Cardiopatia ipertensiva: sintomi e soluzioni
Cardiologia • Salute • 1 giugno 2016 • Commenti:
“Ipertensione arteriosa” significa che la pressione sanguigna è alta e questo comporta un conseguente ed eccessivo carico di lavoro per il cuore. Solitamente, all’inizio, la pressione alta viene trascurata perché non comporta disturbi gravi ma ignorarla è sbagliato.
Infatti, il risultato di un’ipertensione arteriosa trascurata può essere la cardiopatia ipertensiva, che spesso sfocia in ictus, insufficienza cardiaca, infarto, dovuti all’ipertrofia del miocardio. Questo dimostra che ai primi sintomi da ipertensione è bene rivolgersi al cardiologo, per le indicazioni del caso.
Quali sono i sintomi della cardiopatia ipertensiva?
Per prima cosa, teniamo presente lo sforzo a cui il muscolo cardiaco è sottoposto dall’eccessivo carico di lavoro portato dall’ipertensione. Dovendo pompare una maggiore quantità di sangue verso il circolo periferico, la pressione interna delle vene tende ad aumentare e, di conseguenza, le pareti s’ispessiscono. Questo lavorìo a catena porta all’aterosclerosi, cioè a un deposito eccessivo di grassi sulle pareti delle arterie, che tendono quindi a chiudersi sempre di più.
È allora normale che i sintomi della cardiopatia ipertensiva siano dispnea, tachicardia e dolore al petto, dovuti all’insufficienza coronarica che può portare all’infarto.
Da che cosa dipende la cardiopatia ipertensiva?
Sicuramente una dieta non equilibrata ricca di grassi, alcol, eccesso di sale sono tra le cause principali. A questa si uniscono, ad esempio, l’uso di droghe, oppure un forte stato di stress e ansia o, ancora, la familiarità (cioè l’ereditarietà), tipica di molte malattie che si tramandano di generazione in generazione.
Quali sono le cure o le soluzioni che ci offre la medicina?
Affidarsi a un cardiologo di fiducia è il primo passo verso per una cura efficace. La visita prevederà alcuni esami standard, come l’elettrocardiogramma, la radiografia del torace, il controllo della pressione arteriosa. Il monitoraggio della pressione dovrebbe avvenire con un holter pressorio e durare 24 ore, sia per valutare l’andamento nel corso di un giorno e di una notte (soprattutto in presenza di ipertensione instabile), sia perché è possibile che durante la visita il paziente si trovi in uno stato di agitazione/emozione dovuto alla visita stessa e che l’esito della sola misurazione della pressione risulti falsato.
Quali sono le cure per la cardiopatia ipertensiva?
La pressione sanguigna può essere ridotta, secondo le indicazioni del medico specialista, con terapie a base di beta-bloccanti, con diuretici che diminuiscano la ritenzione idrica e con ACE per rilassare i muscoli.
Si ricorre alla chirurgia solo nei casi più gravi, in cui l’ostruzione delle arterie è arrivata al “punto di non ritorno” e richiede la presenza di uno o più stent coronarici, di valvole artificiali o di bypass, che aggirino l’ostruzione.
Come prevenire eventuali operazioni chirurgiche?
Come dicevamo, la chirurgia è l’extrema ratio e può essere evitata con una buona prevenzione.
Una dieta bilanciata, povera di grassi e zuccheri (quindi senza, o quasi, latticini), priva di alcol e ricca di frutta, verdura, pesce, carni bianche (pollo, tacchino, etc…), cereali integrali, potassio è l'aiuto più valido per evitare di finire “sotto i ferri”.
Inoltre, una moderata attività fisica è senza dubbio il giusto complemento a una dieta sana. Naturalmente, occorre un piano di allenamento adeguato, da concordare preferibilmente con un professonista (medico sportivo o personal trainer).