Chirurgia e rimodellamento del corpo: parla uno specialista
Esperto Mauro Casagrande • 5 ottobre 2016 • Commenti:
Nel mondo della chirurgia e della medicina contemporanea, il rimodellamento del corpo ha assunto negli ultimi anni un’importanza che non può essere ignorata. Abbiamo approfittato della disponibilità e della competenza di un rinomato professionista medico, il Dott. Mauro Casagrande, per porgli alcune domande su queste procedure chirurgiche e sui loro aspetti medici, psicologici e generali.
Dott. Casagrande, lei è un chirurgo generale esperto in rimodellamento del corpo. Che cosa si intende per “Rimodellamento del corpo”?
Il termine “Rimodellamento del corpo” comprende una serie di procedure chirurgiche il cui fine è quello di ripristinare un adeguato profilo corporeo.
Chi sono i pazienti che si sottopongono a questi interventi di rimodellamento del corpo?
Nello specifico questa chirurgia si adatta a tutti coloro che presentano un eccesso di cute con un importante rilassamento cutaneo associato o meno ad adiposità localizzate.
Questa pratica chirurgica è pertanto più spesso richiesta da pazienti che hanno subito importanti cali ponderali a seguito di chirurgia bariatrica, di diete particolarmente efficaci o che presentano dei profili disarmonici dopo gravidanze o a seguito di precedenti interventi chirurgici addominali.
Quali sono le motivazioni che spingono i pazienti a questo tipo di chirurgia?
Il miglioramento estetico è il primo fattore che porta il paziente alla nostra attenzione, ma non il solo. La motivazione estetica spesso maschera un vero e proprio disagio psicologico, fino alla depressione, causato dalla non accettazione della propria figura corporea.
Gli evidenti rilassamenti cutanei che sono spesso presenti dopo importanti cali ponderali successivi a chirurgia o a diete, talvolta tendono a vanificare sia psicologicamente sia esteticamente i sacrifici sostenuti da questi pazienti per perdere peso. Inoltre in molti casi a questi disagi estetici, pensiamo all’addome, sono associate delle ernie, che non solo peggiorano l’alterazione del profilo corporeo, ma spesso determinano un quadro clinico sintomatologico che talvolta il paziente ignora o tende a minimizzare.
È importante che queste patologie associate siano riconosciute e siano trattate contestualmente, in un'unica procedura chirurgica.
Lei ha parlato di disagio psicologico, di depressione…
Certo: questi disagi sono molto più frequenti di quanto si possa immaginare. Nella mia esperienza professionale le soddisfazioni più grandi le ho avute trattando proprio questi pazienti; assistere al loro ritorno ad una normale vita sociale, notare il diverso atteggiamento nell’affrontare la vita di tutti i giorni e sentirsi dire grazie per una ritrovata serenità mi rende particolarmente orgoglioso del mio lavoro.
Quali sono gli interventi più richiesti?
Negli ultimi anni, Il successo della chirurgia bariatrica ha determinato un grande sviluppo delle procedure di rimodellamento corporeo. In assoluto l’intervento più praticato è l’addominoplastica.
In cosa consiste l’intervento di addominoplastica?
L’intervento di addominoplastica consiste nel rimodellare il profilo addominale mediante la asportazione della pelle e del tessuto sottocutaneo in eccesso (grembiule addominale) e nel rinforzare la parete muscolare e puo essere associata o meno anche ad una liposuzione dei fianchi. Le tecniche chirurgiche descritte sono diverse.
La loro scelta è determinata principalmente dall’entità dell’eccesso cutaneo da asportare, dalla presenza o meno di patologie associate (ernie), dal risultato estetico che si vuole ottenere, e l’esperienza personale del chirurgo è fondamentale per un buon risultato.
L’esperienza del chirurgo è così importante in questo tipo di procedure?
Assolutamente sì. Sebbene le tecniche nascano come procedure di chirurgia plastica per il raggiungimento di un miglioramento estetico, dobbiamo riconoscere che una addominoplastica eseguita su una paziente che richiede esclusivamente una ottimizzazione del profilo addominale è ben diversa dalla stessa procedura eseguita su una paziente che presenta un ingombrante grembiule addominale associato ad una voluminosa ernia che determina non solo una disarmonia della figura corporea ma spesso anche impedimenti funzionali più o meno severi.
I diversi casi necessitano di attenzioni pre e post intervento diverse, cosi come la stessa procedura chirurgica prevede delle diverse modalità di tecnica e di esecuzione. Lo specialista deve avere l’esperienza e la preparazione adeguata per risolvere questi casi.
Per questo motivo anche in Italia si comincia ad identificare la figura del “chirurgo esperto in rimodellamento del corpo”, in grado di fondere la esperienza del chirurgo generale con le tecniche della chirurgia plastica, condizione ritengo necessaria per offrire una adeguata risposta ai diversi casi clinici.
Addominoplastica, Mastoplastica, Lifting cosce, Lifting braccia... Sono interventi particolarmente invasivi? Ci possono essere complicanze importanti? Ci sono molte cicatrici?
Certamente sono degli interventi invasivi, che per lo più richiedono un’anestesia generale e una degenza. Tutti i pazienti devono essere sottoposti ad una attenta valutazione da parte dello specialista, ed essere informati sulle procedure più opportune, sui risultati che si possono ottenere da caso a caso e sulle complicanze delle singole procedure.
Raramente possono esserci complicanze serie. Le suture chirurgiche vengono eseguite cercando di minimizzarle e nasconderle il più possibile; talvolta le cicatrici possono visibili o ipertrofiche ed in questi casi possono essere trattate con successo in un secondo tempo.
Per tutti questi motivi è molto importante valutare preventivamente le reali motivazioni dei pazienti.
Questi interventi sono dolorosi? Richiedono una lunga degenza e una lunga convalescenza?
Il dolore è una percezione molto soggettiva; generalmente queste procedure non sono dolorose, e sono sufficienti dei comuni antidolorifici per ben controllare tale disagio. La degenza può variare dalle 24 alle 72 h e dipende dal tipo di intervento che si è eseguito e dalla capacità di ripresa del paziente. In molti casi i pazienti vengono dimessi dopo poche ore dall’intervento.
Una convalescenza restrittiva con astensione da alcune funzioni come il guidare l’auto o portare pesi è limitata solo ai primi giorni post operatori ed in breve i pazienti possono tornare a svolgere le normali attività sociali e lavorative. In genere la attività sportiva può essere ripresa dopo 30 giorni.
Ci sono controindicazioni?
La valutazione è strettamente personale ed è condizionata dalla presenza o meno di fattori di rischio (età, patologie croniche, ecc.) che valgono per qualsiasi altro intervento chirurgico.
I pazienti devono sapere che le procedure di rimodellamento del corpo possono essere affrontate da chiunque goda di buona salute e che questi disagi estetici possono essere trattati con successo. Presso il nostro centro, ad esempio, è possibile sottoporsi ad una visita specialistica con con me o con i miei collaboratori per valutare le opportunità e le possibilità che tale chirurgia può offrire.
Appendice: l’intervento di otoplastica - che cos’è e come avviene
Tra gli interventi di rimodellamento del corpo, l’otoplastica è sempre più richiesta e praticata.
A tal proposito, abbiamo chiesto al dott. Casagrande una breve scheda informativa su questa tipologia di intervento.
OTOPLASTICA: intervento ambulatoriale per la correzione delle orecchie a sventola
Questo intervento è utile e risolutivo quando il padiglione auricolare è eccessivamente prominente e l'aspetto del volto nel suo complesso è alterato causando problemi non solo estetici ma anche di carattere psicologico in particolare nei bambini in età scolare.
Otosplastica: cosa c’è da sapere
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L’intervento è dura circa 1 h.
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L’anestesia è locale e può essere associata ad una leggera sedazione.
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L’intervento di otoplastica è una procedura ambulatoriale e non richiede alcuna degenza. Il paziente dopo circa 1 h può tornare a casa.
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Le cicatrici non sono visibili.
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La convalescenza è di pochi giorni con una totale ripresa delle normali attività lavorative e sociali dopo 48-72 ore.