Il collegamento tra dieta e tumore al seno
Oncologia, Nutrizione • 11 febbraio 2017 • Commenti:
In Italia, si stima che il tumore al seno colpisca oltre il 12% delle donne, costituendo la prima causa di mortalità per il sesso femminile. La necessità di una dieta sana nella prevenzione di molti tumori è ormai di dominio pubblico e ampiamente validata dalla letteratura scientifica. Sebbene numerosi studi siano stati condotti sulla correlazione tra la dieta e il rischio di sviluppo del tumore alla mammella, finora i risultati sembrano essere inconcludenti e parzialmente discordanti, anche se su alcuni alimenti la letteratura scientifica sembra riuscire a trovare delle risposte comuni.
Grassi
Vari studi hanno rilevato una minor incidenza del tumore al seno nei Paesi con un basso consumo di grassi, sia polinsaturi sia saturi. Tuttavia, ricerche condotte per valutare le differenze nel consumo di grassi all’interno dello stesso Paese non sono riuscite a trovare alcuna correlazione tra una dieta ricca di grassi e il tumore al seno.
Questa apparente discordanza potrebbe essere dovuta ad altri fattori di rischio del tumore al seno nei Paesi con una bassa incidenza: l’attività fisica e la predisposizione genetica, oltre ad una considerazione totale della dieta (non solo per quanto riguarda i grassi), possono essere responsabili della diversa frequenza di questo tumore fra diversi Paesi.
Integratori vitaminici
Ad oggi, nessuno studio è riuscito a dimostrare un ridotto rischio di tumore al seno per le persone che assumono integratori vitaminici. Al contrario, alcune ricerche hanno riscontrato un incrementato rischio di tumore alla mammella per le donne con livelli particolarmente alti di alcune sostanze nutritive. Numerosi medici sono quindi riluttanti nel consigliare integratori vitaminici come strumento di prevenzione del tumore al seno.
Soia
Gli studi sulla soia hanno mostrato risultati diversi nell’uomo e negli animali. Un aumentato rischio di tumore al seno nei ratti a cui veniva somministrata quotidianamente soia non ha trovato alcun riscontro in studi sugli esseri umani, per i quali il rischio sembrava restare immutato o addirittura ridursi.
Ad oggi, la letteratura non ha evidenziato alcun pericolo nel consumo di soia e i suoi benefici potrebbero essere maggiori dei potenziali rischi. Lo stesso non si può dire degli integratori di soia, poiché solitamente contenenti alte concentrazioni di isoflavoni, i cui effetti sul corpo umano non sono ancora stati chiariti.
Latticini
Alcuni studi hanno sollevato preoccupazione riguardo il consumo di latte proveniente da mucche trattate con ormoni, chiedendosi se questo potesse incrementare il rischio di sviluppo del tumore al seno. Studi successivi non hanno però trovato alcuna correlazione tra i due fattori. Ad oggi, non si hanno ancora risposte certe riguardo all’effetto dei latticini sul rischio d’insorgenza del tumore al seno.
Zucchero
Tutte le cellule del corpo necessitano di zuccheri (glucosio nello specifico) per il proprio metabolismo, incluse le cellule tumorali. Tuttavia, fornire grandi quantità di zucchero alle cellule tumorali non consente loro di crescere più velocemente, così come tagliare ogni risorsa di zucchero non ne impedisce o rallenta la proliferazione.
Una dieta ricca di zucchero, però, costituisce un importante fattore per l’aumento di peso e una condizione di obesità, fattori di rischio per il tumore alla mammella.
Fibre
La letteratura scientifica fornisce alcune evidenze relative alla riduzione del rischio di tumore al seno con una dieta ricca in fibre, almeno 25 grammi al giorno. Bassi livelli di estrogeni sembrano poter ridurre il rischio di tumore al seno e un alto contenuto di fibre nella dieta si è dimostrato in grado di abbassare la concentrazione nel sangue di questi ormoni nelle donne non in menopausa. I meccanismi tramite cui le fibre possano ridurre i livelli di estrogeno nel sangue sono tutt’altro che compresi, tanto che alcuni ricercatori hanno ipotizzato che non sia merito delle fibre quanto del fatto che una dieta ricca di fibre tende a contenere più antiossidanti e meno grassi rispetto ad una dieta standard.