Come evitare la devitalizzazione del dente quando non è necessaria
Esperto Angelo Itri • Odontoiatria • 6 giugno 2016 • Commenti:
L'incappucciamento diretto della polpa
L’incappucciamento diretto della polpa è una procedura che può evitare una devitalizzazione di un dente quando i parametri clinici lo permettono. È stata descritta in letteratura per la prima volta nel 1756 (il primo articolo sugli impianti moderni risale appena al 1977).
La procedura è molto semplice e prevede l’applicazione, sul nervo esposto, di un particolare materiale che stimola le cellule del nervo a formare un nuovo strato di dentina di protezione.
Passati 2-3 mesi, periodo in cui il paziente è monitorato costantemente, si procede a realizzare la ricostruzione definitiva in composito oppure in altri materiali a seconda delle esigenze cliniche del caso.
La percentuale di successo di questa procedura è variabile ma si aggira, ad oggi, intorno al 90% utilizzando materiali di ultima generazione.
Preferire questa procedura ad una devitalizzazione è dettata da vari fattori:
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Il suo costo che è nettamente inferiore rispetto ad una devitalizzazione;
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Il tempo: è molto veloce;
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Il risparmio biologico: non c’è bisogno di togliere dente sano come succede in una devitalizzazione.
Come tutte le procedure mediche, anche questa presenta degli svantaggi che sono:
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La necessità di dover intervenire sul dente con una devitalizzazione se il nervo non risponde in maniera positiva;
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La possibilità che dopo qualche anno (5-10) il nervo vada in necrosi causando dei granulomi: in questo caso con una devitalizzazione si risolve il problema ma con l’incappucciamento è stata comunque allungata la vita dell’elemento dentale.
In conclusione, l’incappucciamento diretto della polpa è una tecnica che ogni buon dentista dovrebbe conoscere e proporre al paziente nei casi appropriati.