Le paure dei bambini
Esperto Mariantonietta Cerquetella • Psicologia • 4 gennaio 2017 • Commenti:
La paura è un’esperienza emotiva presente in tutti i bambini. Tale stato d’animo non è necessariamente negativo, anzi nel corso dell’evoluzione della specie umana si è rivelata un’emozione adattiva, permettendo di attuare i comportamenti giusti in presenza di un pericolo.
La paura è un'emozione che si manifesta anche fisicamente (pallore del viso, tremori).A volte è nascosta, coperta e la si deve interpretare attraverso segni quali:
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problemi del comportamento sfinterico (enuresi notturna) o alimentare;
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mancanza di curiosità;
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passività ed eccesso di adattabilità;
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impazienza e irritabilità;
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eccessivo attaccamento alle figure adulte.
I diversi tipi di paura nelle fasi della crescita
Ogni stadio della crescita ha le proprie paure. I bambini provano molte paure perché si sentono indifesi e conoscono poco del mondo che li circonda.
Ecco, perché si superano con la crescita,sono transitorie e legate alla realtà che il bambino va scoprendo.
Tali paure poi, anche se superate, potranno ripresentarsi nel corso della vita ed in occasione di eventi o esperienze forti dal punto di vista emotivo (nascite, lutti, cambiamenti di casa, di scuola).
Un esempio noto di paura è quella che si manifesta intorno agli 8 mesi di vita: la paura dell'estraneo.
Tale emozione è collegata ad una nuova capacità che si sviluppa nel bambino: quella di riconoscere una persona estranea rispetto ad una familiare.
Un istinto autoprotettivo spinge il bambino ad un'iniziale diffidenza rispetto all'estraneo che non sa qualificare come buono o cattivo.
Fra i due e i tre anni il bambino sperimenta un forte senso di autonomia, grazie alle maggiori competenze motorie e linguistiche.
È il periodo del "no", dell'opposizione come autoaffermazione.
Apprende il controllo degli sfinteri che gli fa sentire un sentimento di potere sul proprio corpo, ma dall'altra lo sottopone a nuove regole.
Tale esperienza spesso si accompagna alle paure di questa "sporcizia" prodotta dal corpo, della sua scomparsa nel water (un luogo che a volte può far paura che risucchia, dove tutto scompare...).
In questa fase la fantasia del bambino si popola di mostri ed aggressori, che si presentano nei giochi.
Emerge la paura del temporale, dei mostri, delle streghe, elementi che affascinano ed al tempo stesso spaventano.
Il bambino in questo periodo manifesta inoltre la paura dei pericoli fisici, di ferirsi, di ammalarsi, quasi temesse una concretizzazione delle sue paure.
Intorno ai 4-6 anni il bambino manifesta curiosità circa l'origine della vita, il sesso, la morte.
Tali domande sono indice di un nuovo passaggio evolutivo in cui il bambino prende coscienza della ciclicità della vita (le cose iniziano e finiscono).
A volte questo genere di domande mette in difficoltà gli adulti, ma non va scoraggiato, così come non va provocato: occorre attendere i tempi del bambino ed essere pronti a rispondere con chiarezza e semplicità.
Aiutare il bambino a superare le paure? Ecco come fare
Come comportarsi per aiutare il bambino a gestire e superare le paure?
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Innanzitutto la paura va rispettata e non ridicolizzata, anzi è utile”normalizzare” il fatto che si possa provare timore per certi eventi. Evitare di dire 'Dai, dai, non avere paura, non c'è nulla!'
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Le paure vanno accolte come un aspetto della crescita e non usate come "arma" per far crescere. A volte certi personaggi immaginari sono usati come minaccia per far comportare bene il bambino!
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La fiducia in sé va valorizzata affinché il bambino si senta capace di affrontare le sue paure.
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Non bisogna pretendere troppo di più delle reali capacità del bambino.
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È bene aiutare il bambino a capire e valutare le conseguenze dannose di un suo comportamento, superando certe paure potrà gustare meglio alcune esperienze, ma non è indispensabile riuscirci subito.
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Alle naturali paure del bambino non vanno aggiunte le nostre paure, né le nostre eventuali preoccupazioni o angosce (limitare la possibilità che il bambino assista a reazioni di eccessiva paura da parte degli adulti).
- Evitare l’esposizione del bambino ad immagini che per lui possono essere spaventose.