La spalla: tra mobilità e stabilità
Esperto Giuseppe Rucci • Osteopatia • 4 maggio 2016 • Commenti:
La spalla è l’articolazione del corpo umano dotata di maggiore mobilità, si muove ampiamente nei tre piani dello spazio, a discapito della sua stabilità.
Il complesso articolare della spalla
Il complesso articolare della spalla è costituito da omero, scapola, clavicola, sterno e - in maniera più indiretta - dalla colonna vertebrale e dalle coste; le articolazioni presenti in questo complesso si dividono in:
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articolazioni vere: gleno – omerale, acromion – claveare, sterno – costo – claveare;
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articolazioni false (piani di scorrimento): scapolo – toracica e sottodeltoidea.
Le strutture che ne garantiscono la stabilità sono:
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strutture legamentose per la stabilità statica: legamenti gleno – omerali, legamento coraco – omerale, cercine glenoideo (struttura fibro – cartilaginea), legamenti acromion – claveari, legamenti coraco – acromiali, legamento succlavio (o costo – claveare) e legamenti sterno – claveari;
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strutture muscolari per la stabilità dinamica: cuffia dei rotatori (sottoscapolare, sovraspinoso, infraspinato e piccolo rotondo), capo lungo del bicipite omerale, grande rotondo, deltoide, muscoli pettorali, gran dorsale e trapezio.
Le lesioni della spalla
Le lesioni della spalla possono essere:
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traumatiche: fratture, lussazioni, sub – lussazioni, lesioni del cercine glenoideo; sono molto frequenti negli sport di contatto (sport di combattimento, rugby, calcio) o nel ciclismo, nella vela e nello sci;
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da sovraccarico: conflitto sub - acromiale (impingement), instabilità di spalla o lesioni della cuffia; sono molto frequenti nelle professioni che richiedono un utilizzo continuo dell’arto superiore e negli sport di lancio, nel volley, nel tennis, nel nuoto, nella ginnastica e nel golf.
Il complesso articolare della spalla pertanto deve essere la risultante di un perfetto compromesso tra la mobilità-flessibilità e la stabilità; fondamentali sono gli esercizi di muscolazione e gli esercizi di stretching.
Nella maggior parte dei casi, lo squilibrio è dato da un forte tono dei grandi muscoli che s’inseriscono sul complesso stesso (gran pettorale in primis) e dalla debolezza dei muscoli della cuffia dei rotatori che hanno il compito di contenere, centrare e coartare la testa omerale all’interno della glena.
Un mirato programma di muscolazione e di mobilità articolare, studiato con volumi di carico adeguati, associato alla fisioterapia ed all’osteopatia, è in grado di ripristinare l’equilibrio perduto e ridurre la sintomatologia dolorosa delle lesioni da sovraccarico.