Un possibile approccio psicologico: il focusing
Esperto Stefano Garbolino • Psicologia • 21 novembre 2016 • Commenti:
Che cos’è il focusing?
Il focusing (dall'inglese, letteralmente “mettere a fuoco”) è un termine introdotto dallo psicoterapeuta Eugène T. Gendlin che definisce la capacità del paziente di entrare in un tipo speciale di attenzione (diversa dall’attenzione quotidiana) passiva ed aperta, rivolta verso l’interno, centrata nel presente.
Il focusing inizia con il corpo e ha luogo in una zona situata tra la sfera conscia e quella inconscia e permette di conoscere la globalità di ciò che la nostra esperienza "sa" riguardo a qualsiasi cosa stiamo vivendo nel momento presente: un problema di lavoro o una situazione personale che meriti qualcosa di più della nostra risposta abituale.
Il focusing è qualcosa di più del "semplice" essere in contatto con i propri sentimenti, è qualcosa di più profondo del semplice riflettere su un problema ed è diverso da una terapia corporea.
Permette di sperimentare un cambiamento nel modo in cui il corpo vive una situazione. Si sperimenta un modo di vivere posto ad un livello più profondo di quello dei pensieri e dei sentimenti: l'intera situazione appare diversa ed emergono nuove soluzioni.
In sostanza il soggetto deve prestare attenzione a sensazioni e desideri che non sono ancora stati espressi in parole e poi interrogarsi: “Come sto adesso?”.
Se non si pretende di rispondere subito, quello che si ottiene è una sensazione molto più ricca e complessa di un semplice “bene” o “male”.
È qualcosa di vago, indefinito ed è difficile riassumerlo con una sola parola o trovare la parola giusta: spesso, è più completo individuare una frase o un’immagine, ricca e complessa, che ha a che fare con quello che sta succedendo nella vita personale in quel determinato momento.
Questa sensazione è definita “felt sense” (dall'inglese, la sensazione significativa) ed è il nucleo del focusing stesso: la capacità di fare focusing, pertanto, è l’abilità di accogliere questa sensazione, di “starci” senza fretta, con interesse, senza giudizio, con un atteggiamento amichevole, disposti ad ascoltare se stessi.
Fare focusing, in definitiva, permette una conoscenza più profonda di noi stessi, una maggiore capacità di affrontare le situazioni difficili e di trovare soluzioni creative.
Come praticare il focusing
La possibilità di riuscire a fare focusing richiede una strategia caratterizzata da 6 punti fondamentali:
1. Creare uno spazio: occorre, in silenzio, restare in contatto con il proprio corpo, partendo dai piedi, poi dalle gambe, salendo alla schiena, alle spalle, al collo, alla nuca.
Con qualunque sensazione si incontra è possibile fare due cose: spostarla fuori ponendola in un luogo ritenuto da noi adatto, ad esempio al nostro fianco; oppure domandarsi: "‘come va la mia vita?", "cosa è importante adesso per me?", e vedere cosa succede lasciando che la risposta provenga lentamente dalla percezione del corpo senza analizzarla; così facendo si crea uno spazio tra noi e quello che sentiamo.
2. La sensazione sentita: Tra le tante sensazioni corporee percepite se ne sceglie una sulla quale fare focusing senza analizzarla, portando l'attenzione nel punto esatto dove viene percepita nel corpo.
3. Simbolizzare: Successivamente si lascia che dalla stessa sensazione emerga una parola, una frase, un gesto, un'immagine, un suono che la descriva perfettamente e che si adatta perfettamente a quello che si prova.
4. Risuonare: occorre poi verificare la sensazione che si sente con la parola, la frase, il suono, l'immagine o il gesto, per vedere se risuonano e coincidono: questo produce solitamente un piccolo segnale fisico, un senso di sollievo o rilassamento
5. Porre domande: successivamente è opportuno chiedersi cosa qualifica il problema nel modo che lo si è appena descritto; ad esempio: "cosa c'è nella sensazione che ho sentito?", o "che cosa rende il problema come lo sento?", oppure "qual è la cosa più paurosa, disagevole, sgradevole, se si è sentito paura, disagio, sgradevolezza...?".
6. Accogliere: si può ora accogliere il cambiamento, anche se è un piccolo rilassamento o un leggero sollievo, e questo è un punto di partenza di un ulteriore successivo focusing.
La pratica di focusing, seguendo la linea guida dei 6 punti esposti, necessita di un costante allenamento che peraltro può richiedere, al fine di sviluppare una buona capacità, anche solo 15-20 minuti, 2-3 volte la settimana.
Benefici e utilizzi del focusing
Una volta imparato, il focusing può divenire una risorsa affidabile in tutti i momenti in cui essere in contatto con i propri sentimenti e le proprie emozioni integrati con l’intuizione e la saggezza del proprio corpo.
I principali disturbi d'ansia e depressivi, laddove vi sia una indicazione terapeutica specifica, possono beneficiare di un'associazione con tecniche di focusing.
D'altra parte, la tecnica può essere praticata anche in assenza di particolari disturbi seppur il consiglio è sempre di effettuare un training con l'esperto del settore.
In sintesi il focusing permette di:
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comprendere quello che veramente si sente e si vuole;
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superare i blocchi emotivi, prendere decisioni consapevoli e risolvere i problemi in modo creativo;
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divenire più attenti, gentili e accoglienti verso se stessi e verso gli altri;
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integrare in modo maggiore corpo e mente;
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trovare sollievo dalla tensione psico-fisica legata a molteplici disturbi cronici;
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essere indipendenti nelle scelte e svincolati dal nostro stesso sistema di credenze e di pregiudizi;
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approfondire e rendere più fruttuoso l'eventuale processo in corso di psicoterapia.
Bibliografia
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Focusing, E. Gendlin; Astrolabio 2001
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Focusing in psicoterapia, E. Gendlin; Astrolabio 2010
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Focusing, Il potere della focalizzazione nella vita e nella pratica terapeutica, A.W. Cornell; Crisalide 2007