Dieta acida e dieta alcalina: facciamo chiarezza!
Esperto Rolando Alessio Bolognino • Dietistica, Nutrizione • 18 novembre 2016 • Commenti:
Da qualche anno su numerose riviste e libri si legge della “dieta alcalina o alcalinizzante” come rimedio infallibile per combattere le malattie, (tra cui il cancro), per dimagrire, per contrastare il diabete, per la longevità… insomma, una panacea per tutti i mali.
Ma è realmente così? Facciamo chiarezza, partendo dalla chimica, la biochimica e la fisiopatologia.
La determinazione dell'acidità o della basicità di un alimento avviene dall'analisi delle ceneri residue rimaste a seguito della sua combustione.
Tali ceneri sono costituite in prevalenza da minerali acidi o da minerali basici e in base a ciò determinano la caratteristica associata all'alimento in questione per quanto riguarda il pH, motivo per cui possiamo erroneamente definire acido il limone (per la sua caratteristica acidità), le cui ceneri sono però basiche e quindi classificano questo agrume come alcalino.
I cibi alcalini
I cibi alcalini sono quindi quelli i cui residui non metabolizzati dall'organismo hanno un pH basico, come la frutta e tutti i vegetali.
Sono alimenti alcalinizzanti:
Alghe, agrumi, anguria, asparago, ananas, broccolo, cavolo, cavolo verde, cachi, carote, castagne, cavolfiori , cavolini di Bruxelless, fichi secchi, funghi, indivia, lattuga, mango, melone, melassa, miso, mora, peperoni, prugne umeboshi, rapa, ravanelli, rucola, i semi oleosi e specialmente le mandorle, i semi di zucca e gli anacardi, spinaci, sedano, le acque minerali alcaline.
Sono condimenti alcalinizzanti:
Aglio, cannella, zenzero, peperoncino, prezzemolo, curry, salvia, rosmarino, semi di finocchio e semi di cumino, il sale marino.
Sono cereali (o simil-cereali) alcalinizzanti la quinoa, il miglio e l'amaranto.
Secondo i principi della dieta alcalinizzante come principale causa dell'acidità eccessiva viene indicata l'assunzione di alimenti dall'azione particolarmente acidificante.
Una dieta che va verso gli alimenti ad azione acidificante dovrebbe condurre all'insorgere di malattie cardiovascolari o di patologie infiammatorie croniche e di disturbi più o meno gravi, a partire dal comune raffreddore fino al cancro.
Nel nostro organismo la ricerca verso un equilibrio acido/base (leggi “alcalino”) è costante. Se tale equilibrio viene perduto e se l'ambiente in cui vivono le nostre cellule diventa molto acido, avremo un’alterazione del ph del nucleo e si verranno a creare i presupposti per le malattie da degenerazione cellulare.
Cibi acidificanti
Nel nostro corpo la formazione di prodotti della degradazione porta alla formazione continua e obbligata di ammoniaca ed acidi urici, ma questi scarti metabolici sono in gran parte influenzati dalla nostra alimentazione.
In generale, sono ritenuti acidificanti la maggioranza dei cereali: farro, grano, orzo, avena, riso, segale, mais e loro derivati, compresa la pasta ed il pane. Quindi in generale lo zucchero, che sia semplice o complesso, è sempre acidificante. Anche alcuni legumi sono considerati acidificanti: ceci, fagioli bianchi e lenticchie. Tra gli alimenti altamente acidificanti troviamo: la carne (pollo, maiale, di manzo soprattutto), le uova, i gamberetti, il merluzzo, il salmone.
Ma quindi è tutto qua? Basta scegliere i cibi si ed eliminare quelli no?
In realtà è più complesso…per fortuna!
Il pH altro non è che l’unità di misura con la quale si determina se sangue e urine sono acide o alcaline, ossia se hanno un valore inferiore a 7 (acido), superiore (alcalino) o pari (neutro). Quando c’è acidità significa che vi è un’eccessiva presenza di ioni idrogeni (pH sta infatti per “potenza dell’idrogeno”) all’interno del corpo e questo, a lungo andare, porta alla comparsa di diversi disturbi.
Certo, la regolazione del pH è importante, ma l’alimentazione non è certo l’unico modo per controllarla né obbligatoriamente il principale.
Un accumulo di acidi nell'organismo può essere dovuto anche a farmaci, stress, fumo, alcool, disidratazione o ad una vita troppo sedentaria. L’acidità del sangue è regolata da delicati meccanismi di compenso che mantengono il pH ematico entro limiti decisamente ristretti; quando ciò non accade possono insorgere problematiche anche gravissime.
Le modificazioni che un regime dietetico può apportare al pH ematico per alcalinizzarlo sono decisamente lievi e, cosa ancora più importante, di carattere transitorio. Diverso è il discorso verso l’acidità, dove la scelta di cibi giusti può proteggere dall’abbassamento troppo drastico dei valori di ph.
Se così fosse gli atleti , esposti alla produzione continua di acido lattico come effetto collaterale del loro allenamento, potrebbero tranquillamente abbattere tale formazione assumendo bicarbonato di sodio. Così facendo però l’unica reazione certa e documentata sarebbero crampi e disturbi gastrici e intestinali.
Inoltre, in ambito sportivo eccellerebbero nei risultati solo atleti tendenzialmente vegetariani/vegani, mentre i medaglieri internazionali sono composti da atleti che si alimentano in maniera eterogenea, quindi sia onnivori che vegetariani/vegani.
Non si parla infine mai dei rischi collegati a una dieta eccessivamente alcalina, che per sua natura è molto ricca in potassio: tale alimentazione è sconsigliata a chi è affetto da patologie renali e per quei soggetti che assumono diuretici risparmiatori di potassio.
Se alzassimo troppo il nostro ph (oltre la soglia di 7.4 che è quella fisiologica) andremmo incontro all’alcalosi metabolica, alterazione caratterizzata da vomito incoercibile, disidratazione, confusione, astenia e che nei casi più acuti può portare a morte (rischio a cui si sottopongono quegli sportivi dissennati che assumono alcali per lungo tempo al fine di essere più definiti e trattenere meno liquidi).
E quindi vincono i cibi acidi o quelli alcalini? Vince il buon senso!
Una dieta sana deve essere varia ed equilibrata: proteine, carboidrati, grassi e fibra devono essere tra loro ben bilanciati secondo i principi della fisiologia e non delle mode del momento.
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Le proteine sono un costituente indispensabile per l’organismo con finalità plastiche ed anaboliche, ma se consumate in eccesso sono correlate con una maggiore replicazione cellulare, e quindi potenzialmente cancerogene. Inoltre più proteine vengono introdotte con la dieta e maggiori saranno gli scarti metabolici con aumento di azotemia e uricemia.
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I grassi sono il costituente del fosfolipide cellulare e la matrice del 70% di tutti gli ormoni circolanti, ma consumati in eccesso sono correlati con l’aumento di colesterolo e trigliceridi, aterosclerosi e malattie cardiovascolari, quindi i tanto decantati semi oleosi ricchi di omega-3 ed altamente alcalinizzanti, come ad esempio i semi di zucca, non possono essere consumati liberamente, ma vanno misurati nella quantità.
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Gli zuccheri sono il nutriente fondamentale del cervello e prendono parte a tutte le reazioni metaboliche del nostro organismo (anche il dimagrimento!), ma un loro consumo eccessivo è correlato con il diabete, la sindrome metabolica, l’iperinsulinemia, ipertensione, l’obesità.
E la frutta non fa eccezione, molti pazienti sviluppano la malattia diabetica per un suo smodato consumo, ma questo non vuol dire che la frutta faccia male, anzi 2-3 frutti andrebbero consumati giornalmente per il loro importante contenuto in vitamine e sali minerali. -
Perfino la fibra (verdura cruda e cotta), che potremmo definire il miglior amico dell’uomo nel mondo vegetale, se consumata in eccesso può creare grandi problemi per salute: tendenza al malassorbimento intestinale generico, eccessivo introito di acido fitico ed acido ossalico, molecole chelanti che legandosi ad alcuni ioni (come il ferro ed il calcio) ne impediscono l'assorbimento intestinale, predisposizione alla disidratazione nel caso in cui l'eccesso di fibra induca diarrea osmotica.
La dieta corretta va bilanciata sull’esigenza del singolo soggetto dopo attenta visita specialistica, prendendo in esame eventuali patologie concomitanti e dopo accurata misurazione di massa magra, massa grassa e acqua circolante. Solo così saremo sicuri di nutrirci, cioè di mangiare quello che ci serve, sia nella qualità che nella quantità!