Il ruolo della dieta nella prevenzione del cancro della prostata
Dietistica • 24 febbraio 2017 • Commenti:
La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile che circonda l’uretra, la cui funzione principale è quella di produrre il liquido seminale, essenziale per la sopravvivenza degli spermatozoi all’interno dello sperma.
Il cancro alla prostata rappresenta la neoplasia più frequente negli uomini, con un’incidenza di circa quarantamila nuovi casi ogni anno in Italia. Si stima che nel corso della propria vita circa un uomo ogni otto sviluppi la patologia: se diagnosticata precocemente, può essere curata con successo, ma la prevenzione rimane la migliore strategia per ridurre il rischio di sviluppare neoplasia.
Dieta e prevenzione
La prevenzione del cancro prostatico si basa essenzialmente sulla modifica dello stile di vita e in particolare sul ricorso a diete efficaci. Di fondamentale importanza è la riduzione del grasso corporeo, in quanto è stata dimostrata da numerosi studi scientifici una stretta associazione tra BMI (body mass index o indice di massa corporea) e l’incidenza di tale tumore.
Una dieta per la prevenzione cancro del prostatico prevede infatti la riduzione del consumo di alimenti contenenti grandi quantità di grassi saturi, che sono un fattore di rischio fondamentale per lo sviluppo di questo tumore. Pertanto in un corretto regime dietetico è consigliato ridurre il consumo di alimenti ad alto rischio quali carni rosse, insaccati, fritture e latticini, così come di bevande contenenti un quantitativo eccessivo di zuccheri, come bevande gassate e i succhi di frutta commerciali.
Le analisi sui cibi hanno invece confermato che una dieta contro il cancro prostatico dovrebbe essere ricca di alimenti ricchi di grassi mono o polinsaturi come pesce e oli vegetali, in grado di proteggere la prostata da trasformazioni neoplastiche. Il tumore prostatico tende infatti a svilupparsi a causa di danni che le cellule subiscono da parte dei cosiddetti radicali liberi, molecole ad elevata reattività prodotte in grandi quantità dopo l’assunzione di cibi particolarmente ricchi di grassi saturi: sostanze come il resveratrolo, la vitamina E e i polifenoli risultano in grado di svolgere un’attività antiossidante, contrastando i radicali liberi e proteggendo le cellule della prostata.
Il miglior programma dietetico prevede pertanto l’assunzione di grandi quantità di frutta e verdura e di grassi mono o polinsaturi, contenuti per esempio nel pesce e negli oli vegetali.
Diete di questo tipo non solo sono associate a una netta diminuzione dell’incidenza del cancro della prostata, ma anche al miglioramento o alla risoluzione di una grande varietà di problemi di salute, dalle malattie cardiovascolari a quelle gastrointestinali.
È consigliato inoltre praticare una costante attività fisica, anche camminando a passo svelto per 20-30 minuti ogni giorno, in quanto essa favorisce lo smaltimento di eventuali grassi in eccesso e contribuisce al mantenimento di una buona forma fisica. Il consumo di sigarette è da evitare, in quanto il fumo rappresenta uno dei principali fattori di rischio di questo e di molti altri tumori.
La prevenzione secondaria del tumore
La prevenzione secondaria del tumore della prostata consiste invece nel controllare, con una frequenza variabile a seconda dell’età, alcuni parametri che possono consentire ai medici di diagnosticare una neoplasia in uno stadio ancora precoce di sviluppo, garantendo così un intervento terapeutico tempestivo.
Il parametro principale è il valore del PSA o antigene prostatico, valutabile tramite una semplice analisi del sangue, che andrebbe effettuata ogni anno negli uomini che hanno superato i cinquant’anni di età. Il PSA non permette una diagnosi certa di tumore prostatico, ma un suo valore eccessivamente elevato potrebbe evidenziare la necessità di indagini più approfondite.
Un controllo urologico periodico con esplorazione rettale è inoltre consigliato, in quanto il medico specialista, tramite la palpazione prostatica, potrebbe individuare asimmetrie o ingrossamenti indicativi di anomalie dell’organo.
Tutti questi controlli preventivi dovrebbero essere anticipati ai quarant’anni in uomini nella cui famiglia (nonno, padre, fratello) si siano già verificati casi di tumore prostatico, in quanto la predisposizione genetica è un fattore di rischio da non sottovalutare.