L'importanza dell'osteopatia in ambito pediatrico
Esperto Bruno Maria Camerani • Osteopatia • 13 aprile 2016 • Commenti:
L’osteopatia pediatrica può essere considerata il miglior esempio di medicina preventiva. È la terapia elettiva per il neonato che subisce in caso di nascita naturale il trauma da parto e che in caso di cesareo invece permette la riattivazione da parte dell’osteopata del Meccanismo di Respirazione Primario.
Ecco dimostrata l’importanza che in molti altri Paesi del Nord Europa viene data al ruolo dell’osteopata fin dalla sala parto a fianco all’ostetrica, assistendo alla dinamica del parto.
Perché portare un bambino dall'osteopata?
“I tessuti posseggono una loro memoria” e tutto rimane impresso. Per questo è importante l’osteopatia nei bambini, perché evita che le disfunzioni si strutturino.
Il passaggio della testa del feto lungo il canale del parto determina un modellamento delle ossa craniche e una stimolazione meccanica fondamentale per uno sviluppo regolare e di tutto il corpo. Se questo viene meno, come in caso di parto cesareo, l'intervento dell'osteopata può essere necessario per favorire una crescita il più corretta possibile.
La pressione che il cranio subisce al momento della nascita può essere determinante per l’ossificazione delle ossa craniche. Inoltre la compressione che il cranio riceve, nel passaggio dal canale pelvico, può creare irritazioni dei nervi cranici del neonato.
Durante l'età fetale il bambino le ossa del cranio del bambino sono molto malleabili e le pressioni subite durante l'espulsione e la nascita, possono provocare una deformazione.
Si spiega infatti come, per via di un difficile travaglio ad esempio, molti neonati hanno una forma strana del cranio (ad esempio un cranio allungato, naso più schiacciato, occhio più chiuso...). Spesso le deformazioni del cranio durante l'espulsione nel tempo vengono riassestate completamente.
Talvolta questo processo non si verifica in maniera completa con conseguenti alterazioni di mobilità di alcune ossa craniche, non ancora saldate, e la possibilità quindi di sviluppare disfunzioni a carico del sistema visivo e occlusale. I tessuti conservano spesso le asimmetrie delle pressioni e degli stiramenti subiti.
Ogni regione del corpo può essere lesa e a causa dell’interdipendenza, ogni disequilibrio si ripercuote a distanza.
Nel parto cesareo, a causa del gioco di pressioni, si possono riscontrare problemi. Vi è una notevole pressione all'interno della pancia e una pressochè nulla nell'ambiente esterno. Il feto, durante il passaggio diretto dall’ambiente fetale al mondo esterno, è sottoposto ad una forza come di trazione del cranio in senso trasversale ed una successiva difficoltà di adattamento alle nuove pressioni.
In entrambi i tipi di parto se l’adattamento fisiologico del cranio non avviene l’osteopata interviene per riequilibrarlo e per permettere una migliore fisiologia, eliminando le disfunzioni ed evitando che queste si possano manifestare in futuro.
Le disfunzioni craniche possono generare nel bambino diverse e numerose poblematiche:
-
Allergie, asma, faringiti, riniti, sinusiti, otiti, adenoiditi, difficoltà respiratoria possono essere legate ad un’alterazione del movimento delle ossa del cranio o di una scorretta mobilità del diaframma toracico.
-
Suzione difficoltosa, disturbi del sonno, rigurgiti, agitazione e irritabilità, difficoltà a deglutire, coliche possono essere dovute a tensione o compressione di suture o dei tessuti membranosi intracranici che tendono a creare un’irritazione di strutture nervose alla base del cranio.
-
Le alterazioni a carico della colonna e del sacro possono dare luogo a manifestazioni posturali che si evidenzieranno durante la crescita come scoliosi, dismetrie e dimorfismi degli arti inferiori (ginocchia vare, valghe, alterazioni dell’arco plantare).
-
La presenza di emicranie, cefalee, strabismo, cattive occlusioni possono essere legate a lesioni o tensioni delle membrane intracraniche o cranio-sacrali.
Perché il neonato può andare incontro a disfunzione?
Restrizione di spazio nella vita fetale
L’utero dovrebbe accogliere l’embrione in un ambiente più confortevole possibile ma per una moltitudine di cause questo non avviene. Il bacino materno può presentare asimmetrie strutturali legate al sistema muscolo scheletrico, causate delle pareti addominali, forti aderenze cicatriziali in esiti di interventi chirurgici, anomalie della forma dell’utero ed ipertono delle pareti.
Inoltre in caso di parti gemellari oppure la presenza di fibromi e patologie come gestosi riducono lo spazio in utero. Ed è per questo motivo che alla donna che programma una gravidanza si consiglia di fare una visita osteopatica.
L’impegno cranico durante la nascita nel canale del parto è tale che lo stesso ha una grossa capacità di modellamento per potersi “adattare” al canale del parto. Questo modellamento può portare come abbiamo precedentemente detto a pressioni o tensioni craniche che non si risolvono spontaneamente. Tale asimmetria si ripercuote sulle zone d’inserzione delle fasce e muscoli sotto-occipitali. Questa eziologia è sempre presente nei casi di scoliosi del lattante e del torcicollo congenito.
Ma le disfunzioni non sono solo a carico delle ossa , ma pressioni e compressioni craniche possono agire negativamente anche sulle membrane della dura madre (membrane a tensione reciproca) che collegano il cranio per mezzo di un manicotto alla colonna dei 3 diaframmi :
- diaframma cranico
- diaframma respiratorio (costale)
- diaframma pelvico
In stato di “Salute” il movimento di questi 3 diaframmi è sincrono. Traumatismi cranio-sacrali nel bambino creano disequilibri di tensione dando origine a disfunzioni . L’osteopata ricercherà la sincronia e la normalizzazione cranica.
La normalizzazione delle tensioni membranose della dura madre è essenziale nel neonato e nel bambino, per evitare contrazioni del sistema nervoso.
Quali problemi l'osteopatia pediatrica può affrontare?
Molti neonati durante la poppata mostrano un’alimentazione difficoltosa, stancante e spesso causa di stress meccanici a cranio, volto e gola. I nervi della lingua s’irritano nella porzione che fuoriesce dal cranio, rendendo così la suzione difficoltosa e dolorosa.
Rigurgiti di latte tra le poppate, attacchi di pianto prolungato possono essere causati dall’irritazione del nervo vago che dalla base del cranio va allo stomaco, rendendo difficoltosa la digestione. Oppure lo stesso diaframma (muscolo respiratorio) può essere teso o fissato durante il movimento fisiologico, causando a sua volta difficoltà digestive.
Nel torcicollo miogeno si sente spesso dire che l’eziologia è sconosciuta, anche se nella maggioranza dei casi la causa è lo schiacciamento di alcuni nervi. Nello specifico: l’undicesimo nervo cranico (Accessorio) nel suo passaggio attraverso il forame giugulare, il nono e decimo nervo e la giugulare.
L’osteopata pratica una leggerissima pressione e dilatazione della sutura situata tra l’osso occipitale e temporale, per consentire l'ottimale fuoriuscita di questo nervo che va ad innervare la muscolatura del collo e che può quindi essere la causa di questo dolore, ottenendo un risultato immediato.
L’osteopatia ha inoltre un’altissima percentuale di successo in caso di plagiocefalia posizionale e si è dimostrata di grande aiuto in presenza di plagiocefalia primaria.
Secondo uno studio effettuato su 649 bambini, l’osteopata Nicette Sergueef, insieme a Kenneth E.Nelson, T.Glone, ha stabilito che un esame osteopatico neonatale approfondito possa identificare i soggetti predisposti a sviluppare una plagiocefalia posteriore.
Da diversi anni la clinica pediatrica Bambin Gesù di Roma conduce un lavoro basato sull’integrazione diagnostica e di trattamento delle turbe posturali in età 0-18 anni, con diagnosi palpatoria osteopatica e tecniche manuali osteopatiche .
Secondo una ricerca condotta proprio nel dipartimento di Chirurgia Pediatrica, nel presidio di Palidoro, il trattamento cranio-sacrale potrebbe avere nei casi di plagiocefalia, un indicazione elettiva, l’obiettivo è stato quello di mostrare come la diagnosi palpatoria osteopatica possa integrare la semeiotica tradizionale.
La ricerca ha dimostrato che su 20 bambini (12 femmine e 8 maschi), 2 hanno riscontrato plagiocefalia frontale, 4 una plagiocefalia posteriore. Alla fine del trattamento osteopatico la plagiocefalia era migliorata in tutti i casi, trattata e documentata in due casi più severi, dall’esame rx posttrattamento.
Dagli anni ’90 è aumentata l’incidenza di questa problematica, e cioè da quando i pediatri hanno consigliato di evitare la posizione prona durante il sonno per prevenire le “morti improvvise in culla”(SIDS: sudden infart death sindrome). Attenzione, questo consiglio pediatrico va assolutamente comunque rispettato, perché da quando viene applicato sono diminuiti sensibilmente i casi di morte improvvise in culla.
È importante trattare questi bambini in fase precoce, già nella prima settimana di vita, e proseguire con regolarità per dare equilibrio tissutale alle zone di distorsione almeno sino ai 12-18 mesi. Già verso la fine del primo anno di vita è più difficile ottenere dei buoni risultati.
In caso di plagiocefalia secondaria il trattamento prevede una serie di consigli da dare ai genitori sulla gestione a domicilio del bambino a cui si associano trattamenti manuali osteopatici per risolvere gli stiramenti articolari, membranosi e fluidici della base, del rachide cervicale e della colonna.
Oltre al fattore estetico, che un'asimmetria cranica può produrre, è importante correggere le deformazioni per evitare che si instaurino disfunzioni funzionali: una plagiocefalia può alterare la corretta funzionalità visiva di uno o di entrambi gli occhi, si viene a modificare la forma dell'orbita con conseguenze sia sul bulbo oculare che sui muscoli estrinseci che lo controllano; può sostenere problematiche all'orecchio, facilita l'insorgere di otiti a causa dell'alterazione della verticalità della tromba uditiva, può favorire l'insorgere di sinusiti a causa della deformazione dei seni del frontale, può produrre problematiche al sistema stomatognatico (bocca) e dell'ATM (articolazione temporo-mandibolare), sia attraverso le asimmetrie della faccia sia della mandibola, che si articola con l’osso temporale.
Quest’ultimo a sua volta viene deformato dalla deformazione dell’occipite, arretrato o traslato anteriormente , può causare l’insorgere di scoliosi.
In cosa consiste il trattamento osteopatico?
Sono svariate le tecniche e gli approcci che l’osteopata ha a disposizione. In particolare in pediatria si utilizza un approccio cranio-sacrale ,ovvero un metodo gentile, non invasivo ed efficace trattamento manuale. L’osteopata controlla il ritmo cranio-sacrale con entrambe le mani e attraverso manovre molto dolci (la forza inferiore ai 3 grammi) riequilibra cranio e sacro.
Alcune volte i bambini liberano le loro emozioni o piangono durante i trattamenti, ma le tecniche non fanno alcun male ai bimbi. L’osteopatia tratta il paziente e non la malattia. L’intenzione è quella di ripristinare l’integrità strutturale e la continuità dei fluidi. Solo allora il corpo potrà mettere in atto il suo potere d’autoguarigione.
Il neonato subisce un trauma durante il passaggio nel canale del parto. Può capitare che il cranio si presenti leggermente allungato o deviato. Questo non rappresenta una patologia e le mani dell’osteopata possono aiutare a riportare la forma del cranio in una situazione più fisiologica. Inoltre l’intervento osteopatico può prevenire atteggiamenti scoliotici, malocclusioni, ed aiutare patologie visive come lo strabismo.
Dopo una preventiva osservazione del bambino si procede al trattamento dei disturbi funzionali, volto ad alleviare, laddove ci fossero, tensioni alla colonna vertebrale oppure a valutare che il movimento delle ossa craniche sia buono. L’azione dell’osteopata non si limita alla correzione di un osso in rapporto ad un altro, egli cerca di restituire ai differenti tessuti le proprie funzioni una delle quali è la possibilità di rispondere alle sollecitazioni circostanti.
Nel bambino il sacro, lo sterno e l’occipite non sono completamente ossificati, il tessuto osseo che forma i centri di ossificazione è molto malleabile e la trama ossea non ha ancora raggiunto la sua densità massimale. L’utilizzo della ventosa può cambiare stiramenti sulla dura madre e fasciali, responsabili di disequilibri vertebrali.
In generale la possibilità di curare sin dalla primissima infanzia malformazioni, scompensi della struttura ossea e disfunzioni dell’apparato membranoso e legamentoso può evitare dolorosi e lunghi percorsi di cura una volta adulti. Sin dalla vita intrauterina il neonato può aver subito dei danni che hanno provocato delle disfunzioni, e le sue dinamiche spesso lasciano lesioni che non si risolvono spontaneamente.
Se durante la gravidanza la mamma soffre di lombalgie, sciatalgie, tensioni addominali è molto probabile che tutte le strutture coinvolte non riescano a compensare le richieste di un continuo adattamento dato dalla crescita del feto. Il bacino non si predispone nella migliore condizione per affrontare il parto e ciò può provocare compressioni anomale e asimmetriche al futuro neonato ancora prima di nascere.