Tutto quello che c’è da sapere sulla dentofobia
Odontoiatria • 30 marzo 2017 • Commenti:
Con i termini dentofobia, odontofobia, oralofobia, fobia dentale si descrive un fenomeno molto diffuso: la paura di sottomettersi alle cure dentali, più comunemente chiamata "paura del dentista". Per le persone che soffrono di questa patologia il dentista costituisce un vero incubo, tanto che gli odontofobici non riescono a sostenere nemmeno l’idea di sottoporsi ad una semplice seduta di controllo. Se hanno male, piuttosto si affidano alle terapie farmacologiche, soprattutto antibiotici e antidolorifici. Il paziente odontofobico si rende conto della sua paura del dentista spropositata e non razionale, ma non sa come fare a vincerla. Egli vive inoltre un tormento psicologico perché è perfettamente conscio che la sua situazione clinica dentale, senza controllo, andrà sempre peggiorando e porterà inevitabilmente ad una disabilità funzionale ed estetica. Nonostante ciò, quando pensa ad una eventuale seduta dal dentista, comincia ad accusare una serie di sintomi, di natura principalmente ansiosa, quali tachicardia, tremore, sudore eccessivo…
Chi ha paura del dentista
Circa 9 persone su 10 temono di sottoporsi alle cure dentistiche. Nella maggior parte dei casi si tratta di paure lievi od occasionali (ansia dentale o paura dentale), che non impediscono i periodici controlli o i trattamenti odontoiatrici. Nei casi più gravi, invece, cioè nella vera e propria dentofobia, il paziente è vittima di un panico così forte che fa di tutto per evitare la visita dal dentista. In molti di questi casi il trattamento odontoiatrico viene effettuato solo quando diventa impossibile rimandarlo oltre, ad esempio in presenza di dolori insopportabili, e comunque il fobico ci si sottomette con estrema riluttanza, fino al punto di esserne terrorizzato, e manifesta una serie di sintomi fisici, estranei alla patologia odontoiatrica, anche piuttosto importanti.
L'odontofobia è stata riconosciuta dall'OMS come una vera e propria malattia, e riguarderebbe circa il 15-20% della popolazione. Riguarda tutte le fasce d’età e ne risulta maggiormente interessato il sesso femminile, con un rapporto maschio: femmina approssimativamente di 1 a 2.
Cause dell’odontofobia
Le cause dell’odontofobia possono essere varie. In molti casi, il disturbo ha origine da traumi psichici connessi alla figura del dentista avvenuti nel passato, spesso durante l’infanzia. Ne consegue che la paura si radica nell’inconscio del soggetto, ripresentandosi poi, puntualmente, sotto forma di ansia incontrollabile quando si profila la possibilità di rivivere quel trauma. Non infrequentemente, poi, i pazienti odontofobici sono persone i cui familiari hanno avuto esperienze odontoiatriche sfavorevoli o atteggiamenti ostili o di paura nei confronti del dentista. Influisce sulla fobia anche l’area particolare nella quale il dentista opera: la bocca, infatti, è una delle zone più sensibili al dolore ma anche più intime del nostro corpo. Di per se stessi gli strumenti usati dal dentista, possono rappresentare stimoli ansiogeni notevoli, inducendo il soggetto a temere la possibilità di provare dolore. Inoltre, sebbene l’iniezione di anestesia locale sia ormai parte integrante di molti trattamenti odontoiatrici e venga accettata dalla maggioranza dei pazienti come un male necessario, visto che impedisce di sentire dolore durante il trattamento, la fobia delle siringhe può esser tale da far completamente dimenticare al paziente queste riflessioni razionali. Curiosamente, però, coloro che soffrono di dentofobia tendono ad aver timore solamente delle iniezioni effettuate dal dentista, non da qualsiasi medico in generale. Spesso, infatti, tali pazienti non hanno problemi a sottoporsi a trattamenti che comprendono l'uso di siringhe.
A completare il quadro possono essere la paura del sangue, il timore di eventuali contagi o di reazioni allergiche, la possibilità di svenire o di perdere il controllo.
Altri fattori esterni che possono contribuire al senso di paura sono:
- Rumore del trapano (paura proveniente dal senso dell'udito)
- Odore dello studio dentistico (paura proveniente dal senso dell'olfatto)
- Camici bianchi e strumenti dentistici (paura proveniente dal senso della vista)
Sintomi dell’odontofobia
Quando pensa ad una eventuale seduta dal dentista, il paziente odontofobico comincia ad accusare una serie di sintomi di natura principalmente ansiosa. In ordine discendente di frequenza si osservano:
- disturbi del sonno nella notte che precede la visita
- palpitazioni
- tachicardia
- secchezza della bocca
- ipertensione
- tremore
- senso di soffocamento
- iperventilazione
- nausea
- urgenza di urinare
- conati di vomito
- ipotensione fino al collasso cardiocircolatorio
Nel momento in cui il paziente decide di rinviare la visita dall’odontoiatra, come per incanto, questi disturbi emotivi cessano improvvisamente.
Conseguenze dell’odontofobia
Chi è terrorizzato dal dentista eviterà di andarci finché può. In tal modo non solo viene a mancare la periodica pulizia dei denti effettuata dall’igienista dentale, ma anche il controllo da parte del dentista, essenziale per la prevenzione di malattie dei denti e delle gengive. Mancando una corretta igiene dentale si favorisce la formazione di uno strato batterico che può portare a tutta una serie di ulteriori problematiche come la gengivite, la parodontite e la carie.
Ne derivano spesso infiammazioni croniche delle gengive e del parodonto, nonché processi acuti purulenti (ascessi). Il paziente odontofobico, tormentato dal dolore, entra così in un vero e proprio circolo vizioso: più forti sono i disturbi ed il dolore, più aumenta la paura dell’ormai inevitabile visita dal dentista.
Queste paure spesso non vengono prese sul serio né dai familiari né dagli amici, anzi sono sovente oggetto di scherno. Purtroppo anche molti dentisti non mostrano abbastanza comprensione a questo proposito, ed in definitiva agli odontofobici spesso manca una persona con cui confidarsi. Oltre a ciò, il crescente disfacimento dei denti provoca un peggioramento dell’estetica ed alito cattivo, cose delle quali il colpito spesso si vergogna, non osando più sorridere ed evitando per quanto possibile di apparire in pubblico. In tal modo sussiste anche il pericolo di un crescente isolamento sociale.
Come superarla
- Informarsi. Ciò che non si conosce fa paura; il primo passo per risolvere il problema consiste, quindi, nel parlarne con lo specialista. Oggi, i dentisti conoscono bene l’odontofobia e sono preparati da affrontarla attraverso delle tecniche comunicative appropriate, che contribuiscono a tranquillizzare il paziente e a fornirgli maggiore controllo sulle proprie reazioni ansiose.
- Programmare insieme al dentista un calendario di sedute da fare. Nel caso in cui, non fosse necessario un intervento di emergenza, sarebbe utile concordare degli incontri da effettuare con una cadenza ben precisa per interventi di diverso livello ed intensità, dal meno invasivo in poi. In questo modo il dentofobico può avvicinarsi gradualmente alle sue paure.
- Training autogeno così da controllare lo stress e gestire le emozioni. Potrebbe essere utile scrivere prima di ogni seduta tutte le paure, le emozioni, i pensieri rispetto alla situazione che si sta per affrontare. Anche dare un voto, per esempio su una scala da 1 a 10, al dolore che si immagina di sentire e poi darne un altro, dopo la seduta, su quello che effettivamente si è sentito, è un altro modo efficace per razionalizzare le impressioni e subire meno la paura in futuro. Tipicamente un dentofobico darà un voto più alto prima che dopo l'intervento.
Se queste tecniche di “auto-aiuto” non si rivelassero efficaci, è possibile mettere in atto una tecnica innovativa che consente al soggetto di superare il proprio disagio mediante sedazione per via inalatoria con protossido di azoto o mediante sedazione farmacologica con tranquillanti. Queste tecniche, soprattutto la sedazione mediante inalazione di protossido di azoto, hanno effetti assai rapidi e i rischi sono decisamente più contenuti rispetto a quelli di un’anestesia generale, cui si ricorre in caso di interventi chirurgici importanti (impianti dentali, innesti ossei ecc), in caso di bambini particolarmente ostili al trattamento o in caso di pazienti fobici per i quali un trattamento con tranquillanti (sedazione) non sia possibile o non sia efficace.