Graston Technique®: una terapia manuale per i dolori alla schiena
Fisioterapia • 1 febbraio 2017 • Commenti:
Questo metodo chiropratico, inventato negli USA negli anni ’90 e basato su evidenze scientifiche, permette il rilevamento e la mobilizzazione assistita dei tessuti molli grazie all’utilizzo di particolari strumenti. Viene utilizzato da preparatori sportivi e fisioterapisti per rilevare e trattare lesioni a livello del tessuto connettivo, che possono risultare dolorose ed ostacolare alcuni movimenti.
Su cosa agisce la Graston Technique®?
Il metodo Graston nasce con l’obiettivo di mobilizzare il tessuto connettivo fasciale e permette di affrontare efficacemente il tessuto cicatriziale e le restrizioni fasciali, favorendone il rilassamento ed aumentando i processi riparativi nella zona d’interesse. Gli effetti di questa metodologia sono la riduzione del dolore, se presente, ed il ripristino della funzionalità tissutale grazie, all’aumento della forza e della flessibilità, insieme alla riduzione del rischio di ulteriori infortuni o lesioni.
La cosiddetta “fascia”, sulla quale s’interviene, è anatomicamente formata da tessuto connettivo che avvolge, protegge e sostiene organi e muscoli. Come tutti i tessuti connettivi è composta da sostanza fondamentale (materiale viscoso formato da acqua, glicoproteine e mucopolisaccaridi con funzione lubrificante e di assorbimento degli shock), fibre (collagene, fibre reticolari e fibre elastiche) ed elementi cellulari (per lo più fibroblasti).
La fascia è uno strato isolante che serve a proteggere muscoli o altri tessuti dalla deformazione causata da insulti meccanici e permette lo scorrimento della pelle al di sopra dei tessuti ricoperti.
Il fatto che i diversi strati che compongono la fascia possano scorrere tra di loro permette ai muscoli di essere forti e flessibili, difatti parte della forza generata tramite la contrazione muscolare viene trasmessa dal tessuto connettivo, che dunque aiuta anche a coordinare i movimenti.
La fascia è dunque parte integrante del sistema muscolo-scheletrico, poiché aiuta ossa e muscoli a coordinare i movimenti.
Quando il tessuto fasciale presenta aderenze o restrizioni può essere doloroso e compromettere alcuni movimenti, causare perdita di flessibilità e difficoltà motoria.
In cosa consiste la Graston Technique®
Nel metodo Graston vengono utilizzati sei diversi strumenti, appositamente progettati in base alle dimensioni ed alla forma della parte del corpo da trattare, che può essere concava o convessa, insieme allo svolgimento di esercizi terapeutici appropriati. Grazie a ciò è possibile identificare e trattare in modo specifico le aree che presentano fibrosi o infiammazioni, con maggiore precisione ed efficacia rispetto alle classiche tecniche di massaggio fisioterapeutico.
Prima di iniziare il trattamento è necessario il riscaldamento dei tessuti tramite degli esercizi aerobici ripetuti per qualche minuto, oppure attraverso l’utilizzo di appositi macchinari.
Quindi viene effettuata una valutazione dello stato tissutale facendo scorrere con una leggera pressione lo strumento sulla zona interessata, per verificare dove il tessuto risulta più ruvido, se e dove è presente una consistenza anomala e in quali punti vi è una maggiore resistenza allo scorrimento.
Le alterazioni nello scorrimento dello strumento significano che nelle zone interessate è presente una cicatrice o una restrizione fasciale, cioè una deformazione del tessuto connettivo. In questi punti è quindi necessario rimanere più a lungo con lo strumento, alternando diverse tecniche e modificando le direzioni di scorrimento.
Vengono quindi effettuati due o tre minuti di stretching mirato alle zone da trattare, seguiti da esercizi di rinforzo costituiti da tante ripetizioni svolte a basso carico ripetute per alcuni minuti per ogni gruppo muscolare interessato.
Vantaggi ed usi della Graston Technique®
L’utilizzo di questa tecnica permette al fisioterapista di agire in modo preciso ed efficace sulle anomalie a livello del tessuto connettivo, essendo in grado di disgregare e rompere le aderenze cicatriziali ed allungare le fibre del tessuto connettivo e muscolare.
L’uso del metodo Graston determina l’aumento della temperatura a livello locale poiché aumenta la velocità di flusso e la quantità di sangue in circolazione da e verso l’area trattata.
In caso di impedimenti muscolari cronici possono essere facilitate le variazioni riflesse grazie al trattamento.
Perciò questo metodo di fisioterapia è indicato per diverse problematiche correlate al tessuto connettivo:
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tendinopatie acute o croniche (possono causare dolori a spalla, caviglie, gomito ecc.);
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sindromi fasciali;
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stiramenti e distorsioni (possono causare mal di schiena, dolore al collo, caviglie, ginocchia, ecc.);
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cicatrici (ad esempio negli strappi muscolari);
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sindromi da intrappolamento (ad esempio il tunnel carpale).
I vantaggi di questa tecnica sono molteplici sia per il professionista che per il paziente, in quanto la diagnosi diviene rapida e accurata, riducendo i tempi del trattamento e del recupero. Inoltre, in alcuni casi, possono essere risolte tramite questo metodo anche problematiche croniche.