Come prevenire e curare le problematiche posturali e podaliche
Esperto Andrea Simonetti • Fisioterapia, Odontoiatria • 25 ottobre 2016 • Commenti:
Che cos’è la postura?
In ogni individuo la postura è controllata dal Sistema Nervoso Centrale, con funzioni involontarie e automatiche, regolando l’equilibrio e la posizione del corpo attraverso i muscoli posturali e le informazioni che riceve dagli organi sensoriali come:
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i piedi;
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Le articolazioni;
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gli occhi;
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la pelle;
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l’apparato stomatognatico e vestibolare.
Di conseguenza, ogni atteggiamento che il corpo assume non è casuale ma è desiderato. Così, quando si presentano problematiche a uno dei distretti o sistemi sopra menzionati, automaticamente il corpo cerca di compensare in qualche modo con degli “aggiustamenti di compensazione”, del tutto negativi, perché possono creare “asimmetrie corporee” come:
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la dismetria alle spalle e/o al bacino,
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l’inclinazione del capo,
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il valgismo o varismo alle
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ginocchia e/o alle caviglie,
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gli atteggiamenti scoliotici con ipercifosi e iperlordosi alla
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colonna vertebrale.
Le conseguenze di un’errata postura
Purtroppo, il persistere di atteggiamenti scorretti nella postura, a lungo termine favorisce l’insorgere di patologie osteo-articolari, ernie e protusioni discali, con la successiva comparsa di alcune problematiche come:
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dolori alla schiena;
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dolori ai piedi;
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dolori alle ginocchia;
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stanchezza nel camminare o nel correre.
Prima fase: un programma fisioterapico
A questo punto, in presenza di tali problematiche, è utile ricorrere alle fisioterapie, facendo alcune sedute con elettromedicali come:
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Tecar;
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Ipertermia;
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Laser IR;Laser YAG;
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Magneto;
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Onde D’urto;
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Ultrasuoni;
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Radar;
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Scenar;
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Ionoforesi;
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Crioterapia;
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Tens;
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Correnti di Kotz;
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Pressoterapia;
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Elettrostimolazione;
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Trazioni vertebrali;
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Massoterapia;
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Kinesiterapia.
Seconda fase: un programma posturale
Successivamente, dopo il programma fisioterapico, per evitare la ricomparsa delle stesse problematiche, è opportuno ricorrere anche ad un esame posturale; questo consta di indagini, non invasive e non dolorose che si effettuano con apparecchiature sanitarie come:
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l’analizzatore posturale, con il quale visionando il paziente in ortostatismo, davanti, dietro e di fianco, si studia l'allineamento del suo corpo; il podoscopio elettronico , con il quale si visionano le varie alterazioni del piede come: piede piatto, piede cavo, valgismo o varismo del retro piede, alluce valgo, dita a griffe;
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la baropodometria e la stabilometria digitale (statica e dinamica), con le quali si rilevano i carichi pressori dei piedi, il baricentro del corpo e l’equilibrio del corpo stesso;
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alcuni test kinesiologici e propriocettivi, per valutare: i range articolari, l’equilibrio, le funzioni vestibolari, le malocclusioni dentali, la deglutizione, la funzione visiva, le cicatrici, le ustioni, etc.
Terza fase: i plantari
Una volta individuate le problematiche e le loro cause, la soluzione più efficace e meno invasiva per risolverle è fare uso di plantari.
I plantari sono un presidio sanitario e aiutano la colonna vertebrale a riprendere la sua normale funzione fisiologica e correggono la distribuzione del carico corporeo durante la fase di appoggio dei piedi, esercitando una stimolazione neuromuscolare continua, tipo un massaggio riflessogeno, che verticalmente parte dai piedi e investe le catene muscolari di tutto il corpo, il tutto in maniera naturale, graduale e stabile.
L’uso dei plantari è fortemente consigliato:
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a tutte le persone con piede piatto o piede cavo;
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a chi soffre di duroni e calli, talloniti e metatarsalgie;
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a coloro che trascorrono molte ore in piedi, a coloro che usano le scarpe antinfortunistica;
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a coloro che hanno problemi di circolazione con un difficile ritorno venoso;
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alle donne che usano il tacco in modo smodato;
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alle donne incinte;
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agli sportivi.