lei prova abitualmente e quella invece che lei prova in particolari situazioni (esempio in pubblico). Questo sicuramente aiuterebbe a capire in primo luogo se lei soffre di un disturbo d'ansia ed eventualmente impostare una terapia mirata. Inoltre se lei è minorenne è importante condividere la diagnosi con i suoi genitori, qualsiasi essa sia.Per quanto riguarda l'asperger non mi è ben chiaro se qualcuno le abbia parlato di tale patologia oppure se è un suo dubbio.
Cordialità
Angela Stella
Buongiorno. il suo percorso terapeutico è caratterizzato da molti dubbi e idee confuse. Credo che lei debba parlarne con il suo psicoterapeuta, il quale potrà fornire a lei chiarimenti e informazioni riguardanti: una diagnosi se è già stata fatta, la proposta di un lavoro terapeutico e i possibili obiettivi.
Quando tutto ciò sarà chiarito, lei potrà lavorare più serenamente e con fiducia . Buon proseguimento
Buongiorno Eleonora,
Come già detto dai colleghi, una diagnosi non si basa su un singolo test, ma su una valutazione globale e multidisciplinare. In realtà non è così singolare provare difficoltà nel descrivere le proprie emozioni , specialmente le prime volte che cerchiamo di conoscerle un po' più da vicino. Ritengo che la cosa migliore sia parlare delle difficoltà incontrate con la sua psicologa/psicoterapeuta .E la stessa cosa vale anche se si sentisse a disagio rispetto alla possibilità di diagnosi. In questo modo potrà lavorare con i professionisti che ha scelta creando uno spazio sufficientemente confortevole affinché il percorso iniziato possa evolversi nei migliori dei modi.
Buona giornata
Giorgia Tolio
Buongiorno Eleonora,
chiedere di descrivere le proprie emozioni è un compito che spesso si può richiedere ai pazienti indipendentemente dalla diagnosi. E' comprensibile che lei abbia avuto delle difficoltà a farlo, perchè è un compito a cui spesso non siamo abituati. Mi sento di aggiungere che è più un esercizio di consapevolezza di quello che ci accade che un test. Credo che possa essere importante per lei discutere di questi dubbi col suo terapeuta che potrà aiutarla a dare un senso alla richiesta che le ha fatto.
Cordialmente, Loredana Carrieri.
Buongiorno Eleonora,
Lei sembra descrivere una tendenza all'inibizione, all'essere timidi, o una preoccupazione rispetto a quanto possano pensare le altre persone su di lei. Rispetto a quanto ha scritto probabilmente si sarà domandata "se la saluto dopo due ore, cosa penserà di me per il fatto che non l'ho salutata prima?".
La preoccupazione è un'emozione di ansia. Le domande che lo specialista le ha fatto vanno contestualizzate rispetto a quanto lei ha riferito, dunque non dovrebbero c'entrare con la sindrome di asperger.
Un caro saluto
Santo La Monica
Buonasera Eleonora,
mi sembra di capire che lei ha già una ipotesi sulla sua difficoltà dicendo che "mi sembra sia più ansia" e ancor più definita "solo con lei"...pertanto avrebbe senso seguire questa direzione per comprendere che cosa le succede. In merito alla sua domanda, ogni psicoterapeuta segue un approccio e uno stile personale e le indicazioni che le sono state date non mi sembra che corrispondano a test specifici per la diagnosi di asperger. Per quanto riguarda la richiesta dell'esistenza di una terapia per uscire dal suo problema, le confermo che la psicoterapia è una ottima strada per affrontare le difficoltà soprattutto nelle relazioni interpersonali RM
Buonasera, per quel che mi riguarda queste possono essere le domande che potrei fare a un qualsiasi paziente, non per forza ad uno che penso sia asperger, il mio invito è di parlare (se se la sente) con lo psicoterapeuta come ha vissuto le domande e i suoi dubbi.
Un caro saluto
Buongiorno gentile Eleonora, quello che ha condiviso non è sufficiente per poter fare un'ipotesi diagnostica. Le consiglio di continuare il suo percorso per poterci capire meglio
cordialmente
AV
Buongiorno Eleonora, le domande fatte dal collega sono utile per fare una corretta anamnesi e per poter chiarire meglio l'obiettivo della terapia. Per la problematica presentata è utile una terapia breve strategica. Cari saluti.
Buongiorno Eleonora, innanzitutto la vorrei ringraziare per aver condiviso qui la sua esperienza, non dev'essere facile esporsi e portare qui un suo vissuto così intimo.
Vorrei unirmi a quanto già detto dai colleghi: una diagnosi non si basa su singoli test, ma su una valutazione approfondita che considera diversi aspetti della vita e del suo funzionamento. Vorrei inoltre rassicurarla, è normale avere difficoltà nel descrivere le proprie emozioni, specialmente quando si cerca di esplorarle più da vicino. Penso che sarebbe utile portare ed esplorare in terapia queste sue difficoltà.
Le auguro una buona giornata e sono certa che il percorso che ha iniziato possa aiutarla a sviluppare nuove risorse e strategie per affrontare le sue difficoltà. Cordiali saluti, Camille Casadei

Buonasera Eleonora,

Le domande che ti sono state poste durante la seduta riguardano aspetti del comportamento sociale e della consapevolezza emotiva, e potrebbero far parte di una valutazione più ampia per capire come ti relazioni agli altri e come gestisci le emozioni. La sindrome di Asperger, che fa parte dello spettro autistico, spesso si manifesta con difficoltà nel comprendere le dinamiche sociali e nel riconoscere o descrivere le proprie emozioni, quindi è possibile che lo psicoterapeuta stia esplorando questa possibilità. Tuttavia, la valutazione è complessa e richiede tempo, quindi è positivo che voglia prima parlare anche con tua madre prima di formulare una diagnosi.

Per quanto riguarda la tua domanda sulle terapie, anche se la sindrome di Asperger fa parte dello spettro autistico, ci sono molte strategie e percorsi che aiutano le persone a gestire meglio le sfide sociali e emotive, migliorando la qualità della vita. Lavorare con un professionista può essere molto utile per apprendere strumenti pratici per affrontare le situazioni sociali che ti mettono a disagio e per sviluppare una maggiore consapevolezza delle tue emozioni.

È importante ricordare che una diagnosi, se confermata, non è un limite, ma un modo per comprendere meglio te stessa e trovare il supporto giusto.

Un cordiale saluto e un incoraggiamento per tutto!
Massimo Martucci, Psicologo a Milano, Psicoterapeuta, Ipnoterapeuta e Neurotrainer
Buonasera, un percorso psicoterapeutico è molto utile per aiutarla a comprendere le sue emozioni, capire come leggere i segnali esterni, dare un senso alle sue sensazioni.
Solo attraverso una relazione protetta di questo tipo si può sperimentare in sicurezza, sbagliare, riprovare e finalmente capire meglio come funzioniamo, e quello che si impara lì, poi lo si può sperimentare nel mondo.

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