Come sconfiggere la nevrosi?

Psicologia • 6 ottobre 2015 • Commenti:

Le nevrosi sono senza dubbio un disturbo molto comune al giorno d’oggi, ma non per questo meno complesso per quanto concerne il trattamento terapeutico.

I pazienti che vengono nel mio studio spesso descrivono i propri sintomi in questa maniera:

“Non so che cosa mi stia succedendo. Ho degli attacchi. Sento una contrazione nel petto, mi sento debole: il buio davanti agli occhi, mi sembra di svenire. Corro da un dottore all’altro,  faccio tutte le analisi del caso. Sono preoccupato. Forse è un infarto? Forse un tumore? O qualcosa di peggio? Le visite dai diversi specialisti sembrano dimostrare che sto bene, ma sento che qualcosa non va!

Spesso disperati, impauriti,  i pazienti arrivano alla psicoterapia su suggerimento di un medico.

Di che cosa si tratta? Sono di solito disturbi d’ansia, chiamati comunemente, appunto, nevrosi.

Che cosa innesca le nevrosi?

Il motivo principale della persistenza e dell’aggravarsi dei sintomi della nevrosi è la paranoica concentrazione del paziente sui sintomi, e allo stesso tempo la sfiducia di poter sopportare quei sintomi. Di solito l’impulso che scatena i sintomi è un “innesco” (una situazione, un posto, un avvenimento, uno stato emotivo), e di seguito i pensieri del paziente si concentrano sull’apparizione dei sintomi e ne provocano l’aggravamento.

Forti pensieri negativi, che appaiono durante un avvenimento, ritenuto pericoloso dal paziente, provocano tante associazioni, concezioni, emozioni che il paziente sente come l’aggravarsi dei sintomi. Questo a sua volta provoca altri pensieri negativi, che scatenano altre concezioni. Si crea un “circolo vizioso” che non è facile fermare.

Ecco la testimonianza di una paziente afflitta da nevrosi:

“Guidavo la macchina sull’autostrada. Ad un certo punto mi sono ricordata che ho le scarpe coi tacchi, ed è una cosa che non dovrei portare perché può provocare l’intorpidimento dei piedi. Impaurita ho mosso le dita del piede destro e mi sono accorta che sono molto tese. Ho cominciato quindi a muoverle sempre più spesso.

Tendevo tutta la gamba, e dopo un po’ sentivo il piede destro insensibile. Ho cominciato a pensare che non riuscirò a frenare se si intorpidisce completamente. Cominciarono a tremarmi le mani. I miei pensieri concentrati esclusivamente sul piede destro. Era sempre più intorpidito. Gocce di sudore mi scendevano sulla fronte. Sentivo il cuore che batteva sempre più velocemente. Respiravo affannosamente, avevo un respiro piatto.

Anche le mani cominciarono ad intorpidirsi. Pensavo di svenire. Non riuscivo a trovare il freno. Persi la sensibilità alle gambe.

Con le ultime forze tirai il freno a mano. Non ricordo cosa sia successo dopo ma la macchina ha fatto un paio di piroette ed ha sbattuto contro l’albero”.

Quali sono i disturbi d’ansia più comuni?

  • Disturbi d’ansia con attacchi di panico – come la situazione descritta sopra. Dopo un po’ di tempo i ricordi delle altre situazioni spiacevoli provocano la paura che potrebbero riaccadere. La concentrazione su questo pensiero provoca i sintomi. A quel punto la nevrosi diventa semplicemente la paura di avere paura.

  • L’ipocondria: il motivo principale della paura diventa l’interpretazione dei sintomi fisici come sintomi della malattia.

“Qualche giorno fa un’amica raccontava di sua madre malata del tumore alla pelle. Mi sono ricordata di avere sulla spalla un neo, che potrebbe essere sintomo della malattia. Lo osservavo, lo toccavo, mi preoccupavo perché di giorno in giorno il neo sembrava diventare più grande. Sono andata dal medico, e mi ha detto che non è nulla di pericoloso. Io però da quel momento cerco in sé dei sintomi del tumore, cerco ossessivamente macchie, noduli, reagisco al minimo rossore della pelle…”

  • La fobia sociale, ossia la paura delle persone.La sua causa principale è la paura del giudizio, della critica, della mancanza di accettazione, dell’insuccesso

“Mi importa molto di fare bella figura davanti alla gente, voglio incontrare delle persone, ma appena sono in compagnia mi sudano le mani, balbetto, mi sembra sempre che tutti ridano di me, che parlino di me alle mie spalle. Alla fine mi rinchiudo in casa e ho paura di andare da  qualsiasi parte”.

  • Il disturbo d’ansia generalizzato: consiste nella preoccupazione costante per qualcosa, che ritorna e sembra impossibile da controllare. Il paziente è critico nei confronti delle proprie azioni, (sa di preoccuparsi e che questo atteggiamento non porta nessun beneficio), ma non riesce a smettere.

  • Il disturbo ossessivo compulsivo (chiamato anche nevrosi ossessiva): è il ritorno ossessivo dei pensieri, che il paziente non riesce a controllare, con un contemporaneo presentarsi dei comportamenti compulsivi, che riducono la tensione. Col tempo quei comportamenti diventano un rito vero e proprio, che permette di diminuire la paura (p.es. lavarsi le mani in continuazione, pulire degli oggetti, ripetere continuamente un’azione, contare).

In che cosa consiste la cura  per le nevrosi?

Nella cura delle nevrosi è importante un aiuto su due piani:

  • cognitivo-comportamentale: permette, tramite l’analisi dei pensieri e dei comportamenti, di controllare il presentarsi dei sintomi. Un lavoro del genere aiuta il paziente a trovare i modi per prendersi cura di sé stesso in situazioni che scatenano la paura.

  • emozionale: serve a ritrovare ed eliminare i conflitti interni, che sono il motivo dell’apparizione degli stati d’ansia.

Quando il malato comincia a cavarsela coi sintomi e dunque con il lato cognitivo-comportamentale, si può cominciare il lavoro sul piano emozionale

L’esperienza mostra che la capacità di cavarsela con gli effetti della malattia (che nel caso della nevrosi sono i sintomi) permette di diminuire la paura legata alla voglia di trovare la causa e, di conseguenza, di sottoporsi ad una cura efficace.

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