Alitosi: cause e soluzioni

Esperto Giuseppe MurruniOdontoiatria • 13 luglio 2016 • Commenti:

Cos'è l'alitosi?

L’Alitosi consiste nell’emissione dal cavo orale di un alito fetido. È un problema estremamente comune e serio per la normale vita di relazione. Chi ne è affetto viene, per quanto possibile, evitato dalle altre persone, e quando ciò non è possibile, pensiamo ad un ambiente di lavoro, la sua presenza è fonte permanente di sgradevolezza e di sentimenti negativi in chi lo circonda. Solitamente chi né è affetto è inconsapevole.

L’incidenza del fenomeno, a seconda degli autori, varia dal 25% al 50% della popolazione globale. Alcuni indicatori segnalano che soltanto negli Stati Uniti ben 60 milioni di persone svilupperanno l’alitosi. L’alitosi può essere transitoria, quando la causa agisce momentaneamente, come nel caso delle sostanze alitogene (es:  aglio , cipolle etc ), o permanente, quando la causa agisce stabilmente,  come nelle patologie orali o sistemiche.

Cause

Alla base di questo fenomeno vi è l’attività metabolica di alcuni ceppi di batteri cosi-detti anaerobi, cioè capaci di vivere e proliferare in assenza di ossigeno, presenti nel cavo orale, dove vivono normalmente,  che in presenza di sostanze organiche come residui alimentari, saliva, sangue libero, prodotti di decomposizione cellulare e batterica, biofilm, sviluppano composti volatili  detti solforati.

Tra questi composti chimici troviamo il metil-mercaptano, che ha un caratteristico olezzo di cavolfiore in decomposizione, il solfuro di idrogeno, presente anche in alcune  acque termali solforate, che ha un tipico odore di uova marce,  l’acido isovalerico noto per l’odore di piedi sudati, e la cadaverina e la putrescina, sostanze fetide derivate dalla dissoluzione delle proteine specie nei cadaveri, ma anche nei tessuti cellulari viventi.

Il ruolo della saliva e dell’idratazione

Fondamentale è il ruolo  della saliva. Una normale produzione di saliva è basilare per il mantenimento della vitalità (omeostasi) dei tessuti del cavo orale. Un flusso di saliva adeguato contribuisce ad allontanare dal  cavo orale i residui alimentari, cellulari e batterici che si producono normalmente, a ridurre la proliferazione di batteri anaerobi,  sia apportando ossigeno,  che attraverso un’azione  battericida  diretta sui ceppi batterici, mediata dal lisozima presente nella saliva.

In altre parole un'abbondante salivazione contribuisce in maniera decisiva a ridurre l’ incontro tra materiale organico,normalmente presente nel cavo orale, e batteri. Quando la produzione di saliva è ridotta, al contrario,  si riduce la vitalità dei tessuti di rivestimento  del cavo orale,  aumenta la quantità  di colonie batteriche, di detriti alimentari e cellulari (cellule di rivestimento che una volta terminato il loro ciclo cellulare si sfaldano e cadono nel cavo orale), innescando il fenomeno dell’alitosi. La riduzione del flusso salivare può essere  dovuta a malattie sistemiche, ma anche a ridotta ingestione di acqua , come capita spesso negli anziani a causa della diminuita sensazione di sete.

Infine esistono innumerevoli farmaci, specie cardiologici, e quindi importanti e salvavita, che riducono  sensibilmente  il flusso salivare. La respirazione orale obbligata come nei bambini con tonsille e adenoidi  molto ingrossate o negli adulti affetti da russamento cronico, comporta una alterazione dell’omeostasi del cavo orale e delle vie respiratorie superiori, provocando  secchezza delle mucose orali e successivamente un ristagno di secrezioni  nasali,  ricche di batteri e materiale organico, che si depositano sulla base linguale, in ipofaringe, ma  anche in laringe e nelle vie respiratorie  inferiori.

Allo stesso modo il reflusso gastro-esofageo, notturno e spesso ignorato dal paziente, altera i normali  meccanismi  fisiologici del cavo orale riducendo  la produzione di saliva e inducendo una infiammazione generalizzata delle mucose delle vie aero-digestive superiori.

Alitosi da cause extraorali

In altri casi il materiale organico giunge nel cavo orale da organi che sono in comunicazione con  le fosse nasali, come  nel caso di scolo di mucopus in faringe  nelle  rinosinusiti. In questo caso il mucopus si ferma sopratutto sul dorso linguale dove viene attaccato e metabolizzato  dai batteri. Tecnicamente anche le patologie gastroenteriche e broncopolmonari, attraverso le vie digestive le prime e attraverso le vie respiratorie le seconde,  insorgono in organi in comunicazione diretta con il  cavo orale, e quindi possono dare alitosi per passaggio  di sostanze alitogene.

È vero comunque che la causa gastroenterica è limitata, in quanto normalmente l’esofago è collassato e non c’è comunicazione effettiva col cavo orale,  tranne in caso di ernia iatale conclamata, e dei molto rari diverticoli esofagei.

Alitosi da cause orali

E’ sicuramente la causa più frequente. Esistono varie situazioni locali del cavo orale che favoriscono l’accumulo di materiale organico.

Le cavità cariose non trattate, il classico buco in un dente. Le  vecchie   protesi mobili, dove il deterioramento e l’invecchiamento  della resina rende comunque  difficile l’igienizzazione della protesi e  crea le condizioni ideali per lo sviluppo di batteri e miceti.

Vecchie corone singole o ponti fissi  non sostituiti  o addirittura con carie intra-capsulare del moncone, per cui si formano cavita all’interno della capsula non detergibili, in cui ristagna  perennemente materiale organico in fase di disgregazione batterica.  

Insufficiente igiene dentaria con solchi gengivali ricchi di placca batterica e detriti organici organizzati in biofilm. Tartaro iusta e subgengivale. La  piorrea ( parodontite ) in tutte le sue fasi, dalla gengivite marginale  alla parodontite cronica con tasche sub-gengivali, talvolta lunghe quanto la radice del dente in questione, ricche di batteri, di  materiale organico e  alimentare,  ma anche di sangue, dovuto alla persistente infezione e infiammazione delle tasche con abbondante irrorazione sanguigna e facile sanguinamento.

La tonsillite acuta e cronica  per accumulo di pus nelle cripte tonsillari sia durante l’infezione tonsillare acuta che in alcune forme cronicizzate, dove il danno tissutale è tale che gli zaffi tonsilllari persistono anche nei periodi  di  remissione.

I tonsilloliti che sono accumuli di detriti cellulari e batterici all’interno delle cripte, in assenza di infezione della tonsilla, un po come i punti neri ( comedoni ) della cute, legati ad una difficoltà di detersione naturale delle cripte, spesso momentanea, e che vanno asportati  massaggiando delicatamente il corpo tonsillare.

Alitosi da malattie  sistemiche

Sono essenzialmente le patologie epatiche e renali gravi e il diabete mellito. Ma potremmo annoverare tutte le patologie sistemiche gravi.

Alitosi da sostanze alitogene

L’alitosi spesso è causata da alcuni  alimenti  come aglio, cipolle, vino e  alcoolici, o al fumo di sigaretta. Le cause sono molteplici. Nel caso dell’aglio e della cipolla vi sono delle sostanze direttamente alitogene, che disciolte nel sangue raggiungono il cavo orale dove vengono emesse nell’ambiente.

Tabacco e alcoolici agiscono sia direttamente  con sostanze alitogene che indirettamente alterando l’omeostasi del cavo orale, sopratutto per riduzione del flusso salivare.

Come contrastare l’alitosi

Da quanto abbiamo detto è evidente che il Centro dell’Alitosi è la bocca. In essa si concentrano  oltre il 90% delle alitosi. Ne deriva che le principali  figure professionali di riferimento sono  l’Odontoiatra, l’Otorino e l’Igienista Dentale. In particolare l’Odontoiatra  deve essere preparato in parodontologia  in  quanto è necessario saper  valutare lo stato delle gengive e dell’osso sottostante per individuare focolai di infezione e ristagno di materiale organico fonte  di alitosi, diagnosi talvolta non semplice, e deve essere in grado, una volta individuata la causa, di approntare un corretto piano di trattamento.

Occorre tener presente che difficilmente una bocca sana soffre di alitosi permanente. L’Otorinolaringoiatra, a sua volta, valuterà l’eventuale  presenza di malattie rino-sinusali o tonsillari e sarà in grado attraverso la fibrorinolaringoscopia di evidenziare un eventuale reflusso gastro-esofageo notturno  ignorato dal paziente, e di valutare il grado di predisposizione al russamento notturno, attraverso lo studio delle caratteristiche morfologiche cranio-scheletriche del paziente, dell’eventuale ipertrofia della base lingua,  e del grado di colassabilità delle pareti faringee evidenziabile con  il Test di Muller.

In generale oltre a un corretto stile di vita, all’abolizione del fumo e  degli alcoolici, e necessario seguire una corretta igiene dentale.  Spazzolare correttamente i denti , meglio se con spazzolino elettrico, minimo una volta al giorno e alla sera, sempre dopo i pasti. Usare sempre  e correttamente il filo interdentale .

Effettuare controlli periodici dal proprio dentista di fiducia e attenersi alle sue raccomandazioni, curare tempestivamente le eventuali carie e se necessario eseguire una fluoroprofilassi. Le protesi mobili vanno accuratamente  lavate con  un detersivo  da piatti dopo ogni pasto. Utilizzare  giornalmente, se indicato, gli appositi raschietti  per la pulizia del dorso della lingua.

Evitare di mantenere in bocca  vecchi manufatti protesici fissi e mobili non più adeguati. Occorre tenere presente che i materiali protesici, nel corso degli anni, vanno incontro con l’uso ad usura e alterazione delle loro caratteristiche, e che il substrato organico su cui le protesi vengono fissate o appoggiate, a secondo se fisse o mobili, subisce variazioni e alterazioni nel corso del tempo, e che tutto questo può trasformare una protesi in un vero e proprio contenitore di germi e materaile organico in decomposizione.

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