Come gestire il conflitto in famiglia

Psicologia • 11 marzo 2017 • Commenti:

I conflitti in famiglia sono sempre stati presenti e, nonostante la cultura sia cambiata più e più volte nel corso dei secoli, la pace in famiglia è un qualcosa che è molto difficile da ottenere – anche se, almeno a periodi, non impossibile.

Il ruolo della famiglia

La famiglia rappresenta la pietra miliare del tessuto sociale, baluardo necessario alla salute ed alla prosperità delle comunità. La famiglia è la cellula sociale che è sopravvissuta a millenni di storia e ha portato avanti nei secoli la fortuna e la sventura dell’umanità. Il ruolo della famiglia è stato per migliaia di anni quello di raccogliere al suo interno tutti i sentimenti umani e di costituire una vera e propria palestra dell’anima, dove ogni membro ha modo di apprendere e mettere in pratica le proprie abilità sociali ed affettive.

Come è cambiata la famiglia?

Il secolo che si è concluso è stato il palcoscenico di una trasformazione radicale del tessuto sociale, con partenza dalla famiglia. La stabilità e la sacralità della famiglia oggi è messa in discussione da teorie che la vorrebbero etichettare come un retaggio culturale inutile ed appartenente ad un passato infruttuoso da dimenticare. Nonostante recenti teorie – come quelle del gender -, la sacralità della famiglia è fortemente promossa da tantissime figure influenti nel mondo (religiose e non) e, anche se non tutti riescono ad avvedersene, lo sfilacciarsi del tessuto sociale, a partenza dalla famiglia, sta comportando un pericoloso effetto domino e l’esordio di problemi sociali nuovi e difficili da marginare.

I conflitti in famiglia sono quindi sempre esistiti e costituiscono il sintomo di un’entità sociale vitale, che incontra periodi di contrasto votati al raggiungimento di un nuovo equilibrio, possibilmente più maturo e fruttuoso per tutti.

La gestione dei conflitti familiari si è sempre svolta all’interno della famiglia: in genere la figura genitoriale più anziana prendeva il posto del moderatore e riusciva a sedare i conflitti in nome dell’affetto che i contendenti nutrivano e grazie alla sua saggezza. Da sempre il percorso verso la risoluzione dei conflitti ha visto questo tipo di approccio farne da padrone. Come mai questo approccio pare non funzionare più?

La generazione che adesso dovrebbe ricoprire il ruolo fondamentale nella risoluzione dei conflitti familiari è già figlia delle rivoluzioni culturali degli anni Sessanta e Settanta, in cui il rispetto per le autorità ha subito un colpo troppo forte. L’autorità in tutte le sue forme viene ormai poco tollerata e vissuta come una forma di abuso.

Come risolvere i conflitti?

Prima di tutto occorre conoscere le fonti del conflitto che potrebbero – e spesso lo sono – venire da molto lontano e scaturire in difficoltà di rapporti palesatisi solo dopo molti anni di sopportazione. Le esperienze che viviamo sin da piccoli possono fortemente cambiare il modo in cui ci rapportiamo con gli altri e segnare indelebilmente la nostra capacità di perdonare. La risoluzione dei conflitti si basa infatti sull’atto del perdono, qualunque sia la causa.

I conflitti tra membri della famiglia devono risolversi sulla base della capacità di saper perdonare e di mantenere il proprio ruolo. Ognuno può sbagliare e tutti hanno bisogno del perdono: per affrontare qualsiasi tipo di conflitto ( legato agli affari, a causa dello stress, etc.) dobbiamo ricordarlo.

La risoluzione dei conflitti non è un processo facile: tutte le parti in causa devono fare un esame di coscienza e capire cosa sta urtando l’altro, riuscendo a trovare il modo di riavvicinarsi per trovare una soluzione e non semplicemente costringere ad accettare la propria posizione presa.

Un ultimo aspetto da considerare è che i conflitti familiari tendono a modificare il comportamento del bambino ed a creare dei problemi nel suo sviluppo e nella sua futura capacità di comportarsi da adulto. I conflitti irrisolti genereranno ancora più conflitti. I bambini sono i primi a dover essere salvaguardati da esempi scorretti ed hanno il diritto di vivere in un ambiente protetto e salutare, lontano da conflitti di ogni genere.

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