L'utilità della storia terapeutica per evolvere

Esperto Mirella MostardaPsicoterapia • 7 novembre 2016 • Commenti:

Per aiutare una persona che sta attraversando un momento di crisi e di fragilità uno strumento molto efficace, che un professionista può usare per favorire il cambiamento, è l’impiego di un  racconto metaforico, o storia terapeutica.

Cos’è una “storia terapeutica”? 

Si tratta di una sorta di fiaba adatta anche agli adulti che, se ben costruita, porta la persona a scoprire dentro di sé le risorse atte a trovare la soluzione della situazione problematica o soddisfare le sue esigenze. In tal modo, piuttosto che offrire alla mente razionale utili consigli raziocinanti, si parla direttamente all’inconscio della persona, la quale, immedesimandosi in un elemento della storia, non si sente lì per lì chiamata in causa e può poi reperire e mettere in atto strategie risolutive più creative.

La storia terapeutica, è, dunque, un efficace strumento di cura e di cambiamento, ovviamente da monitorare nel tempo per verificare la buona riuscita per il miglioramento del paziente, della persona che sottopone un problema o per il bambino che attraversa un periodo problematico.  

Il racconto metaforico parla direttamente al nostro inconscio

Il racconto metaforico ha la caratteristica di fornire un messaggio relativo ad un problema da risolvere: la soluzione trovata dal protagonista della metafora sarà utile anche per la persona che lamenta il problema o per altri con conflitti simili e che si immedesimeranno nella storia. La metafora ha il pregio di avere un contenuto diverso da quello lamentato dalla persona, la quale, quindi, si riconosce solo inconsciamente, evitando l’innalzamento di barriere difensive inutili al miglioramento ma solo fonte di limitazione ed ostacolo alla possibile ricerca di soluzioni creative al problema. Con la metafora invece di spiegare alla persona direttamente quello che dovrebbe dire o fare per risolvere, si fornisce un’esperienza fiabesca, in cui il protagonista, cambiando comportamento ottiene migliori risultati rispetto alla modalità problematica.

L’ascoltatore può riconoscersi e prendere le informazioni utili per migliorare, se accettabili come buone oppure lasciarle andare se non interessanti.

Questo mese, dunque, desidero ricordare a mamme, papà, nonni, zii, zie, maestre, professori, educatori ma anche persone sane o in difficoltà emotiva, l’importanza della fiaba e del ‘racconto’ non solo per i bambini, come tutti sanno ma anche per gli adulti.

Ascoltare una storia in cui ci si riconosce significa allontanarsi, per un periodo di tempo, dalla problematica routine quotidiana e trasferirsi in un mondo di sogno. Ci si trova improvvisamente in un luogo in cui tutto è possibile, dove ci sono gli strumenti adatti a risolvere ogni problema. Ti serve un cavallo volante?  Hai bisogno di uno gnomo che ti ospiti per insegnarti qualcosa? Puoi averli facilmente se ti lasci andare e ascolti con la parte fanciullesca che hai e di cui ti sei dimenticato.

E allora ti dono una storia. Cosa c'è di più bello di una fiaba inventata da un papà per far addormentare la propria figlia? Finora questa storia l'ho ricordata così, come una specie di sogno. Fino a che, nell'ampliarla, con l'aggiunta di particolari e novità, un po' come avveniva nel caso delle leggende tramandate a voce, mi sono accorta che il lupo della 'mia' favola è portatore di un contenuto metaforico utile a tutti: grandi e bambini! Da qui il desiderio di condividerla con voi. Buona lettura!

“La storia del Lupo Lungo” - Una storia terapeutica per grandi e piccini

Questa storia inizia con “C’era una volta”, ma non perché tutte le favole iniziano così, piuttosto perché è una storia di tanto tempo fa, perciò…

“C’era una volta un contadino che abitava in un paesino di campagna e aveva un bel pollaio con delle meravigliose galline che facevano delle uova grandissime.

Però intorno al pollaio si aggirava un povero lupo affamato che cercava il modo di introdursi nel pollaio per divorare qualche saporita gallina.

Il contadino stava molto attento e dalla sua casa si affacciava alla finestra per controllare il pollaio.

Anche la notte dormiva ... con un occhio solo ... pronto ad intervenire.

Una notte, assopito più del solito, il contadino non si accorse che il lupo era riuscito a fare un buco nella rete e ad entrare nel suo pollaio.

Magro e affamato si era avventato sulle galline ed afferrata la più grassa l’aveva ingoiata in un battibaleno e poi, non soddisfatto, un’altra e un’altra ancora.

Le altre galline impaurite iniziarono a fare un gran baccano, svegliando finalmente il contadino che scese in gran fretta nel  pollaio ed afferrato il forcone cominciò a rincorrere il lupo.

Questo, spaventatissimo, capì di essersi cacciato in brutto guaio e tentando di uscire dal buco nella rete attraverso cui si era infilato cercava in tutti i modi di scappare.

Ma le galline che aveva mangiato gli avevano gonfiato la pancia, perciò, non essendo più secco e ritrovandosi quel gran pancione non riusciva più a passare attraverso il buco ormai diventato troppo stretto per lui.

Preso dal panico iniziò a tirare con tutte le sue forze per uscire, e tira che ti tira la pancia si allungò e si allungò fino a consentirgli di passare attraverso il buco.

Purtroppo nello sforzo di sgusciare fuori spingendo a più non posso era diventato molto più lungo del normale.

La storia della disavventura capitata al lupo girò di casa in casa e divenne nota a tutto il paese, per cui quando si avvicinava ai pollai, il lupo lungo ... così fu infatti soprannominato ... veniva subito avvistato e la popolazione dava l’allarme.

Da quel momento in poi fu così che il poverino non riuscì più a  rimediare neppure una gallina e imparò che è più saggio mangiare quel tanto di cui si ha bisogno per vivere piuttosto che essere ingordi senza fondo.

Stretta è la foglia, larga è la via dite la vostra che ho detto la mia”.

Ideata da Sergio Mostarda, rivisitata e scritta da Mirella Mostarda.

Vuoi suggerirmi un tema specifico? Scrivi una mail a: mirellam69@hotmail.it. Sceglierò l’argomento che mi sembrerà più richiesto o interessante per molti.

Personalmente mi prendo cura, in particolare, del disagio psico-fisico, attraverso gli strumenti reputati più utili per ogni individuo, come visita medica, integrazione di trattamenti convenzionali e naturopatici, elementi di PNLmetafora terapeutica e il Reiki, che consentono il raggiungimento dello stato di benessere in modo naturale e l’approfondito riconoscimento e soddisfacimento del bisogno della persona.

Prediligo, quindi, l’impiego di strumenti terapeutici e percorsi di guarigione naturali, legati anche alla crescita personale, senza dimenticare accertamenti diagnostici e trattamenti farmacologici allopatici, qualora sia reputato importante.

 

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