Dimagrire mangiando: il vero significato della parola “dieta”

Esperto Giorgia LucheriniDietistica, Nutrizione • 21 ottobre 2016 • Commenti:

Basta scrivere la parola “dieta” su “Google” per ricevere una lista smisurata di link con consigli, diete, ricette miracolose per dimagrire in meno di un mese. Inoltre, la comunicazione, i falsi miti e i programmi televisivi non aiutano in questo oceano di promesse improponibili e, spesso, anche dannose alla salute.

Diffidate da queste pubblicità, non credete a nessun farmaco, nessuna pillola, nessun miracolo: non è possibile parlare di dieta se non si considera l’importanza dell’alimento NATURALE, la consapevolezza di dover iniziare un cambiamento, un percorso (a volte non semplice) per cambiare e migliorare le proprie abitudini a tavola.

Dietro l’aumento del peso spesso ci sono storie, vissuti, sensazioni, stati d’animo, pregiudizi.

Il sovrappeso e l’obesità possono anche essere l’espressione di una malattia organica psicologica. È sconsiderato intervenire sulla nostra alimentazione con generiche restrizioni, magari anche auto prescritte, se prima non si è certi della causa del sovrappeso; è necessario disporre, cioè di una corretta diagnosi fatta da un medico.

Dimagrire è un percorso lungo e complesso

Perdere peso o semplicemente “dimagrire” non è così semplice come tante persone pensano e assai raramente avviene con i metodi immaginati attendibili.

Per acquisire buone abitudini alimentari, incrementare l’attività fisica e perdere peso, spesso non bastano delle semplici indicazioni o prescrizioni e tanta buona volontà. Sono necessari lunghi e pazienti percorsi dove, oltre a un intervento dietologico, bisogna aggiungere anche un intervento psicologico.

In questo percorso, la presenza di un professionista della nutrizione e di uno psicologo, magari in collaborazione con un medico di base, diventano delle figura fondamentali con cui parlare, confrontarsi, vivere passo dopo passo il percorso di educazione alimentare, considerando lo stile di vita, il tempo, i fattori sociali, economici e religiosi rispetto alle proprie scelte alimentari.

Per intraprendere un percorso nutrizionale è necessario farsi aiutare da qualcuno che può capirvi, può consigliarvi e può insegnarvi a conoscere gli alimenti.

Cosa vuol dire davvero “dieta”?

Ma partiamo dall’inizio, dal vero significato della parola “dieta”, oggi vista come una restrizione calorica e alimentare. La parola “dieta” deriva dal greco, δίαιτα, dìaita, e significa “modo di vivere”. Deve essere un qualcosa che ti aiuta a vivere nel modo giusto, uno stile di vita che non lascerai più e che ti permetterà di vivere bene, in salute, mangiando il giusto.

L’educazione alimentare è questo: imparare l’importanza dei nutrienti, la loro funzione e la quantità adeguata che dobbiamo assumere per assicurare il benessere del proprio organismo.

“Dieta” vuol dire imparare a mangiare con gusto, senza rinunciare al piacere dello stare a tavola!

L’alimentazione è uno status fondamentale per la nostra vita personale e sociale, non possiamo fare a meno di imparare a comportarci in tutte le situazioni, senza sentimenti di colpa e, soprattutto, senza dire “no” a qualunque cosa vi viene proposta.

Nessun alimento è da condannare o amare incondizionatamente

Il cibo è senz’altro uno dei grandi piaceri della vita e come per tutti i piaceri non bisogna esagerare; ma mangiare è anche un bisogno fisiologico fondamentale, come respirare, una dieta sana ed equilibrata prevede che non ci siano eccessi né in un senso né nell’altro.

Dieta variata significa scelta ponderata degli alimenti. Salvo che non esista una condizione patologica manifesta, non esiste nessun alimento che vada celebrato e nessun altro che vada abolito; in natura, infatti, non troviamo cibi completi, per questo motivo la varietà dello stile alimentare risulta essenziale per assicurare lo stato di salute dell'individuo.

Nessun alimento fa male o fa ingrassare ma è la quantità cui dobbiamo stare attenti. Ciò vuol dire che se si è invitati a cena fuori o ad una festa di compleanno, oppure se si vuole andare a prendere un gelato, lo si può fare!

Per quale ragione, se decido di mangiare un po’ meno, devo smettere di mangiare la carbonara o devo cominciare a mangiare spaghetti al pomodoro e basilico senza olio, oppure petto di pollo ai ferri “scondito”? Non posso semplicemente mangiare qualche forchettata di carbonara in meno?

Se è vero che non esistono  in assoluto cibi che fanno ingrassare o dimagrire lo stesso non vale quando parliamo di salute; esistono cibi, quindi, importanti da integrare in una dieta sana, e altri invece che, seppure non da evitare, richiedono una maggiore moderazione in quanto sono meno salutari. Tra questi troviamo per esempio gli hamburger, hot dog, patatine fritte, merendine, bevande zuccherine (coca-cola, fanta, sprite, ecc.), alimenti precotti o preconfezionati…

Dimagrire vuol dire “mangiare bene”

Mangiare è un atto molto importante per il nostro equilibrio psicofisico: esiste, infatti, una stretta relazione tra cibo ed emozioni. Ogni volta che stiamo male l’immaginario comune è quello di  aprire il frigorifero e/o mangiare una scatola di gelato; quando ci arriva una bella notizia invitiamo a cena parenti e amici. Tutto ruota intorno alla tavola e, inevitabilmente, al cibo.

Si mangia per noia, per abbandono, per lutto, per rabbia; si mangia per gioia, per festeggiare… Spesso noi confondiamo le emozioni con il bisogno di mangiare qualcosa, qualunque cosa! Ma ci siamo mai soffermati a pensare che forse il cibo è solamente uno strumento che, momentaneamente, tampona la nostra emozione, bella o brutta che sia?

Dimagrire mangiando si può.

Dimagrire vuol dire mangiare giusto, rispetto ai nostri bisogni. Significa non percepire come peccaminoso il mangiare una cosa buona. Significa cancellare quell’inutile senso di colpa che spesso accompagna il pasto di una persona sovrappeso. La vita è una perenne esperienza e un continuo allenamento. Allora, esercizio dopo esercizio, iniziate ad esercitarvi in una piacevole attività…mangiare bene.

Bibliografia

“Come mangiano i leoni…” di Giuseppe Rando. Armando editore. 2014.

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