Tutto sulla terapia di decompressione spinale

Fisioterapia • 28 gennaio 2017 • Commenti:

La lombalgia cronica è una patologia il cui trattamento è tra i più costosi nei Paesi industrializzati, subito dopo i tumori. Inoltre è la prima causa di invalidità nelle persone al di sotto dei 45 anni.

La decompressione spinale si è rivelata un trattamento economico ed efficace per le ernie e altre malattie degenerative del disco, che sono alla base della maggior parte dei mal di schiena.

La decompressione spinale nel trattamento del mal di schiena

Nonostante siano disponibili molte alternative per la valutazione e la gestione del mal di schiena, non vi sono certezze su quali terapie siano più appropriate e preferibili nelle diverse situazioni.

Le 3 principali tipologie di trattamento del mal di schiena sono la terapia chirurgica, la terapia non chirurgica e la terapia farmacologica e la scelta del trattamento dipende sia dalla causa che dalla gravità della condizione presente.

La maggioranza degli episodi di mal di schiena acuto è di origine meccanica o muscoloscheletrica e può essere trattato efficacemente tramite l’esecuzione di appositi esercizi e un trattamento farmacologico conservativo, a base di analgesici e farmaci antinfiammatori.

Se però il disturbo non risponde a queste terapie si può intervenire tramite interventi farmacologici più forti o tramite tecniche non chirurgiche, come la manipolazione spinale e l’agopuntura.

Un’ultima tipologia di terapia non invasiva per il trattamento del mal di schiena cronico è rappresentata dalla decompressione spinale, che può essere manuale, meccanizzata o motorizzata. L’efficacia di questo trattamento risulta variabile e, in base all’origine del dolore, possono essere utilizzate tecniche differenti.

La decompressione spinale viene utilizzata nel trattamento del dolore discogenico, che determina un tipo di mal di schiena cronico, molto difficile da trattare.

Diverse tecniche sono state usate per ottenere la decompressione, come la semplice trazione, la trazione meccanica e la decompressione spinale motorizzata.

Recenti analisi hanno mostrato che solo pochi interventi di trazione hanno riportato effetti positivi e sollievo al mal di schiena e, a volte, dopo la terapia è stato riscontrato un aumento del dolore e della pressione intervertebrale. In queste tecniche la forza tirante è lineare e può provocare una contrazione muscolare paravertebrale che riduce l’efficacia del trattamento.

Più recentemente sono stati sviluppati diversi sistemi di decompressione spinale meccanizzati o motorizzati nei quali sono state risolte molte problematiche della trazione convenzionale.

I pazienti con mal di schiena di origine discogenica, che non risponde alle terapie conservative, possono infine tentare di risolvere il problema tramite un’operazione chirurgica. Lo scopo di molte tecniche chirurgiche è quello di ridurre la pressione negli spazi intervertebrali, ma i rischi e gli inconvenienti dell’operazione sono tali che è consigliabile prendere in considerazione l’intervento solo dopo che gli altri interventi non chirurgici non abbiano dato risultati per almeno 3 mesi.

Efficacia della decompressione spinale

La decompressione spinale è una terapia non invasiva sviluppata per soddisfare la necessità di interventi non chirurgici rivolti specificamente al mal di schiena di origine discogenica.

Esistono dati sperimentali che sostengono che la decompressione riduca la pressione intradiscale, facilitando a sua volta l’assunzione di ossigeno e di nutrimento e migliorando il metabolismo ed il ripristino del tessuto.

Certe tecniche di trazione possono causare un aumento della pressione intradiscale, un evento particolarmente dannoso.

Al contrario, la decompressione spinale riduce la pressione intradiscale con una proporzionalità inversa tra la tensione di distrazione applicata e la pressione intradiscale rilevata.

L’evoluzione di questa tecnologia ha infatti determinato variazioni nell’applicazione della forza e nella posizione dei pazienti, oltre all’aggiunta di sistemi passivi di contenimento. Inoltre i sistemi di decompressione spinale non chirurgica computerizzati sono stati disegnati per fornire il massimo beneficio al paziente, tramite un approccio non invasivo e relativamente economico.

Valutando gli studi attualmente disponibili a riguardo dei sistemi di decompressione spinale, è però evidente che i dati non sono conclusivi per dimostrare l’efficacia di questa tecnica. Permane quindi il problema di valutare realisticamente l’efficacia dei sistemi di decompressione non chirurgica e solo ulteriori studi potranno fornire i dati necessari per sviluppare trattamenti clinici efficaci.

Conclusioni

Da alcuni studi - sviluppati per valutare l’effetto della decompressione spinale su pazienti affetti da ernia al disco o affezioni del disco di natura degenerativa - risulta che l’85% dei pazienti ha riportato una recessione immediata dei sintomi e l’assenza di dolore nei 90 giorni successivi al trattamento.

Questo studio dimostra che le affezioni del disco, la causa più comune dei dolori di schiena, possono essere trattate usando la decompressione spinale, un metodo economicamente vantaggioso rispetto alla terapia chirurgica. Occorrono però ulteriori risultati, per verificare se il trattamento di decompressione previene del tutto da un eventuale intervento chirurgico oppure si limita solamente a rimandarlo.

La terapia chirurgica è associata a dei rischi e il risultato non è sempre prevedibile, per questo un trattamento non chirurgico e non invasivo, come la decompressione spinale, è un’opzione da prendere in considerazione nel trattamento del dolore discogenico.

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