Perchè andare dallo psicologo?
Esperto Antonio Barbera • Psicologia • 18 maggio 2016 • Commenti:
Tutte le volte che pensiamo allo psicologo, non sempre siamo in grado di poter definire il suo campo d’intervento.
Certamente non ho intenzione, in questa sede, di definire il suo raggio d’azione, ma potrei aiutarvi nel cominciare a delineare delle tracce che vedano lo psicologo come reale ausilio a chi, per curiosità o necessità, potrebbe averne bisogno.
Lo psicologo ci aiuta nel nostro percorso individuale
Innanzi tutto non vorrei dire cosa non è la psicologia, ma piuttosto il suo campo d’interesse, e già dai primi precursori l’interesse principale è stato quello di lavorare, ricercare, aiutare l’individuo, nel liberare, scoprire il proprio “animo umano”.
All’interno di questi aspetti sono racchiuse una serie di particolarità che fanno ognuno di noi diverso dagli altri, e non solo per i tratti somatici, o per le abitudini, ma proprio per le diverse modalità di affrontare la vita.
La vita non è solo somma delle cose che facciamo, come ci comportiamo, quello che diciamo, ma è in modo particolare quello che “desideriamo”.
L’espressione del nostro desiderio muove le nostre potenzialità nel cercare di raggiungerlo, per mezzo del nostro sapere, dei nostri sentimenti, della nostra capacità di muoverci nel mondo, che molte volte sentiamo ostile.
Fin qui viene da chiedersi, ma che c’entra lo Psicologo con tutto questo? Molti raggiungono il proprio desiderio senza chiamare in causa nessuno Psicologo.
Questo sotto molti aspetti è vero, ma sappiamo che il percorso individuale non è espressione della sola idealità, oppure di un sforzo logico per ottenere un risultato.
Molte volte ci troviamo di fronte all’incapacità di poter esprimere le nostre sensazioni, abbandonandoci a una situazione in cui ci sentiamo inermi di fronte alle nostre aspettative.
Potremmo pensare che sia un discorso di timidezza, oppure che sia necessario uno sforzo di volontà, ma non sempre questo si accorda con le nostre risorse, perché dobbiamo fare i conti con il nostro “animo umano”, questo insieme che raccoglie tutto ciò che é sepolto in noi, i nostri pensieri, i nostri sogni, la nostra affettività, la nostra storia familiare, sia quella a noi più vicina, che quella dei nostri padri, ecc.
Perché non possiamo evitare di affrontare il contenuto della nostra psiche
Molte volte i contenuti dell’animo umano ci aiutano a trovare risposta alle nostre domande, molte volte abbiamo una sensazione di opposizione al nostro percorrere la vita, ma non possiamo eluderli solo attraverso uno sforzo di volontà.
Quante volte sentiamo parlare di “rimosso”,“ripetizione” ,“maniacalità”: queste parole risultano vuote se non le mettiamo in relazione ai nostri vissuti, noi non siamo i termini tra loro diversi, ma ci caratterizziamo attraverso i nostri vissuti.
Vorrei provare a fare un esempio: quando noi sogniamo, il sogno sembra verosimilmente reale e crediamo di vivere realmente una determinata situazione. Ciò che abbiamo sognato, appena svegli, ci offre delle sensazioni che possono lasciarci piacevolmente attratti da quella storia, per poi accorgerci che era solo un sogno.
Tutto questo lavoro che il nostro pensiero compie durante il sonno, chiamato “lavoro onirico”, è anch’esso frutto di quel contenitore che abbiamo denominato “animo umano”.
Molte volte il nostro vivere cosciente è frutto di questi aspetti che potremmo dire inconsci, e che ci caratterizzano, fino a dire che sogniamo ad occhi aperti, oppure che vorremmo dire una cosa e ne diciamo un’altra, persino completamente diversa da quella che avremmo voluto.
Questo rappresenta come il mondo interno sia presente nel nostro modo di rappresentarci esteriormente.
La psicologia come percorso, non solo come lotta alle patologie
Avrete fatto caso che fino a questo punto, non ho mai parlato di psicologia indicando patologie particolari, non perché queste abbiano smesso di esistere, o perché nessuna di queste possa accompagnare qualcuno di noi, ma perché parlare di psicologia non è parlare solo di patologia.
Io ad esempio prediligo raccontare la psicologia come una forma particolare di alleanza, qualcosa che possa accompagnare il nostro percorrere la vita.
Molte volte sentiamo di non comprendere quello che ci sta accadendo, e ci sentiamo sconsolati, ci viene a mancare “l’autostima”. In questi momenti non sempre chi ci vive intorno è in grado di darci il consiglio giusto, ammesso che ne sentiamo la necessità.
E’ in questi frangenti che vedrei l’utilità del lavoro psicologico, quando viene a mancare la possibilità di trovare risposte alle nostre domande, oppure non riusciamo a rappresentare i nostri desideri, se non attraverso oggetti sostitutivi, che per la maggior parte delle volte risultano deludenti, non appaganti.
Ma qual è l’aiuto che lo psicologo potrebbe apportare nelle situazioni critiche?
Semplicemente, lo psicologo ci offre “ascolto”, in un luogo particolare e per un tempo riservati solo a te e nessun altro, dov’è possibile raccontare sé stessi nella propria situazione e modalità che ci sta caratterizzando, l’obiettivo è quello di permettere l’ascolto del proprio “animo umano”.
La nostra vita è caratterizzata da un contesto sociale sempre più esigente, e molteplici modelli di riferimento che generano confusione, e impossibilità di dare risposte, come se vivessimo un’inibizione di cui non ne conosciamo la provenienza.
Il concetto di “psicologia amica”, è la risposta alla necessità di poter consultare uno psicologo non per una patologia specifica, ma per poter chiarire a se stessi la situazione in cui ci troviamo, e questo rapporto, alleanza, è il fulcro che permetterà di poter chiarire prima a se stessi, attraverso il proprio raccontare, la situazione in cui ci troviamo.
Sarà facile ritrovare quelle particolarità che ci compongono, e che molte volte schiacciamo nel nostro inconscio, rendendolo si nascosto, ma attivo nella nostra modalità espressiva.
Come abbiamo potuto vedere la presenza dello psicologo potrebbe essere necessaria, proprio dove termina la possibilità di comprendere il nostro “animo umano”, chiamandoci dunque come protagonisti della propria esistenza, senza lasciarci scivolare la vita addosso, ma cercando di recuperare il rapporto con noi stessi. In questo contesto, lo psicologo s’inserisce come ausilio, come specchio della nostra esistenza. Questi non darà una risposta precisa alle nostre domande, ma rappresenterà un’utile alleato per poter proseguire il proprio cammino.
Tutte le volte che pensiamo allo psicologo, non sempre siamo in grado di poter definire il suo campo d’intervento.
Certamente non ho intenzione, in questa sede, di definire il suo raggio d’azione, ma potrei aiutarvi nel cominciare a delineare delle tracce che vedano lo psicologo come reale ausilio a chi, per curiosità o necessità, potrebbe averne bisogno.