Guida alla discopatia degenerativa lombare

Fisioterapia • 25 gennaio 2017 • Commenti:

La discopatia degenerativa del disco è una patologia della colonna vertebrale, che si definisce lombare in base alla sua specifica localizzazione nella zona lombare della schiena.

La discopatia degenerativa è una patologia spesso correlata all’età, che insorge con maggiore frequenza tra 30 e 50 anni.

Cause della discopatia degenerativa?

I dischi fibrocartilaginei che separano le vertebre hanno una funzione di ammortizzazione degli urti e dei carichi cui è sopposta la colonna vertebrale. La loro struttura è costituita da un anello fibroso e un nucleo interno, detto nucleo polposo, con un contenuto di acqua che oscilla tra l’88% e il 70% circa a seconda dell’età. È proprio questa progressiva riduzione dell’idratazione dei tessuti dei dischi vertebrali a essere responsabile della malattia degenerativa del disco.

Nel caso della discopatia degenerativa lombare, questo fenomeno porta all’assottigliamento del disco, con conseguente riduzione dello spazio intervertebrale a livello lombare. Con il progredire del disturbo, le radici nervose che fuoriescono dal forame vertebrale subiscono una compressione, che provoca dolore localizzato al tratto lombare della colonna o irradiato lungo i glutei o le gambe.

La discopatia degenerativa lombare è la più diffusa, seguita da quella cervicale. Ciò dipende dal fatto che la zona lombosacrale è quella della colonna vertebrale sottoposta ai maggiori carichi. La maggiore compressione dei dischi intervertebrali provoca quindi anche una più significativa perdita di idratazione.

Tipicamente, chi è affetto da problemi dei dischi lombari sentirà più facilmente dolore da seduto, questo perché tale posizione provoca la maggiore pressione nella zona più bassa della schiena.

Una possibile complicazione della degenerazione dei dischi lombari è la spondilolistesi, cioè lo scivolamento di una vertebra rispetto alle altre, a causa dei maggiori movimenti consentiti dal ridotto spessore dei dischi.

Un’altra tipica complicazione è costituita da protrusioni o ernie del disco: anche a causa dell’indebolimento graduale dell’anello fibroso che circonda il nucleo polposo, il disco eccessivamente compresso finisce per fuoriuscire dalla propria sede naturale.

Trattamento della discopatia degenerativa lombare

Prima di tutto, quando si avvertono sintomi dolorosi o rigidità del tratto lombare della schiena o degli arti inferiori, rivolgersi tempestivamente a un medico è fondamentale per evitare il peggioramento e le eventuali complicazioni future della patologia.

Il ricorso all’automedicazione con farmaci da banco o prescritti a familiari e amici è assolutamente sconsigliato: infatti, anche se possono temporaneamente alleviare il dolore, non risolvono il problema che avrà quindi modo di peggiorare nel tempo.

Dopo che il medico avrà confermato la diagnosi di degenerazione dei dischi intervertebrali lombari, anche per mezzo di specifici esami strumentali, quali radiografie e risonanze magnetiche della colonna vertebrale, potrà suggerire una terapia per la risoluzione di un attacco acuto, che prevede riposo, farmaci antidolorifici o miorilassanti.

Una volta passata la crisi iniziale, il primo approccio terapeutico è di natura conservativa ed è rappresentato dalla fisioterapia. Nei casi più gravi, in cui il paziente non benefici di miglioramenti significativi, esistono varie tecniche chirurgiche impiegate per la discopatia degenerativa lombare, che vanno dal semplice intervento di stabilizzazione dinamica con inserimento di spaziatori tra i processi spinosi, alla discoplastica (sostituzione del disco con un impianto artificiale), fino alla fusione spinale.

Discopatia degenerativa lombare: prevenire è meglio che curare

Dato che la discopatia lombare è un disturbo estremamente diffuso, che costituisce la principale causa di mal di schiena negli adulti, abbiamo tutti una certa probabilità di andarvi incontro con il passare degli anni.

Tuttavia, lo sviluppo della patologia può essere in parte prevenuto e controllato con alcune semplici misure, quali:

  • mantenere un buon tono muscolare, in particolare di dorsali e addominali, per mezzo di un’attività fisica moderata;
  • essere consapevoli dei propri limiti fisici, perché le lesioni causate da traumi possono favorire l’insorgenza della degenerazione dei dischi;
  • indossare calzature adeguate e in buono stato, soprattutto se si svolge un lavoro manuale o nelle attività sportive, allo scopo di limitare i danni alla colonna vertebrale;
  • prestare attenzione alla postura corretta in relazione alle proprie attività prevalenti, facendo una pausa per camminare di almeno quindici minuti ogni due ore se si lavora al computer o sollevando correttamente i carichi.

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