Cos’è la depressione post partum
Psicologia • 13 dicembre 2016 • Commenti:
La depressione post partum è un disturbo psichiatrico molto comune e spesso non riconosciuto dalle pazienti né correttamente diagnosticato.
Riconoscere questo disturbo è molto importante perché mette a rischio la salute della madre e del bambino, oltre a poter determinare effetti negativi a lungo termine sullo sviluppo del neonato.
Quanto è comune?
Si stima che l’85% delle donne, nel corso della gravidanza, vada incontro ad alterazioni del tono dell’umore: nonostante una gran parte di donne in attesa subisca cambiamenti transitori della propria psiche, sino al 15% delle gravidanze esita in una depressione post partum clinicamente sovrapponibile alla depressione maggiore.
L’accademia americana dei pediatri stima che 400.000 neonati all’anno nascano da madri depresse, un numero impressionante.
Quali mamme sono a rischio?
Tra le concause di questo disturbo, molti fattori di rischio sono da ricercarsi all’interno della sfera psicosociale: molte madri affette da depressione post partum hanno riferito un inadeguato supporto sociale, difficoltà nel rapporto con il partner in seguito alla gravidanza, perdita del posto di lavoro, un lutto in famiglia o difficoltà finanziarie.
Un adeguato supporto sociale e la certezza di una prospettiva lavorativa al termine della gravidanza sono invece protettivi nei confronti della malattia.
Le donne colpite da depressione hanno spesso alle spalle una storia familiare di disturbi dell’umore o sono state affette da depressione maggiore nel corso della gravidanza.
Può esserci inoltre una particolare suscettibilità ormonale responsabile del disturbo: ricerche scientifiche hanno evidenziato diverse possibilità nel processo di trascrizione, che determinano un'alterata produzione degli estrogeni nel corso degli ultimi tre mesi di gestazione.
Come riconoscerla?
Uno degli strumenti più efficaci per lo screening di questo tipo di depressione è la cosiddetta Scala di Edimburgo.
Si tratta di un questionario che generalmente viene compilato due settimane dopo il parto, preferibilmente con l’aiuto di un medico che possa accompagnare la paziente nella valutazione e nella scelta del trattamento.
Un punteggio superiore a 12 indica una probabile depressione post partum.
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Negli ultimi 7 giorni sono stato capace di sorridere e vedere il lato divertente delle cose:
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come sempre = 0 punti
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un po’ meno del solito = 1
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decisamente meno del solito = 2
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per niente = 3
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Negli ultimi 7 giorni guardavo alle cose imminenti con gioia:
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come sempre = 0 punti
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un po’ meno del solito = 1
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decisamente meno del solito = 2
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per niente = 3
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Negli ultimi 7 giorni mi rimproveravo senza motivo quando le cose andavano male:
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sì, per la maggior parte delle volte = 3 punti
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sì, alcune volte = 2
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no, non molto spesso = 1
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no, mai = 0
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Negli ultimi 7 giorni sono stata ansiosa e preoccupata senza una ragione:
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no, per niente = 0 punti
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molto raramente = 1
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sì, qualche volta = 2
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sì, molto spesso = 3
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Negli ultimi 7 giorni mi sono sentita spaventata o terrorizzata senza una vera ragione:
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sì, abbastanza = 3 punti
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sì, alcune volte = 2
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no, non molto spesso = 1
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no, mai = 0
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Negli ultimi 7 giorni le cose mi sovrastano:
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sì, per la maggior parte del tempo non riesco a cavarmela affatto = 3 punti
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sì, a volte non riesco a cavarmela come al solito = 2
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no, la maggior parte delle volte me la cavo abbastanza bene = 1
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no, me la sono cavata come sempre = 0
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Negli ultimi 7 giorni sono stata così infelice che da non riuscire a dormire:
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sì, per la maggior parte del tempo = 3 punti
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sì, alcune volte = 2
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no, non per molto = 1
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no, mai = 0
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Negli ultimi 7 giorni mi sono sentita triste e abbattuta:
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sì, per la maggior parte del tempo = 3 punti
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sì, abbastanza spesso = 2
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no, non molto spesso = 1
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no, mai = 0
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Negli ultimi 7 giorni mi sono sentita così triste da mettermi a piangere:
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sì, per la maggior parte del tempo = 3 punti
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sì, abbastanza spesso = 2
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soltanto occasionalmente = 1
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no, mai = 0
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Negli ultimi 7 giorni il pensiero di farmi del male mi è venuto in mente:
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sì, abbastanza spesso = 3 punti
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qualche volta = 2
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quasi mai =1
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mai = 0
Perché è importante non somministrare il test prima che siano trascorse due settimane dal parto?
Nel periodo immediatamente successivo al parto si hanno i cosiddetti “partum blues”, che coinvolgono sino all’85% delle puerpere.
I “partum blues” sono quindi comunissimi, molto più frequenti della vera e propria depressione post partum, e si manifestano come sbalzi d’umore, irritabilità, ansia e tendenza al pianto improvviso.
Questi episodi, esordiscono in genere 5 giorni dopo il parto e si autolimitano sempre entro le due settimane:
sono quindi un disagio frequente, ma transitorio. Generalmente è sufficiente rassicurare la neomamma sino alla risoluzione dei sintomi, se questi invece persistono oltre le 2 settimane è opportuno somministrare il questionario e indagare clinicamente la depressione.
La depressione post partum è infatti nettamente più debilitante dei “partum blues” e può andare ad interferire con la capacità della madre di prendersi cura del bambino.
Come esordisce?
Spesso è subdola e va in crescendo nell’arco dei primi tre mesi dal parto, mentre in altre madri esordisce improvvisamente per poi persistere nel tempo.
Quali sono i sintomi?
I sintomi non differiscono da quelli propri della depressione maggiore:
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anedonia (incapacità di provare piacere)
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insonnia o ipersonnia
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affaticamento
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disturbi dell’appetito
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pensieri suicidi
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ricorrenti pensieri riguardanti la morte
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preoccupazioni esagerate per la salute del bambino
Queste alterazioni compromettono la salute di madre e bambino, inoltre si riflettono negativamente sull’ambiente lavorativo e sulla capacità di relazionarsi in un contesto sociale.
Come affrontarla?
Innanzitutto occorre escludere altre cause, quali ipotiroidismo e anemia, che possono determinare profondo affaticamento, simile a quello causato da un disturbo depressivo.
È importante diagnosticare tempestivamente il disturbo ed iniziare una terapia il prima possibile: più precocemente si affronta la depressione post partum e migliore è il risultato. Al contrario, un ritardo nella diagnosi e nell’intervento terapeutico può portare al deterioramento del legame tra madre e figlio, andando a compromettere il normale sviluppo e apprendimento del bambino oltre ad inficiare la relazione col partner.
È necessario assumere farmaci?
Per le madri con sintomi lievi e moderati è possibile instaurare una terapia cognitivo-comportamentale sia diretta al singolo che di gruppo, normalmente in grado da sola di risolvere la problematica nel corso di qualche settimana.
Per le donne che manifestano sintomi più gravi, occorre spesso una terapia farmacologica che può essere integrata con la terapia psicologica.
Farmaci antidepressivi, quali gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina e della norepinefrina (SNRI), sono considerati la prima linea terapeutica, con l’aggiunta di a clonazepam e lorazepam per i disturbi del sonno o legati alla sintomatologia ansiosa.
La terapia può interferire con l’allattamento?
Gli antidepressivi sono secreti in quantità variabile nel latte materno: i dati riportati dalla ricerca sono molto incoraggianti ed evidenziano livelli molto bassi o indosabili.
Inoltre, sono pochissimi i casi segnalati di tossicità della terapia materna nei confronti del neonato.
Effetti della depressione post partum sul bambino
La depressione impedisce un corretto sviluppo del legame madre-figlio e porta in quest’ultimo all’insorgenza di diversi problemi comportamentali, affettivi e cognitivi: i figli manifestano disturbi del sonno e dell’appetito, deficit cognitivi, sregolatezza sociale ed emotiva e tendenza a sviluppare precocemente a loro volta un disturbo depressivo.
Conclusioni
L’alta prevalenza del disturbo, la sua importanza e il impatto potenziale sulla vita del nascituro impongono attenzione nei confronti delle donne a rischio di sviluppare depressione post partum.
È fondamentale identificare i fattori di rischio sin dall’epoca gestazionale per essere in grado di diagnosticare precocemente il disturbo e instaurare una terapia adeguata, volta al pieno benessere della madre e del figlio.